Vi lascio giudicare a voi questo articolo di Stefano Lorenzetto che sinceramente, dall'alto della mia ignoranza, mi ha causato non pochi dubbi
Il medico che prescrive i grassi "Provocano gli infarti? Balle!"
di Stefano Lorenzetto
Francesco Perugini Billi, il suo libro "Mangia grasso e vivi bene" va a
ruba. Il suo sito totalizza 50.000 pagine lette al mese. Pazienti in fila in
tre regioni. Per forza: consiglia pancetta a colazione e raccomanda la pelle
del pollo allo spiedo
Ma va' là dieta mediterranea. Aprite bene le orecchie, e soprattutto lo
stomaco. La mattina, per colazione, solo burro, pancetta, uova e pane. Latte
e yogurt che siano interi, rifiutate categoricamente quelli scremati. Del
pollo arrosto abbiate cura di mangiare la pelle. Spiluccate le cartilagini.
Succhiate ben bene il midollo delle ossa. Mai lavorare di coltello per
separare la carne rossa di una costata dal grasso che la circonda. Del pesce
divorate anche la testa e le squame. E non dimenticate il fegato alla
veneziana, il rognone trifolato, le frattaglie.
Come dite? Vi sentite già male? Su con la vita. Semmai a curarvi ci pensa il
dottor Francesco Perugini Billi, medico chirurgo, diplomato in biotecnologie
e medicina naturale (alla Statale di Milano), fitoterapia (all'Università di
Siena), omeopatia, omotossicologia e ayurveda. È lui l'assertore di questi
consigli alimentari, compendiati in uno slogan che è diventato anche il
titolo di un volume con l'imprimatur di Gianni e Paola Mura, coppia gourmand
del giornalismo italiano: Mangia grasso e vivi bene. Le Edizioni Junior di
Bergamo in questi giorni lo stanno ristampando a grande richiesta. Con un'avvertenza
a pagina 2: «L'autore e l'editore non si assumono la responsabilità di un
eventuale uso improprio delle informazioni mediche contenute nel libro».
Anche quelle contenute nella copertina non scherzano: «Non è vero che il
colesterolo e i grassi saturi causano l'infarto. I grassi sono fondamentali
per il vostro benessere. Una dieta povera di grassi è inutile e non fa
vivere più a lungo».
«Ho avuto il coraggio di espormi», si riconosce il merito l'eretico dell'alimentazione,
48 anni, originario di Fano, dal 1979 residente in Lombardia, sposato con un'insegnante
e padre di due figli, già medico interno agli Ospedali riuniti di Bergamo,
al Bolognini di Seriate e al Policlinico di Ponte San Pietro. Ora si dedica
solo alla libera professione. Il suo verbo, diffuso anche su Internet
attraverso un sito che totalizza ogni mese 12.000 visite e 50.000 pagine
lette, lo ha costretto ad aprire ambulatori anche ad Assisi e a Roma per
venire incontro alle richieste dei pazienti del Centro e del Sud Italia e
gli ha procurato una docenza universitaria all'ateneo di Cosenza nonché
inviti per consulenze scientifiche e conferenze in tutta Europa. Grasso che
cola.
Il dottor Perugini Billi, studioso equilibrato e dal girovita invidiabile
che nel portapenne sulla scrivania tiene in bella vista una matita gialla
promozionale dell'Emmentaler, è arrivato alle sue conclusioni grazie «a un
amore viscerale per Madre Terra» e per tutto quello che ci cresce sopra.
«Sono nato con le piante in mano, a 4 anni tenevo i lombrichi e le formiche
nelle tasche del grembiule». Si dice arcisicuro che l'umanità sia vittima di
un complotto planetario scaturito da un dogma indimostrato: la teoria
lipidica. Quella secondo cui l'aumento del colesterolo e dei grassi saturi è
legato a una maggiore incidenza delle patologie cardiovascolari, a
cominciare dall'infarto.
Non è vero?
