Il tizio di questo video suggerisce di non forzare nessuna adduzione né depressione scapolare per avere un miglior coinvolgimento del pettorale. Voi cosa ne pensate?
Dip alle parallele, è questa l'esecuzione corretta?
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I sedicenti esperti/guru/coach/pt...di youtube alimentano una disinformazione pericolosa.
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bla...bla...e ancora bla.....poi per compensare la "manovra" suggerita che fa il giovane gagliardo? allunga il collo in avanti modello tartaruga e abbassa lo sguardo...risolve un aspetto, o almeno si pensa, ma ne crea un altro....c'è da domandarsi: e allora? e allora queste sicurissime regole e dimostrazioni sul campo sono dovute ad una certa presunzione, una abilità di lingua e loquacità.....
soluzioni?
si....farsi spiegare lo stesso concetto, in contemporanea, da altri 4 o 5 guru constatandone sicuramente le contraddizioni e le controversie....
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l'esecuzione è scorretta, l'angolo dell'ulna non è parallelo all'angolo dell'asse gravitazionale terrestre...
indi per cui la gravità viene cosi suddivisa al quadrato rispetto al piano sagitale e ciò come sappiamo è sfavorevole all'ipertrofia.
riassumo il tutto tramite un equazione:
BIOLOGO NUTRIZIONISTA, PERSONAL TRAINER E COACHING ONLINE
https://gabrielelangiu.it/
INSTAGRAM:
https://www.instagram.com/dott_gabriele_langiu/
CANALE YOUTUBE (DIVULGAZIONE SCIENTIFICA A TEMA CULTURA FISICA)
https://www.youtube.com/channel/UC4b...e9_WbitGkPpRZA
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Ma la cosa più bella è che queste regole valgono solo per chi non ha un petto da Olympia, perché in quei casi puoi pure fare le dips con una spalla elevata e l'altra addotta e abbassata e scendere eseguendo il movimento che compie la luna intorno all'asse terrestreOriginariamente Scritto da David Lion 94Io sono David e sono un personal trainer qualificato..
Se hai bisogno anche solo di qualche consiglio domanda pure
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Originariamente Scritto da circoloco Visualizza Messaggiol'esecuzione è scorretta, l'angolo dell'ulna non è parallelo all'angolo dell'asse gravitazionale terrestre...
indi per cui la gravità viene cosi suddivisa al quadrato rispetto al piano sagitale e ciò come sappiamo è sfavorevole all'ipertrofia.
riassumo il tutto tramite un equazione:
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Posso essere d'accordo? E vi spiego perché.
Ho un problema alla spalla dal 2018, gli specialisti mi hanno sbagliato tutto ciò che si poteva sbagliare, non gareggio in panca da allora. Ero arrivato a vedermi la spalla cedere già con 40 kg, solo di recente sono riuscito a riavvicinarmi all'80% dei miei vecchi carichi ma pesando io 10 kg in più.
Tutti quei difetti che ha il ragazzo in video li ho io amplificati del 300%. Nel senso che se sbaglio una traiettoria mi si infiamma la spalla e non mi alleno più per 2/4 settimane.
Sono riuscito a ritornare il mio vecchio 80% perché negli ultimi 4 mesi ho reimpostato la mia linea di spinta sulla base di quanto proposto da Keita Saito. Panchista Giapponese della -66 che oscilla tra i 180 kg e i 190 kg di panca.
Buona parte della scuola giapponese di panca si basa sul creare un assetto stabile senza tensioni volontarie e spingere sul punto della mano illustrato anche nel video sopra. Attenzione senza tensioni volontarie non vuol dire che le scapole non siano addotte e depresse, vuol dire che si adducono e deprimono come conseguenza di un movimento strutturato che le porta a creare quello che è l'assetto individuale.
Al riguardo vi consiglio di vedere le panche dei tre seguenti atleti: Daiki Kodama, Keita Saito e Yusuke Suzuki. Vedrete tre panchisti con degli stili molto diversi tra loro ma tutti e tre che si affidano e questi pochi principi.
Non voglio entrare troppo nel merito del video, perché sicuramente il calisthenics non è la mia disciplina. Tuttavia vi posso dire che dal confornto con molti alti atleti nazionali, alcuni veramente veramente forti di panca, e con i quali mi sento e confornto con regolarità, molti riferimenti dogmatici con i quali abbiamo convisutto negli ultimi anni si stanno evolvendo.
