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It's a long way to the top (if you wanna Body 'N' Building)
Stallo nelle trazioni con un carico...provo a "far sentire" un carico maggiore.
Al di la' dei presupposti neurofisiologici (pur presenti), e' un modo per affrontare la sfida in maniera piu' grintosa.
Sul versante ripetizioni, si puo' agire sull'aumento del target.
Sul versante meccanico, si puo' agire con rialzi, inclinazioni...
Non sempre e' possibile, non sempre e' applicabile. Bisogna mettere LA SICUREZZA prima di tutto.
Il concetto si puo' attuare tanto nella singola seduta, quanto a livello di ciclo.
Hai detto tutto! Quanti "stalli" ho/hai/abbiamo sbloccato così?
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Hai voja!
Poi sia chiaro specie per i novizi: ci sono fasi di aumenti, fasi di stabilizzazione, e fasi di "regressione" in cui bisogna puntare su altro.
Un tempo per essere forti, uno per essere grossi e forti...uno per essere forti...uno per capire dove si e' sbagliato (anzi tanti)..
'nzomma non si progredisce linearmente ma bisogna nel mezzo provare, sbagliare, capire, accettare.
Ci sono stalli ad esempio da cui si esce solo staccando la spina, fermandosi. Come dicevo prima, anche questo rientra nell'ambito della sicurezza laddove articolazioni tendini e testa ci dicono NO
Buona domenica ragazzi. Stamani sveglia presto e sotto con lo studio. Spesso mi capita di andare a rivedere concetti gia' metabolizzati ma che vengono comunque riportati con nuova forza alla luce ad ogni ripresa.
Sono sempre piu' convinto che così come si va dal dentista periodicamente sarebbe opportuno farsi un check sul proprio sistema di movimento.
Il problema e' formare personale competente e in grado di dare le giuste dritte.
La fisioterapia in Italia e' spesso un minestrone inorganico di cose utili, interessanti, luoghi comuni, spersonalizzazione.
Siamo molto ma molto indietro.
E capisco bene chi poi ha una pessima impressione su quello che tanti di noi, in buona fede, fanno.
Come ci si muove influenza come si vive, in maniera piu' o meno determinante.
Sono sempre piu' convinto che così come si va dal dentista periodicamente sarebbe opportuno farsi un check sul proprio sistema di movimento.
Il problema e' formare personale competente e in grado di dare le giuste dritte.
Questo.
Ho scritto della schiena, ho visto più fisioterapisti, due fisiatri per capire solamente come comportarmi da quel giorno in poi...avessi trovato due che mi dicessero le stesse cose.
Alla fine un po’ con i consigli di Fabi, un po’ ora con i tuoi, un po’ con qualche seduta di stretching attivo e passivo con l’aiuto di una ragazza ho risolto il dolore ma probabilmente non la sto trattando come dovrei.
Centri privati che propongono prezzi indecenti e una marea di costi accessori. Il pubblico è inavvicinabile come tempistiche, il convenzionato idem con l’aggiunta di sedute a mio avviso inutili (12 minuti al giorno a che servono? Magari invece sono utilissime eh ma 3 volte che sono andato mi hanno fatto fare 3 esercizi e mi è tornato il dolore con l’aggiunta di frasi che hanno fatto rabbrividire il buon Fabi:” come allenamento da oggi in poi solo nuoto ma evita la rana”).
Non capisco se è un problema formativo o successivo tutta questa mancanza di uniformità.
Entrambi. La formazione universitaria base per quella che e' stata la mia esperienza si e' rivelata meno che mediocre. La formazione post universitaria e' frammentaria e bisogna scegliere bene (io ho avuto la buona sorte di formare la testa prima che "la mano").
Pero' ognuno ci mette il suo.
Ma pensi sia un problema della disciplina e quindi trasversale nei vari paesi o è una criticità tutta Italiana?
a livello universitario dipende da dove "caschi".
Abbiamo eccellenze così come retaggi di parrucconate gerontocratiche.
