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Mi sembrava di averlo descritto nel mio post sopra, in maniera fin troppo prolissa.
Scusami lo avevo saltato di netto!
Quindi in cut, il 99,9% degli atleti aumentano l'apporto proteico, seguendo questo ragionamento, commetterebbero un errore...
Qualcosa non torna...
Scusami lo avevo saltato di netto!
Quindi in cut, il 99,9% degli atleti aumentano l'apporto proteico, seguendo questo ragionamento, commetterebbero un errore...
Qualcosa non torna...
Boh.
Premetto che per me il concetto di bulk&cut è lontanissimo da come ragiono. Sono fermamente convinto che un'alimentazione adeguata possa ottenere gli stessi risultati, forse con un po' più di tempo, ma senza il rischio di mettere su ciccia che poi non sempre si toglie, e senza le sfortune metaboliche che derivano dall'effetto yoyo o dagli eccessi in un senso o nell'altro.
Ma, messo da parte questa mia opinione, non so a cosa tu ti riferisca dicendo che aumentano l'apporto proteico. Mi sembra un controsenso. Forse aumenta l'apporto proteico in termini relativi: se assumo 140g di proteine in un regime da 3.000kcal, e poi assumo 140g di proteine in un regime da 2.000, il carico proteico relativo è aumentato moltissimo.
Il controllo di sostenere adeguatamente la sintesi proteica con le calorie non proteiche, basato sulla stima dei grammi di azoto assunti (basandosi ovviamente su uno spettro aminoacidico completo e con proporzioni standard, perché non tutti gli amminoacidi hanno lo stesso peso percentuale dell'azoto nella molecola), in genere non accende alcuna spia perché una dieta "normale" copre tutto senza difficoltà.
Quando invece si alza molto la quota proteica, o si riducono molto le calorie non proteiche, si può superare la soglia del sintetizzabile (nel primo caso) o si abbassa tale soglia (nel secondo caso), portando le proteine assunte a venire più degradate ed utilizzate altrimenti.
In genere, a parte l'inutilità di avere ad esempio assunto forzatamente roba superflua, non si hanno grosse conseguenze, anche perché si ragiona di periodi brevi e di sbilanci minimi.
Ma evidentemente nel nostro amico lo squilibrio è stato importante e prolungato.
A spanne: dice di avere assunto 200g di proteine in un regime da 2.100kcal.
Le 200g di proteine danno 800kcal, quindi le non proteiche sono 1.300. Questo apporto consente di sintetizzare/fissare circa 13g di azoto. 13g di azoto sono contenuti in meno di 100g di proteine. Possiamo dire che ogni giorno metà delle proteine che ha assunto sono state degradate e non usate in modo "nobile".
Riducendo la quota proteica a, ad esempio, 120g, apporta solo 480kcal, lasciandone (restando fermo a 2100 complessive) 1620 per la quota non proteica. Guadagna 3g di azoto fissabile, che è proprio quello che gli consente di usare tutte le proteine assunte: più sintesi proteica (o, in regime ipocalorico, meno catabolismo muscolare), meno sforzo per ingozzarsi di integratori, meno azoto libero da smaltire, ecc.
Tutti ragionamenti in genere superflui, ma se si costruisce a tavolino un regime "forzato" in un senso od in un altro, e si intende seguirlo a lungo, un'occhiata a certi equilibri si possono dare
Boh.
Premetto che per me il concetto di bulk&cut è lontanissimo da come ragiono. Sono fermamente convinto che un'alimentazione adeguata possa ottenere gli stessi risultati, forse con un po' più di tempo, ma senza il rischio di mettere su ciccia che poi non sempre si toglie, e senza le sfortune metaboliche che derivano dall'effetto yoyo o dagli eccessi in un senso o nell'altro.
Ma, messo da parte questa mia opinione, non so a cosa tu ti riferisca dicendo che aumentano l'apporto proteico. Mi sembra un controsenso. Forse aumenta l'apporto proteico in termini relativi: se assumo 140g di proteine in un regime da 3.000kcal, e poi assumo 140g di proteine in un regime da 2.000, il carico proteico relativo è aumentato moltissimo.
Il controllo di sostenere adeguatamente la sintesi proteica con le calorie non proteiche, basato sulla stima dei grammi di azoto assunti (basandosi ovviamente su uno spettro aminoacidico completo e con proporzioni standard, perché non tutti gli amminoacidi hanno lo stesso peso percentuale dell'azoto nella molecola), in genere non accende alcuna spia perché una dieta "normale" copre tutto senza difficoltà.
