La forza che un muscolo è in grado di esercitare è direttamente imputabile, oltre che al controllo nervoso, alla sua sezione trasversa.
Ciascun cm2 di superficie è in grado di esprimere una forza pari a 3-4 kg. Questa quantità di forza può subire un incremento di circa il 40% nelle fasi eccentriche di un movimento, divenendo in individui estremamente muscolosi potenzialmente traumatica per le articolazioni costantemente sottoposte a deleterie forze di pressione.
In virtù del tipo di allenamento è possibile osservare modificazioni sulla lunghezza muscolare.
Intervenendo sul suo potenziale contrattile è possibile modificare la disposizione tendinea e quella della massa carnosa del muscolo.
Se nel corso della stimolazione muscolare si opera con contrazioni e stiramenti completi per tutta l'ampiezza, la parte contrattile del muscolo aumenta, e conseguentemente aumenta anche l'ampiezza del movimento. A riposo la lunghezza totale del muscolo è immutata.
In caso di contrazione completa e stiramento incompleto si favorisce l'accorciamento del ventre muscolare, le strutture tendinee restano invariate e il muscolo a riposo risulta più corto.
In caso di contrazione incompleta e stiramento completo si favorisce l'accorciamento del ventre ma al contempo è favorito l'allungamento tendineo in misura maggiore rispetto all'accorciamento della parte contrattile. Questo determina una maggiore lunghezza totale del muscolo a riposo.
Infine nel caso di contrazione e stiramento incompleti il muscolo tenderà ad accorciare il suo ventre con un non proporzionale allungamento tendineo, quindi la lunghezza complessiva verterà alla diminuzione.
Partendo da queste considerazioni sarà possibile strutturare un allenamento finalizzandolo alle singole aspettative.
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Ciascun cm2 di superficie è in grado di esprimere una forza pari a 3-4 kg. Questa quantità di forza può subire un incremento di circa il 40% nelle fasi eccentriche di un movimento, divenendo in individui estremamente muscolosi potenzialmente traumatica per le articolazioni costantemente sottoposte a deleterie forze di pressione.
In virtù del tipo di allenamento è possibile osservare modificazioni sulla lunghezza muscolare.
Intervenendo sul suo potenziale contrattile è possibile modificare la disposizione tendinea e quella della massa carnosa del muscolo.
Se nel corso della stimolazione muscolare si opera con contrazioni e stiramenti completi per tutta l'ampiezza, la parte contrattile del muscolo aumenta, e conseguentemente aumenta anche l'ampiezza del movimento. A riposo la lunghezza totale del muscolo è immutata.
In caso di contrazione completa e stiramento incompleto si favorisce l'accorciamento del ventre muscolare, le strutture tendinee restano invariate e il muscolo a riposo risulta più corto.
In caso di contrazione incompleta e stiramento completo si favorisce l'accorciamento del ventre ma al contempo è favorito l'allungamento tendineo in misura maggiore rispetto all'accorciamento della parte contrattile. Questo determina una maggiore lunghezza totale del muscolo a riposo.
Infine nel caso di contrazione e stiramento incompleti il muscolo tenderà ad accorciare il suo ventre con un non proporzionale allungamento tendineo, quindi la lunghezza complessiva verterà alla diminuzione.
Partendo da queste considerazioni sarà possibile strutturare un allenamento finalizzandolo alle singole aspettative.
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