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Paolo, dio buono, ma come hai fatto a fare quei grafici?
Mi sono digitalizzato le alzate, ne ho parlato nei vari articoli sulla Low Tech Motion Analisys ah ah ah
E' roba che finisce nel mio libro che, se poi va bene, finanzierà il progetto successivo per la creazione di un software a basso costo per fare queste cose.
secondo me MAV + successivamente sheiko/westside ecc
Sullo sheiko ok, mentre sul Ws direi di no. Il WS non mi piace perchè lo trovo troppo povero di volume e comunque non ne amo l'impostazione. L'ho fatto per un anno senza grandi risultati. Secondo me un programma con % non superiori all'80%, con qualche puntata sporadica al 90% e un volume ben strutturato ci possono stare benissimo
Per chiarire meglio il concetto di sticking point, a sinistra le velocità verticali del bilanciere in due mie alzate di squat a 170Kg, a destra le traiettorie.
Visivamente quella in basso è peggio dell'altra come velocità, infatti nella curva c'è una buca. La prima, invece, non presenta diminuzione di velocità.
E' chiaro che il bilanciere comunque rallenta, nel senso che la sua velocità all'inversione cresce, poi si stabilizza, visivamente il bilanciere non va su alla stessa velocità.
Vi prego però di focalizzarvi su questo aspetto, altrimenti poi si vedono alzate cagosamente veloci, tipicamente nello stacco: ciò che conta è la causa del rallentamento, non che ci sia o meno.
A destra le traiettorie mostrano, in questo, specifico caso, il motivo: nel primo caso discesa e risalita sono quasi identiche, nel secondo caso no, schieno molto di più l'alzata (la faccio breve).
Ma... perchè schieno l'alzata in risalita? Perchè la schieno in discesa, cosa che nel primo caso non faccio. E' così una questione di assetti.
Il carico esalta tutto questo, ma non è il carico la causa dell'assetto, ma quello che avete nella vostra testa.
Altre mie alzate: in alto quelle scarse, in basso quelle migliori. Il carico ha valore, ma io toppo oppure no con qualsiasi peso. Io non sono uno squattista morfologicamente avvantaggiato, ho un brutto squat e devo richiamare lo schema motorio corretto, concentrandomi ad ogni alzata. Altrimenti uso la schiena.
La velocità deve essere una conseguenza della tecnica, il programma MAV si basa su questo ma richiede di sviluppare l'"occhio dell'allenatore", cioè sapere cosa guardare. E' così un programma semplice ma allo stesso tempo complesso, perchè una volta tanto non si basa su ***** di % o su ammennicoli tecnici o su "guarda questo", ma su un approccio molto empatico con l'alzata.
E' qui la sua difficoltà: voi dovete essere veloci perchè la vostra tecnica è tale che quando usate i muscoli gli assetti vi permettono di sviluppare velocità. Gli atleti russi sono l'espressione sopraffina di tutto questo, ma lo sono anche tantissimi atleti italiani con i loro video: non è importante rallentare allo sticking point con un carico massimale, è un massimale... è però interessante vedere come c'è la tenuta dell'assetto senza sbavature e il "lottare" senza perdere la compostezza.
Questo deriva dal fatto che a carichi più bassi è stata sviluppata la tecnica corretta e a carichi più bassi il rallentamento è minore se non assente.
Chiaramente quando si semplifica la trattazione, si inventano degli slogan anche se gli slogan non sono fisicamente corretti, magari.
Perciò vi dico il mio: non dovete attraversare velocemente la zona dello sticking point, ma dovete renderla più piccola possibile, con la tecnica.
Ah... attenti a non fare casino eh... il punto di minima velocità non è il punto di minima forza.
Il MAV a mio giudizio (quindi magari ho detto una gran scorrettezza) è il miglior metodo di accumulo che ci sia, poi però occorre trasformare, magari seguendo sempre le sue regole, ma portando ben ben più su i pesi.
Sulla carta sembra proprio anche a me. Dici/dite che facendo un meso di MAV poi si possa passare ad un MAV più intenso (che so facendo delle triple a salire e poi un 2x2 appena rallento) oppure questo metodo non si presta molto per la trasformazione?