«L'ha detto. Controprova: nei Paesi occidentali abbiamo fatto di tutto per
"sgrassare" la nostra dieta. Via il burro, via il lardo, via lo strutto, via
la panna, via l'olio d'oliva. Eppure la popolazione ingrassa sempre di più e
il diabete dilaga. Nella sola Europa l'obesità è aumentata del 50% negli
ultimi 5-7 anni. Come si spiega?».
Non facciamo più movimento, lavoriamo solo col cervello anziché con le mani,
siamo sempre seduti.
«Non basta a spiegare. Siamo in presenza di una bugia sesquipedale dettata
da precisi interessi economici. Gli ultimi popoli cacciatori e raccoglitori
consumavano fino al 60% di grassi ed erano snelli, asciutti. Ma a noi hanno
tolto i grassi. Per cui siamo costretti a compensare con i carboidrati:
pane, pasta, merendine. Cioè farine e zuccheri. Ora, già il famoso
gastronomo Anthelme Brillat-Savarin, nel suo La fisiologia del gusto edito
nel 1825, notava come l'obesità fosse la conseguenza di una predisposizione
naturale unita all'eccessivo consumo di fecole e farine. I grassi non
ingrassano: sono gli zuccheri che ingrassano. I grassi saziano prima e per
maggior tempo. Se ne mangiamo troppi, provocano nausea. Di fronte a un
panetto di burro, provi lei ad andare oltre uno o due cucchiaini. Di fronte
a dieci pasticcini, invece, la sfido a fermarsi».
Chi ha interesse a farci ingrassare?
«L'industria farmaceutica, che contro il colesterolo ci vende le statine.
Gliele raccomando, quelle... E l'industria alimentare, che s'è inventata le
margarine, l'olio di semi, l'allevamento intensivo. È chiaro che il grasso,
per non farci ingrassare, dev'essere grasso buono. C'è una bella differenza
fra un maiale stabulato, rimpinzato di silati e soia, e una cinta senese che
cresce in libertà. Sono riusciti persino a trasformare la mucca, che è un
erbivoro, in un granivoro. Lei sa che cosa sono gli omega 3?».
Roba buona per il cuore.
«Acidi grassi cardioprotettori, sì, presenti soprattutto in salmoni, sgombri
e sardine, ma anche in certi organi degli animali terrestri, come cervello,
occhi, ghiandole surrenali, gonadi, su cui non a caso i popoli primitivi si
gettavano con avidità appena uccisa una preda. Gli omega 6 invece sono da
mettere in relazione a patologie infiammatorie, degenerative,
cardiovascolari, tumorali. Ebbene, nell'uovo deposto dalla gallina che vive
allo stato brado il rapporto fra omega 3 e omega 6 è di 1 a 4. Nell'uovo
della gallina d'allevamento è di 1 a 19. Siamo quello che mangiano i nostri
animali».
I vegetariani non mangiano grassi. Dovrebbero essere tutti defunti.
«Uova, latte, formaggi fanno parte della dieta vegetariana. Diverso è il
discorso per i vegetaliani, o vegani, che rifiutano qualsiasi cibo di
origine animale. E sbagliano di grosso. Fra i popoli della Terra, nessuno è
mai stato vegano. I bambini, per crescere, hanno bisogno di grassi. È
criminale dare il latte scremato a un ragazzo, perché il cervello e il
sistema nervoso è fatto al 70% di grassi. I problemi cognitivi e la demenza
senile sono il risultato di questa maniacalità grassofobica. Bisogna
mangiare meno e mangiare meglio, senza aver paura di mangiare grasso. I
grassi sono fondamentali perché molti fattori protettivi - vitamine,
minerali, antiossidanti - sono liposolubili».
Si sciolgono solo nei grassi.
«Esatto, sono assimilabili solo in presenza di grassi animali nell'intestino.
Quindi con un'alimentazione ossessivamente magra andiamo incontro senza
accorgercene a malattie che spaziano dalla depressione all'osteoporosi, e
questo a causa del mancato assorbimento delle vitamine liposolubili A, E, K
e D, che sono fondamentali per la nostra salute, di cui il burro è ricco».
