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E' Ot ma se le carni vengono classificate come rosse e bianche a seconda del colore che acquisiscono dopo la macellazione come mai la carne di cavallo non è considerata rossa?
Scopri i sintomi del tumore colon-retto, le strategie di prevenzione e le opzioni di trattamento per affrontarlo. Visita e informati su AIRC.
Chi è a rischio Molte sono le cause che concorrono a determinare la malattia: tra esse ne sono state individuate alcune legate alla dieta e all'alimentazione, altre genetiche e altre di tipo non ereditario. Fattori nutrizionali: molti studi dimostrano che una dieta ad alto contenuto di calorie, ricca di grassi animali e povera di fibre è associata a un aumento dei tumori intestinali; viceversa, diete ricche di fibre (cioè caratterizzate da un alto consumo di frutta e vegetali) sembrano avere un ruolo protettivo. Fattori genetici: è possibile ereditare il rischio di ammalarsi di tumore del colon-retto se nella famiglia d'origine si sono manifestate alcune malattie che predispongono alla formazione di tumori intestinali. Tra queste sono da segnalare le poliposi adenomatose ereditarie (tra cui l'adenomatosi poliposa familiare o FAP, la sindrome di Gardner e quella di Turcot) e quella che viene chiamata carcinosi ereditaria del colon-retto su base non poliposica (detta anche HNPCC o sindrome di Lynch). Si tratta di malattie trasmesse da genitori portatori di specifiche alterazioni genetiche, e che possono anche non dar luogo ad alcun sintomo. La probabilità di trasmettere alla prole il gene alterato è del 50 per cento, indipendentemente dal sesso. Fattori non ereditari: sono importanti l'età (l'incidenza è 10 volte superiore tra le persone di età compresa tra i 60 e i 64 anni rispetto a coloro che hanno 40-44 anni), le malattie infiammatorie croniche intestinali (tra le quali la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn), una storia clinica passata di polipi del colon o di un pregresso tumore del colon-retto. Polipi e carcinomi che non rientrano tra le sindromi ereditarie illustrate sopra vengono definiti "sporadici", sebbene anche in questo caso sembra vi sia una certa predisposizione familiare. Si stima che il rischio di sviluppare un tumore del colon aumenti di 2 o 3 volte nei parenti di primo grado di una persona affetta da cancro o da polipi del grosso intestino.
A tavola con la scienza
Tra i fattori di rischio legati allo stile di vita, la dieta rappresenta quello più studiato. Benché la ricerca abbia fornito in merito risultati in parte contrastanti, ora si può affermare con una relativa certezza che una dieta ad alto contenuto di grassi animali e proteine (che provoca a sua volta il rilascio nell'intestino di grandi quantità di acidi biliari) è in grado di favorire la trasformazione maligna di eventuali polipi del colon preesistenti. Ciò significa che la dieta sbagliata difficilmente sarà l'unica causa di un tumore del colon, ma che può dare una mano, in senso negativo, ad altri fattori di rischio. I grassi vegetali, invece, ovvero i cosiddetti grassi insaturi, non sono rischiosi.
A proteggere ci pensano invece le fibre alimentari, in particolare quelle che non vengono digerite, come la crusca. L'effetto protettivo delle fibre è stato ipotizzato in base all'osservazione che le popolazioni vegetariane hanno un'incidenza di carcinoma del colon-retto ridotta del 30 per cento circa.
Ecco alcune semplici regole messe a punto dal National Cancer Institute statunistense per prevenire questo tipo di tumore:
• ridurre l'assunzione di grassi animali al 30 per cento delle calorie totali;
• consumare quotidianamente frutta e verdura;
• limitare l'alcol a un bicchiere di vino a pasto;
• dimagrire se si è obesi, evitare di ingrassare;
• aumentare l'apporto di fibre;
• limitare al massimo il consumo di cibi con conservanti (compreso il sale) o affumicati.
"
Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
E' Ot ma se le carni vengono classificate come rosse e bianche a seconda del colore che acquisiscono dopo la macellazione come mai la carne di cavallo non è considerata rossa?
la carne di cavallo è carne rossa
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Scopri i sintomi del tumore colon-retto, le strategie di prevenzione e le opzioni di trattamento per affrontarlo. Visita e informati su AIRC.
Chi è a rischio Molte sono le cause che concorrono a determinare la malattia: tra esse ne sono state individuate alcune legate alla dieta e all'alimentazione, altre genetiche e altre di tipo non ereditario. Fattori nutrizionali: molti studi dimostrano che una dieta ad alto contenuto di calorie, ricca di grassi animali e povera di fibre è associata a un aumento dei tumori intestinali; viceversa, diete ricche di fibre (cioè caratterizzate da un alto consumo di frutta e vegetali) sembrano avere un ruolo protettivo. Fattori genetici: è possibile ereditare il rischio di ammalarsi di tumore del colon-retto se nella famiglia d'origine si sono manifestate alcune malattie che predispongono alla formazione di tumori intestinali. Tra queste sono da segnalare le poliposi adenomatose ereditarie (tra cui l'adenomatosi poliposa familiare o FAP, la sindrome di Gardner e quella di Turcot) e quella che viene chiamata carcinosi ereditaria del colon-retto su base non poliposica (detta anche HNPCC o sindrome di Lynch). Si tratta di malattie trasmesse da genitori portatori di specifiche alterazioni genetiche, e che possono anche non dar luogo ad alcun sintomo. La probabilità di trasmettere alla prole il gene alterato è del 50 per cento, indipendentemente dal sesso. Fattori non ereditari: sono importanti l'età (l'incidenza è 10 volte superiore tra le persone di età compresa tra i 60 e i 64 anni rispetto a coloro che hanno 40-44 anni), le malattie infiammatorie croniche intestinali (tra le quali la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn), una storia clinica passata di polipi del colon o di un pregresso tumore del colon-retto. Polipi e carcinomi che non rientrano tra le sindromi ereditarie illustrate sopra vengono definiti "sporadici", sebbene anche in questo caso sembra vi sia una certa predisposizione familiare. Si stima che il rischio di sviluppare un tumore del colon aumenti di 2 o 3 volte nei parenti di primo grado di una persona affetta da cancro o da polipi del grosso intestino.
