Caro Amico, Gentile Amica,
Venerdi 13, alla Fiera di Rimini, presso il padiglione Miami beach D\5
stand n° 12 della Fiera (libreria dello sport), alle ORE 18:00 si
svolgerà un dibattito in occasione della presentazione del libro
"Ripensare lo sport"
( http://www.libreriadellosport.it/sho...=100&IDA=16632 ) di
Pietro Trabucchi. Interverrà Claudio Tozzi, l'autore del libro Trabucchi
e altri esperti come il Prof. Giuseppe Miserocchi, direttore del
Dipartimento di Medicina Sperimentale, ambientale e biotecnologie
mediche della facoltà di Medicina a Chirurgia all' Università degli
studi Milano-Bicocca. L'ingresso è libero (solo il normale biglietto
d'entrata alla fiera).
Cordiali saluti
Staff NBBF
Questo è il comunicato stampa ufficiale:
Ufficio Stampa FrancoAngeli 04/06/03
Stefano Spigariol: tel. 02/28.37.14.33 Fax 02/26.13.268
spigariol@francoangeli.it
COMUNICATO STAMPA/In libreria a giugno
SCOPPIARE DI SALUTE.
DILETTANTI DOPATI E SPORTIVI COMPULSIVI
Un libro denuncia i gravi rischi del doping e gli eccessi nella pratica
sportiva amatoriale, oggi troppo schiacciata su modelli
professionistici.
Pietro TRABUCCHI, Ripensare lo sport, Milano, FrancoAngeli, pp. 108,
Euro 19,00
Stato di allarme in Italia per lo sport amatoriale, un settore che
annovera tre milioni di ciclisti, un milione di podisti e praticanti
atletica, altre decine di migliaia tra fondisti, triatleti etc. In soli
quindici giorni, lo scorso anno, due morti sospette tra atleti
"dilettanti": un bodybuilder ed un ciclista. Poche settimane fa, un
blitz dei Nas ha rinvenuto arsenali di sostanze dopanti del tutto simili
a quelli sequestrati ai professionisti: farmaci di provenienza
ospedaliera, anfetamine, testosterone, Epo, gonadotropine e Gh sono
stati trovati nelle camere e nelle abitazioni di una ventina di
"atleti". Le cose non vanno meglio nel settore giovanile: secondo un
sondaggio FIGC tra i quindicenni, il 36,7% è pronto a doparsi per
migliorare le prestazioni sportive. In un recente convegno, il prof.
Tancredi, presidente della Società Italiana di Pediatria, ha riferito
che il 5,7% dei ragazzi in età scolare prende farmaci a fini prestativi.
Secondo un'altra ricerca ISTAT, il commercio di sostanze proibite
rappresenta solo in Italia un affare da novecento milioni di Euro.
Il libro di Pietro Trabucchi analizza cause psicologiche e sociali di un
fenomeno che comporta gravi rischi per la salute, soprattutto per
atleti lontani da qualsiasi controllo e tutela. Il disperato bisogno di
protagonismo, innanzitutto. La visibilità sociale è oggi uno dei valori
più preziosi, e lo sport è diventato una scorciatoia. Vincere a tutti i
costi, anche in campo amatoriale diventa un antidoto al senso di
invisibilità personale. C'è poi il nostro atteggiamento nei confronti
dei farmaci: se ad ogni minima difficoltà quotidiana si prende una
specifica pillola, finisce per essere normale il ricorso al farmaco
anche nella prestazione sportiva. C'è, ancora, il nostro atteggiamento
verso la fatica: che non rappresenta più un dato naturale della vita, ma
una seccatura che la tecnologia e la chimica devono permetterci di
tenere lontano. Infine la fiducia (illusoria) nella possibilità di
attuare un controllo onnipotente sul nostro corpo, di poterne fare ciò
che si vuole, al pari di una macchina.
Il fenomeno del doping fra i dilettanti non è che uno dei sintomi di un
problema più generale: la crisi dello sport amatorile. Il modello dello
sport professionistico - con i suoi metodi, la mentalità, le
deformazioni - ne ha invaso lo spazio rendendolo una brutta copia di sé.
Prevalgono allora nella pratica sportiva le "motivazioni estrinseche"
(visibilità sociale, denaro, gloria, prestigio.) o delle vere e proprie
nevrosi che spingono molti ad estenuanti sedute in palestra,
ossessionati da una presunta inadeguatezza fisica. Una recente ricerca
di "Sport Medicine" - citata nel libro - rivela che il 28% di un
campione di 108 atleti presentava disturbi psicologici associati a
distorte immagini del corpo e storie di anoressia nervosa. Disturbi
spesso correlati all'uso di steroidi anabolizzanti.
Di fronte a questi fenomeni Trabucchi propone di realizzare un
cambiamento di atteggiamenti, un "ripensamento dello sport". I
principali preconcetti che condizionano negativamente la nostra idea di
sport vengono riassunti in forma di otto idee-mito: essi pongono
l'accento sulla motivazione estrinseca. A questi vengono contrapposte
altrettante visioni alternative che recuperano gli aspetti intrinseci
della motivazione. Oltre a questo, Trabucchi insiste sull'importanza del
fattore mentale all'interno della prestazione sportiva. Una risorsa non
meno potente del doping, spesso ignorata dagli stessi tecnici e atleti
d'èlite.
Pietro Trabucchi, psicologo delle Squadre nazionali di Triathlon,
collabora con l'Istituto di Scienze dello Sport del CONI. E' autore di
un volume sulla preparazione mentale negli sport di resistenza e
coautore di un testo universitario sulla psicologia dello sport.
