Ieri sera rivedendo un Dvd foto degli anni d'oro di mio padre quasi per scherzo gli ho chiesto: "Papà, ma nella vecchia palestra, chi ti faceva le schede, chi ti insegnava gli esercizi?". Ovviamente il senso della mia domanda era quello di capire se all'epoca i titolari delle palestre "istruivano" in maniera diversa rispetto ad oggi. La sua risposta è stata curiosa: "Ma no, che seguire. Si faceva tutto tra di noi. Ma che schede e schede, gli esercizi erano sempre gli stessi, e all'epoca le macchine isotoniche non sapevamo neanche cosa erano. Bilancieri, manubri, piastre, panche, cavi e carrucole erano tutto ciò che avevamo, e ci sembravano delle belle gno.cche. Iniziai sul terrazzo di nonna da bambino con piegamenti e trazioni. Utilizzavo i mattoni come manubri, e avevo bloccato più mattoni alle estremità di un bilanciere di ferro. In tanti anni l'unico rammarico è che non sono mai riuscito a conoscere Arnold. Andammo a conoscere Franco Columbu a Napoli, vestito era enorme, ma quando si tolse la camicia sembrava una montagna umana. Ma il mio idolo è sempre stato Arnold."
Mi sono immedesimato per un attimo in quell'epoca, a cavallo tra gli anni 70 e gli anni 80. Nelle palestre si sentiva il rumore del ferro fino a fuori, quando la ghisa sbatteva sulla ghisa.
Ricordo quando da bambino a 4 anni mi portava con lui in palestra. Quelle palestre interrate, dove si scendevano delle profonde scale. Sopra c'erano gli spogliatoi, e giù si sentiva quella puzza di chiuso, di cantina... che a ripensarci ora, mi sembrava odore di allenamento!
Era affascinante per me quel mondo, vedere tutti quei culturisti che urlavano, quelle piastre e quei macchinari color rosso, quei poster giganti in cui non potevano mancare Arnold Schwarzenegger, Serge Nubret, Lee Haney... e tanti altri.
Se penso al cambiamento radicale che ha avuto negli anni il bodybuilding sembra che sono passati secoli! Quando ho mosso i miei primi passi a 13 anni c'era gente che lasciava davvero il sangue sugli attrezzi. Si faceva ancora lo squat con la tavoletta in legno sotto i talloni, la panca piana senza adduzione scapolare e il curl con oscillazione del tronco (idem per le alzate laterali). C'erano poche nozioni tecniche sulla biomeccanica e sull'anatomia, anzi, dire che erano praticamente nulle. I doms per tutti erano acido lattico, e non esistevano ne cicli di forza, ne cicli di ipertrofia, ne motocicli e biciclette... c'era solo massa e definizione. Massa poche reps alti carichi, definizione alte reps bassi carichi. A ripensarci mi scappa un sorriso. Quei culturisti per anni hanno fatto tutto da soli, tramandandosi negli anni leggende metropolitane, molte neanche lontanamente vicine alla verità, ma leggende in cui credevano perché create da i miti dell'epoca. E se Arnold in "pumping iron" diceva che dopo il dolore della 12esima ripetizione bisognava insistere e insistere... loro lo facevano! Non si chiedevano se era giusto o sbagliato. Lo diceva Arnold, ed era vangelo.
A quei tempi non esisteva un cavolo, mica c'era internet. I metodi di allenamento si leggevano sulle riviste dell'epoca dove Filippo Massaroni primeggiava nel Mr Universo e altri (di cui evito di fare i nomi) si definivano i "promotori" del culturismo natural.
Avevano creato un mondo tutto loro, che si tramandava di generazione in generazione. I vecchi culturisti forgiavano i nuovi, e questa cosa si ripeteva. Nelle palestre c'era rispetto. Vero rispetto. La palestra era la famiglia, il regno dei gladiatori, o come in quel famoso cartone: "tana delle tigri". C'era unione.
