Una proteina è costituita da una CATENA di aminoacidi, come se gli aminoacidi fossero in fila indiana. La sequenza con la quale gli aminoacidi si susseguono nella catena individua la STRUTTURA
PRIMARIA DELLA PROTEINA. Essa assicura l'identità della molecola e, sostituendo anche solo uno degli aminoacidi che la costituiscono con un altro, si modificano i caratteri chimici della
proteina.
L'anemia falciforme, ad esempio, è una malattia genetica che riguarda la catena aminoacida dell'emoglobina. Questa catena è formata da 146 aminoacidi. Nei pazienti affetti a questa anemia
il sesto aminoacido della catena non è l'acido glutammico ma la valina. Basta quindi una minima variazione nella catena per sconvolgere tutto.
Le proteine presenti negli organismi viventi non sono però solo catene flessibili di lunghezza più o meno variabile.
Al contrario queste catene si avvolgono o si dispiegano in maniere specifiche, che risultano esseziali al funzionamento della proteina stessa. Questa aspetto della struttura si dice
STRUTTURA SECONDARIA DELLA PROTEINA.
Una delle più comuni disposizioni presenti nella struttura secondaria è l'elica-alfa (alfa-elica). Immagine di prendere questa catena e di avvolgerla come una spirale intorno ad un cilindro (tipo la forma di una molla per capirci).
La distanza che si avrà tra le varie spire della molla e il loro angolo sarò dato dalle repulsione chimica che si verifica tra vari aminoacidi.
Nelle proteine di grandi dimensioni si possono alternare tratti di elica-alfa a tratti in cui la catena conserva una disposizione del tutto arbitraria.
La forma complessiva che la proteina assume in virtù delle pieghe, degli angoli, e così via, costituisce la STRUTTUTA TERZIARIA DELLA PROTEINA.
L'attività biologica di una proteina è data dalla sua struttura secondaria e terziaria.
Se le proteine vengono messe in un ambiente eccessivamente acido o basico o vengono scaldate
a temperatura superiore a quella tipica degli organismi viventi (40 gradi quindi), esse smarriscono la propria struttura secondaria e terziaria e si dice che sono DENATURATE.
Se la denaturazione ha luogo in condizione particolarmante blande, allora è di carettere reversibile e il ripristino delle condizioni ordinarie (ritornare alla temperatura corretta
per esempio) può restituire alla molecola la sua attività biologica.
Può accadere però che i mutamenti chimici che la proteina subisce abbiano alterato permanentemente il carattere della proteina e perciò la denaturazione è irreversibile.
PRIMARIA DELLA PROTEINA. Essa assicura l'identità della molecola e, sostituendo anche solo uno degli aminoacidi che la costituiscono con un altro, si modificano i caratteri chimici della
proteina.
L'anemia falciforme, ad esempio, è una malattia genetica che riguarda la catena aminoacida dell'emoglobina. Questa catena è formata da 146 aminoacidi. Nei pazienti affetti a questa anemia
il sesto aminoacido della catena non è l'acido glutammico ma la valina. Basta quindi una minima variazione nella catena per sconvolgere tutto.
Le proteine presenti negli organismi viventi non sono però solo catene flessibili di lunghezza più o meno variabile.
Al contrario queste catene si avvolgono o si dispiegano in maniere specifiche, che risultano esseziali al funzionamento della proteina stessa. Questa aspetto della struttura si dice
STRUTTURA SECONDARIA DELLA PROTEINA.
Una delle più comuni disposizioni presenti nella struttura secondaria è l'elica-alfa (alfa-elica). Immagine di prendere questa catena e di avvolgerla come una spirale intorno ad un cilindro (tipo la forma di una molla per capirci).
La distanza che si avrà tra le varie spire della molla e il loro angolo sarò dato dalle repulsione chimica che si verifica tra vari aminoacidi.
Nelle proteine di grandi dimensioni si possono alternare tratti di elica-alfa a tratti in cui la catena conserva una disposizione del tutto arbitraria.
La forma complessiva che la proteina assume in virtù delle pieghe, degli angoli, e così via, costituisce la STRUTTUTA TERZIARIA DELLA PROTEINA.
L'attività biologica di una proteina è data dalla sua struttura secondaria e terziaria.
Se le proteine vengono messe in un ambiente eccessivamente acido o basico o vengono scaldate
a temperatura superiore a quella tipica degli organismi viventi (40 gradi quindi), esse smarriscono la propria struttura secondaria e terziaria e si dice che sono DENATURATE.
Se la denaturazione ha luogo in condizione particolarmante blande, allora è di carettere reversibile e il ripristino delle condizioni ordinarie (ritornare alla temperatura corretta
per esempio) può restituire alla molecola la sua attività biologica.
Può accadere però che i mutamenti chimici che la proteina subisce abbiano alterato permanentemente il carattere della proteina e perciò la denaturazione è irreversibile.
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