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dovrebbe esserci in farma un test per misurare il bilancio di azoto scoprendo se positivo o negativo, sarebbe un test molto utile perche metterebbe la parola fine sul numero di prot di cui sogg abbiamo bisogno....
ma qualcuno ne sa qualcosa ?
dovrebbe esserci in farma un test per misurare il bilancio di azoto scoprendo se positivo o negativo, sarebbe un test molto utile perche metterebbe la parola fine sul numero di prot di cui sogg abbiamo bisogno....
ma qualcuno ne sa qualcosa ?
Avrebbe una qualche utilità, ma non metterebbe di certo la parola "fine" ...
Il bilancio azotato stabilisce semplicemente lo scarto tra azoto immagazzinato (tramite la dieta) e l'azoto espulso (in maniera assolutamente predominante con le urine) e fornisce, quindi, informazione sul bilancio proteico globale dell'organismo.
Di fatto, però, è una misura "statica" e non da alcuna informazione sulla dinamica di sintesi e di degrado delle stesse proteine (un bilancio di azoto negativo, ad esempio, può essere determinato da un lack nella sintesi proteica, da una accelerata degradazione proteica o dalla concomitanza dei due fattori).
Inoltre dal semplice bilancio azotato non si può risalire a quali organi stiano immagazzinando proteine e quali invece le stiano perdendo. A tal proposito va rimarcato che la sintesi proteica interessa non solo il tessuto muscolare periferico, ma coinvolge, con varie percentuali, tutti gli organi. A titolo di esempio ecco le percentuali tipiche (individuo sano e normale attività fisica) di sintesi proteica giornaliera relative a vari tessuti:
- stomaco ed esofago: circa il 60% della sintesi proteica giornaliera;
- fegato: circa il 20% della sintesi proteica giornaliera;
- cuore: circa il 5% della sintesi proteica giornaliera;
- muscoli: circa il 3% della sintesi proteica giornaliera;
il resto ad altri tessuti.
[I dati sono stati estrapolati da:
Garlick P. J., McNurlan M. A., and Wemerman J. (1994), "Measurement of tissue protein synthesis rates in vivo: A critical analysis of contrasting methods", Am. J. Physiol. 266: E287-E297.]
Per quanto approssimativi e relativi solo a misure in vivo, i valori numerici evidenziano che la sintesi proteica a livello muscolare è solo una ridotta percentuale della sintesi proteica totale.
Inoltre, tale sintesi è accompagnata da un corrispondente degrado (proteolisi) in modo che l'organismo tenda, in maniera naturale, ad uno stato di equilibrio (come sempre accade in situazione di omeostasi). A questo è deputato, chiaramente, il sistema endocrino.
Quindi, ad una esagerata immissione proteica con la dieta, non solo corrisponde tipicamente una aumentata proteolisi (per preservare il bilancio azotato), ma non è nemmeno detto che il turnover influenzi in maniera preponderante il tessuto muscolare periferico.
Ovviamente le esigenze di adattamento indotte dallo stimolo (allenamento) fanno aumentare le percentuali di sintesi a carico del tessuto muscolare periferico e, cosa realmente importante, rendono più dinamico il turnover (primo presupposto per la crescita muscolare): quindi un atleta necessita, chiaramente, di un aumentato introito proteico rispetto ad un individuo "comune". Ma questo non significa sia necessaria una spropositata quantità di proteine per garantire una rapida ed efficace fase di adattamento: la maggior parte delle ricerche scientifiche attuali sembra porre a 2 g/kg il limite per la quantità proteica efficace giornaliera al fine di un pronto adattamento muscolare (e, quindi, relativa crescita).
Avrebbe una qualche utilità, ma non metterebbe di certo la parola "fine" ...
Il bilancio azotato stabilisce semplicemente lo scarto tra azoto immagazzinato (tramite la dieta) e l'azoto espulso (in maniera assolutamente predominante con le urine) e fornisce, quindi, informazione sul bilancio proteico globale dell'organismo.
Di fatto, però, è una misura "statica" e non da alcuna informazione sulla dinamica di sintesi e di degrado delle stesse proteine (un bilancio di azoto negativo, ad esempio, può essere determinato da un lack nella sintesi proteica, da una accelerata degradazione proteica o dalla concomitanza dei due fattori).
Inoltre dal semplice bilancio azotato non si può risalire a quali organi stiano immagazzinando proteine e quali invece le stiano perdendo. A tal proposito va rimarcato che la sintesi proteica interessa non solo il tessuto muscolare periferico, ma coinvolge, con varie percentuali, tutti gli organi. A titolo di esempio ecco le percentuali tipiche (individuo sano e normale attività fisica) di sintesi proteica giornaliera relative a vari tessuti:
- stomaco ed esofago: circa il 60% della sintesi proteica giornaliera;
- fegato: circa il 20% della sintesi proteica giornaliera;
- cuore: circa il 5% della sintesi proteica giornaliera;
- muscoli: circa il 3% della sintesi proteica giornaliera;
il resto ad altri tessuti.
[I dati sono stati estrapolati da:
Garlick P. J., McNurlan M. A., and Wemerman J. (1994), "Measurement of tissue protein synthesis rates in vivo: A critical analysis of contrasting methods", Am. J. Physiol. 266: E287-E297.]
Per quanto approssimativi e relativi solo a misure in vivo, i valori numerici evidenziano che la sintesi proteica a livello muscolare è solo una ridotta percentuale della sintesi proteica totale.