«Colesterolo, alcol steroideo presente sotto forma di placche nelle pareti
dei vasi sanguigni in caso di arteriosclerosi». Sta scritto nel dizionario.
«Anni di martellante propaganda hanno persuaso la gente che il grasso si
appiccica alle arterie fino a occluderle. Balle. Il grasso che circola nel
sangue non è la causa dell'aterosclerosi. Le placche sono conseguenza di
processi lesivi infiammatori dovuti a tossine, microbi, fumo, sostanze
chimiche, ipertensione, radicali liberi e alle conseguenti reazioni
riparative. Come documentato su Lancet fin dal 1994, l'ateroma è formato per
il 74% da acidi grassi di tipo insaturo, dei quali il 41% polinsaturi. Sì,
proprio quelli contenuti negli olii di semi. Li reclamizzano per scrostare
le arterie e invece favoriscono l'ossidazione del colesterolo. L'80% delle
persone colpite da infarto non presenta livelli di colesterolo elevati».
Come, dove e quando sarebbe iniziata questa congiura?
«Il colesterolo nel sangue è stato scoperto nel 1812. Nello stesso secolo
furono trovate anche le placche nelle arterie coronarie. La conclusione fu
che il colesterolo alimentare era la causa delle malattie coronariche. Nel
1950 l'Associazione cardiologica americana puntò il dito contro l'eccesso di
grassi animali nella dieta. Inutilmente il dottor Dudley White, padre
fondatore della cardiologia, fece presente ai suoi infervorati colleghi che
l'infarto era praticamente inesistente fino al 1900, quando il consumo di
uova era tre volte superiore e non avevano ancora inventato gli olii
"leggeri", tipo quello di mais. "Guardate", disse, "io ho cominciato la
professione di cardiologo nel 1912 e fino al 1928 ho visto un unico caso di
infarto del miocardio, nonostante i miei pazienti mangiassero solo burro e
lardo". Nessuno gli diede retta. La teoria lipidica parve a tutti
plausibile, in special modo all'industria farmaceutica. Di fatto a smontarla
sono le stesse statistiche americane».
Sentiamo.
«Prenda il tasso di mortalità. Dal 1910 al 1970 è aumentato del 3.010%,
dopodiché dal 1970 al 1990 è diminuito. Eppure in questi 80 anni il consumo
di colesterolo e di grassi saturi è rimasto pressoché costante. Altra
statistica. Il consumo di grassi animali è sceso dal 1910 al 1970 del 50%,
mentre quello totale di grassi e olii non ha subìto variazioni di rilievo.
In compenso, per effetto della cospirazione dietetica sostenuta dall'industria
agroalimentare, il consumo di olii vegetali è cresciuto quasi del 400%.
Quindi tuttalpiù si può dire che questi olii "buoni" hanno contribuito a
incrementare le morti da infarto. Ma c'è di peggio».
Ormai sono pronto a tutto.
«Proteine e grassi non stimolano la produzione di insulina. Invece zuccheri
e carboidrati sì, perciò l'organismo sviluppa una dipendenza da essi in
tutto e per tutto simile a quella provocata dalla droga. Zucchero chiama
zucchero, pane chiama pane, pasta chiama pasta. Le merendine hanno sui
nostri figli un effetto oppioide simile, procurano cioè una dipendenza sia
insulinica che cerebrale: quando gliele togli, vanno in crisi d'astinenza
come i tossicomani. Con tutti i sintomi correlati: mal di testa,
palpitazioni, ipotensione».
Non teme d'essere accusato di istigazione al suicidio?
(Ride). «La risposta non può essere altrettanto scherzosa, considerata l'alta
incidenza di suicidi legata al calo della colesterolemia. Gli studi
evidenziano un aumento sia dei suicidi che dei tumori nei pazienti che
assumono statine. Il colesterolo è fondamentale nella regolazione del tono
dell'umore e nella protezione contro il cancro».
Che rapporto ha con i farmaci?
