l' allenamento del futuro per l'ipertrofia specifica: la monofrequenza

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  • fede79
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    Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggio

    ma la fatica "secondo la scienza" che cosa intende?
    una complessità neuro-biologica a cui possono ascriversi fattori elettrici, chimici, ormonali, i cui siti di residenza non sono forse i tessuti umani? e tra questi non è anche il tessuto muscolare?
    Si assolutamente, tutto è legato agli aspetti chimico-elettrici-muscolari, ma penso che il “vecchio” 3-0-1 sia il modo migliore per lo sviluppo ipertrofico, considerando sempre le ultime 5-6 reps prima del fallimento tecnico per raggiungere le 20-30 reps effettive a workout per muscolo.

    This article breaks down the science around stretch-mediated hypertrophy and lengthened training, from animal studies to lengthened partials.
    Last edited by fede79; 01-05-2024, 12:40:44.

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  • menez
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    Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

    In quel caso subentra la fatica nella serie, che non sempre è legata all’ipertrofia secondo la scienza, ma come dici giustamente, parliamo di un campo controverso, quello del TUT ovviamente.
    ma la fatica "secondo la scienza" che cosa intende?
    una complessità neuro-biologica a cui possono ascriversi fattori elettrici, chimici, ormonali, i cui siti di residenza non sono forse i tessuti umani? e tra questi non è anche il tessuto muscolare?

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  • fede79
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    Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggio
    anch'io nutro delle perplessità sulla questione, ma per me è il TUT determinante.
    Dopo anni di allenamento, nostro muscolo è abituato a lavorare in un certo modo.
    La nostra attitudine a spingere su panca o a staccare da terra o a fare qualsiasi altro esercizio in modo naturale e istintivo, ha "educato" il muscolo a comportarsi secondo il carico utilizzato con un ritmo a sé più efficace in grado di produrre il maggior rendimento.
    Passeranno anni prima di porsi la domanda: ma se variassi ritmo esecutivo?
    E ci accorgeremmo, per esempio, che lo stesso carico sollevato con ritmo differente dalla normalità provocherebbe in noi non solo sensazioni del tutto nuovo, quanto un rendimento pratico completamente differente dal solito.
    Lecito dunque porsi la domanda, perchè?
    Se rallento il ritmo per esempio, lo stesso carico con cui facevo 8 reps, diviene "più pesante" e riuscirò a mala pena a concludere 6/7 reps con fatica superiore.
    Probabilmente se accelerassi il ritmo riuscirei a superare le 8 reps per giungere ad un improvviso blocco articolare.
    La questione si fa interessante.
    In quel caso subentra la fatica nella serie, che non sempre è legata all’ipertrofia secondo la scienza, ma come dici giustamente, parliamo di un campo controverso, quello del TUT ovviamente.

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  • fede79
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    Originariamente Scritto da DexJ Visualizza Messaggio

    Già il fatto di "controllare" le varie fasi e quindi metterci più tempo, dimostra invece proprio il contrario.
    Il TUT non va necessariamente abbinato ai principi di Poliquin.
    Dimostra il contrario in che senso?

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  • menez
    replied
    anch'io nutro delle perplessità sulla questione, ma per me è il TUT determinante.
    Dopo anni di allenamento, nostro muscolo è abituato a lavorare in un certo modo.
    La nostra attitudine a spingere su panca o a staccare da terra o a fare qualsiasi altro esercizio in modo naturale e istintivo, ha "educato" il muscolo a comportarsi secondo il carico utilizzato con un ritmo a sé più efficace in grado di produrre il maggior rendimento.
    Passeranno anni prima di porsi la domanda: ma se variassi ritmo esecutivo?
    E ci accorgeremmo, per esempio, che lo stesso carico sollevato con ritmo differente dalla normalità provocherebbe in noi non solo sensazioni del tutto nuovo, quanto un rendimento pratico completamente differente dal solito.
    Lecito dunque porsi la domanda, perchè?
    Se rallento il ritmo per esempio, lo stesso carico con cui facevo 8 reps, diviene "più pesante" e riuscirò a mala pena a concludere 6/7 reps con fatica superiore.
    Probabilmente se accelerassi il ritmo riuscirei a superare le 8 reps per giungere ad un improvviso blocco articolare.
    La questione si fa interessante.

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