Calorie e obesità
L'organismo apprende in modo inconscio a stimare il contenuto calorico dei cibi
Terry Davidson e Susan Swithers, del dipartimento di psicologia della Purdue University, sospettano che i dolcificanti artificiali possano interferire con la capacità naturale del corpo di "contare" le calorie basandosi sulla dolcezza dei cibi. Questo spiegherebbe come mai un numero sempre maggiore di persone, soprattutto negli Stati Uniti, è privo della capacità naturale di regolare l'assunzione di cibo e il peso corporeo. I ricercatori hanno anche scoperto come mai i liquidi densi - a parità di calorie - non soddisfano l'appetito quanto i cibi più solidi. Basandosi sui risultati dello studio, Davidson e Swithers suggeriscono di fare più attenzione alle calorie consumate e di dedicarsi a esercizi fisici regolari per abbattere il grasso.
La ricerca, che gli autori hanno definito "un approccio pavloviano al problema dell'obesità", è stata pubblicata sul numero di luglio della rivista "International Journal of Obesity". Davidson e Swithers spiegano che l'essere in grado di far corrispondere automaticamente la quantità di cibo ingerita con il fabbisogno calorico dipende dalla capacità del corpo di imparare a stimare il contenuto di calorie dei cibo dal sapore e dal gusto. Proprio come i cani di Pavlov apprendono che il suono di una campana segnala la presenza di cibo, gli esseri umani associano ai sapori dolci e ai cibi densi e viscosi un elevato contenuto di calorie. Questo processo di apprendimento comincerebbe nelle primissime fasi di vita e, secondo i ricercatori, senza una vera e propria consapevolezza.
L'organismo apprende in modo inconscio a stimare il contenuto calorico dei cibi
Terry Davidson e Susan Swithers, del dipartimento di psicologia della Purdue University, sospettano che i dolcificanti artificiali possano interferire con la capacità naturale del corpo di "contare" le calorie basandosi sulla dolcezza dei cibi. Questo spiegherebbe come mai un numero sempre maggiore di persone, soprattutto negli Stati Uniti, è privo della capacità naturale di regolare l'assunzione di cibo e il peso corporeo. I ricercatori hanno anche scoperto come mai i liquidi densi - a parità di calorie - non soddisfano l'appetito quanto i cibi più solidi. Basandosi sui risultati dello studio, Davidson e Swithers suggeriscono di fare più attenzione alle calorie consumate e di dedicarsi a esercizi fisici regolari per abbattere il grasso.
La ricerca, che gli autori hanno definito "un approccio pavloviano al problema dell'obesità", è stata pubblicata sul numero di luglio della rivista "International Journal of Obesity". Davidson e Swithers spiegano che l'essere in grado di far corrispondere automaticamente la quantità di cibo ingerita con il fabbisogno calorico dipende dalla capacità del corpo di imparare a stimare il contenuto di calorie dei cibo dal sapore e dal gusto. Proprio come i cani di Pavlov apprendono che il suono di una campana segnala la presenza di cibo, gli esseri umani associano ai sapori dolci e ai cibi densi e viscosi un elevato contenuto di calorie. Questo processo di apprendimento comincerebbe nelle primissime fasi di vita e, secondo i ricercatori, senza una vera e propria consapevolezza.
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