C'e' un immobilismo e una strenua volonta' a mantenere posizioni di dominanza che toglie respiro alla materia. La dipendenza da classi mediche non sempre illuminate determina tutto questo in aggiunta ad una certa spocchia da parte
dei colleghi.
Fuori Italia dipende, il mondo anglosassone ha un altro approccio e dignita'.
In USA osteopati e chiropratici sono MEDICI, i fisioterapisti fanno ricerca e divulgazione, non parliamo poi di Australia e Nuova Zelanda, avanguardie TOTALI.
Tra l'altro e' recente l'approvazione alla camera del ddl 3868, sul riordino delle profesisoni sanitarie e l'inquadramento di osteopati e chiropratici. Passera' al senato poi piu' avanti si vedra' "come"'organizzeranno il tutto.
Qualche pagina fa ho postato il link ;-)
Si sì ho letto.
Comunque questa cosa dell’Australia e Nuova Zelanda non la sapevo.
io seguo il rugby da sempre e ho giocato per anni prima di scoprire un problema e dover smettere, che è tipo dal 2004 che ho avuto modo di assistere agli allenamenti sia di Australia che di All Blacks che li vedevo trafficare con elastico, TRX, etc. Gia lavoravano il core e compagnia. Interessantissimo!
Comunque nel mio caso il fisiatra mi segnato delle manipolazioni: non ho trovato un medico, perché ho scoperto che le fanno solo i medici, che si “abbassasse” a farle. Bah.
La terapia manipolativa e' uno dei vulnus.
Meglio che mi taccio
Non tacere, è un argomento super interessante per tutti credo. Io alla fine non ne ho fatte però se il fisiatra me le ha consigliate forse sarebbero utili e non sapere dove farle è una rottura.
Dicci Sly, flamma la situazione ahah
Azitutto bisogna capire chi si ha davanti, se ci sono "red flag", cioe' problematiche da controindicazione assoluta al trattamento.
Per manipolazione si intendono tante cose, per antonomasia ci riferiamo alle manovre ad alta velocita' e bassa ampiezza su articolazioni vertebrali e periferiche.
Avere un quadro chiaro del soggetto, corredato da RX, e' un pre-requisito.
Altro pre-requisito, e' saperle fare.
Si possono fare danni enormi senza le dovute misure.
Per esperienza posso dire che le restrizioni articolari trovano beneficio immediato dal trattamento manipolativo.
Le restrizioni muscolari richiedono altro.
Figuriamoci i cedimenti...
Raccomando di NON "scrocchiarsi" da se', si andrebbe sempre a facilitare le disfunzioni.
Concludo dicendo che l'articolarita' una volta ripristinata (e questo nella migliore delle ipotesi..), va mantenuta.
Non siamo solo articolazioni ma anche muscoli, connettivo, sistema nervoso, organi..umanita' :-D
La manipolazione "spaventa" molto medici e operatori e pazienti non adeguatamente formati e informati.
Eccesso di sicurezza che spesso diventa un'opzione valida non percorsa.
In estrema sintesi, son cose che van fatte come si deve da chi sa farle, con la giusta preparazione ;-)
Per dirne una: un blocco tibio-astragalico puo' creare casini nell'accosciata, tra le mille altre cose. Hai voja a stretching dei polpacci e a curare l'esecuzione...se quel blocco non lo levi non squatti come si deve.
E ritorniamo alle restrizioni che si portano dietro cedimenti e viceversa...muscolari e articolari...e che se nella catena un elemento non va tutto il movimento ne risente.
Se la caviglia e' limitante, altri settori compenseranno. E da questo non si scappa. Se poi il compenso va oltre le capacita' di "reggere" del nostro fisico, arrivano disastri.
Prima i casini, poi i disastri.
Non c'e' modello teorico che tenga: la pratica ci da indicazioni che ad ogni rilevamento rendono la teoria sempre suscettibile di modifiche.
Sono i piccoli movimenti accessori che determinano il microtrauma, che poi si manifesta come macrotrauma.
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