Scheda forza

[Chinup]

il mio punto di vista è rivolto ai tempi che corrono non ai tempi passati. Non mi interessa di quando giovane bber mi allenavo qua e là in palestre con metodi non in linea con le tendenze di quegli anni, mi interessa quanto accade ora e ora non è meglio di allora, con la differenza è che ora avete migliaia di informazioni accatastate come legna verde pronta ad ardere, la quale come ben sai non scalda.
E poi c'è un altro discorso più tecnico ed è quello legato all'evoluzione della preparazione fisica. come saprai addestro atleti olimpici, militari professionisti e alcuni dediti al bbing, quello che sembrava un errore del tempo cioè l'ipertrofia a tutti senza distinzione, non ha procurato danni quanto l'estremizzazione del core, del cardio hiit, del cross fit come metodo di preparazione, dei vari modelli della forza sbandierati ad ogni thread.
Quindi se vuoi e accetti un consiglio, preparati (io l'ho già fatto) a tamponare i danni delle estrose fantasie sparate a zero sul web e dei molti pretenziosi preparatori che a volte scrivono anche qui.
Per natura mia cerco sempre di salire oltre e guardare più in la, in nome della ricerca e della scienza in osservanza del Non Nobis Domine, il metodo o i metodi non sono sufficienti, non sono integrati con l'atleta, soprattutto non v'è alcuna "conversazione" biologica ed energetica tra quanto scritto e le doti naturali del soggetto.

Menez attualmente ho la fortuna di assistere agli allenamenti di un atleta della nazionale di lancio del giavellotto e bob (sport invernale). Devo dire che mi sto rendendo conto della reale differenza che esiste tra gli allenamenti standard e gli allenamenti di atleti professionisti. Sto parlando di un ragazzo ventenne che esegue 4 reps di box squat con 350kg e squat con 240kg. Non conosco la taratura dei bilancieri ma li vedo molto sofferenti! Tecnica impeccabile. La programmazione è allucinante. Oltre a questo lavora anche sulle altre alzate, strappo, clean ecc. Poi ovviamente lavori pliometrici, e lavori specifici del gesto del lancio. Una mobilità articolare dell'articolazione scapolo omerale spaventosa. Idem per la stiffness (visibile chiaramente quando lancia: ho visto qualche video dei sui lanci).
Quello a cui ho assistito io è solo una parte del programma. Ma mi sono reso conto dell'abisso. E questo dovrebbe far riflettere molti pseudo-preparatori di cui parlavi giorni fa, che postano qui sopra.
Un atleta che ha 240kg di squat (e non è il suo 1RM), eseguito in ATG, che non è il gesto specifico della sua disciplina (a parte la corsa in spinta nel bob), ti fa rendere conto di quanta pochezza ci sia in giro. Soprattutto dovrebbe far riflettere tutti quelli che si reputano powerlifter solo perché eseguono 2 mesi all'anno cicli Smolov, MAV e Bill Starr.


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[menez]

condivido quanto dici, a me suona familiare, chi ha l'occasione di assistere alle sedute di forza o di potenza di atleti forti, può rendersi conto di come la forza e l'esplosività quando indirizzate verso un obbiettivo vengano allenate con un approccio completamente differente.
Faccio une esempio personale, preparo un'atleta nuotatrice la cui forza espressa nelle trazioni alla sbarra ha raggiunto i due colpi con 25kg....
Sono tanti kg? sono pochi? si tratta di mentalità: quella prestazione viene considerata il suo standard per la qualifica olimpica.
Con e attraverso quel livello, questa legge vale per gli atleti che hai visto, si rafforzano due meccanismi molto importanti ai fini prestazionali:
1) il picco di forza e per peculiarità anche quello di potenza
2) il rafforzamento dell'atteggiamento psicologico, anche questo è una "forza" la cui energia è così determinante che può a seconda del livello positivo o negativo, agire sulla Forza Estrema di cui parlavo alcuni giorni or sono.

[Chinup]

2) il rafforzamento dell'atteggiamento psicologico, anche questo è una "forza" la cui energia è così determinante che può a seconda del livello positivo o negativo, agire sulla Forza Estrema di cui parlavo alcuni giorni or sono.

fattori che rafforzano poi l'effetto "flow" nel momento della competizione, in cui lo stress della gara consente all'atleta di reclutare riserve energetiche nascoste, tra cui appunto la forza estrema (che a quanto pare non è solo manifestabile in condizioni di pericolo di vita o sotto ipnosi, ma anche in condizioni di forte stress agonistico)

[menez]

vi sono delle teorie sull'effetto flow e testimonianze discrepanti. Ho avuto atleti perfettamente in flow non realizzare il tempo di discesa (canoa slalom) necessario per la qualificazione. VIceversa ho raccolto testimonianze di atleti convinti di aver concluso la peggior gara della propria vita, qualificarsi inspiegabilmente.
L'indagine deve necessariamente partire dalle vie neruomuscolari e sondare i processi di sensazione e azione..argomentazioni complesse su cui sto lavorando ma esulano da questa discussione, per cui va bene così.