«Non li uso mai. Ma all'occorrenza prescrivo anche gli antibiotici e il
cortisone. Non sono uno sciamano. Mi considero un medico con la emme
maiuscola che s'ispira all'aureo principio del primum non nocere, parto dai
rimedi che fanno meno male, a cominciare da quelli naturali».
Pensa davvero che in natura esistano tutti i principi attivi indispensabili
per mantenerci in buona salute?
«Di sicuro ce ne sarebbero ancora molti da scoprire, ma le multinazionali
del farmaco non hanno interesse a farlo. Rendono di più le molecole, che una
volta messe a punto si possono brevettare. Il 90% delle malattie che non
richiedono l'intervento del chirurgo si curano con la medicina naturale,
questo è sicuro».
Dieci anni fa il 55% della popolazione americana diventò grassa da un giorno
all'altro, contro l'11-13% precedente. Il National heart, lung and blood
institute aveva deciso di ridurre la soglia dell'obesità. Obbedì alle
industrie che vendono medicinali contro la dislipidemia?
«Fino a 25 anni fa l'ipercolesterolemia riguardava gli uomini di mezza età
con un valore oltre 240. Dopo la Cholesterol consensus conference del 1984 i
parametri cambiarono: sia maschi che femmine con colesterolo sopra i 200
milligrammi per decilitro di sangue andavano curati. Di recente il limite è
stato ulteriormente abbassato a 180. In America 36 milioni di persone
assumevano farmaci per il controllo del colesterolo; adesso si aggiungeranno
7 milioni di nuovi pazienti. Il fatturato di questo tipo di medicinali già
nel 2003 ammontava a 26 miliardi di dollari. Esporti il dato a livello
planetario, lo aggiorni e mi dica lei quale altro business più redditizio si
poteva inventare. Piccolo particolare: 6 dei 9 esperti di colesterolo dell'Associazione
cardiologica americana che hanno stilato le nuove linee guida sono stati
accusati d'aver intascato soldi dalle multinazionali del farmaco».
Sempre negli Usa cinque anni fa gli enti governativi hanno cominciato a
definire preipertesi i pazienti che presentano valori pressori compresi tra
89 e 80 di minima. Quindi la pressione normale sarebbe quella al di sotto
della soglia degli 80.
«Questo significa che 45 milioni di europei andrebbero trattati con farmaci
contro l'ipertensione. Eppure una pressione intorno ai 90 di minima e ai
140-145 di massima contribuisce a irrorare meglio il cervello degli
anziani».
Grassi assolti anche per l'ipertensione.
«Milano è la capitale italiana dell'ipertensione. Nell'industriosa e
frenetica Lombardia il 33% dei cittadini è iperteso, contro una media
nazionale del 25%. C'entra il colesterolo oppure lo stile di vita?».
C'è qualcosa che è bandito dalla sua tavola?
«La margarina. Un non cibo. Un cibo inventato, altamente processato, fatto
con oliacci schifosi. Molto ma molto meglio il burro o lo strutto. Ma va' a
spiegarlo al consumatore, che quando vede scritto fra gli ingredienti
"grassi vegetali" crede di trovarsi di fronte a un cibo sano, naturale».
Della dieta mediterranea che cosa pensa?
«Non è mai esistita. Un artefatto di menti fantasiose per vendere prodotti
"made in Italy". Basta andare in Calabria a vedere che cosa fanno del
maiale: si mangiano pure le orecchie. Oggi il pesce è forse una delle
principali fonti alimentari di metalli pesanti e sostanze chimiche tossiche
e cancerogene».
Credevo fosse ricco di omega 3.
«Solo il pesce azzurro, non certo il branzino o l'orata. Purtroppo però i
pesci più grassi sono anche quelli che accumulano più mercurio, policloruro
bifenile e diossina».
Tutto ciò che piace agli uomini fa male alla salute. Come si spiega?
«L'uomo non si nutre solo per la sopravvivenza ma anche per il piacere. Il
che ci porta spesso a fare scelte dannose per la salute. L'animale per
istinto mangia solo ciò che gli fa bene. L'uomo può scegliere fra bene e
male anche a tavola».
