Concordo. Per anni mi sono posto queste domande. Poi sul campo mi ritrovavo a dover lavorare in condizioni estremamente diverse da quello che avevo pronosticato, voi per la particolarità fisica e emotiva del soggetto, voi per eventi esterni che non avevo previsto. Questo portava alla fine a sconvolgere le normali metodiche e piani di cui tutti quelli che lavorano nel settore dovrebbero almeno essere a conoscenza. Applichiamo il lavoro di resistance training con i carichi per incrementare l'efficienza e il numero dei siti recettori presenti sul muscolo scheletrico migliorando la propria sensibilità insulinica, per aumentare la produzione di ormoni anabolici e androgeni che si legano a quei siti per portare la cellula ad espletare al meglio le funzioni fisiologiche di cui il nostro corpo necessita in quel periodo storico, in tal caso ipertrofia. Abbiamo svariati modi per modulare le risposte, e i più noti sono quelli che i miei colleghi conoscono e su cui hanno effettuato ricerche empiriche e studi scientifici per decenni. Non possiamo dire che un metodo sia superiore ad un altro, come non possiamo dire che un lavoro di forza miofibrillare in multifrequenza eroghi più risposte chimiche rispetto ad un allenamento in monofrequenza lattacido portato al cedimento che tramite la congestione muscolare e il drastico aumento di emoglobina, attraverso i vasi sanguigni, (e non scordiamo il sistema linfatico) trasporta più ossigeno e più macronutrienti nella cellula muscolare. Muscolo più grosso non significa anche muscolo più pieno di acqua, elettroliti, CP, azoto e altro ancora?
Senza dilungarmi troppo mi esprimo dicendo che la questione dipende dalla persona che stiamo allenando, in che modo si sta alimentando, in che modo sta vivendo e soprattutto in quale condizione mentale si trova (quest'ultima è una condizione che ha un potere immenso che ho iniziato a comprendere solo con l'esperienza). Discorso alimentare, stesse dinamiche per il discorso fatto sull'allenamento, ma questa è un'altra storia, magari in un'altro capitolo.
Senza dilungarmi troppo mi esprimo dicendo che la questione dipende dalla persona che stiamo allenando, in che modo si sta alimentando, in che modo sta vivendo e soprattutto in quale condizione mentale si trova (quest'ultima è una condizione che ha un potere immenso che ho iniziato a comprendere solo con l'esperienza). Discorso alimentare, stesse dinamiche per il discorso fatto sull'allenamento, ma questa è un'altra storia, magari in un'altro capitolo.
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