Dopodiché, per quello che vale, vi posso dire che se io faccio gli esercizi di spinta grossomodo con le linee illustrate nel video in oggetto riesco ancora a cavarmela bene, se cambio quei pochi riferimenti mi cede la spalla e sto fermo un mese.
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Originariamente Scritto da -El Diablo- Visualizza MessaggioPosso essere d'accordo? E vi spiego perché.
Ho un problema alla spalla dal 2018, gli specialisti mi hanno sbagliato tutto ciò che si poteva sbagliare, non gareggio in panca da allora. Ero arrivato a vedermi la spalla cedere già con 40 kg, solo di recente sono riuscito a riavvicinarmi all'80% dei miei vecchi carichi ma pesando io 10 kg in più.
Tutti quei difetti che ha il ragazzo in video li ho io amplificati del 300%. Nel senso che se sbaglio una traiettoria mi si infiamma la spalla e non mi alleno più per 2/4 settimane.
Sono riuscito a ritornare il mio vecchio 80% perché negli ultimi 4 mesi ho reimpostato la mia linea di spinta sulla base di quanto proposto da Keita Saito. Panchista Giapponese della -66 che oscilla tra i 180 kg e i 190 kg di panca.
Buona parte della scuola giapponese di panca si basa sul creare un assetto stabile senza tensioni volontarie e spingere sul punto della mano illustrato anche nel video sopra. Attenzione senza tensioni volontarie non vuol dire che le scapole non siano addotte e depresse, vuol dire che si adducono e deprimono come conseguenza di un movimento strutturato che le porta a creare quello che è l'assetto individuale.
Al riguardo vi consiglio di vedere le panche dei tre seguenti atleti: Daiki Kodama, Keita Saito e Yusuke Suzuki. Vedrete tre panchisti con degli stili molto diversi tra loro ma tutti e tre che si affidano e questi pochi principi.
Non voglio entrare troppo nel merito del video, perché sicuramente il calisthenics non è la mia disciplina. Tuttavia vi posso dire che dal confornto con molti alti atleti nazionali, alcuni veramente veramente forti di panca, e con i quali mi sento e confornto con regolarità, molti riferimenti dogmatici con i quali abbiamo convisutto negli ultimi anni si stanno evolvendo.
Dopodiché, per quello che vale, vi posso dire che se io faccio gli esercizi di spinta grossomodo con le linee illustrate nel video in oggetto riesco ancora a cavarmela bene, se cambio quei pochi riferimenti mi cede la spalla e sto fermo un mese.
Perché il ragazzo del video non aveva problemi di infortuni, semplicemente non gli si ipertrofizzano i pettorali
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Originariamente Scritto da Vincenzo1992 Visualizza MessaggioChiaro ed esaustivo. Ti chiedo una cosa però: il movimento proposto nel video (quindi senza assetto e con scapole libere) sviluppa maggiormente i pettorali a tuo parere?
Perché il ragazzo del video non aveva problemi di infortuni, semplicemente non gli si ipertrofizzano i pettorali
Andiamo con ordine. Quello che viene proposto non è un'esecuzione "senza assetto", in cui chi se ne frega delle scapole, ma bensì quello che io, nella mia personale applicazione di determinati concetti, chiamo "asstto dinamico" o "assetto in corsa". Che cosa intendo. Intendo che pur partendo da una fase iniziale in cui si è evidentemente fuori assetto, senza forzare nulla ma seguendo una dinamica consona alla propria struttura, nella fasi difficili dell'alzata si è comunque in assetto. Ad esempio in panca posso partire il primo centimetro con le scapole non completamente addotte, fare in modo che il peso scaricato le adduca per strata, trovarmi al petto in assetto, spingere e poi sentire che le scapole si staccano un po' a ridosso dell'ultimissimo centimetro della chiusura nel quale spingo solo di tricipiti. Si può fare funziona lo stesso.
Dopodiché posso fare lo stesso discorso con le scapole che si incastrano non dopo un centimetro ma a tre quarti della discesa e si staccano di nuovo a tre quarti della salita? Qui iniziamo con il dipende. Dipende dalle leve dell'atleta, da quanto tricipite ha. In alcuni casi può ancora funzionare, in altri no.
Posso invece arrivare al petto e ripartire senza assetto? Riuscirò a sollevare il mio massimale reale così? Questo assolutamente no.
Ecco che giò qui entriamo in un discorso di possibilità individuali.
