Lavorare in una struttura dove si insegnano diverse discipline ha dei vantaggi a livello di formazione personale, e così ho avuto modo di confrontarmi con diversi crossfitter e weightlifter. La cosa che ho notato è che in un circuito metabolico, o comunque sia di resistenza non era il soggetto più resistente ad avere la meglio... ma quello più forte.
A pensarci così sembra una stupidaggine ma tutt'altro. Vi cito un esempio dei tanti. In questi due soggetti, uno era molto più preparato a livello di resistenza (Flash), l'altro aveva dei massimali (1RM) decisamente superiori (Hulk). Perciò, anche se il lavoro era di resistenza, utilizzando entrambi i carichi di Flash, Hulk si stancava dopo, molto dopo, perché mentre Flash si cimentava in un allenamento molto intenso, Hulk spostava quei carichi in maniera molto leggera. Ovviamente tutto questo in un discorso di parità di carico, perché se entrambi avessero lavorato con un intensità pari al 70% (ad esempio) probabilmente Flash si sarebbe stancato dopo avendo dalla sua parte una forza resistente superiore.
Quindi, ritornando all'esperimento, a fine circuito Flash era spompato, Hulk aveva ancora molti colpi in canna.
Mi direte "che razza di scoperta è?"
A questo punto mi verrebbe da pensare che anche in uno sport di resistenza la forza massimale ha i suoi vantaggi: un atleta molto forte, si stanchera' più tardi in quanto la sua struttura neuromuscolare gli consentirà di gestire più facilmente i carichi (che siano corporei o di ghisa), di conseguenza avrà più resistenza.
Quindi, a rigor di logica, in una preparazione atletica, di uno sport in cui l'atleta debba avere forza esplosiva e forza resistente, bisognerebbe inserire dei lavori mirati di forza pura, dunque oltre a migliorare la forza esplosiva andrebbe migliorato l'1RM (per farla breve). Bisognerebbe periodizzare a blocchi, dedicando dei mesocicli ad ogni specificità oppure allenarle tutte insieme (ma sempre separate) all'interno del microciclo. P.S. da notare che uso sempre il tempo ipotetico!
Non sono un preparatore atletico, probabilmente non dico nulla di nuovo, perciò non so se questo tipo di lavoro viene già eseguito nelle discipline di resistenza (sicuramente), ma Menez e gli altri, come sempre, mi toglieranno ogni dubbio in merito.
Ma l'altra mia domanda è questa.
Se parliamo di atleti che comunque hanno già una certa praticità negli esercizi che andremo ad attuare per la forza, ed una buona percentuale di 1RM, il discorso risulta più semplice e fluido; basta impostare e organizzare un buon lavoro di forza realmente produttivo; ma se invece ci troviamo di fronte ad atleti che per forza di cose non sono in grado di esprimersi al meglio in questi esercizi, vuoi perché vengono da una scuola che lavorava solo nello specifico, vuoi perché li hanno eseguiti sempre male e senza dargli troppa importanza, ci conviene giocarci questa carta? Quanto tempo si perderà ad insegnare uno stacco (ad esempio) ad un soggetto che non l'ha mai eseguito? E una volta che lo ha imparato, quanto tempo impiegherà a progredire realmente nel suo massimale? Queste sono domande che ogni preparatore si sarà chiesto. Perciò, in questi casi, è giusto iniziare a lavorare sulla forza e progredire negli anni (in base all'anzianità dell'atleta) oppure continuare a lavorare sulla forza resistente e sulla forza esplosiva, lasciando indietro questa stramba se pur comprovata teoria?
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A pensarci così sembra una stupidaggine ma tutt'altro. Vi cito un esempio dei tanti. In questi due soggetti, uno era molto più preparato a livello di resistenza (Flash), l'altro aveva dei massimali (1RM) decisamente superiori (Hulk). Perciò, anche se il lavoro era di resistenza, utilizzando entrambi i carichi di Flash, Hulk si stancava dopo, molto dopo, perché mentre Flash si cimentava in un allenamento molto intenso, Hulk spostava quei carichi in maniera molto leggera. Ovviamente tutto questo in un discorso di parità di carico, perché se entrambi avessero lavorato con un intensità pari al 70% (ad esempio) probabilmente Flash si sarebbe stancato dopo avendo dalla sua parte una forza resistente superiore.
Quindi, ritornando all'esperimento, a fine circuito Flash era spompato, Hulk aveva ancora molti colpi in canna.
Mi direte "che razza di scoperta è?"
A questo punto mi verrebbe da pensare che anche in uno sport di resistenza la forza massimale ha i suoi vantaggi: un atleta molto forte, si stanchera' più tardi in quanto la sua struttura neuromuscolare gli consentirà di gestire più facilmente i carichi (che siano corporei o di ghisa), di conseguenza avrà più resistenza.
Quindi, a rigor di logica, in una preparazione atletica, di uno sport in cui l'atleta debba avere forza esplosiva e forza resistente, bisognerebbe inserire dei lavori mirati di forza pura, dunque oltre a migliorare la forza esplosiva andrebbe migliorato l'1RM (per farla breve). Bisognerebbe periodizzare a blocchi, dedicando dei mesocicli ad ogni specificità oppure allenarle tutte insieme (ma sempre separate) all'interno del microciclo. P.S. da notare che uso sempre il tempo ipotetico!
Non sono un preparatore atletico, probabilmente non dico nulla di nuovo, perciò non so se questo tipo di lavoro viene già eseguito nelle discipline di resistenza (sicuramente), ma Menez e gli altri, come sempre, mi toglieranno ogni dubbio in merito.
Ma l'altra mia domanda è questa.
Se parliamo di atleti che comunque hanno già una certa praticità negli esercizi che andremo ad attuare per la forza, ed una buona percentuale di 1RM, il discorso risulta più semplice e fluido; basta impostare e organizzare un buon lavoro di forza realmente produttivo; ma se invece ci troviamo di fronte ad atleti che per forza di cose non sono in grado di esprimersi al meglio in questi esercizi, vuoi perché vengono da una scuola che lavorava solo nello specifico, vuoi perché li hanno eseguiti sempre male e senza dargli troppa importanza, ci conviene giocarci questa carta? Quanto tempo si perderà ad insegnare uno stacco (ad esempio) ad un soggetto che non l'ha mai eseguito? E una volta che lo ha imparato, quanto tempo impiegherà a progredire realmente nel suo massimale? Queste sono domande che ogni preparatore si sarà chiesto. Perciò, in questi casi, è giusto iniziare a lavorare sulla forza e progredire negli anni (in base all'anzianità dell'atleta) oppure continuare a lavorare sulla forza resistente e sulla forza esplosiva, lasciando indietro questa stramba se pur comprovata teoria?
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