L'importanza del Personal Trainer come appoggio mentale

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  • MISTER X
    Bodyweb Member
    • Dec 2000
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    #16
    Re: pt

    Originally posted by pt
    per mister x .......esistono dei personal e dei tecnici socnosciuti a cui si rivolgono i migliori bb italiani .......per raggiungere vette mondiali o traguardi internazionali............costano ma ne vale veramente la pena .............non promettomno illusioni ma danno solo certezze su malteriale umano che si presenta a loro.......poca pubblicità tanti successi e tanti risultati............questi sono i veri pt......persone che hanno la consapevolezza di ciò che fanno e la coscienza di lavorare sulla salute organica cosa ben più importante di saper travasare farmaci da un buco all'altro.........forse il bb vero fatto con i pesi e basta sta facendo posto alla scientificità di lavori fatti con mezzi strumentali (pedana di bosco, elettrostimol.) in sinergia dinamica con i pesi, unitamente a manipolazioni genetiche che da teoriche si esternano in pratiche, con costosi aggiustiamenti del genoma origianario................questa è purtroppo la dura realtà con cui andremo a confrontarci e a scontarci. Da un lato positiva se guardiamo al risultato finale in termini di successo e vittoria, dall'altro negativa perchè ci allontana dal purismo dei pesi e della sofferenza voluta.
    Cmq tante preparaz.affrettate e senza una cognizione di fatto andrebbero evitate a maggior ragione fatte da questi pseudo peronal che non sanno neache dove sono girati.......diffidiamo..diffidiamo........diffidiamo..........penso che il forum serva anche a questo
    hai ragione DIFFIDIAMO.
    magari ne trovassi uno come dici tu.

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    • arabafenice
      Body Builder
      • Aug 2000
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      • Monza
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      #17
      Re: pt

      Originally posted by pt
      più che di personal trainer in America si parla di mental trainer - tempo fa sono stato inviato all'Università di Torino - Dipartimento di Psicologia sportiva - sono stati delineati i supporti mentali e psicologici per l'approccio a questa nuova disciplina che da anni ha titolato numerosi tecnici negli states. Questi operano nel football nel pugilato ed in sports dove girano fior di atleti di vertice con un trattamento economico ben delineato. In Italia i vi sno ottimi personal ma si contano in poche centinaia.Péersone veramente esperte partono da un'anamnesi completa sanno guardare una radiografia o un ecodiagnosi, sanno interpretare i dati di laboratorio e lavorano a stretto contatto con personale medico e paramedico.Ma la cosa più importante riguarda l'assetto posturale statico e dinamico e l'interazione con la biomeccanica applicata agli esercizi pochi conoscono perfettamente queste materie............per non parlare dei consigli sul doping ...........li stendiamo un velo pietoso............
      è tutto vero peccato che per fare il salto e vivere solo di questo o almeno guadagnare ababstanza da questo è davvero difficile. Non so tu come hai fatto Nicola ma nel mio piccolo vedo che faccio davvero fatica

      Ciao
      A

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      • Napalm
        L'eletto
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        • Marche
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        #18
        Originally posted by fitwoman
        qualcuno MOLTO FORTUNATO....becca anche dei personal in grado di cambiargli la vita

        baci Fit
        Io sono stato MOOOOOOLTO fortunato!

        Originariamente Scritto da paolo79
        max_79 da quando l'ho conosciuto di persona invece mi sta sul ***** perchè è troppo grosso

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        • pt
          Bodyweb Advanced
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          #19
          pt

          per araba...............vivi se fai una pluralità di cose........non ti arricchisci se sei onesto e cerchi di dare il meglio di stesso........ma almeno sei a posto con la tua coscienza di essere umano..........questo è un mondo che conosco molto bene e non solo superficialmente come la maggor parte.........purtroppo è un mondo di "finti" e di "finzione" dove gli interessi prevalgono sulla conscienza e sulla sapienza di fare e non fare...essere e non essere..se poniamo alcune domande a qualche pt di rango o tecnico affermato ti posso garantire che non sanno neanche calcolare il fabbisogno calorico effettivo...........la cosa ancora che mi turba e che tanti scrivono o parlano ma non hannno mai preso il bilanciere in mano per sentire o analizzare una contrazione....questo è raccapricciante..............