Ci sono atleti che fanno una serie di cose con naturalezza senza nemmeno sapere di farle. Tempo fa ho rivisto dei miei vecchi video di Squat. Di quando avevo molte meno esperienze e molte meno conoscenze di oggi. Credevo di vedere chissà quali errori, invece no. Facevo uno squat abbastanza simile a quello di oggi pur senza sapere tantissime cose. Sono stato sempre molto forte di squat, ma non per qualche motivo particolare, ma perché fin dall'inzio sono andato istintivamente sulla dinamica per me migliore. Stacco il bilanciere fortemente cifotico, sblocco ginocchia, anche e bacino, ruoto la schiena mentre scendo arrivando in buca che dal cifotico di partenza sono completamente iperesteso, risalgo tenendo l'assetto e quando sento che l'alzata ormai "è fatta" ritorno nella cifosi iniziale. Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di partire dall'alto rigido "come se avvesi un palo su per il culo".
La panca al contrario invece per me è stata sempre tutt'altro che naturale. E qui entriamo nel merito della tua domanda.
Fino al 2018 neanche io avevo mai avuto problemi di spalle. Mai. Ginocchia, bacino e altra roba sì. Spalle mai. Un giorno, un solo giorno, sento una fitta e da allora è stato un disastro. Ma prima di quel giorno ero soddisfato dei risultati della mia panca? NO!
L'autore del video non si è presentato dicendogli che sbagliava a fare le Dip, ma ha chiesto al ragazzo di cosa lui non era soddisfatto. E il ragazzo ha il risposto il petto. E questo per me è un passaggio importante, perché nel 2018 io ti avrei detto la panca anche senza che mi facesse male niente.
I miei problemi su panca erano, e purtroppo ancora sono, quel giochetto dell'avambraccio che il tizio mette in evidenza nei push up. Io lo chiamo "quando scappano i gomiti". Su panca quella dinamica fa muovere il bilanciere molto più in orizzontale, dal petto verso la gola/testa, piuttosto che in verticale verso l'alto. Questo incasina molto l'alzata perché quel movimento taglia via la spinta del pettorale spostandolo su spalle e tricipiti che sono muscoli molto meno forti.
Il mio pettorale destro era, ed è, più piccolo del sinisto. La spalla che mi è ceduta è la destra. Col senno di poi posso dire che quel difetto tecnico ha spesso tagliato via il pettorale destro, che si è quindi ipetrofizzato meno, scaricando sulla spalla, finché questa non mi ha presentato il conto.
Come ho detto prima ci sono atleti che fanno certe cose in maniera naturale ed altri no.
Per il mio squat non ho mai ascoltato i consigli di nessuno, andava bene, era tecnicamente bello e prestazionalmente una bomba, non ho mai avuto bisogno di cambiare niente. Vicecersa su panca ho sempre chiesto, ascoltato e sperimentato i consigli di tutti, per cercare di trovare la mia quadra del movimento.
Che attenzione, non vuol dire in senso generale non saperla fare, io con quei difetti mi qualificai in Finale Fipe, e con la spalla destra già fuori uso feci secondo posto sul totale in Fipl con l'82% del mio massimale reale; ma vuol dire reinterpretare mentalemente lo stsso movimento fino ad essere soddisfatto di quello che fai e vederne materialmente i risultati.
Il mio panchista migliore è tecnicamente il mio atleta peggiore. Sulla panca praticamente si stende, scende quasi sempre tutto di braccia, di assetto del core è molto instabile e il leg drive ignora cosa sia. Dopodiché è un bestione che fuori stagione va 115/120 kg, tra avabraccio e braccio ci fa una gamba di un categoria -59 e se è in giornata in gara fa anche 200... Che cosa gli devo dire?! Di sentire il centro del piede?! Di intra/extraruotare l'omero?!............... Quando va bene gli dico di stare più compatto al petto e di smettere di frenare il bilanciere... In due anni così, dal primo giorno che l'ho avuto in palestra, ha preso 55 kg sul massimale... Chi è portato certe soluzioni poi se le trova da solo...
Concludendo il tema che è venuto fuori. Tu sei soddisfatto del tuo pettorale, delle tue dip, ecc?
- Sì -> Continua a fare quello che fai anche se non hai la minima idea di quello che stai facendo perché probabilmente ci stai comunque azzeccando
- No -> Prova a sperimentare cose nuove, cerca di capire come interpretare il movimento per creare una dinamica che ti soddisifi
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