Originariamente Scritto da menez
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l' allenamento del futuro per l'ipertrofia specifica: la monofrequenza
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This is a sticky topic.
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Last edited by fede79; 01-05-2024, 12:40:44.
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Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
In quel caso subentra la fatica nella serie, che non sempre è legata all’ipertrofia secondo la scienza, ma come dici giustamente, parliamo di un campo controverso, quello del TUT ovviamente.
una complessità neuro-biologica a cui possono ascriversi fattori elettrici, chimici, ormonali, i cui siti di residenza non sono forse i tessuti umani? e tra questi non è anche il tessuto muscolare?
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Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggioanch'io nutro delle perplessità sulla questione, ma per me è il TUT determinante.
Dopo anni di allenamento, nostro muscolo è abituato a lavorare in un certo modo.
La nostra attitudine a spingere su panca o a staccare da terra o a fare qualsiasi altro esercizio in modo naturale e istintivo, ha "educato" il muscolo a comportarsi secondo il carico utilizzato con un ritmo a sé più efficace in grado di produrre il maggior rendimento.
Passeranno anni prima di porsi la domanda: ma se variassi ritmo esecutivo?
E ci accorgeremmo, per esempio, che lo stesso carico sollevato con ritmo differente dalla normalità provocherebbe in noi non solo sensazioni del tutto nuovo, quanto un rendimento pratico completamente differente dal solito.
Lecito dunque porsi la domanda, perchè?
Se rallento il ritmo per esempio, lo stesso carico con cui facevo 8 reps, diviene "più pesante" e riuscirò a mala pena a concludere 6/7 reps con fatica superiore.
Probabilmente se accelerassi il ritmo riuscirei a superare le 8 reps per giungere ad un improvviso blocco articolare.
La questione si fa interessante.
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Originariamente Scritto da DexJ Visualizza Messaggio
Già il fatto di "controllare" le varie fasi e quindi metterci più tempo, dimostra invece proprio il contrario.
Il TUT non va necessariamente abbinato ai principi di Poliquin.
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anch'io nutro delle perplessità sulla questione, ma per me è il TUT determinante.
Dopo anni di allenamento, nostro muscolo è abituato a lavorare in un certo modo.
La nostra attitudine a spingere su panca o a staccare da terra o a fare qualsiasi altro esercizio in modo naturale e istintivo, ha "educato" il muscolo a comportarsi secondo il carico utilizzato con un ritmo a sé più efficace in grado di produrre il maggior rendimento.
Passeranno anni prima di porsi la domanda: ma se variassi ritmo esecutivo?
E ci accorgeremmo, per esempio, che lo stesso carico sollevato con ritmo differente dalla normalità provocherebbe in noi non solo sensazioni del tutto nuovo, quanto un rendimento pratico completamente differente dal solito.
Lecito dunque porsi la domanda, perchè?
Se rallento il ritmo per esempio, lo stesso carico con cui facevo 8 reps, diviene "più pesante" e riuscirò a mala pena a concludere 6/7 reps con fatica superiore.
Probabilmente se accelerassi il ritmo riuscirei a superare le 8 reps per giungere ad un improvviso blocco articolare.
La questione si fa interessante.
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