Originariamente Scritto da richard
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Il difetto peggiore di pezzi come questo è che, tipicamente (oltre ad essere più o meno volutamente grossolani nella formulazione), si concentrano su un aspetto particolarissimo del metabolismo e lo elevano a fattore primario, escludendo e/o perdendo di vista ogni altro contributo fisiologico e pretendendo di ricavare regole universali per il nostro obiettivo di costruzione corporea. Regole estrapolate in questo modo hanno invece (purtroppo) tutt'altro che valenza generale e anzi sono, spesso e volentieri, fuorvianti.
Ad ogni modo, forse, un senso al frammento lo si può dare lo stesso.
Sicuramente il pH intracellulare degli adipociti è influenzato dai movimenti degli acidi grassi liberi (FFA) attraverso la membrana cellulare: ad un flusso netto di FFA verso l'interno della cellula (liposintesi) corrisponde una diminuzione di pH intracellulare (aumento di acidità) mentre, viceversa, ad un flusso verso l'esterno (lipolisi) corrisponde un aumento del pH intracellulare (diminuzione di acidità).
Giusto, dato che gli FFA hanno un residuo carbossilico libero che contribuisce all'aumento dell'acidità intracellulare. Ti seguo.
La questione principale è legare questi flussi alle variazioni di pH ematico. Ma essa è anche estremamente complicata per via della concomitanza di molteplici meccanismi tampone e l'interazione di varie reti ormonali (prima tra tutte quella insulinica). Risulta davvero francamente arduo stabilire un legame diretto e, in aggiunta, indipendente dal tipo di attività fisica.
Sì.
Credo che grossolanamente (almeno per quanto si possa evincere da questo frammento) l'autore possa aver legato uno stato organico generale (seppur temporaneo) di acidosi ad un basso pH intracellulare a livello lipidico; quindi ad uno stato metabolico di liposintesi o, almeno, non lipolitico.
In definitiva, per farla breve, l'organismo attuerebbe la neutralità ematica predisponendosi a liberare nel sangue FFA (lipolisi) se in stato alcalino, predisponendosi ad assorbire dal sangue FFA (liposintesi) se in stato acido (o, almeno, non rilasciandoli nel torrente ematico).
Ok, adesso ho compreso. Quindi, teoricamente, uno stato di neutralità all'interno dell'adipocita potrebbe predisporre il rilascio, dall'interno di questo, degli FFA. Appare però che l'acidità sia più che altro conseguenza dell'entrata di acidi grassi all'interno degli adipociti. Questo ovviamente nel caso di FFA, perchè già nel caso dei trigliceridi amico, l'acidità del gruppo carbossilico verrebbe "neutralizzata" attraverso il legame di estere con la molecola del glicerolo.
Ad ogni modo, forse, un senso al frammento lo si può dare lo stesso.
Sicuramente il pH intracellulare degli adipociti è influenzato dai movimenti degli acidi grassi liberi (FFA) attraverso la membrana cellulare: ad un flusso netto di FFA verso l'interno della cellula (liposintesi) corrisponde una diminuzione di pH intracellulare (aumento di acidità) mentre, viceversa, ad un flusso verso l'esterno (lipolisi) corrisponde un aumento del pH intracellulare (diminuzione di acidità).
Giusto, dato che gli FFA hanno un residuo carbossilico libero che contribuisce all'aumento dell'acidità intracellulare. Ti seguo.
La questione principale è legare questi flussi alle variazioni di pH ematico. Ma essa è anche estremamente complicata per via della concomitanza di molteplici meccanismi tampone e l'interazione di varie reti ormonali (prima tra tutte quella insulinica). Risulta davvero francamente arduo stabilire un legame diretto e, in aggiunta, indipendente dal tipo di attività fisica.
Sì.
Credo che grossolanamente (almeno per quanto si possa evincere da questo frammento) l'autore possa aver legato uno stato organico generale (seppur temporaneo) di acidosi ad un basso pH intracellulare a livello lipidico; quindi ad uno stato metabolico di liposintesi o, almeno, non lipolitico.
In definitiva, per farla breve, l'organismo attuerebbe la neutralità ematica predisponendosi a liberare nel sangue FFA (lipolisi) se in stato alcalino, predisponendosi ad assorbire dal sangue FFA (liposintesi) se in stato acido (o, almeno, non rilasciandoli nel torrente ematico).
Ok, adesso ho compreso. Quindi, teoricamente, uno stato di neutralità all'interno dell'adipocita potrebbe predisporre il rilascio, dall'interno di questo, degli FFA. Appare però che l'acidità sia più che altro conseguenza dell'entrata di acidi grassi all'interno degli adipociti. Questo ovviamente nel caso di FFA, perchè già nel caso dei trigliceridi amico, l'acidità del gruppo carbossilico verrebbe "neutralizzata" attraverso il legame di estere con la molecola del glicerolo.
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