Mio padre dice sempre che nella sua vita il culturismo lo ha sempre aiutato. Ovunque è stato, sviluppava sempre un forte senso della leadership, e trasportava con se amici e conoscenti in palestra, gente che non aveva mai sollevato un manubrio si innamorava improvvisamente del culturismo. Quando girava l'Italia per lavoro frequentava tutte le palestre del posto scoprendo nuove amicizie e fretellanze. Per non parlare dell'impatto che ha avuto il culturismo sul suo lavoro!
Ho iniziato con lui, e poi piano piano mi sono perso. Tra infortuni, follie, scuola, donne e tanto altro, avevo delle pause di grossa cilindrata. A volte lasciavo per 1 anno, a volte per 3 mesi, altre per 2 anni. Alti e bassi, ma la passione non è mai calata del tutto. Dalle arti marziali, al pugilato, ma alla fine ritornavo sempre li.
Ho iniziato ad allenare, prima gli amici, poi altri, e così ho iniziato. Questa disciplina è come la fi.ga: più ne hai più ne vuoi! C'è brama di conoscenza. Il segreto è non perdere mai il filo; io l'ho perso tante volte, ma ora sono rientrato in carreggiata, e per forza di cose (lavoro) dubito che lo perderò ancora!
Oggi guardo le palestre, piene di macchinari, piene di tapis roulant. Io stesso lavoro in una palestra di 800mq, sembra di essere alla Gold Gym. 30 tapis roulant, 30 uomini (per modo di dire) sui tapis roulant: manubri e bilancieri dall'altra parte!!! Ragazzini coi cronometri che contano 2 minuti di recupero dopo una serie di panca piana con 40kg!!! Giovani laureati in s.m. che vogliono correggere un 60enne che ai tempi d'oro vinceva il Sud Italia! Parlano di ipertrofia, di citoplasma e actina ma non hanno un solo muscolo addosso. Functional training da una parte, body circuit e spinning dall'altra! Per fortuna ogni tanto vedo qualche ragazzo fare stacchi da terra, o altri che usano manubri e bilancieri piuttosto che le macchine, e mi scappa un sorriso. Mi rendo conto che qualcosa di buono siamo riusciti a tramandare, e anche se i tempi sono cambiati, non tutto del nostro "vecchio" mondo è andato perduto.
Ripenso ai tempi in cui i culturisti primeggiavano al cinema, i vari Serge Nubret, Lou Ferrigno, Steve Revees; ripenso alle battute sarcastiche di Arnold nei suoi film: "Bravo, sei divertente e simpatico, per questo ti ammazzero' per ultimo"(Commando). Rifletto... e penso.... "si stava meglio quando si stava peggio!"
Qui di seguito alcune foto di mio padre.
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Mi sono immedesimato per un attimo in quell'epoca, a cavallo tra gli anni 70 e gli anni 80. Nelle palestre si sentiva il rumore del ferro fino a fuori, quando la ghisa sbatteva sulla ghisa.
Ricordo quando da bambino a 4 anni mi portava con lui in palestra. Quelle palestre interrate, dove si scendevano delle profonde scale. Sopra c'erano gli spogliatoi, e giù si sentiva quella puzza di chiuso, di cantina... che a ripensarci ora, mi sembrava odore di allenamento!
Era affascinante per me quel mondo, vedere tutti quei culturisti che urlavano, quelle piastre e quei macchinari color rosso, quei poster giganti in cui non potevano mancare Arnold Schwarzenegger, Serge Nubret, Lee Haney... e tanti altri.