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          • Goldrake
            Bodyweb Advanced
            • Dec 2001
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            • Caponago
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            #20
            D'accordissimo con pt (ciao amico!), il problema è appunto trovarne uno competente, sempre se si ha la possibilità di pagarlo.
            Ultimamente ho avuto modo di parlare con un personal trainer che sosteneva che l'ACL svuotava i muscoli e che per ogni muscolo grosso, sono necesserie almeno 16 serie!
            Si, è stò in palestra mezza giornata, vabbè che mi piace, però...
            In definitiva tanti parlano ma giusto perchè hanno la bocca, conoscere due nozioni non significa nulla, io mi fido di più delle senzazioni degli atleti e non della scienza che gli stà dietro.Poi per mio interesse mi piace spiegarmi il perchè di quel tale fenomeno o reazione, ma prima di tutto l'esperienza.
            Quindi, come dice pt, è impensabile che ci sia gente che detta come allenarsi e come mangiare se non l'hanno mai provato sulla propria pelle.
            Ciao!

            G O L D
            https://www.youtube.com/watch?v=c7ipeGzxcr8


            sigpic

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            • pt
              Bodyweb Advanced
              • Sep 2002
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              #21
              pt

              ..per completezza di trattazione........giò pubblicato dallo scrivente su Cultura Fisica
              IL PARADOSSO ALLA BASE DELLA PERFORMACE VINCENTE
              - la capacità mentale dell’atleta -

