vi voglio segnalare uno studio su una nuova molecola di grande interesse: la Grelina
http://circ.ahajournals.org/cgi/content/abstract/112/19/2986
Dallo stomaco un elisir di lunga vita per le arterie
I risultati di uno studio dei Prof. Manfredi Tesauro e Carmina Cardillo dell' Università di Tor Vergata e della Cattolica di Roma, pubblicato online su Circulation gettano nuova luce sul ruolo dell’ormone gastrico grelina nella protezione delle arterie.
C’è una nuova potenziale arma anti-aterosclerosi nascosta nel nostro stomaco. È la grelina, una sostanza di recente identificazione, subito battezzata ormone dell’appetito visto che uno dei suoi compiti è proprio quello di trasmettere al cervello il messaggio “fame”.
Lo studio suggerisce ora un ruolo di questo ormone nella protezione delle arterie dall’arteriosclerosi. In particolare, gli esperimenti condotti dai ricercatori romani hanno evidenziato che la grelina è in grado di ripristinare una normale funzione endoteliale negli individui affetti da sindrome metabolica.
Per sindrome metabolica si intende un insieme di fattori di rischio (dislipidemia, iperglicemia, ipertensione arteriosa) associati a obesità addominale e in grado di aumentare l’incidenza di malattie cardiovascolari. È un problema dei Paesi industrializzati che sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti e contro il quale sono scesi in campo medici afferenti a diverse specialità, dai diabetologi, agli internisti, ai cardiologi, in una sorta di coalizione anti-aterosclerosi.
Ogni anno 250 mila italiani sono vittime delle malattie cardiovascolari (infarti e ictus in particolare) e sebbene le armi a disposizione per il trattamento di queste condizioni siano sempre più affilate, il loro numero è in aumento per una scarsa prevenzione primaria.
Lo studio evidenzia che la grelina è dotata di una serie di azioni anti-aterosclerosi, suggerendone dunque un possibile ruolo nella prevenzione di questa condizione, almeno nelle sue prime fasi, quando il danno (detto appunto “disfunzione endoteliale”) è ancora largamente reversibile.
L’endotelio oltre a rappresentare anatomicamente il rivestimento più interno delle arterie, è anche un vero e proprio laboratorio biochimico, in grado di produrre una serie di sostanze che condizionano non solo la capacità dei vasi di permettere un adeguato afflusso di sangue ai diversi organi, ma anche di ostacolare la formazione e l’accrescimento della placca aterosclerotica. Una delle sostanze prodotte dall’endotelio, tra le più importanti per il buon funzionamento delle arterie, è l’ossido nitrico (NO), un potentissimo vasodilatatore. In caso di disfunzione endoteliale, l’NO risulta nettamente diminuito e per questo l’arteria non risponde più a stimoli vasodilatatori e si creano delle condizioni favorenti la formazione della placca aterosclerotica. Partendo dalla constatazione che nei soggetti affetti da sindrome metabolica anche le concentrazioni ematiche di grelina risultano ridotte, i ricercatori hanno cercato di esplorare con una serie di sofisticati esperimenti se questo potesse avere un ruolo nel determinismo e nella successiva correzione della disfunzione endoteliale, presente in questi pazienti.
Per questo studio sono stati arruolati 18 soggetti affetti da sindrome metabolica (secondo i criteri del NCEP-ATP III) e 18 individui sani (gruppo di controllo), che sono stati sottoposti a una serie di test (infusione endoarteriosa di acetilcolina, sodio nitroprussiato e L-NMMA, un inibitore dell’enzima che sintetizza l’NO) e al monitoraggio delle variazioni di flusso ematico dell’avambraccio indotte dalle diverse sostanze.
I risultati dello studio hanno dimostrato che l’infusione intravascolare di grelina normalizza la funzionalità dell’endotelio, aumentando la disponibilità di NO nelle arterie dei pazienti con sindrome metabolica.
“Questo studio consente di compiere un passo avanti nella comprensione dei meccanismi che determinano le complicanze cardio-vascolari nei pazienti con aumento di peso e disturbi metabolici associati”, commenta il Prof. Carmine Cardillo.
“È possibile che la migliore comprensione delle anomalie associate alla sindrome metabolica – conclude il Prof. Manfredi Tesauro, Endocrinologo presso il Dipartimento di Medicina Interna dell’Università Tor Vergata di Roma - possa condurre in futuro a strategie terapeutiche più mirate per la prevenzione del rischio cardio-vascolare”.
In conclusione la grelina sembra in grado di esercitare un effetto protettivo nei confronti dell’aterosclerosi, almeno nelle fasi iniziali del danno. Studi recenti hanno dimostrato che un regolare esercizio fisico e una dieta ipocalorica sono in grado di far nuovamente aumentare i livelli di questo ormone nel sangue dei pazienti in cui questi erano ridotti. Una ragione in più dunque per ‘convertirsi’ a un corretto stile di vita, fatto di buone abitudini a tavola e di attività fisica ragionevole, quale ad esempio mezz’ora di camminata a passo veloce ogni giorno.
http://circ.ahajournals.org/cgi/content/abstract/112/19/2986
Dallo stomaco un elisir di lunga vita per le arterie
I risultati di uno studio dei Prof. Manfredi Tesauro e Carmina Cardillo dell' Università di Tor Vergata e della Cattolica di Roma, pubblicato online su Circulation gettano nuova luce sul ruolo dell’ormone gastrico grelina nella protezione delle arterie.