E poi ho una perplessità: dopo il MAV si dovrebbe (come da FAQ) fare un lavoro a % fisse: ma pure il volume deve essere costante o ci può stare bene una fase di accumulo (ad esempio MAV per 4-5 settimane seguito da un ciclo russo)?
xké non si vede?
xké non è quello in cui ci si ferma
non è quello in cui si perde velocità
ma quello in cui si perde ACCELERAZIONE
non si vede infatti perché (qua parliamo di Fisica non di Sollevamenti)
il bilanciere da velocità zero (registrata nel punto più basso nello Squat, al petto nella Panca, a terra nello Stacco) accelera...se lo sticking point non esistesse il bilanciere accelererebbe di moto uniformemente accelerato. invece il moto accelerato non è uniforme...questo vuol dire che la velocità può anche aumentare sempre (in atleti avanzati magari succederà proprio questo, come vediamo dai video; nei meno avanzati invece ci sarà proprio un rallentamento)
si può fare il paragone con una macchina da corsa
quando si passa dalla seconda marcia alla terza...lì c'è una diminuzione dell'accelerazione, ma nella curva della velocità si vede sempre un aumento...il passaggio da seconda a terza è uno sticking point del moto della macchina
questo vale per un atleta avanzato...il passaggio da seconda a terza si nota ad esempio dal suono del motore, ma non dall'esterno...al contrario un meno avanzato è come una panda vecchia e scassata, che passando da seconda a terza ha proprio un blocco della velocità e dall'esterno si vede il 'saltello'...
Perfettamente d'accordo. Se intervenisse Paolo potrebbe dire la sua visto che per studiare tutte queste cose ha lavorato molto.
qui abbiamo pareri discordanti, infatti si passa con una certa disinvoltura dal considerare l'esistenza dello sticking point o degli sticking points, addirittura a non riconoscerne neppure l'esistenza, oppure a dire che verrebbero "spostati" con l'allenamento...insommma gli esperti di forza tentennano, ma alcuni ammetterebbero che teoria e pratica sono mondi completamenti diversi, di fronte all'osservazione corretta del movimento.
la definizione non letterale di stickin point è "punto morto", ed è precisamente, il livello di forza espresso in una o più posizioni angolari nella/e quali si raggiunge il livello minimo di Fm nell'ambito dell'arco di movimento.
In questo caso varia la tensione muscolare al variare dell'angolo dell'articolazione, in quanto i muscoli durante un movimento producono tensioni differenti (stickin points).
ma esiste una definizione sportiva di sticking point?
sticking point
a point beyond which someone or something will not budge
cioè un punto dove ti fermi stop... quello che itnendete voi è il punto di rallentamento dell'alzata che in un sollevamento massimale ovvio che esiste ma va superato... lo stick invece è dove fallisce l'alzata!
xké non si vede?
xké non è quello in cui ci si ferma
non è quello in cui si perde velocità
ma quello in cui si perde ACCELERAZIONE
non si vede infatti perché (qua parliamo di Fisica non di Sollevamenti)
il bilanciere da velocità zero (registrata nel punto più basso nello Squat, al petto nella Panca, a terra nello Stacco) accelera...se lo sticking point non esistesse il bilanciere accelererebbe di moto uniformemente accelerato. invece il moto accelerato non è uniforme...questo vuol dire che la velocità può anche aumentare sempre (in atleti avanzati magari succederà proprio questo, come vediamo dai video; nei meno avanzati invece ci sarà proprio un rallentamento)
si può fare il paragone con una macchina da corsa
quando si passa dalla seconda marcia alla terza...lì c'è una diminuzione dell'accelerazione, ma nella curva della velocità si vede sempre un aumento...il passaggio da seconda a terza è uno sticking point del moto della macchina
questo vale per un atleta avanzato...il passaggio da seconda a terza si nota ad esempio dal suono del motore, ma non dall'esterno...al contrario un meno avanzato è come una panda vecchia e scassata, che passando da seconda a terza ha proprio un blocco della velocità e dall'esterno si vede il 'saltello'...
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