premetto che è un discorso generale, di cui voglio parlare tranquillamente in quanto è da tempo che ci sto dietro.
partiamo col fare un esempio di classica dieta per la massa: grassi 1g per kg, pro 2-2,5 per kg restanti carbo.
facciamo che si vogliano raggiungere le 4000kcal per un persona di 75kg avremo: 75g di grassi, 190 di pro e restanti carbo circa 600, specifico che eccetto post wo e al limite a colazione essi sono a medio/basso ig, insomma carbo complessi, bene ora mettiamo che questa persona visto il suo metabolismo e la sua difficoltà nel mettere su massa (insomma alte kcal e bf praticamente invariata obv partendo da un numero accettabile tipo 9-12%) tenga questa dieta a lungo, anche per anni in quanto si vede crescere e si sporca relativamente, insomma squadra vincente non si cambia.
bene è possibile che col tempo si sviluppi una resistenza all insulina?
personalmente da quello che ho studiato e capito no, allego appunto uno studio (scusate non ho più il link) a riguardo, per fondare comunque la mia idea su qualcosa.
"Un recente studio, pubblicato sulla rivista medica internazionale Lancet, condotto da un team coordinato di ricercatori dell’Università del Minnesota e dell’Ospedale Pediatrico di Boston, ha mostrato un legame diretto tra insulino-resistenza (condizione anticamera del diabete) e abitudine a consumare i propri pasti nei fast-food. Nell’arco dei 15 anni di osservazione su oltre 3000 giovani, è emerso che rispetto a coloro che mangiavano al fast-food non più di una volta a settimana, quelli che invece lo frequentavano settimanalmente più di due volte erano aumentati di peso in media 4-5 chili in più ed erano divenuti resistenti all’insulina con probabilità doppia. Tra i principali imputati, oltre all’eccesso di grassi saturi, maionese, patatine e condimenti, il pane bianco e lo zucchero nelle bibite.Consumando prevalentemente zuccheri «rapidi» cioè il glucosio e il saccarosio, si corre il rischio concreto di logorare il pancreas che ha il compito di contenere la concentrazione di glucosio nel sangue entro valori fisiologici. I polisaccaridi dei cereali hanno un minore impatto sui livelli ematici di zucchero se sono integrali, quelli raffinati invece provocano un innalzamento della glicemia simile a quello prodotto dagli zuccheri semplici. La raffinazione infatti elimina vitamine e minerali necessari al metabolismo degli zuccheri. Anche le patate hanno un effetto sorprendentemente forte sulla glicemia, mentre i carboidrati complessi dei legumi (ceci, piselli, fagioli, lenticchie) hanno un rilascio lento, anche per la presenza di polifenoli che intervengono rallentando l'assorbimento degli zuccheri.
Nel metabolismo glicidico è fondamentale il ruolo svolto dall'insulina, ormone la cui funzione fondamentale è la trasformazione degli zuccheri in energia (glicogeno), L'insulina ha come funzione ulteriore e fondamentale quella di immagazzinare gli zuccheri (carboidrati) in eccesso – quando non possono più essere trasformati direttamente in energia – in riserve di grasso. L'uso eccessivo e prolungato di zuccheri e carboidrati raffinati nel corso degli anni provoca uno squilibrio cronico del metabolismo insulinico, a causa del quale anche la minima quantità di carboidrati viene trasformata in grasso. E’ per questo che le persone metabolicamente resistenti, cioè quelle in cui lo squilibrio insulinico è ormai molto avanzato, ingrassano anche consumando quantità normali o moderate di alimenti. Il problema in questo caso può essere risolto solo attraverso un cambiamento alimentare radicale, che sostituisca carboidrati non raffinati a quelli raffinati; che riduca al minimo l’uso degli zuccheri (senza sostituire lo zucchero con i dolcificanti chimici, ancora più dannosi); che introduca acidi grassi essenziali al posto di quelli saturi; che utilizzi più proteine da pesce invece che da carne, uova o formaggi. In questo modo, si va alla radice insulinica del problema."
concordo con tutto eccetto il fatto della sostituzione delle pro ma vabbe non è certo quello il punto fondamentale della questione.