A tavola con la scienza
Tra i fattori di rischio legati allo stile di vita, la dieta rappresenta quello più studiato. Benché la ricerca abbia fornito in merito risultati in parte contrastanti, ora si può affermare con una relativa certezza che una dieta ad alto contenuto di grassi animali e proteine (che provoca a sua volta il rilascio nell'intestino di grandi quantità di acidi biliari) è in grado di favorire la trasformazione maligna di eventuali polipi del colon preesistenti. Ciò significa che la dieta sbagliata difficilmente sarà l'unica causa di un tumore del colon, ma che può dare una mano, in senso negativo, ad altri fattori di rischio. I grassi vegetali, invece, ovvero i cosiddetti grassi insaturi, non sono rischiosi.
A proteggere ci pensano invece le fibre alimentari, in particolare quelle che non vengono digerite, come la crusca. L'effetto protettivo delle fibre è stato ipotizzato in base all'osservazione che le popolazioni vegetariane hanno un'incidenza di carcinoma del colon-retto ridotta del 30 per cento circa.
Ecco alcune semplici regole messe a punto dal National Cancer Institute statunistense per prevenire questo tipo di tumore:
• ridurre l'assunzione di grassi animali al 30 per cento delle calorie totali;
• consumare quotidianamente frutta e verdura;
• limitare l'alcol a un bicchiere di vino a pasto;
• dimagrire se si è obesi, evitare di ingrassare;
• aumentare l'apporto di fibre;
• limitare al massimo il consumo di cibi con conservanti (compreso il sale) o affumicati.
e li c'è dentro anche bresaola fesa prosciutto ecc
io salumi e insaccati li ho eliminati
o meglio li tratto (la tratto visto che parlo di bresaola) come un'alternativa da utilizzare una volta alla settimana al posto del solito pollo ecc
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e li c'è dentro anche bresaola fesa prosciutto ecc
io salumi e insaccati li ho eliminati
o meglio li tratto (la tratto visto che parlo di bresaola) come un'alternativa da utilizzare una volta alla settimana al posto del solito pollo ecc
dice anche diete ricche di proteine
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Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Avevo letto un post di Dorian dove diceva che non è proprio da considerare carne rossa per una particolarità. Purtroppo non ricordo, magari se passa ci aiuta lui.
dice ricche di grassi animali e proteine
non penso sia una sottigliezza, nel senso che le proteine le puoi prendere anche dal pesce per esempio, o dagli albumi ecc
Avevo letto un post di Dorian dove diceva che non è proprio da considerare carne rossa per una particolarità. Purtroppo non ricordo, magari se passa ci aiuta lui.
da quel che ne so io la carne di cavallo è equiparabile a quella di manzo
è più magra e più ricca di glicogeno e ferro rispetto al manzo
io preferisco quella di cavallo perchè oramai mi è diventato impossibile trovare del manzo decente
non vorrei dire una bestialità, ma un medico tempo fa mi disse che mangiare con assiduità carne di cavallo creava problemi ai globuli rossi, nel senso che diminuiva le dimensioni. Ma, ripeto è un ricordo.
dice ricche di grassi animali e proteine
non penso sia una sottigliezza, nel senso che le proteine le puoi prendere anche dal pesce per esempio, o dagli albumi ecc
si,dovrebbe riferirsi soprattutto ai grassi perchè fa riferimenti agli acidi biliari.
cmq per quanto riguarda i tipi di carne che appartendono alla cosiddetta carne rossa,bisognerebbe leggere per intero gli studi dove viene citata,lì dovrebbero aver scritto la tipologia di carne utilizzata e il quantitativo.
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Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
non vorrei dire una bestialità, ma un medico tempo fa mi disse che mangiare con assiduità carne di cavallo creava problemi ai globuli rossi, nel senso che diminuiva le dimensioni. Ma, ripeto è un ricordo.
da quel che leggo il meccanismo di produzione dei globuli rossi è influenzato dalle sostanze che intervengono ovvero ferro, vit b12 e acido folico
un'assunzione esagerata di uno dei tre porta allo squilibrio
il cavallo contiene più ferro rispetto ad altre carni, non so calcolare però quanto possa influenzare
questo mi riporta alla domanda di prima ovvero: quanto? quanta carne è considerata troppo? 500 gr? 350? 1 kg? è quello che mi piacerebbe capire
Personalmente la carta vincente(come per tutto) è variare gli alimenti prediligendo sempre cibi magri e se proprio bisogna prendere in considerazione qualcosa di "inscatolato" con il "minor numero di ingredienti". Io ad esempio mi trovo bene alternando carni magre a filetti magri di merluzzo,platessa ecc che sono alla base ormai della mia dieta e limitando al minimo fonti proteiche quali la fesa in salumeria, la bresaola, il tonno, lo sgombro, e tutte quelle che sono piene di conservanti(compreso il sale, che tra l'altro uso in MINIME parti nella dieta).
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