Quando invece si alza molto la quota proteica, o si riducono molto le calorie non proteiche, si può superare la soglia del sintetizzabile (nel primo caso) o si abbassa tale soglia (nel secondo caso), portando le proteine assunte a venire più degradate ed utilizzate altrimenti.
In genere, a parte l'inutilità di avere ad esempio assunto forzatamente roba superflua, non si hanno grosse conseguenze, anche perché si ragiona di periodi brevi e di sbilanci minimi.
Ma evidentemente nel nostro amico lo squilibrio è stato importante e prolungato.
A spanne: dice di avere assunto 200g di proteine in un regime da 2.100kcal.
Le 200g di proteine danno 800kcal, quindi le non proteiche sono 1.300. Questo apporto consente di sintetizzare/fissare circa 13g di azoto. 13g di azoto sono contenuti in meno di 100g di proteine. Possiamo dire che ogni giorno metà delle proteine che ha assunto sono state degradate e non usate in modo "nobile".
Riducendo la quota proteica a, ad esempio, 120g, apporta solo 480kcal, lasciandone (restando fermo a 2100 complessive) 1620 per la quota non proteica. Guadagna 3g di azoto fissabile, che è proprio quello che gli consente di usare tutte le proteine assunte: più sintesi proteica (o, in regime ipocalorico, meno catabolismo muscolare), meno sforzo per ingozzarsi di integratori, meno azoto libero da smaltire, ecc.
Tutti ragionamenti in genere superflui, ma se si costruisce a tavolino un regime "forzato" in un senso od in un altro, e si intende seguirlo a lungo, un'occhiata a certi equilibri si possono dare
Bulk e cut hardcore, sono d'accordo che devono essere inseriti in un contesto hardcore.
Ma lasciando perdere questo, seguendo il tuo ragionamento, anche in un cut tranquillo mi troverei a poter mangiare meno proteine. Quando la stragrande maggioranza dei, chiamiamoli esperti di turno, dicono il contrario... affermano che in regimi ipocalorici è preferibile aumentare l'introito proteico.
Questo fatto della ritenzione di azoto in base alle kcal e in relazione agli altri macros, mi suona proprio nuova... insomma approfondirò.
Bulk e cut hardcore, sono d'accordo che devono essere inseriti in un contesto hardcore.
Ma lasciando perdere questo, seguendo il tuo ragionamento, anche in un cut tranquillo mi troverei a poter mangiare meno proteine. Quando la stragrande maggioranza dei, chiamiamoli esperti di turno, dicono il contrario... affermano che in regimi ipocalorici è preferibile aumentare l'introito proteico.
Questo fatto della ritenzione di azoto in base alle kcal e in relazione agli altri macros, mi suona proprio nuova... insomma approfondirò.
Più che "aumentare l'apporto proteico", direi che sicuramente va tutelato l'apporto proteico.
Se riduco le calorie complessive, può avere un senso il non ridurre (o ridurre meno) l'apporto proteico rispetto agli altri.
Per l'azoto, non ho parlato della ritenzione (quello è un aspetto "a valle), bensì del rilascio di azoto a seguito della degradazione delle proteine (o, meglio, degli amminoacidi).
Il concetto di fondo è legato al turnover proteico e ai vari percorsi che il pentolone di amminoacidi può nutrire, ma la quantificazione (ossia quante calorie servano per gestire in pieno un grammo di azoto) è il risultato di studi talmente complessi che non mi sono neanche messo a cercare di capirli.
Il professore ci ha detto un numero, ed uso quello.
Più che "aumentare l'apporto proteico", direi che sicuramente va tutelato l'apporto proteico.
Se riduco le calorie complessive, può avere un senso il non ridurre (o ridurre meno) l'apporto proteico rispetto agli altri.
Per l'azoto, non ho parlato della ritenzione (quello è un aspetto "a valle), bensì del rilascio di azoto a seguito della degradazione delle proteine (o, meglio, degli amminoacidi).
Il concetto di fondo è legato al turnover proteico e ai vari percorsi che il pentolone di amminoacidi può nutrire, ma la quantificazione (ossia quante calorie servano per gestire in pieno un grammo di azoto) è il risultato di studi talmente complessi che non mi sono neanche messo a cercare di capirli.
Il professore ci ha detto un numero, ed uso quello.
Interessante...
Mi chiedo, negli sportivi, Bber natural, il "numero" è sovrapponibile a quello di un sedentario o di un soggetto che fa uno sport non impattante sulla muscolatura come il BBING?
Interessante...
Mi chiedo, negli sportivi, Bber natural, il "numero" è sovrapponibile a quello di un sedentario o di un soggetto che fa uno sport non impattante sulla muscolatura come il BBING?