Inoltre, tale sintesi è accompagnata da un corrispondente degrado (proteolisi) in modo che l'organismo tenda, in maniera naturale, ad uno stato di equilibrio (come sempre accade in situazione di omeostasi). A questo è deputato, chiaramente, il sistema endocrino.
Quindi, ad una esagerata immissione proteica con la dieta, non solo corrisponde tipicamente una aumentata proteolisi (per preservare il bilancio azotato), ma non è nemmeno detto che il turnover influenzi in maniera preponderante il tessuto muscolare periferico.
Ovviamente le esigenze di adattamento indotte dallo stimolo (allenamento) fanno aumentare le percentuali di sintesi a carico del tessuto muscolare periferico e, cosa realmente importante, rendono più dinamico il turnover (primo presupposto per la crescita muscolare): quindi un atleta necessita, chiaramente, di un aumentato introito proteico rispetto ad un individuo "comune". Ma questo non significa sia necessaria una spropositata quantità di proteine per garantire una rapida ed efficace fase di adattamento: la maggior parte delle ricerche scientifiche attuali sembra porre a 2 g/kg il limite per la quantità proteica efficace giornaliera al fine di un pronto adattamento muscolare (e, quindi, relativa crescita).
in pratica l'idea era questa...: se il bilancio di azoto è positivo stiamo ingerendo come minimo il giusto numero di prot per permettere il turover , se è negativo ne stiamo perdendo piu di quelle che costruiamo e quindi dovremmo aumentarle, la cosa è corretta per te?
in pratica l'idea era questa...: se il bilancio di azoto è positivo stiamo ingerendo come minimo il giusto numero di prot per permettere il turover , se è negativo ne stiamo perdendo piu di quelle che costruiamo e quindi dovremmo aumentarle, la cosa è corretta per te?
Esclusi casi patologici (di cui bisognerebbe cominciare a sospettare nell'impossibilità di fissare il bilancio d'azoto nel medio e nel lungo termine, anche tramite drastiche correzioni alla dieta), l'organismo tende in maniera naturale al bilancio azotato.
Pertanto, la sintesi e la degradazione proteica sono regolate anche allo scopo di ripristinare tale equilibrio. Una dieta iperproteica protratta nel tempo comporterebbe, a lungo andare, un aumento della proteolisi fino a ristabilire il bilancio azotato (che non risulterebbe così più positivo).
Un aumento proteico, quindi, comporterebbe un bilancio positivo nell'immediato, ma non sarebbe più indicativo nel medio e nel lungo termine.
D'altra parte, non è affatto detto che il periodo di bilancio positivo corrisponda, necessariamente, ad una aumentata sintesi proteica a livello di tessuto muscolare periferico (ciò che realmente interessa a un bodybuilder): a tal proposito, molto dipende dal tipo di allenamento e stimolo ricevuto nel contempo.
In maniera analoga, un deficit d'azoto verrebbe, probabilmente, colmato tramite un rallentamento della proteolisi globale a tutto svantaggio del turnover di adattamento (e, a medio e lungo termine, avremmo comunque il bilancio d'azoto).
In sintesi, il rischio è che l'adattamento alle condizioni alimentari (iper- o ipo- proteiche) non renda più (neanche parzialmente) informativo il risultato del test.
e quanto ci vuole prima che da un bilancio di azoto positivo indotto da una dieta iperproteica il corpo ristabilisca l'omeostasi aumentando il turnover ? non intendo un dato preciso ma giusto per capire se si parla di ore di giorni o di mesi.
e quanto ci vuole prima che da un bilancio di azoto positivo indotto da una dieta iperproteica il corpo ristabilisca l'omeostasi aumentando il turnover ? non intendo un dato preciso ma giusto per capire se si parla di ore di giorni o di mesi.
La domanda non risulta affatto di semplice risposta per svariate ragioni.
Intanto, il bilancio d'azoto si riferisce ad una situazione "globale" a cui contribuiscono meccanismi di sintesi e degrado di natura e provenienza molto diverse. Ciò significa che uno stesso (numericamente) bilancio positivo può perdurare più o meno a lungo a seconda che sia indotto da
- un incremento della sintesi proteica di un tessuto piuttosto che un altro;
- una ridotta degradazione proteica da parte di un tessuto piuttosto che un altro;
- la concomitanza di entrambi i precedenti fattori.
D'altra parte, anche fissato lo stesso tessuto (ad esempio quello del fegato di un ratto), le misure dei rate di turnover di vari enzimi possono avere tempi di dimezzamento estremamente variabili che vanno dalle decine di minuti (ornitina decarboxidasi) alle due settimane (NAD+ nucleosidase).
[Puoi trovare qui alcuni dati interessanti sul turnover proteico dei mammiferi:
Waterlow J. C., Garlick P. J., and Millward D. J. (1978), "Protein Turnover in Mammalian Tissues and in the Whole Body", pp.490-492, North-Holland Publishing, Amsterdam.]
Si capisce, quindi, che gli stessi tempi di ripristino del bilancio d'azoto possono presentare altrettanta ampia variabilità.
Un contributo rilevante a tali tempi sarà, con tutta probabilità, anche dato dal tipo di vita e di condizione fisica (nonché di forma sportiva) del soggetto in considerazione.
Il problema del bilancio d'azoto è, in sostanza, proprio dovuto al fatto che risulta una grandezza "statica" e "globale" e fornisce, quindi, relativamente poche informazioni sui meccanismi dinamici di adattamento.
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