Originariamente Scritto da ct-7b
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dal mio prox articolo, naturalmente conterrà anche la bibliografia, per adesso fidatevi
" PROTEINE E “LEAN BODY MASS SPARING EFFECT”
Il Santo Graal di ogni atleta, la possibilità di perdere grasso e mantenere o incrementare la propria massa magra.
L’approccio più semplice sarebbe l’uso di steroidi anabolizzanti, ma si dovrà “lottare” con i vari problemi dati dall’uso di queste sostanze. Per ovviare a questa “pratica” non molto salutare ho spulciato le varie riviste scintifiche a lungo e molto “violentemente”. La domanda che mi premeva le meningi era “come posso, con la sola alimentazione, cambiare la mia composizione corporea senza buttarmi in cicli di massa da accumulo di adipe e cicli di definizione da perdita di forza?”
La risposta era semplice; le proteine.
Tutti si focalizzano sull’importanza del consumo di carboidrati esaltando le capacità anaboliche dell’insulina, molti però perdono di vista la forza dell’insulina nella lipogenesi, specialmente a livelli fisiologici elevati (come dopo un pasto ricco di glicidi).
Nessuno studio riportava questa grande capacità anabolica “donata” all’insulina, nessuno. Ogni ricerca che leggevo riportava solo una sua forza anabolica sul tessuto magro data dalla capacità dell’insulina di bloccare la proteolisi (catabolismo delle proteine tissutali). La sola insulina in privazione di aminoacidi essenziali (specialmente la leucina) non mostrava alcuna capacità anabolica diretta. Decisi quindi di ricercare studi sulla sola integrazione proteica post allenamento. La luce! Bastano solo 6gr di BCAA per stimolare una netta sintesi proteica nell’immediato post allenamento,ma non s nota alcun tamponamento della proteolisi. Come si può rimedare a questo?
Trovai alcuni studi riguardo la capacità delle proteine animali di migliorare la tolleranza al glucosio, quindi le proteine, specialmente quella di derivazione animale, hanno una intrinseca capacità di elevare il livello di insulina, ma a livelli non così elevati come dopo il consumo di un pasto ricco in carboidrati, ciò permette una inibizione della proteolisi, ma non un blocco della lipolisi. La risposta era quindi semplice:”aumentare il consumo proteico” e mantenere un consumo glicidico solo ed esclusivamente come “carburante” per l’allenamento.
L’unico problema risiede nella nostra mentalità, oscurata dal paraocchi di nutrizioni le cui uniche fonti di aggiornamento risiedono in riviste come Panorama ed Eva 3000.
“Dosi superiori al grammo di proteine per chilo di peso sono pericolose e portano, nel lungo tempo, a nefropatia ed insufficienza epatica” una frase che è spesso ritrovata in molte riviste del settore.
Il problema è che io, in nessuna rivista scientifica, sono riuscito a trovare uno e dico UNO studio che provasse questa “tesi”, anzi, leggevo sempre nuovo ricerche che mostravano come un aumento del consumo di proteine animale favorisse il benessere dell’organismo ed evitasse il normale deterioramento della massa magra in età avanzata. Nessuno studio riportava variazione dei valori ematici con dosi proteiche che raggiungevano i 3,2gr x kg di peso. Altri studi che prendevano come soggeti atleti di potenza notavano che, per ottenere un bilancio azotato positivo, i soggeti avevano bisogno di minimo 2,2gr di proteine per kg di peso totale. Tal fabbisogno schizzava a 3,2/4 gr per kg di peso riguardo ad atleti impegniati sia in allenamenti di potenza che in allenamenti aerobici.
Quindi non vedo fondamento in queste “elucubrazioni” dei nostri nutrizionisti italiani che continuano a consigliare un forte consumo di alimenti amidacei a individui affetti da diabete."
" PROTEINE E “LEAN BODY MASS SPARING EFFECT”
Il Santo Graal di ogni atleta, la possibilità di perdere grasso e mantenere o incrementare la propria massa magra.
L’approccio più semplice sarebbe l’uso di steroidi anabolizzanti, ma si dovrà “lottare” con i vari problemi dati dall’uso di queste sostanze. Per ovviare a questa “pratica” non molto salutare ho spulciato le varie riviste scintifiche a lungo e molto “violentemente”. La domanda che mi premeva le meningi era “come posso, con la sola alimentazione, cambiare la mia composizione corporea senza buttarmi in cicli di massa da accumulo di adipe e cicli di definizione da perdita di forza?”
La risposta era semplice; le proteine.
Tutti si focalizzano sull’importanza del consumo di carboidrati esaltando le capacità anaboliche dell’insulina, molti però perdono di vista la forza dell’insulina nella lipogenesi, specialmente a livelli fisiologici elevati (come dopo un pasto ricco di glicidi).
Nessuno studio riportava questa grande capacità anabolica “donata” all’insulina, nessuno. Ogni ricerca che leggevo riportava solo una sua forza anabolica sul tessuto magro data dalla capacità dell’insulina di bloccare la proteolisi (catabolismo delle proteine tissutali). La sola insulina in privazione di aminoacidi essenziali (specialmente la leucina) non mostrava alcuna capacità anabolica diretta. Decisi quindi di ricercare studi sulla sola integrazione proteica post allenamento. La luce! Bastano solo 6gr di BCAA per stimolare una netta sintesi proteica nell’immediato post allenamento,ma non s nota alcun tamponamento della proteolisi. Come si può rimedare a questo?
Trovai alcuni studi riguardo la capacità delle proteine animali di migliorare la tolleranza al glucosio, quindi le proteine, specialmente quella di derivazione animale, hanno una intrinseca capacità di elevare il livello di insulina, ma a livelli non così elevati come dopo il consumo di un pasto ricco in carboidrati, ciò permette una inibizione della proteolisi, ma non un blocco della lipolisi. La risposta era quindi semplice:”aumentare il consumo proteico” e mantenere un consumo glicidico solo ed esclusivamente come “carburante” per l’allenamento.
L’unico problema risiede nella nostra mentalità, oscurata dal paraocchi di nutrizioni le cui uniche fonti di aggiornamento risiedono in riviste come Panorama ed Eva 3000.
“Dosi superiori al grammo di proteine per chilo di peso sono pericolose e portano, nel lungo tempo, a nefropatia ed insufficienza epatica” una frase che è spesso ritrovata in molte riviste del settore.
Il problema è che io, in nessuna rivista scientifica, sono riuscito a trovare uno e dico UNO studio che provasse questa “tesi”, anzi, leggevo sempre nuovo ricerche che mostravano come un aumento del consumo di proteine animale favorisse il benessere dell’organismo ed evitasse il normale deterioramento della massa magra in età avanzata. Nessuno studio riportava variazione dei valori ematici con dosi proteiche che raggiungevano i 3,2gr x kg di peso. Altri studi che prendevano come soggeti atleti di potenza notavano che, per ottenere un bilancio azotato positivo, i soggeti avevano bisogno di minimo 2,2gr di proteine per kg di peso totale. Tal fabbisogno schizzava a 3,2/4 gr per kg di peso riguardo ad atleti impegniati sia in allenamenti di potenza che in allenamenti aerobici.
Quindi non vedo fondamento in queste “elucubrazioni” dei nostri nutrizionisti italiani che continuano a consigliare un forte consumo di alimenti amidacei a individui affetti da diabete."
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