Stefano Lorenzetto
Il medico che prescrive i grassi "Provocano gli infarti? Balle!"
di Stefano Lorenzetto
Francesco Perugini Billi, il suo libro "Mangia grasso e vivi bene" va a
ruba. Il suo sito totalizza 50.000 pagine lette al mese. Pazienti in fila in
tre regioni. Per forza: consiglia pancetta a colazione e raccomanda la pelle
del pollo allo spiedo
Ma va' là dieta mediterranea. Aprite bene le orecchie, e soprattutto lo
stomaco. La mattina, per colazione, solo burro, pancetta, uova e pane. Latte
e yogurt che siano interi, rifiutate categoricamente quelli scremati. Del
pollo arrosto abbiate cura di mangiare la pelle. Spiluccate le cartilagini.
Succhiate ben bene il midollo delle ossa. Mai lavorare di coltello per
separare la carne rossa di una costata dal grasso che la circonda. Del pesce
divorate anche la testa e le squame. E non dimenticate il fegato alla
veneziana, il rognone trifolato, le frattaglie.
Come dite? Vi sentite già male? Su con la vita. Semmai a curarvi ci pensa il
dottor Francesco Perugini Billi, medico chirurgo, diplomato in biotecnologie
e medicina naturale (alla Statale di Milano), fitoterapia (all'Università di
Siena), omeopatia, omotossicologia e ayurveda. È lui l'assertore di questi
consigli alimentari, compendiati in uno slogan che è diventato anche il
titolo di un volume con l'imprimatur di Gianni e Paola Mura, coppia gourmand
del giornalismo italiano: Mangia grasso e vivi bene. Le Edizioni Junior di
Bergamo in questi giorni lo stanno ristampando a grande richiesta. Con un'avvertenza
a pagina 2: «L'autore e l'editore non si assumono la responsabilità di un
eventuale uso improprio delle informazioni mediche contenute nel libro».
Anche quelle contenute nella copertina non scherzano: «Non è vero che il
colesterolo e i grassi saturi causano l'infarto. I grassi sono fondamentali
per il vostro benessere. Una dieta povera di grassi è inutile e non fa
vivere più a lungo».
«Ho avuto il coraggio di espormi», si riconosce il merito l'eretico dell'alimentazione,
48 anni, originario di Fano, dal 1979 residente in Lombardia, sposato con un'insegnante
e padre di due figli, già medico interno agli Ospedali riuniti di Bergamo,
al Bolognini di Seriate e al Policlinico di Ponte San Pietro. Ora si dedica
solo alla libera professione. Il suo verbo, diffuso anche su Internet
attraverso un sito che totalizza ogni mese 12.000 visite e 50.000 pagine
lette, lo ha costretto ad aprire ambulatori anche ad Assisi e a Roma per
venire incontro alle richieste dei pazienti del Centro e del Sud Italia e
gli ha procurato una docenza universitaria all'ateneo di Cosenza nonché
inviti per consulenze scientifiche e conferenze in tutta Europa. Grasso che
cola.
Il dottor Perugini Billi, studioso equilibrato e dal girovita invidiabile
che nel portapenne sulla scrivania tiene in bella vista una matita gialla
promozionale dell'Emmentaler, è arrivato alle sue conclusioni grazie «a un
amore viscerale per Madre Terra» e per tutto quello che ci cresce sopra.
«Sono nato con le piante in mano, a 4 anni tenevo i lombrichi e le formiche
nelle tasche del grembiule». Si dice arcisicuro che l'umanità sia vittima di
un complotto planetario scaturito da un dogma indimostrato: la teoria
lipidica. Quella secondo cui l'aumento del colesterolo e dei grassi saturi è
legato a una maggiore incidenza delle patologie cardiovascolari, a
cominciare dall'infarto.
Non è vero?
