L'importanza del "principio di continuità esecutiva"

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    SdS - Moderator
    • Aug 2005
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    L'importanza del "principio di continuità esecutiva"

    L'atleta è concentrato sulla distensione su panca, oggi gli 8 colpi sono da chiudere bene con il nuovo carico di 85 kg.....le azioni si susseguono e la fatica si condensa alla settima ripetizione, una piccola sosta due respirazioni rapide, quindi glottide chiusa ovvero apnea e giù! il bilanciere quasi rimbalza sul petto e animato da una potenza nascosta, quella dell'ultima rep dell'ultima serie, quella tutto fuoco, risale rapidamente dopo una piccolissima indecisione iniziale....tutto è finito......ora alla panca alta per chiudere tre serie di croci....
    Molti nuovi esperti della materia si sentirebbero appagati dal primo movimento, la panca, il loro atleta ha infatti condotto in porto le reps con il carico previsto, e quindi seguendo i loro dettami sono migliorati, ma questo procedere li costringe ad una visione settoriale del problema legato allo sviluppo della massima ipertrofia, dimenticano quanto accadrà dopo.
    Questo "divenire dell'azione" in realtà è il centro del problema, l'azione della panca non si conclude con la panca ma si completa e si esaurisce con quanto richiesto dopo, nel nostro caso le croci su panca. E le croci su panca a loro volta si perfezionerebbero poi con l'esercizio successivo.
    Questo principio sviluppato al massimo grado in una tabella in monofequenza, è da me definito come "principio della continuità esecutiva" e come noterete non trova una sua completa attuazione nelle tabelle in multiferquenza, le quali sono autentiche "migrazioni" spesso caotiche di tensione tra gruppi muscolari lontani l'uno dall'altro.
    Nei molti studi valutati non mi pare di aver letto anche da esperti del settore, Schoenfeld, Kraemer e altri, alcuni aspetti propri dell'efficacia della pratica esecutiva ovvero della continuità allenante quale stimolo fondamentale per l'ipertrofia. Valutiamo la successione panca croci panca cavi.
    Dobbiamo essere certi che non si tratta di semplici esercizi ma considerarli in osservanza del principio di Hennemann (size principle) quali "stadi di affaticamento continui e progressivi tendenti all'innesco dell'intero spettro delle fibre muscolari" e questo a carico dello stesso gruppo muscolare.
    In una multifrequenza troveremo panca-croci, in monofrequenza appunto panca-croci-panca-cavi.
    Questi stadi rappresentano la somma dell'affaticamento fibrillare e dipendono l'uno dall'altro, ed è questo quanto occorrerebbe indagare.
    Il principio potrebbe dimostrare che sforzi ripetuti e progressivi con alternanza di carico e ritmo esecutivo, intervallati da recuperi brevi, innescherebbero oltre ogni limite l'intervento di tutte le fibre muscolari sino all'espressione genica a causa dell'aumento dell'infiammazione e dell'esaltazione del turnover proteico, così che il bber nella serie finale di un complementare condotta al cedimento, si troverebbe a lavorare fino alle fibre attivate normalmente con carichi massimali. Questo aspetto inatteso, è la "novità" e l'identità dell'allenamento in stile bbing, è quanto di più peculiare vi possa essere e che non può attuarsi se non con monofrequenza e con serie tendenti al cedimento.
    Il principio dimostrerebbe alcuni aspetti dell'allenamento in monofrequenza relativo al miglioramento parallelo della forza e dell'ipertrofia.
    GUTTA CAVAT LAPIDEM
    http://albertomenegazzi.blogspot.it/
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    #2
    Non ci sono altre vie per raggiungere in maniera altrettanto efficiente ed efficace il massimo stimolo per l’ipertrofia.
    Lo dimostra l’esperienza sul campo.
    Amen.



    Originariamente Scritto da Giampo93
    Finché c'è emivita c'è Speran*a

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