Mi permetto di intervenire con un appunto metodologico, e mi scuso per l'OT, poiché ritengo che proporre studi scientifici conferendo loro valore esclusivo di verità (specialmente se i risultati e i contenuti sono apparentemente discordanti), possa dare, in un forum pubblico di non addetti ai lavori, una visione forviante della ricerca e rischia di suscitare pregiudizi e ingiustificata diffidenza nel metodo scientifico, spesso riassunti da grossolane conclusioni o affermazioni del tipo: "la teoria e la pratica non vanno d'accordo e solo l'esperienza soggettiva può svelare il reale comportamento della natura".
Uno studio (nelle scienze naturali) non ha mai la pretesa di porre la parola fine su una ricerca. Esso vuole solo fornire, tipicamente, un risultato oggettivo su un piccolo aspetto del fenomeno in oggetto, muovendosi in un ambito estremeamente ristretto, utilizzando determinati metodi e fornendo una pertinente interpretazione dei risultati. Proporre e confrontare due studi scientifici con cognizione di causa richiede, quindi, una rigoroso e preciso inquadramento dell'oggetto in studio (accertandosi che sia lo stesso per entrambi i lavori), la conoscenza (e il confronto) dei metodi sperimentali utilizzati e la comprensione dell'interpretazione dei risultati. Se questi tre aspetti non sono soddisfatti si rischia di cadere nella mera strumentalizzazione scientifica.
Proprio per evitare questo rischio esistono altri tipi di pubblicazione scientifica, ad esempio le review, che hanno lo scopo di raccogliere i risultati, i metodi e le interpretazioni di oggetti scientifici affini e fornire ai lettori il giudizio di uno o più specialisti del settore (gli autori della review). Le review sono uno dei tipi di pubblicazione più adatti per avere un quadro coerente dello stato della ricerca in un dato settore. Esse infatti utilizzano criteri di giudizio oggettivi basati su una corretta definizione dell'ambito di ricerca, sul rigore del metodo (indicato anche dalla rilevanza scientifica internazionale delle riviste di pubblicazione), sulla novità dei risultati (il nuovo ha sempre priorità sul vecchio) e l'onesta scientifica delle interpretazioni (studi recenti in uno stesso ambito con risultati contrastanti con la letteratura dovrebbero affrontare tali contrasti tentando almeno una plausibile spiegazione).
Tutto questo non lo si può trovare, ovviamente, nella schematica sintesi di un semplice abstract presentato a mo' di verità evangelica.
Uno studio (nelle scienze naturali) non ha mai la pretesa di porre la parola fine su una ricerca. Esso vuole solo fornire, tipicamente, un risultato oggettivo su un piccolo aspetto del fenomeno in oggetto, muovendosi in un ambito estremeamente ristretto, utilizzando determinati metodi e fornendo una pertinente interpretazione dei risultati. Proporre e confrontare due studi scientifici con cognizione di causa richiede, quindi, una rigoroso e preciso inquadramento dell'oggetto in studio (accertandosi che sia lo stesso per entrambi i lavori), la conoscenza (e il confronto) dei metodi sperimentali utilizzati e la comprensione dell'interpretazione dei risultati. Se questi tre aspetti non sono soddisfatti si rischia di cadere nella mera strumentalizzazione scientifica.
Proprio per evitare questo rischio esistono altri tipi di pubblicazione scientifica, ad esempio le review, che hanno lo scopo di raccogliere i risultati, i metodi e le interpretazioni di oggetti scientifici affini e fornire ai lettori il giudizio di uno o più specialisti del settore (gli autori della review). Le review sono uno dei tipi di pubblicazione più adatti per avere un quadro coerente dello stato della ricerca in un dato settore. Esse infatti utilizzano criteri di giudizio oggettivi basati su una corretta definizione dell'ambito di ricerca, sul rigore del metodo (indicato anche dalla rilevanza scientifica internazionale delle riviste di pubblicazione), sulla novità dei risultati (il nuovo ha sempre priorità sul vecchio) e l'onesta scientifica delle interpretazioni (studi recenti in uno stesso ambito con risultati contrastanti con la letteratura dovrebbero affrontare tali contrasti tentando almeno una plausibile spiegazione).
Tutto questo non lo si può trovare, ovviamente, nella schematica sintesi di un semplice abstract presentato a mo' di verità evangelica.
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