«L'ha detto. Controprova: nei Paesi occidentali abbiamo fatto di tutto per
"sgrassare" la nostra dieta. Via il burro, via il lardo, via lo strutto, via
la panna, via l'olio d'oliva. Eppure la popolazione ingrassa sempre di più e
il diabete dilaga. Nella sola Europa l'obesità è aumentata del 50% negli
ultimi 5-7 anni. Come si spiega?».
Non facciamo più movimento, lavoriamo solo col cervello anziché con le mani,
siamo sempre seduti.
«Non basta a spiegare. Siamo in presenza di una bugia sesquipedale dettata
da precisi interessi economici. Gli ultimi popoli cacciatori e raccoglitori
consumavano fino al 60% di grassi ed erano snelli, asciutti. Ma a noi hanno
tolto i grassi. Per cui siamo costretti a compensare con i carboidrati:
pane, pasta, merendine. Cioè farine e zuccheri. Ora, già il famoso
gastronomo Anthelme Brillat-Savarin, nel suo La fisiologia del gusto edito
nel 1825, notava come l'obesità fosse la conseguenza di una predisposizione
naturale unita all'eccessivo consumo di fecole e farine. I grassi non
ingrassano: sono gli zuccheri che ingrassano. I grassi saziano prima e per
maggior tempo. Se ne mangiamo troppi, provocano nausea. Di fronte a un
panetto di burro, provi lei ad andare oltre uno o due cucchiaini. Di fronte
a dieci pasticcini, invece, la sfido a fermarsi».
Chi ha interesse a farci ingrassare?
«L'industria farmaceutica, che contro il colesterolo ci vende le statine.
Gliele raccomando, quelle... E l'industria alimentare, che s'è inventata le
margarine, l'olio di semi, l'allevamento intensivo. È chiaro che il grasso,
per non farci ingrassare, dev'essere grasso buono. C'è una bella differenza
fra un maiale stabulato, rimpinzato di silati e soia, e una cinta senese che
cresce in libertà. Sono riusciti persino a trasformare la mucca, che è un
erbivoro, in un granivoro. Lei sa che cosa sono gli omega 3?».
Roba buona per il cuore.
«Acidi grassi cardioprotettori, sì, presenti soprattutto in salmoni, sgombri
e sardine, ma anche in certi organi degli animali terrestri, come cervello,
occhi, ghiandole surrenali, gonadi, su cui non a caso i popoli primitivi si
gettavano con avidità appena uccisa una preda. Gli omega 6 invece sono da
mettere in relazione a patologie infiammatorie, degenerative,
cardiovascolari, tumorali. Ebbene, nell'uovo deposto dalla gallina che vive
allo stato brado il rapporto fra omega 3 e omega 6 è di 1 a 4. Nell'uovo
della gallina d'allevamento è di 1 a 19. Siamo quello che mangiano i nostri
animali».
I vegetariani non mangiano grassi. Dovrebbero essere tutti defunti.
«Uova, latte, formaggi fanno parte della dieta vegetariana. Diverso è il
discorso per i vegetaliani, o vegani, che rifiutano qualsiasi cibo di
origine animale. E sbagliano di grosso. Fra i popoli della Terra, nessuno è
mai stato vegano. I bambini, per crescere, hanno bisogno di grassi. È
criminale dare il latte scremato a un ragazzo, perché il cervello e il
sistema nervoso è fatto al 70% di grassi. I problemi cognitivi e la demenza
senile sono il risultato di questa maniacalità grassofobica. Bisogna
mangiare meno e mangiare meglio, senza aver paura di mangiare grasso. I
grassi sono fondamentali perché molti fattori protettivi - vitamine,
minerali, antiossidanti - sono liposolubili».
Si sciolgono solo nei grassi.
«Esatto, sono assimilabili solo in presenza di grassi animali nell'intestino.
Quindi con un'alimentazione ossessivamente magra andiamo incontro senza
accorgercene a malattie che spaziano dalla depressione all'osteoporosi, e
questo a causa del mancato assorbimento delle vitamine liposolubili A, E, K
e D, che sono fondamentali per la nostra salute, di cui il burro è ricco».