Se penso al cambiamento radicale che ha avuto negli anni il bodybuilding sembra che sono passati secoli! Quando ho mosso i miei primi passi a 13 anni c'era gente che lasciava davvero il sangue sugli attrezzi. Si faceva ancora lo squat con la tavoletta in legno sotto i talloni, la panca piana senza adduzione scapolare e il curl con oscillazione del tronco (idem per le alzate laterali). C'erano poche nozioni tecniche sulla biomeccanica e sull'anatomia, anzi, dire che erano praticamente nulle. I doms per tutti erano acido lattico, e non esistevano ne cicli di forza, ne cicli di ipertrofia, ne motocicli e biciclette... c'era solo massa e definizione. Massa poche reps alti carichi, definizione alte reps bassi carichi. A ripensarci mi scappa un sorriso. Quei culturisti per anni hanno fatto tutto da soli, tramandandosi negli anni leggende metropolitane, molte neanche lontanamente vicine alla verità, ma leggende in cui credevano perché create da i miti dell'epoca. E se Arnold in "pumping iron" diceva che dopo il dolore della 12esima ripetizione bisognava insistere e insistere... loro lo facevano! Non si chiedevano se era giusto o sbagliato. Lo diceva Arnold, ed era vangelo.
A quei tempi non esisteva un cavolo, mica c'era internet. I metodi di allenamento si leggevano sulle riviste dell'epoca dove Filippo Massaroni primeggiava nel Mr Universo e altri (di cui evito di fare i nomi) si definivano i "promotori" del culturismo natural.
Avevano creato un mondo tutto loro, che si tramandava di generazione in generazione. I vecchi culturisti forgiavano i nuovi, e questa cosa si ripeteva. Nelle palestre c'era rispetto. Vero rispetto. La palestra era la famiglia, il regno dei gladiatori, o come in quel famoso cartone: "tana delle tigri". C'era unione.
Mio padre dice sempre che nella sua vita il culturismo lo ha sempre aiutato. Ovunque è stato, sviluppava sempre un forte senso della leadership, e trasportava con se amici e conoscenti in palestra, gente che non aveva mai sollevato un manubrio si innamorava improvvisamente del culturismo. Quando girava l'Italia per lavoro frequentava tutte le palestre del posto scoprendo nuove amicizie e fretellanze. Per non parlare dell'impatto che ha avuto il culturismo sul suo lavoro!
Ho iniziato con lui, e poi piano piano mi sono perso. Tra infortuni, follie, scuola, donne e tanto altro, avevo delle pause di grossa cilindrata. A volte lasciavo per 1 anno, a volte per 3 mesi, altre per 2 anni. Alti e bassi, ma la passione non è mai calata del tutto. Dalle arti marziali, al pugilato, ma alla fine ritornavo sempre li.
Ho iniziato ad allenare, prima gli amici, poi altri, e così ho iniziato. Questa disciplina è come la fi.ga: più ne hai più ne vuoi! C'è brama di conoscenza. Il segreto è non perdere mai il filo; io l'ho perso tante volte, ma ora sono rientrato in carreggiata, e per forza di cose (lavoro) dubito che lo perderò ancora!
Oggi guardo le palestre, piene di macchinari, piene di tapis roulant. Io stesso lavoro in una palestra di 800mq, sembra di essere alla Gold Gym. 30 tapis roulant, 30 uomini (per modo di dire) sui tapis roulant: manubri e bilancieri dall'altra parte!!! Ragazzini coi cronometri che contano 2 minuti di recupero dopo una serie di panca piana con 40kg!!! Giovani laureati in s.m. che vogliono correggere un 60enne che ai tempi d'oro vinceva il Sud Italia! Parlano di ipertrofia, di citoplasma e actina ma non hanno un solo muscolo addosso. Functional training da una parte, body circuit e spinning dall'altra! Per fortuna ogni tanto vedo qualche ragazzo fare stacchi da terra, o altri che usano manubri e bilancieri piuttosto che le macchine, e mi scappa un sorriso. Mi rendo conto che qualcosa di buono siamo riusciti a tramandare, e anche se i tempi sono cambiati, non tutto del nostro "vecchio" mondo è andato perduto.
Ripenso ai tempi in cui i culturisti primeggiavano al cinema, i vari Serge Nubret, Lou Ferrigno, Steve Revees; ripenso alle battute sarcastiche di Arnold nei suoi film: "Bravo, sei divertente e simpatico, per questo ti ammazzero' per ultimo"(Commando). Rifletto... e penso.... "si stava meglio quando si stava peggio!"
Qui di seguito alcune foto di mio padre.
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