Se conoscessi il meccanismo con cui è stato elaborato, potrei anche dirti qualche cosa di più.
In linea di principio, la biochimica degli amminoacidi è quella, quindi non è che l'energia che serve per sostenere la sintesi cambi in maniera soggettiva.
Quello che può essere è che ci siano differenze fra la sintesi di una fibra muscolare e la sintesi di un ormone, ma non credo più di tanto (visto che si utilizza la somma di tutti questi processi come riferimento).
Pensandoci bene, mi viene in mente che anche nel corso di dietetica per lo sport (non necessariamente pesistica) viene usato lo stesso metodo per il controllo del bilancio dell'azoto. Direi quindi che non ci siano particolari differenze.
Ma, ripeto, in condizioni normali il controllo finale non accende alcuna spia. Per questo, presumo, viene in genere trascurato nell'elaborazione di un piano nutrizionale "non estremo". E anche in un piano estremo, non ci sono problemi a esagerare per poco tempo.
Certo, non si può vivere tutta la vita accumulando azoto o caricando i reni sopra misura per l'espulsione.
Allora per me il project invictus è Bibbia e riporto questo estrapolato:
Dieta ipocalorica a base di proteine (iperproteica)
Ha senso fare una dieta ipocalorica iperproteica?
Soprattutto se ti alleni, la risposta è sì. Le proteine vanno mantenute alte per preservare la massa magra ed il metabolismo, oltre che per aumentare il senso di sazietà.
In un regime ipocalorico le proteine dovrebbero andare da 1,6 -2,7g/kg (sul peso ideale). Se pesi 90 kg e vuoi dimagrire fino ad 80 kg sono 80 × 1,6-2,7 = 128 – 216 g.
Valori più bassi sono indicati se:
sei molto in sovrappeso,
il deficit calorico è moderato,
sei sedentari,
sei una donna.
Mentre valori più alti sono indicati se:
ti alleni,
sei magro,
il taglio calorico è importante.
Quindi nel mio caso vale che essendo il mio deficit molto piccolo devo ingerire meno proteine di quanto non ne mangerei laddove avessi un deficit molto più ampio
Comunque albi tu sei un appassionato amatoriale di biochimica o stai studiando? Sembri sicuro quando scrivi le cose
Lascerei il progetto invito come lettura da defecatio rilassante.
Il solo credere che la disponibilità di macros determini l'utilizzo che il.corpo farà di questi ultimi è fuorviante.
Forse in un soggetto che inizi a nutrirsi ad un certo regime potrà verificarsi inizialmente un incremento della massa magra e ricomposizione corporea, ma solo perché prima l'alimentazione era stata insufficiente.
La sintesi proteica non viene aumentata x disponibilità di proteine, ma x stimolo(allenamento) e assetto ormonale (maschio-femmina- giovane-vecchio-natural-doped).
Creati i presupposti x un aumento della sintesi, l'aumentato apporto di proteine permetterà un loro utilizzo ai fini plastici.
Tutto questo entro i limiti del reale incremento della sintesi e della disponibilità totale calorica.
Comunque albi tu sei un appassionato amatoriale di biochimica o stai studiando? Sembri sicuro quando scrivi le cose
Un po' tutto.
Sono un odiatore pentito della chimica, nel senso che l'ho odiata alle superiori (dove sono stato rimandato proprio in chimica organica), l'ho odiata all'università (dove ho dovuto fare due volte l'esame di chimica), ma poi, come spesso accade, me ne sono innamorato.
In particolare della chimica organica, ma è ovvio che la base da cui si parte è l'inorganica.
Comunque, attualmente sono iscritto per un master universitario in scienza dell'alimentazione e dietetica applicata. Sono circa a metà master, quindi ho già fatto (e superato le prove) la parte di biochimica, metabolismo, antropometria, alimentazione in fasi fisiologiche, filiere agroalimentari, normative su igiene e sicurezza.
Mi manca la parte patologica (su cui sono adesso) e giurisprudenziale/deontologica.
Solo per piacere dello studio, non intendo farne un mestiere (a 50 anni meglio valorizzare quanto fatto finora).
È una bella materia, appassionante, e estremamente in divenire. Molte delle scoperte sono recentissime, visto che gli studi epidemiologici ben fatti sono degli ultimi vent'anni o ancora in corso. Quindi è materia che evolve, seppur con alcuni punti fermi oramai abbastanza consolidati. Questo da spazio al dibattito, non potendosi al momento escludere molte delle teorie dietetiche che ogni tanto nascono.
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