La dieta del futuro si baserà sul nostro passato.
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Leggendo la letteratura scientifica del settore, i libri recenti sull'alimentazione e curiosando su internet posso tranquillamente affermare che la dieta che seguiremo per essere in forma e magri sarà sempre più un riflesso del nostro passato di cacciatori, quindi basata su alte percentuali di proteine e grassi e pochissimi carboidrati.
In particolare i ricercatori hanno messo in evidenza come con la nascita dell'agricoltura, otto/diecimila anni fa, quindi con il conseguente consumo massiccio nella dieta di carboidrati, il nostro organismo ha reagito con varie malattie prima inesistenti, quali diabete ed obesità.
In ultima analisi non sarebbero i grassi a fare ingrassare ma i carboidrati in eccesso; uno studio scientifico degli anni cinquanta conferma questa tesi, infatti un gruppo di pazienti fu sottoposto prima ad una dieta ipocalorica di 1.000 calorie al giorno di cui il 90% proveniente dai grassi e poi furono sottoposti allo stesso regime calorico ma con il 90% delle calorie proveniente dai carboidrati. Ebbene quando la maggior parte delle calorie proveniva dai grassi il gruppo perse una buona quota di massa grassa, mentre con il 90% di carboidrati non successe nulla.
Da questo studio, e da altri simili, ne viene fuori che il "nemico" da tenere sotto controllo, per rimanere e/o diventare magri, non sono i grassi ma l'insulina; che è si un potente ormone anabolico, ma che se non viene tenuto moderato ha una forte azione lipogenica (ossia che induce la produzione di grasso).
Gli scienziati noti anche al mondo del fitness negli ultimi tempi ci hanno proposto delle diete da loro perfezionate che tengono conto proprio di questo, cito qui le più note come: la dieta a "Zona" del biochimico americano Barry Sears dove i carboidrati assunti giornalmente non superano il 40% e la "Dieta Metabolica" del dott. Mauro Di Pasquale dove si osservano 5 giorni settimanali a bassi carboidrati, intorno ai 30 grammi giornalieri, e 1-2 giorni di carboidrati alti.
Vediamo ora perchè è importante il controllo dell'insulina per avere il corpo magro che desideriamo.
Dopo un pasto prettamente glucidico, quello che per intenderci viene consigliato dai dietologi, dove più del 60% delle calorie giornaliere è riservata ai carboidrati, la glicemia (quantità di glucosio presente nel sangue) sale e l'insulina viene secreta per convertire parte del glucosio in glicogeno, che viene immagazzinato nel fegato e nei muscoli per future esigenze energetiche, e la rimanente quantità di glucosio, non avendo nessuna altra destinazione, in grasso corporeo.
Adottando, invece, un regime alimentare ipoglucidico, iperlipidico e iperproteico la situazione ormonale cambia totalmente a favore della lipolisi (smaltimento del grasso); infatti questo regime alimentare massimizza la produzione/cooperazione tra di loro dei potentissimi ormoni: testosterone, GH ed insulina in modo da rassodare e modellare il corpo mentre si perde grasso.
L'energia necessaria alle funzioni basi e a quelle per le varie attività fisiche sarà ricavata in modo diverso grazie allo "spostamento metabolico" del nostro organismo che passa dall'essere una macchina brucia-carboidrati ad una brucia-grassi.
Infatti quando i carboidrati rappresentano la maggior parte della dieta il corpo semplicemente brucerà il glucosio dei carboidrati per trarne energia, mentre quando sono i grassi e le proteine a costituire la quota più abbondante della dieta l'energia sarà ricavata dagli acidi grassi liberi dell'alimentazione e dall'adipe immagazzinato nel corpo.
Questo avviene perchè una dieta ricca di grassi attiva gli enzimi lipolitici e riduce l'attività di quelli lipogeni, mentre una dieta ricca di carboidrati, con i suoi alti livelli di insulina, attiva gli enzimi lipogeni e riduce l'attività di quelli lipolitici.