«Colesterolo, alcol steroideo presente sotto forma di placche nelle pareti
dei vasi sanguigni in caso di arteriosclerosi». Sta scritto nel dizionario.
«Anni di martellante propaganda hanno persuaso la gente che il grasso si
appiccica alle arterie fino a occluderle. Balle. Il grasso che circola nel
sangue non è la causa dell'aterosclerosi. Le placche sono conseguenza di
processi lesivi infiammatori dovuti a tossine, microbi, fumo, sostanze
chimiche, ipertensione, radicali liberi e alle conseguenti reazioni
riparative. Come documentato su Lancet fin dal 1994, l'ateroma è formato per
il 74% da acidi grassi di tipo insaturo, dei quali il 41% polinsaturi. Sì,
proprio quelli contenuti negli olii di semi. Li reclamizzano per scrostare
le arterie e invece favoriscono l'ossidazione del colesterolo. L'80% delle
persone colpite da infarto non presenta livelli di colesterolo elevati».
Come, dove e quando sarebbe iniziata questa congiura?
«Il colesterolo nel sangue è stato scoperto nel 1812. Nello stesso secolo
furono trovate anche le placche nelle arterie coronarie. La conclusione fu
che il colesterolo alimentare era la causa delle malattie coronariche. Nel
1950 l'Associazione cardiologica americana puntò il dito contro l'eccesso di
grassi animali nella dieta. Inutilmente il dottor Dudley White, padre
fondatore della cardiologia, fece presente ai suoi infervorati colleghi che
l'infarto era praticamente inesistente fino al 1900, quando il consumo di
uova era tre volte superiore e non avevano ancora inventato gli olii
"leggeri", tipo quello di mais. "Guardate", disse, "io ho cominciato la
professione di cardiologo nel 1912 e fino al 1928 ho visto un unico caso di
infarto del miocardio, nonostante i miei pazienti mangiassero solo burro e
lardo". Nessuno gli diede retta. La teoria lipidica parve a tutti
plausibile, in special modo all'industria farmaceutica. Di fatto a smontarla
sono le stesse statistiche americane».
Sentiamo.
«Prenda il tasso di mortalità. Dal 1910 al 1970 è aumentato del 3.010%,
dopodiché dal 1970 al 1990 è diminuito. Eppure in questi 80 anni il consumo
di colesterolo e di grassi saturi è rimasto pressoché costante. Altra
statistica. Il consumo di grassi animali è sceso dal 1910 al 1970 del 50%,
mentre quello totale di grassi e olii non ha subìto variazioni di rilievo.
In compenso, per effetto della cospirazione dietetica sostenuta dall'industria
agroalimentare, il consumo di olii vegetali è cresciuto quasi del 400%.
Quindi tuttalpiù si può dire che questi olii "buoni" hanno contribuito a
incrementare le morti da infarto. Ma c'è di peggio».
Ormai sono pronto a tutto.
«Proteine e grassi non stimolano la produzione di insulina. Invece zuccheri
e carboidrati sì, perciò l'organismo sviluppa una dipendenza da essi in
tutto e per tutto simile a quella provocata dalla droga. Zucchero chiama
zucchero, pane chiama pane, pasta chiama pasta. Le merendine hanno sui
nostri figli un effetto oppioide simile, procurano cioè una dipendenza sia
insulinica che cerebrale: quando gliele togli, vanno in crisi d'astinenza
come i tossicomani. Con tutti i sintomi correlati: mal di testa,
palpitazioni, ipotensione».
Non teme d'essere accusato di istigazione al suicidio?
(Ride). «La risposta non può essere altrettanto scherzosa, considerata l'alta
incidenza di suicidi legata al calo della colesterolemia. Gli studi
evidenziano un aumento sia dei suicidi che dei tumori nei pazienti che
assumono statine. Il colesterolo è fondamentale nella regolazione del tono
dell'umore e nella protezione contro il cancro».
Che rapporto ha con i farmaci?