ditemi che ne pensate
partiamo col fare un esempio di classica dieta per la massa: grassi 1g per kg, pro 2-2,5 per kg restanti carbo.
facciamo che si vogliano raggiungere le 4000kcal per un persona di 75kg avremo: 75g di grassi, 190 di pro e restanti carbo circa 600, specifico che eccetto post wo e al limite a colazione essi sono a medio/basso ig, insomma carbo complessi, bene ora mettiamo che questa persona visto il suo metabolismo e la sua difficoltà nel mettere su massa (insomma alte kcal e bf praticamente invariata obv partendo da un numero accettabile tipo 9-12%) tenga questa dieta a lungo, anche per anni in quanto si vede crescere e si sporca relativamente, insomma squadra vincente non si cambia.
bene è possibile che col tempo si sviluppi una resistenza all insulina?
personalmente da quello che ho studiato e capito no, allego appunto uno studio (scusate non ho più il link) a riguardo, per fondare comunque la mia idea su qualcosa.
"Un recente studio, pubblicato sulla rivista medica internazionale Lancet, condotto da un team coordinato di ricercatori dell’Università del Minnesota e dell’Ospedale Pediatrico di Boston, ha mostrato un legame diretto tra insulino-resistenza (condizione anticamera del diabete) e abitudine a consumare i propri pasti nei fast-food. Nell’arco dei 15 anni di osservazione su oltre 3000 giovani, è emerso che rispetto a coloro che mangiavano al fast-food non più di una volta a settimana, quelli che invece lo frequentavano settimanalmente più di due volte erano aumentati di peso in media 4-5 chili in più ed erano divenuti resistenti all’insulina con probabilità doppia. Tra i principali imputati, oltre all’eccesso di grassi saturi, maionese, patatine e condimenti, il pane bianco e lo zucchero nelle bibite.Consumando prevalentemente zuccheri «rapidi» cioè il glucosio e il saccarosio, si corre il rischio concreto di logorare il pancreas che ha il compito di contenere la concentrazione di glucosio nel sangue entro valori fisiologici. I polisaccaridi dei cereali hanno un minore impatto sui livelli ematici di zucchero se sono integrali, quelli raffinati invece provocano un innalzamento della glicemia simile a quello prodotto dagli zuccheri semplici. La raffinazione infatti elimina vitamine e minerali necessari al metabolismo degli zuccheri. Anche le patate hanno un effetto sorprendentemente forte sulla glicemia, mentre i carboidrati complessi dei legumi (ceci, piselli, fagioli, lenticchie) hanno un rilascio lento, anche per la presenza di polifenoli che intervengono rallentando l'assorbimento degli zuccheri.
Nel metabolismo glicidico è fondamentale il ruolo svolto dall'insulina, ormone la cui funzione fondamentale è la trasformazione degli zuccheri in energia (glicogeno), L'insulina ha come funzione ulteriore e fondamentale quella di immagazzinare gli zuccheri (carboidrati) in eccesso – quando non possono più essere trasformati direttamente in energia – in riserve di grasso. L'uso eccessivo e prolungato di zuccheri e carboidrati raffinati nel corso degli anni provoca uno squilibrio cronico del metabolismo insulinico, a causa del quale anche la minima quantità di carboidrati viene trasformata in grasso. E’ per questo che le persone metabolicamente resistenti, cioè quelle in cui lo squilibrio insulinico è ormai molto avanzato, ingrassano anche consumando quantità normali o moderate di alimenti. Il problema in questo caso può essere risolto solo attraverso un cambiamento alimentare radicale, che sostituisca carboidrati non raffinati a quelli raffinati; che riduca al minimo l’uso degli zuccheri (senza sostituire lo zucchero con i dolcificanti chimici, ancora più dannosi); che introduca acidi grassi essenziali al posto di quelli saturi; che utilizzi più proteine da pesce invece che da carne, uova o formaggi. In questo modo, si va alla radice insulinica del problema."
concordo con tutto eccetto il fatto della sostituzione delle pro ma vabbe non è certo quello il punto fondamentale della questione.
ditemi che ne pensate
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