              “C’è una componente intellettiva nel raggiungimento del picco di forma che spesso viene ignorata e non condivisa, ma che occupa un ampio spazio nella pianificazione del gesto atletico negli sport aerobici ed anaerobici “
              In uno sport affascinante come il body building e allo stesso tempo evoluto e specifico basato sulla distruzione e successiva ricostruzione, non più episodico, ma continuativo ove il microciclo è parte integrante di un evento più ampio il macrociclo la cui somma dà la periodizzazione che sfocia nel mesociclo, la cultura scientifica accanto alle doti genetiche individua altri elementi non meno importanti e limitanti.
              Qualità cognitive e percettive frutto di elaborazioni mentali enfatizzano il workuot che diventa produttivo e concretizza l’evento distruttivo cardine della ipercompensazione post allenamento
              Tutte le questioni complesse legate alla performance, alla massima resa nella competizione, al cut della forma sono legate ad una dicotomia visibile nelle seguenti parole: “l’impegno agonistico o quello amatoriale ha sempre due lati, ciascuno l’opposto dell’altro”
              Spesso diamo risalto a queste posizioni accoppiando ai due poli la rima o l’allitterazione, come in “natura contro cultura” per l’origine dei nostri comportamenti, o “in cervelli contro muscoli”.
              Ciascun essere umano pur dotato di un quantum di energia, non risponde assolutamente al criterio che ogni oncia di muscoli dev’essere pagata con la rinuncia ad un oncia di ingegno.
              Le facoltà mentali che caratterizzano l’atleta, come la capacità di cogliere intuitivamente il movimento del corpo, la contrazione, la posizione ecc, si potrebbero definire come una sorta di intelligenza fisica.
              Ma c’è chi non riconosce una componente mentale nei movimenti, nell’esplosione di forza nel reclutamento globale. Questa erronea credenza nella natura intuitiva e fisica delle facoltà mentali dell’atleta trova il suo compendio migliore nella frase correntemente usata in ambito sportivo “ molti muscoli e poco cervello”.
              Il rovescio di questo errore si evidenzia ancor più nell’ambiente popolare : quando un ottimo atleta dopo alcuni anni di proficua carriera inciampa nel compiere le operazioni più comuni del suo mestiere - veggasi una competizione out, un preparazione affrettata, un continuo susseguirsi di problemi fisici ecc. -, tutto il suo sacrificio perenne e continuo nell’iter competitivo viene sminuiti e declassato.
              Quando assimiliamo l’aspetto intellettuale dello sport all’intuizione corporea come un intralcio commettiamo una grave sottovalutazione del lato mentale della performance atletica e ciò per due motivi di grande importanza.
              Innanzitutto una delle più sconcertanti e innegabili proprietà delle grandi prestazioni atletiche consiste nell’impossibilità di regolare certe abilità cruciali mediante un’esplicita deliberazione mentale. La semplice verità è che l’azione da compiere non concede abbastanza tempo per l’elaborazione sequenziale di decisioni consapevoli. Determinati atti motori nel workuot con i pesi debbono essere congetturati dal body builder attingendo alle profondità del suo sapere specifico e della propria esperienza percettiva.
              In effetti operazioni mentali di questo genere non possono procedere consapevolmente e sequenzialmente. Ma non per questo tali abilità vanno considerato forme d’intelligenza inferiori, confinata alla prestazione fisica dell’atleta. L’allenamento che pone la più pura interconnessione tra mente e muscolo esiste ed è il più proficuo in ogni senso, dal principiante all’atleta d’elite. Molte delle prodezze mentali più astratte è apparentemente più matematiche rientrano nella medesima categoria d’azione che si individua nel connubio mentale del workout muscolare.
              Nel corso del tempo parecchi tra i più grandi virtuosi del calcolo mentale sono stati in grado di specificare gli algoritmi che affermano d’impiegare quando si compiono efficacemente le prodezze atletiche con il calcolo del giorno dell’ora e dell’anno.
              Ad esempio la pianificazione della top condizione nel giorno dell’evento competitivo. Ma studi esaurienti mostrano che queste teorie ottenute mediante una forma di calcolo consapevole e sequenziale lavorano senza tener conto di tutta una serie di modificazioni strutturali interne ed esterne dell’ambiente organico.
              Non si può negare la differenza di stile e di sostanza tra la performance dell’atleta e quella tipica dello studioso, ma è certamente un errore considerare lo sport come il campo in cui domina una grezza intuizione - tutt’al più nobilitata con eufemismi politically correct del genere “ intelligenza corporea”-, e la letteratura come la raffinata sfera della nostra massima acutezza mentale. Il palmares dei grandissimi atleti non può dipendere dai soli successi fisici, essi debbono agire anche con il loro cervello e infatti studiano si infuriano e si arrovellano contro i loro limiti si allenano e si perfezionano con la stessa dedizione e lo stesso impegno di tutti gli studiosi.
              Mark McGwire, - star del baseball americano - studia instancabilmente i video di ogni singolo lancio di tutti i suoi avversari che potrà capitargli d’incontrare, non è sicuramente da meno dello studioso che controlla fino all’ultima nota a piè di pagina della monografia che è l’opera della sua vita. La capacità mentale dell’atleta è magari più difficile da descrivere in parole, ma non perché gli atleti siano più stupidi o intrinsecamente meno articolati degli scrittori. La verità è piuttosto che questa modalità di processi mentali inconsci si presta male alla descrizione verbale i tutti gli ambiti in cui opera.