Venerdi 13, alla Fiera di Rimini, presso il padiglione Miami beach D\5
stand n° 12 della Fiera (libreria dello sport), alle ORE 18:00 si
svolgerà un dibattito in occasione della presentazione del libro
"Ripensare lo sport"
( http://www.libreriadellosport.it/sho...=100&IDA=16632 ) di
Pietro Trabucchi. Interverrà Claudio Tozzi, l'autore del libro Trabucchi
e altri esperti come il Prof. Giuseppe Miserocchi, direttore del
Dipartimento di Medicina Sperimentale, ambientale e biotecnologie
mediche della facoltà di Medicina a Chirurgia all' Università degli
studi Milano-Bicocca. L'ingresso è libero (solo il normale biglietto
d'entrata alla fiera).
Cordiali saluti
Staff NBBF
Questo è il comunicato stampa ufficiale:
Ufficio Stampa FrancoAngeli 04/06/03
Stefano Spigariol: tel. 02/28.37.14.33 Fax 02/26.13.268
spigariol@francoangeli.it
COMUNICATO STAMPA/In libreria a giugno
SCOPPIARE DI SALUTE.
DILETTANTI DOPATI E SPORTIVI COMPULSIVI
Un libro denuncia i gravi rischi del doping e gli eccessi nella pratica
sportiva amatoriale, oggi troppo schiacciata su modelli
professionistici.
Pietro TRABUCCHI, Ripensare lo sport, Milano, FrancoAngeli, pp. 108,
Euro 19,00
Stato di allarme in Italia per lo sport amatoriale, un settore che
annovera tre milioni di ciclisti, un milione di podisti e praticanti
atletica, altre decine di migliaia tra fondisti, triatleti etc. In soli
quindici giorni, lo scorso anno, due morti sospette tra atleti
"dilettanti": un bodybuilder ed un ciclista. Poche settimane fa, un
blitz dei Nas ha rinvenuto arsenali di sostanze dopanti del tutto simili
a quelli sequestrati ai professionisti: farmaci di provenienza
ospedaliera, anfetamine, testosterone, Epo, gonadotropine e Gh sono
stati trovati nelle camere e nelle abitazioni di una ventina di
"atleti". Le cose non vanno meglio nel settore giovanile: secondo un
sondaggio FIGC tra i quindicenni, il 36,7% è pronto a doparsi per
migliorare le prestazioni sportive. In un recente convegno, il prof.
Tancredi, presidente della Società Italiana di Pediatria, ha riferito
che il 5,7% dei ragazzi in età scolare prende farmaci a fini prestativi.
Secondo un'altra ricerca ISTAT, il commercio di sostanze proibite
rappresenta solo in Italia un affare da novecento milioni di Euro.
Il libro di Pietro Trabucchi analizza cause psicologiche e sociali di un
fenomeno che comporta gravi rischi per la salute, soprattutto per
atleti lontani da qualsiasi controllo e tutela. Il disperato bisogno di
protagonismo, innanzitutto. La visibilità sociale è oggi uno dei valori
più preziosi, e lo sport è diventato una scorciatoia. Vincere a tutti i
costi, anche in campo amatoriale diventa un antidoto al senso di
invisibilità personale. C'è poi il nostro atteggiamento nei confronti
dei farmaci: se ad ogni minima difficoltà quotidiana si prende una
specifica pillola, finisce per essere normale il ricorso al farmaco
anche nella prestazione sportiva. C'è, ancora, il nostro atteggiamento
verso la fatica: che non rappresenta più un dato naturale della vita, ma
una seccatura che la tecnologia e la chimica devono permetterci di
tenere lontano. Infine la fiducia (illusoria) nella possibilità di
attuare un controllo onnipotente sul nostro corpo, di poterne fare ciò
che si vuole, al pari di una macchina.
Il fenomeno del doping fra i dilettanti non è che uno dei sintomi di un
problema più generale: la crisi dello sport amatorile. Il modello dello
sport professionistico - con i suoi metodi, la mentalità, le
deformazioni - ne ha invaso lo spazio rendendolo una brutta copia di sé.
Prevalgono allora nella pratica sportiva le "motivazioni estrinseche"
(visibilità sociale, denaro, gloria, prestigio.) o delle vere e proprie
nevrosi che spingono molti ad estenuanti sedute in palestra,
ossessionati da una presunta inadeguatezza fisica. Una recente ricerca
di "Sport Medicine" - citata nel libro - rivela che il 28% di un
campione di 108 atleti presentava disturbi psicologici associati a
distorte immagini del corpo e storie di anoressia nervosa. Disturbi
spesso correlati all'uso di steroidi anabolizzanti.
Di fronte a questi fenomeni Trabucchi propone di realizzare un
cambiamento di atteggiamenti, un "ripensamento dello sport". I
principali preconcetti che condizionano negativamente la nostra idea di
sport vengono riassunti in forma di otto idee-mito: essi pongono
l'accento sulla motivazione estrinseca. A questi vengono contrapposte
altrettante visioni alternative che recuperano gli aspetti intrinseci
della motivazione. Oltre a questo, Trabucchi insiste sull'importanza del
fattore mentale all'interno della prestazione sportiva. Una risorsa non
meno potente del doping, spesso ignorata dagli stessi tecnici e atleti
d'èlite.
Pietro Trabucchi, psicologo delle Squadre nazionali di Triathlon,
collabora con l'Istituto di Scienze dello Sport del CONI. E' autore di
un volume sulla preparazione mentale negli sport di resistenza e
coautore di un testo universitario sulla psicologia dello sport.
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