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It's a long way to the top (if you wanna Body 'N' Building)
Comunque davvero superati “gli anta” le potenzialita’ dei dischi intervertebrali hanno un crollo pressoche’ verticale.
Avere un core efficiente aiuta tantissimo, ma deve esserlo costantemente.
Curare tutto indipendentemente dall’esercizio, proprio come gesti e gestualita’ del quotidiano, avendo buone abitudini.
È un tema. Da anni ho lasciato lo stacco, faccio poco squat, e in generale mi concentro meno sugli aka "fondamentali". L'obiettivo è fare fitness più a lungo possibile. Poi ci sarà come sempre quello col cuggino che stacca 3q da 40 anni e non ha mai visto un fisioterapista, ma parliamone.
Per estensione ogni struttura corporea in realta’ va incontro a fisiologico invecchiamento, con una discreta accelerazione.
Tendini, legamenti, muscoli, fascia (tende ad addensarsi)…ogni organo e apparato.
Tutto si influenza.
Mantenersi attivi e con uno stile di vita di buon senso non e’ un’opzione, ma e’ mandatorio.
Tanti hanno iniziato ad avere problemi di salute ben prima dei 40, ci sono troppi fattori in ballo.
Alcune cose lasciano strascichi, altre segnano a livello psicologico.
Insomma..la vita e’ una e il tempo concesso e’ un tic tac alla rovescia.
C’e’ chi ha un approccio YOLO, chi vive da malato per crepare da sano, chi e’ abbastanza al di fuori dagli estremi per dare una misura alle cose che fa.
No.
Ma un po' ne ho viste
Discorso poi terra terra pour parler, non sono contro
Comunque quello scritto da Sly è la pura verità
Solo che per accorgermi che il tempo passa ci ho dovuto battere i denti, fortunatamente piano e per tempo
Comunque escludo l’assenza di rigidita’ a qualche livello
Per i fasci inferiori del trapezio, muscolo stabilizzatore globale per eccellenza, prova le tirate a braccia tese in isometria.
Alla sbarra o anche alla lat machine.
In aggiunta, in posizione dip, le scrollate inverse (qui le braccia sono tese lungo i fianchi).
Esercizi uguali ed opposti.
Fondamentale: partire leeeento, tenere isometrica mente moooolto a lungo, e rilasciare leeeentamente.
detto questo, ti parte nelle spinte orizzontali (tipo panche) o verticali (lenti etc)?
C'era il piccolo pettorale a sinistra troppo contratto e che mi portava la spalla un po' in avanti, risolto (fa malissimo per dio)
Se in spinta scendo troppo si eleva attivando il trapezio, in chiusura le perdo perché si aprovo ma vabbe non arrivo in chiusura
Più che altro non capisco il perché di questo problema di attivazione
Ho risolto tanto col fisio eh ma rimangono degli strascichi, sono più curioso del perché che del come risolvere a dire la verità perché è come se non riuscissi a controllarla
La mobilità in generale di quella scapola è un po' limitata, ci sto lavorando con trazioni scapolari, piegamenti a braccia tese oppure con l'elastico alla sbarra tirando di scapole
Ho una leggera asimmetria alla parte centrale del trapezio sinistro e credo c'entri qualcosa
Non voglio farlo diventare l'angolo del consulto scusami, è una curiosità per cercare di capirci di più
Originariamente Scritto da Lorenzo993
non nominare cristo che se ti avesse incontrato avrebbe mandato a mignotte la bibbia e ti avrebbe preso a calci in culo
Figurati Marco, il fatto che tu senta le scapole “diverse” nell’attivazione e in particolare ne senta una piu’ “limitata” come detto e’ frequentissimo.
Il punto e’ che come ti dicevo questa situazione e’ riflesso di qualche “blocco” ancora presente.
Il lavoro attivo in autonomia e’ una cosa importante, ma le manovre effettuate dal terapista sono il punto di partenza in questi casi.
Le scapole vanno, letteralmente, mobilizzate (ci sono manovre specifiche), e questo contribuisce a “sbloccare” anche le situazioni piu’ ostiche in assenza di specifiche problematiche piu’ importanti.
In pratica si afferra la scapola del paziente, prima da seduto, poi in decubito laterale (sdraiato sul fianco) con una mano mentre con l’altra si esegue la manovra, andando nelle direzioni dapprima concesse e poi cercando di guadagnare range di movimento.
E’ uno degli interventi manuali principali sulla scapola e fornisce una liberta’ notevole, certo ci si deve molto insistere spesso.
Altro punto chiave e’ la zona cervicale, ci sono muscoli che dal collo vanno alla scapola.
Le braccia: anche qui, per via delle connessioni miofasciali.
Purtroppo in autonomia alcuni blocchi non si riescono a togliere, il consiglio e’ di tornare dal fisio piu’ avanti per un “richiamo”, non sempre la risoluzione e’ immediata.
Con un buon lavoro manuale associato all’esercizio autonomo i risultati sono eccellenti.
Detto questo, il concetto fondamentale e’ che i problemi di controllo/attivazione e flessibilita’ relativa (rigidita’/restrizioni) vanno sempre a braccetto perche’ uno influenza l’anltro, diventandone causa e conseguenza.
”sentire limitata” una zona e’ gia’ indicativo sul tipo di lavoro da svolgere, potresti andare avanti da solo per un’eternita’ e mantenere quel “nodo rognoso” che talvolta con cose banali (ma esterne) si risolve.
Io stesso mi faccio aiutare dalla mia compagna, le ho insegnato alcune manovre “d’emergenza” altrimenti da solo non potrei farcela se non sono a lavoro
Ho un pò lo stesso problema di marcotti, altalenante nel tempo. Nasce appunto dal piccolo pettorale che porta in avanti la spalla e, a ruota, relativi problemi scapolari. Non cose bloccanti, ma qualche fastidio si crea. Il punto, come dice sempre chiaramente sly, è che quando uno crede che il problema sia localizzato, in realtà per un fatto di compensazioni te lo ritrovi generalizzato. Per dire, se mi guardo allo specchio durante le iperestensioni, nel punto più basso vedo benissimo che un gluteo è più alto dell'altro. Brutta cosa invecchiare
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