              Oggi la prospettiva è, per fortuna mutata. Sovente parliamo non più di dualismo visto come conflitto tra mente e muscoli ovvero tra corpo e anima, ma di olismo, inteso come prospettiva sulla condizione organica durante il protocollo competitivo nel quale mente e corpo si compenetrano e si definiscono a vicenda. In sintesi, il corpo non costituisce un impaccio per la mente, ma anzi senza quest’ultimo non ha senso parlare di mente.
              L’attività percettiva e quella lavorativa durante il workuot spingono l’atleta sempre verso lo stesso obiettivo quello della massima resa.
              In questa visione globale si inserisce una nuova figura che ben presto diverrà fondamentale nella preparazione di base dell’atleta d’elite: il mental choach, ovvero colui che attiva i potenziali interni del soggetto e le sensazioni motorie che vengono applicati agli schemi in funzione del gesto atletico, e le sensazioni motorie che vengono applicati agli schemi
              Il mental choach gioca un ruolo cardine accanto al tecnico e all’equipe medica nella preparazione mentale dell’atleta secondo delle sequenze ben stabilite. Si interessa a priori della comunicazione – verbale espressiva sensitiva -, elemento indispensabile per capire, sentire i segnali emessi dal proprio organismo durante il workuot e la ricostruzione plastico-energetica post allenamento.
              Il mental choach decodifica il self-talk, analizzare le modalità con cui viene fornito e recepito il feedback inteso come scambio di informazioni mente-muscolo, facendo emergere e successivamente annullando le conflittualità ed i blocchi interni

              La nuova figura emerge alla base di un impegno agonistico nella stesura di un protocollo di lavoro che analizza la globalità della preparazione tecnica, alimentare, mentale e programmatica.
              A tal proposito si osservino i passi da attuare:

              à Abilità di base: in cui si individuano le tecniche di rilassamento (arousal), la visulizzazazione degli obiettivi (imagering) il dialogo interno (self talk);

              à Abilità complementari: in cui vengono definiti gli obiettivi (goal setting) e l’autovalutazione delle strategie e del compendio ( self-valutation);

              à Abilità complesse: identificate nel controllo dell’arousal ovvero dell’energia psichica, nell’allenamento (area centrale), nella gestione dello stress e condizionamenti esterni, con grossa importanza per le tecniche di training motivazioni ed autostima.

              Conclusioni à Non soltanto nuove percezioni ci spingono a modificare le nostre concezioni, (apprendimento), ma nuove concezioni ci fanno percepire gli aspetti del mondo circostante che prima non avevamo notato. Dunque il processo cognitivo è da intendersi come nesso di relazione fra mente all’opera ed il mondo dove essa opera?

              Bibliografia:
              Ø Atti del convegno “la psicologia dello sport tra performance e benessere: contributi multidisciplinari” Università di Torino – Dipartimento di Psicologia 30.03.2000’
              Ø Libera interpretazione dell’articolo “atleti oltre le gambe c’è di più” di Stephen Jay Gould apparso sul New York Times nel mese di Giugno 2000.

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              • akillez
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                • FrankFitness
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                  #23
                  Re: L'importanza del Personal Trainer come appoggio mentale

                  Originally posted by akillez
                  E' vero che si può fare a meno però mi sto rendendo conto soprattutto ora che programmarsi il tutto da solo è un problema non tanto perchè bisogna sapere ma perchè manca un appoggio mentale! Mi ricordo che 1 anno fa quando avevo il pt seguivo le schede di allenamento e diete(ferree),che mi stilava, senza battere ciglio e senza sgarrare. Anche con la dieta che mi consigliò il gold successe lo stesso...
                  Adesso però viene il bello!
                  Ora che voglio programmare il tutto da me mi trovo nei pasticci . Le schede di allenamento che mi programmo non riesco a seguirle per più di una settimana, sono sempre a cambiarla... Sto per ora seguendo la keto perchè mi sta buttando fuori tutta l'acqua che avevo addosso però a fine mese voglio vedere il peso se ho perso qualcodsa davvero....
                  I miei amici a cui dò ogni tanto dei consigli, vedeste come sono rigidi, mi fanno un invidia pazzesca, hanno una volontà di ferro ed una tenacia micidiale.

                  Che sia davvero importante un appoggio mentale o una linea guida?
                  Sono anni che ribadisco l'importanza di avere un buon personal trainer al tuo fianco che è in grado di programmarti il lavoro, e di supportarti sul piano psicologico.
                  Per quanto mi riguarda, lo dico con assoluta convinzione: il mio personal trainer è stata la svolta più importante della mia vita di atleta.
                  Grazie a lui mi sono letteralmente ricostruito sul piano fisico, e ho cambiato la mia vita.

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