C’è una nuova potenziale arma anti-aterosclerosi nascosta nel nostro stomaco. È la grelina, una sostanza di recente identificazione, subito battezzata ormone dell’appetito visto che uno dei suoi compiti è proprio quello di trasmettere al cervello il messaggio “fame”.
Lo studio suggerisce ora un ruolo di questo ormone nella protezione delle arterie dall’arteriosclerosi. In particolare, gli esperimenti condotti dai ricercatori romani hanno evidenziato che la grelina è in grado di ripristinare una normale funzione endoteliale negli individui affetti da sindrome metabolica.
Per sindrome metabolica si intende un insieme di fattori di rischio (dislipidemia, iperglicemia, ipertensione arteriosa) associati a obesità addominale e in grado di aumentare l’incidenza di malattie cardiovascolari. È un problema dei Paesi industrializzati che sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti e contro il quale sono scesi in campo medici afferenti a diverse specialità, dai diabetologi, agli internisti, ai cardiologi, in una sorta di coalizione anti-aterosclerosi.
Ogni anno 250 mila italiani sono vittime delle malattie cardiovascolari (infarti e ictus in particolare) e sebbene le armi a disposizione per il trattamento di queste condizioni siano sempre più affilate, il loro numero è in aumento per una scarsa prevenzione primaria.
Lo studio evidenzia che la grelina è dotata di una serie di azioni anti-aterosclerosi, suggerendone dunque un possibile ruolo nella prevenzione di questa condizione, almeno nelle sue prime fasi, quando il danno (detto appunto “disfunzione endoteliale”) è ancora largamente reversibile.
L’endotelio oltre a rappresentare anatomicamente il rivestimento più interno delle arterie, è anche un vero e proprio laboratorio biochimico, in grado di produrre una serie di sostanze che condizionano non solo la capacità dei vasi di permettere un adeguato afflusso di sangue ai diversi organi, ma anche di ostacolare la formazione e l’accrescimento della placca aterosclerotica. Una delle sostanze prodotte dall’endotelio, tra le più importanti per il buon funzionamento delle arterie, è l’ossido nitrico (NO), un potentissimo vasodilatatore. In caso di disfunzione endoteliale, l’NO risulta nettamente diminuito e per questo l’arteria non risponde più a stimoli vasodilatatori e si creano delle condizioni favorenti la formazione della placca aterosclerotica. Partendo dalla constatazione che nei soggetti affetti da sindrome metabolica anche le concentrazioni ematiche di grelina risultano ridotte, i ricercatori hanno cercato di esplorare con una serie di sofisticati esperimenti se questo potesse avere un ruolo nel determinismo e nella successiva correzione della disfunzione endoteliale, presente in questi pazienti.
Per questo studio sono stati arruolati 18 soggetti affetti da sindrome metabolica (secondo i criteri del NCEP-ATP III) e 18 individui sani (gruppo di controllo), che sono stati sottoposti a una serie di test (infusione endoarteriosa di acetilcolina, sodio nitroprussiato e L-NMMA, un inibitore dell’enzima che sintetizza l’NO) e al monitoraggio delle variazioni di flusso ematico dell’avambraccio indotte dalle diverse sostanze.
I risultati dello studio hanno dimostrato che l’infusione intravascolare di grelina normalizza la funzionalità dell’endotelio, aumentando la disponibilità di NO nelle arterie dei pazienti con sindrome metabolica.
“Questo studio consente di compiere un passo avanti nella comprensione dei meccanismi che determinano le complicanze cardio-vascolari nei pazienti con aumento di peso e disturbi metabolici associati”, commenta il Prof. Carmine Cardillo.
“È possibile che la migliore comprensione delle anomalie associate alla sindrome metabolica – conclude il Prof. Manfredi Tesauro, Endocrinologo presso il Dipartimento di Medicina Interna dell’Università Tor Vergata di Roma - possa condurre in futuro a strategie terapeutiche più mirate per la prevenzione del rischio cardio-vascolare”.
In conclusione la grelina sembra in grado di esercitare un effetto protettivo nei confronti dell’aterosclerosi, almeno nelle fasi iniziali del danno. Studi recenti hanno dimostrato che un regolare esercizio fisico e una dieta ipocalorica sono in grado di far nuovamente aumentare i livelli di questo ormone nel sangue dei pazienti in cui questi erano ridotti. Una ragione in più dunque per ‘convertirsi’ a un corretto stile di vita, fatto di buone abitudini a tavola e di attività fisica ragionevole, quale ad esempio mezz’ora di camminata a passo veloce ogni giorno.
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