«Non li uso mai. Ma all'occorrenza prescrivo anche gli antibiotici e il
cortisone. Non sono uno sciamano. Mi considero un medico con la emme
maiuscola che s'ispira all'aureo principio del primum non nocere, parto dai
rimedi che fanno meno male, a cominciare da quelli naturali».
Pensa davvero che in natura esistano tutti i principi attivi indispensabili
per mantenerci in buona salute?
«Di sicuro ce ne sarebbero ancora molti da scoprire, ma le multinazionali
del farmaco non hanno interesse a farlo. Rendono di più le molecole, che una
volta messe a punto si possono brevettare. Il 90% delle malattie che non
richiedono l'intervento del chirurgo si curano con la medicina naturale,
questo è sicuro».
Dieci anni fa il 55% della popolazione americana diventò grassa da un giorno
all'altro, contro l'11-13% precedente. Il National heart, lung and blood
institute aveva deciso di ridurre la soglia dell'obesità. Obbedì alle
industrie che vendono medicinali contro la dislipidemia?
«Fino a 25 anni fa l'ipercolesterolemia riguardava gli uomini di mezza età
con un valore oltre 240. Dopo la Cholesterol consensus conference del 1984 i
parametri cambiarono: sia maschi che femmine con colesterolo sopra i 200
milligrammi per decilitro di sangue andavano curati. Di recente il limite è
stato ulteriormente abbassato a 180. In America 36 milioni di persone
assumevano farmaci per il controllo del colesterolo; adesso si aggiungeranno
7 milioni di nuovi pazienti. Il fatturato di questo tipo di medicinali già
nel 2003 ammontava a 26 miliardi di dollari. Esporti il dato a livello
planetario, lo aggiorni e mi dica lei quale altro business più redditizio si
poteva inventare. Piccolo particolare: 6 dei 9 esperti di colesterolo dell'Associazione
cardiologica americana che hanno stilato le nuove linee guida sono stati
accusati d'aver intascato soldi dalle multinazionali del farmaco».
Sempre negli Usa cinque anni fa gli enti governativi hanno cominciato a
definire preipertesi i pazienti che presentano valori pressori compresi tra
89 e 80 di minima. Quindi la pressione normale sarebbe quella al di sotto
della soglia degli 80.
«Questo significa che 45 milioni di europei andrebbero trattati con farmaci
contro l'ipertensione. Eppure una pressione intorno ai 90 di minima e ai
140-145 di massima contribuisce a irrorare meglio il cervello degli
anziani».
Grassi assolti anche per l'ipertensione.
«Milano è la capitale italiana dell'ipertensione. Nell'industriosa e
frenetica Lombardia il 33% dei cittadini è iperteso, contro una media
nazionale del 25%. C'entra il colesterolo oppure lo stile di vita?».
C'è qualcosa che è bandito dalla sua tavola?
«La margarina. Un non cibo. Un cibo inventato, altamente processato, fatto
con oliacci schifosi. Molto ma molto meglio il burro o lo strutto. Ma va' a
spiegarlo al consumatore, che quando vede scritto fra gli ingredienti
"grassi vegetali" crede di trovarsi di fronte a un cibo sano, naturale».
Della dieta mediterranea che cosa pensa?
«Non è mai esistita. Un artefatto di menti fantasiose per vendere prodotti
"made in Italy". Basta andare in Calabria a vedere che cosa fanno del
maiale: si mangiano pure le orecchie. Oggi il pesce è forse una delle
principali fonti alimentari di metalli pesanti e sostanze chimiche tossiche
e cancerogene».
Credevo fosse ricco di omega 3.
«Solo il pesce azzurro, non certo il branzino o l'orata. Purtroppo però i
pesci più grassi sono anche quelli che accumulano più mercurio, policloruro
bifenile e diossina».
Tutto ciò che piace agli uomini fa male alla salute. Come si spiega?
«L'uomo non si nutre solo per la sopravvivenza ma anche per il piacere. Il
che ci porta spesso a fare scelte dannose per la salute. L'animale per
istinto mangia solo ciò che gli fa bene. L'uomo può scegliere fra bene e
male anche a tavola».
Stefano Lorenzetto
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