Altro effetto importante dello "spostamento metabolico" è il risparmio delle proteine muscolari a scopi energetici, infatti il discorso sugli enzimi menzionato prima rende giustizia al fatto che il corpo brucerà molto di più i grassi di deposito che le proteine. Questo invece non avviene nelle diete ad alti carboidrati dove gli enzimi lipolitici sono inibiti dall'azione dell'insulina e quindi se fosse necessaria una quota aggiuntiva di energia, dopo che il glucosio e il glicogeno sono esauriti, la via preferenziale sarà quella della scomposizione delle proteine muscolari in aminoacidi per la susseguente neoglucogenesi.
I regimi alimentari tipo dieta metabolica e simili, comunque caratterizzati dal basso consumo di carboidrati, sono anche compatibili con gli studi del dott. Peter J. D'adamo, noto ricercatore nell'ambito della medicina naturopatica, che associa ad ognuno dei 4 gruppi sanguigni un tipo di alimentazione diversa per raggiungere il perso ideale e vivere sani e più a lungo. Infatti circa l'80-85% della popolazione mondiale appartiene al gruppo sanguigno 0 (zero), il più antico sulla scala evoluzionistica dei gruppi sanguini.
Questo gruppo ci è stato tramandato proprio dai nostri progenitori cacciatori che dalle proteine e dai grassi, della dieta prettamente carnea di cui potevano disporre, ricavavano tutta l'energia di cui avevano bisogno. Ecco quindi un'altra tesi scientifica, di tipo biologico/antropologico, che avvalora quella del basso consumo di carboidrati nella dieta.
Concludendo mi chiedo, visto che le ricerche sul nostro passato di cacciatori oltre che fatto sviluppare sistemi di allenamento molto validi simili agli sforzi che facevano i nostri progenitori dotati di grosse masse muscolari, quindi con allenamenti del tipo breve/intenso/infrequente, hanno anche sviluppato queste nuove validissime teorie nutrizionali che sono sicuro avranno un enorme successo, chissà se in futuro per migliorare sempre di più la nostra forma fisica non torneremo a vivere nelle caverne con in mano una clava a inventare la ruota.
Bibliografia: "The Metabolic Diet" (Mauro Di Pasquale); "The Zone" (Barry Sears); "Eat Right 4 Your Type" (Peter J. D'adamo)
Salve ragazzi, quest'articolo l'ho scritto per Bodynet.org e vorrei sapere voi cosa ne pensate?
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Leggendo la letteratura scientifica del settore, i libri recenti sull'alimentazione e curiosando su internet posso tranquillamente affermare che la dieta che seguiremo per essere in forma e magri sarà sempre più un riflesso del nostro passato di cacciatori, quindi basata su alte percentuali di proteine e grassi e pochissimi carboidrati.
In particolare i ricercatori hanno messo in evidenza come con la nascita dell'agricoltura, otto/diecimila anni fa, quindi con il conseguente consumo massiccio nella dieta di carboidrati, il nostro organismo ha reagito con varie malattie prima inesistenti, quali diabete ed obesità.
In ultima analisi non sarebbero i grassi a fare ingrassare ma i carboidrati in eccesso; uno studio scientifico degli anni cinquanta conferma questa tesi, infatti un gruppo di pazienti fu sottoposto prima ad una dieta ipocalorica di 1.000 calorie al giorno di cui il 90% proveniente dai grassi e poi furono sottoposti allo stesso regime calorico ma con il 90% delle calorie proveniente dai carboidrati. Ebbene quando la maggior parte delle calorie proveniva dai grassi il gruppo perse una buona quota di massa grassa, mentre con il 90% di carboidrati non successe nulla.
Da questo studio, e da altri simili, ne viene fuori che il "nemico" da tenere sotto controllo, per rimanere e/o diventare magri, non sono i grassi ma l'insulina; che è si un potente ormone anabolico, ma che se non viene tenuto moderato ha una forte azione lipogenica (ossia che induce la produzione di grasso).
Gli scienziati noti anche al mondo del fitness negli ultimi tempi ci hanno proposto delle diete da loro perfezionate che tengono conto proprio di questo, cito qui le più note come: la dieta a "Zona" del biochimico americano Barry Sears dove i carboidrati assunti giornalmente non superano il 40% e la "Dieta Metabolica" del dott. Mauro Di Pasquale dove si osservano 5 giorni settimanali a bassi carboidrati, intorno ai 30 grammi giornalieri, e 1-2 giorni di carboidrati alti.
Vediamo ora perchè è importante il controllo dell'insulina per avere il corpo magro che desideriamo.
