Si vero, nelle alzate Olimpiche e’ necessario per ovvie ragioni.
Negli esercizi a traiettoria verticale fissa e’ invece indicativo di inadatta distribuzione dei movimenti articolari, che sia per alterato timing o per questioni di flessibilita’ relativa muscolare o restrizioni/cedimenti articolari (a dire il vero sono tutte quasi sempre coesistenti).
Quando rileviamo una certa disarmonia nelle esecuzioni dovremmo agire su quei tre fronti con le opportune strategie, dipendenti chiaramente dal soggetto.
Fintanto che si tratta di fattori modificabili, e’ opportuno lavorarci su.
Se ci sono elementi immodificabili (peculiarita’ anatomiche, sequele di infortuni, etc), potrebbe essere piu’ saggio cambiare esercizio.
Con questo semplice “algoritmo” riusciamo a ottimizzare la performance potenziale, in pratica spianiamo il campo...il resto dipende da quanto ci facciamo il ****
Negli esercizi a traiettoria verticale fissa e’ invece indicativo di inadatta distribuzione dei movimenti articolari, che sia per alterato timing o per questioni di flessibilita’ relativa muscolare o restrizioni/cedimenti articolari (a dire il vero sono tutte quasi sempre coesistenti).
Quando rileviamo una certa disarmonia nelle esecuzioni dovremmo agire su quei tre fronti con le opportune strategie, dipendenti chiaramente dal soggetto.
Fintanto che si tratta di fattori modificabili, e’ opportuno lavorarci su.
Se ci sono elementi immodificabili (peculiarita’ anatomiche, sequele di infortuni, etc), potrebbe essere piu’ saggio cambiare esercizio.
Con questo semplice “algoritmo” riusciamo a ottimizzare la performance potenziale, in pratica spianiamo il campo...il resto dipende da quanto ci facciamo il ****
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