Originariamente Scritto da richard
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L'estrema dinamicità e plasticità del turnover proteico (processo che coinvolge per il 5-10 % il sistema muscolare periferico e per i restanti 90-95 % gli altri tessuti magri, soprattutto fegato, stomaco, reni e cuore) fa in modo che anche nell'intervallo tra due pasti giornalieri (ovvero dal periodo postprandiale fino a prima del pasto successivo) il bilancio proteico complessivo cambi da netto accumulo a netta perdita, per poi ritornare positivo poco dopo mangiato.
Quindi l'intero organismo passa da "fasi anaboliche" a "fasi cataboliche" (assolutamente inevitabili e naturali) continuamente (a intervalli di poche ore) nell'arco della giornata e questo indipendentemente dal tipo di dieta (normocalorica).
(A questo punto mi piacerebbe rimarcare che la qualità della composizione corporea non è conseguenza di un netto e duraturo "anabolismo" a livello di sistema muscolare periferico (stato, peraltro, impossibile da realizzare), ma di un efficiente e dinamico sistema di adattamento che stimoli e renda ottimizzato il continuo turnover proteico.)
Durante queste naturali "fasi cataboliche" gli amino acidi sono mobilizzati da vari tessuti (come quello muscolare periferico) e rediretti a mantenere la sintesi in altri come, ad esempio, il fegato allo scopo di fornire i substrati per la gluconeogenesi fondamentale per preservare i livelli di glucosio nel sangue (segue una riduzione dell'insulina e una predisposizione all'aumento di glucagone).
Se il digiuno è prolungato per 24 ore, l'organismo accentua i meccanismi descritti (gluconeogenesi e riassetto ormonale), innesca la mobilitazione di FFA (come già osservato da ct-7b
) per la produzione di energia e si predispone a rallentare il turnover proteico ("sparing proteico": più lenta proteolisi e più lenta proteosintesi ) anche allo scopo di minimizzare il dispendio energetico ad esso associato e riequilibrarne il bilancio.
Di quanto descritto, l'aspetto negativo ai fini della costruzione muscolare è soprattutto il rallentamento del turnover proteico periferico che, se protratto, può perturbare il rendimento di adattamento associato ad un qualsiasi stimolo allenante.
Se non prescritto per particolari condizioni di salute, un digiuno prolungato 24 ore appare, se non immediatamente dannoso, sicuramente generalmente inutile.
Chiaramente diversa è la situazione di digiuno pianificato nell'ambito di un programma di alternanza calorica, purché vi sia il controllo dei parametri di adattamento.
Sono dell'avviso che, a un giorno di digiuno non debba seguire necessariamente un giorno di raddoppio calorico rispetto alla TDEE, ma la cosa vada stabilita in accordo al tipo di alternanza, ai soggettivi livelli di adattamento e, quindi, agli scopi prefissi.
Quindi l'intero organismo passa da "fasi anaboliche" a "fasi cataboliche" (assolutamente inevitabili e naturali) continuamente (a intervalli di poche ore) nell'arco della giornata e questo indipendentemente dal tipo di dieta (normocalorica).
(A questo punto mi piacerebbe rimarcare che la qualità della composizione corporea non è conseguenza di un netto e duraturo "anabolismo" a livello di sistema muscolare periferico (stato, peraltro, impossibile da realizzare), ma di un efficiente e dinamico sistema di adattamento che stimoli e renda ottimizzato il continuo turnover proteico.)
Durante queste naturali "fasi cataboliche" gli amino acidi sono mobilizzati da vari tessuti (come quello muscolare periferico) e rediretti a mantenere la sintesi in altri come, ad esempio, il fegato allo scopo di fornire i substrati per la gluconeogenesi fondamentale per preservare i livelli di glucosio nel sangue (segue una riduzione dell'insulina e una predisposizione all'aumento di glucagone).
Se il digiuno è prolungato per 24 ore, l'organismo accentua i meccanismi descritti (gluconeogenesi e riassetto ormonale), innesca la mobilitazione di FFA (come già osservato da ct-7b
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Di quanto descritto, l'aspetto negativo ai fini della costruzione muscolare è soprattutto il rallentamento del turnover proteico periferico che, se protratto, può perturbare il rendimento di adattamento associato ad un qualsiasi stimolo allenante.
Se non prescritto per particolari condizioni di salute, un digiuno prolungato 24 ore appare, se non immediatamente dannoso, sicuramente generalmente inutile.
Chiaramente diversa è la situazione di digiuno pianificato nell'ambito di un programma di alternanza calorica, purché vi sia il controllo dei parametri di adattamento.
Sono dell'avviso che, a un giorno di digiuno non debba seguire necessariamente un giorno di raddoppio calorico rispetto alla TDEE, ma la cosa vada stabilita in accordo al tipo di alternanza, ai soggettivi livelli di adattamento e, quindi, agli scopi prefissi.
ottimo come sempre..Richard
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