Dopo un pasto prettamente glucidico, quello che per intenderci viene consigliato dai dietologi, dove più del 60% delle calorie giornaliere è riservata ai carboidrati, la glicemia (quantità di glucosio presente nel sangue) sale e l'insulina viene secreta per convertire parte del glucosio in glicogeno, che viene immagazzinato nel fegato e nei muscoli per future esigenze energetiche, e la rimanente quantità di glucosio, non avendo nessuna altra destinazione, in grasso corporeo.
Adottando, invece, un regime alimentare ipoglucidico, iperlipidico e iperproteico la situazione ormonale cambia totalmente a favore della lipolisi (smaltimento del grasso); infatti questo regime alimentare massimizza la produzione/cooperazione tra di loro dei potentissimi ormoni: testosterone, GH ed insulina in modo da rassodare e modellare il corpo mentre si perde grasso.
L'energia necessaria alle funzioni basi e a quelle per le varie attività fisiche sarà ricavata in modo diverso grazie allo "spostamento metabolico" del nostro organismo che passa dall'essere una macchina brucia-carboidrati ad una brucia-grassi.
Infatti quando i carboidrati rappresentano la maggior parte della dieta il corpo semplicemente brucerà il glucosio dei carboidrati per trarne energia, mentre quando sono i grassi e le proteine a costituire la quota più abbondante della dieta l'energia sarà ricavata dagli acidi grassi liberi dell'alimentazione e dall'adipe immagazzinato nel corpo.
Questo avviene perchè una dieta ricca di grassi attiva gli enzimi lipolitici e riduce l'attività di quelli lipogeni, mentre una dieta ricca di carboidrati, con i suoi alti livelli di insulina, attiva gli enzimi lipogeni e riduce l'attività di quelli lipolitici.
Altro effetto importante dello "spostamento metabolico" è il risparmio delle proteine muscolari a scopi energetici, infatti il discorso sugli enzimi menzionato prima rende giustizia al fatto che il corpo brucerà molto di più i grassi di deposito che le proteine. Questo invece non avviene nelle diete ad alti carboidrati dove gli enzimi lipolitici sono inibiti dall'azione dell'insulina e quindi se fosse necessaria una quota aggiuntiva di energia, dopo che il glucosio e il glicogeno sono esauriti, la via preferenziale sarà quella della scomposizione delle proteine muscolari in aminoacidi per la susseguente neoglucogenesi.
I regimi alimentari tipo dieta metabolica e simili, comunque caratterizzati dal basso consumo di carboidrati, sono anche compatibili con gli studi del dott. Peter J. D'adamo, noto ricercatore nell'ambito della medicina naturopatica, che associa ad ognuno dei 4 gruppi sanguigni un tipo di alimentazione diversa per raggiungere il perso ideale e vivere sani e più a lungo. Infatti circa l'80-85% della popolazione mondiale appartiene al gruppo sanguigno 0 (zero), il più antico sulla scala evoluzionistica dei gruppi sanguini.
Questo gruppo ci è stato tramandato proprio dai nostri progenitori cacciatori che dalle proteine e dai grassi, della dieta prettamente carnea di cui potevano disporre, ricavavano tutta l'energia di cui avevano bisogno. Ecco quindi un'altra tesi scientifica, di tipo biologico/antropologico, che avvalora quella del basso consumo di carboidrati nella dieta.
Concludendo mi chiedo, visto che le ricerche sul nostro passato di cacciatori oltre che fatto sviluppare sistemi di allenamento molto validi simili agli sforzi che facevano i nostri progenitori dotati di grosse masse muscolari, quindi con allenamenti del tipo breve/intenso/infrequente, hanno anche sviluppato queste nuove validissime teorie nutrizionali che sono sicuro avranno un enorme successo, chissà se in futuro per migliorare sempre di più la nostra forma fisica non torneremo a vivere nelle caverne con in mano una clava a inventare la ruota.
Bibliografia: "The Metabolic Diet" (Mauro Di Pasquale); "The Zone" (Barry Sears); "Eat Right 4 Your Type" (Peter J. D'adamo)
Salve ragazzi, quest'articolo l'ho scritto per Bodynet.org e vorrei sapere voi cosa ne pensate?
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