Il grasso sottocutaneo è formato per la maggior parte da uno strato di cellule chiamate adipociti, particolari molecole formate da glicerolo e tre acidi grassi, il cui scopo è sintetizzare e immagazzinare i trigliceridi. Per semplicità possiamo immaginare gli adipociti come tanti piccoli sacchetti che quando vengono riempiti aumentano di dimensione. Il numero degli adipociti è stabilito geneticamente. Ciò significa che quando si accumula il tessuto adiposo, gli adipociti che formano lo strato di cellule sottocutanee hanno immagazzinato i trigliceridi e hanno aumentato la loro dimensione.
Qualsiasi eccesso calorico non immediatamente assorbibile dal nostro sistema, si converte in grasso. In realtà, un altro importante fattore da considerare riguarda il tipo e la percentuale di macronutrienti assunti durante un pasto: in particolare bisogna fare attenzione alla quantità e al tipo di carboidrati ingeriti. Il nostro intestino trasforma e scinde tutti i carboidrati che riceve dal cibo in monosaccaridi, in modo da permetterne il passaggio attraverso la parete intestinale e la circolazione nel flusso ematico. Quindi vengono trasportati verso il fegato, che li trasforma in glucosio. Il fegato li può far tornare nel flusso ematico a scopo energetico, ma se nell’organismo vi è una quantità di glucosio superiore a quella di cui si ha bisogno, li può trasformare in glicogeno per essere immagazzinati. Quando il fegato non è più in grado di accumulare glicogeno, i carboidrati in eccesso vengono convertiti in adipe che viene inviato in particolari zone corporee: principalmente nella zona addominale negli uomini (conformazione aneroide) e sui fianchi, cosce e glutei nelle donne (conformazione ginoide).
Inoltre, per mantenere il glucosio del sangue entro valori tollerabili, interviene il pancreas, secernendo gli ormoni insulina e glucagone. Un’assunzione eccessiva di carboidrati produce un aumento della glicemia e innesca il rilascio dell’insulina che riequilibra la situazione. Il picco insulinico è tanto maggiore quanto più alto è l’indice glicemico dei carboidrati assunti. L’insulina ha il compito di trasportare il glucosio all’interno delle cellule muscolari, ma dà anche il via all’immagazzinamento delle scorte di glicogeno nel fegato, bloccando quindi il rilascio di quello presente ed il consumo dei grassi. Quindi, un eccessivo livello d’insulina, non solo fa ingrassare, ma impedisce anche di dimagrire. L’ormone antagonista all’insulina è il glucagone, il cui compito è quello di liberare i carboidrati immagazzinati nel fegato per ricostruire i livelli glucidici nel sangue. Si è constatato che durante l'esercizio fisico il glucagone aumenta e l'insulina diminuisce.
Per evitare di ingrassare bisogna mantenere l’asse insulina-glucagone in equilibrio e ciò è possibile tenendo il rapporto tra proteine e carboidrati all’interno del range tra 0,6 e 1 e praticando costantemente l’attività fisica.
Qualsiasi eccesso calorico non immediatamente assorbibile dal nostro sistema, si converte in grasso. In realtà, un altro importante fattore da considerare riguarda il tipo e la percentuale di macronutrienti assunti durante un pasto: in particolare bisogna fare attenzione alla quantità e al tipo di carboidrati ingeriti. Il nostro intestino trasforma e scinde tutti i carboidrati che riceve dal cibo in monosaccaridi, in modo da permetterne il passaggio attraverso la parete intestinale e la circolazione nel flusso ematico. Quindi vengono trasportati verso il fegato, che li trasforma in glucosio. Il fegato li può far tornare nel flusso ematico a scopo energetico, ma se nell’organismo vi è una quantità di glucosio superiore a quella di cui si ha bisogno, li può trasformare in glicogeno per essere immagazzinati. Quando il fegato non è più in grado di accumulare glicogeno, i carboidrati in eccesso vengono convertiti in adipe che viene inviato in particolari zone corporee: principalmente nella zona addominale negli uomini (conformazione aneroide) e sui fianchi, cosce e glutei nelle donne (conformazione ginoide).
Inoltre, per mantenere il glucosio del sangue entro valori tollerabili, interviene il pancreas, secernendo gli ormoni insulina e glucagone. Un’assunzione eccessiva di carboidrati produce un aumento della glicemia e innesca il rilascio dell’insulina che riequilibra la situazione. Il picco insulinico è tanto maggiore quanto più alto è l’indice glicemico dei carboidrati assunti. L’insulina ha il compito di trasportare il glucosio all’interno delle cellule muscolari, ma dà anche il via all’immagazzinamento delle scorte di glicogeno nel fegato, bloccando quindi il rilascio di quello presente ed il consumo dei grassi. Quindi, un eccessivo livello d’insulina, non solo fa ingrassare, ma impedisce anche di dimagrire. L’ormone antagonista all’insulina è il glucagone, il cui compito è quello di liberare i carboidrati immagazzinati nel fegato per ricostruire i livelli glucidici nel sangue. Si è constatato che durante l'esercizio fisico il glucagone aumenta e l'insulina diminuisce.
Per evitare di ingrassare bisogna mantenere l’asse insulina-glucagone in equilibrio e ciò è possibile tenendo il rapporto tra proteine e carboidrati all’interno del range tra 0,6 e 1 e praticando costantemente l’attività fisica.
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