In realtà chi, cercando di iperestendere quasi eccessivamente, più che partire troppo avanti finisce per partire troppo indietro, o meglio troppo "seduto". Cioè quello che in genere si dice squattare uno stacco.
Comunque molte di queste cose e i relativi sviluppi dipendono essenzialmente dalla didattica utilizzata da parte del tecnico. Nel mio caso ad esempio lo stacco è uno sviluppo della tecnica appresa nello squat, le curve della colonna di conseguenza, nello stacco, cercano di riprendere quelle dello squat. Di base quindi io non faccio accentuare la cifosi ad un principiante, ma comunque cerco di adattare l'assetto ai suoi margini di mobilità.
Ma come detto dipende molto dall'impostazione che il tecnico da. Ad esempio, in una delle ultime gare alle quali ho partecipato, la gara era impostata a bilanciere crescente tipo gara di wl. È stato interessante notare come intorno ai 220/230 erano rimasti pochi atleti essenzialmente di 3 squadre, ognuna con la propria tecnica.
La mia, di un mio atleta, schiena a squadro dura come una roccia.
Un'altra impostazione cifotica, impugno comodo e salgo mantenendo l'assetto iniziale.
Un'altra tirata di forza, accellerata al massimo in basso e grindata da ginocchio a chiusura senza gestione della schiena.
Il punto è che in ogni caso, i rispettivi atleti, avevano specializzato quel gesto per quella tecnica specifica, rendendole tutte equamente efficaci.
Discorso altezza. In realtà nello stacco la vera differenza non è l'altezza in sé ma la lunghezza delle braccia.
Uno dei miei migliori stacchista,under 23 sotto gli 80 kg e 212,5 in una gara ufficiale, è alto più di 1.85, ma ha braccia in proporzione lunghissime. Il suo assetto è vantaggiosissimo perché a livello di struttura può partire con la schiena già più alta, in quanto deve piegarsi meno per raggiungere il bilanciere. Virtualmente è come se il bilanciere partisse più in alto rispetto ad un pari altezza con braccia più corte. In compenso però perde tantissimo su panca dove il rom gli diventa infinito.
Cosa opposta mi succede invece con una ragazza bassa, braccia corte e grande mobilità. Panchista fenomenale ma stacchista modesta. Le braccia corte accoppiate all arco gli accorciano tantissimo il rom sulla panca, ma la mettono in svantaggio sullo stacco dove l'escursione della schiena è molto superiore a pari altezza con braccia più lunghe.
Come sempre non è mai questione di misure assolute, ma di proporzione tra leve.
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Comunque molte di queste cose e i relativi sviluppi dipendono essenzialmente dalla didattica utilizzata da parte del tecnico. Nel mio caso ad esempio lo stacco è uno sviluppo della tecnica appresa nello squat, le curve della colonna di conseguenza, nello stacco, cercano di riprendere quelle dello squat. Di base quindi io non faccio accentuare la cifosi ad un principiante, ma comunque cerco di adattare l'assetto ai suoi margini di mobilità.
Ma come detto dipende molto dall'impostazione che il tecnico da. Ad esempio, in una delle ultime gare alle quali ho partecipato, la gara era impostata a bilanciere crescente tipo gara di wl. È stato interessante notare come intorno ai 220/230 erano rimasti pochi atleti essenzialmente di 3 squadre, ognuna con la propria tecnica.
La mia, di un mio atleta, schiena a squadro dura come una roccia.
Un'altra impostazione cifotica, impugno comodo e salgo mantenendo l'assetto iniziale.
Un'altra tirata di forza, accellerata al massimo in basso e grindata da ginocchio a chiusura senza gestione della schiena.
Il punto è che in ogni caso, i rispettivi atleti, avevano specializzato quel gesto per quella tecnica specifica, rendendole tutte equamente efficaci.
Discorso altezza. In realtà nello stacco la vera differenza non è l'altezza in sé ma la lunghezza delle braccia.
Uno dei miei migliori stacchista,under 23 sotto gli 80 kg e 212,5 in una gara ufficiale, è alto più di 1.85, ma ha braccia in proporzione lunghissime. Il suo assetto è vantaggiosissimo perché a livello di struttura può partire con la schiena già più alta, in quanto deve piegarsi meno per raggiungere il bilanciere. Virtualmente è come se il bilanciere partisse più in alto rispetto ad un pari altezza con braccia più corte. In compenso però perde tantissimo su panca dove il rom gli diventa infinito.
Cosa opposta mi succede invece con una ragazza bassa, braccia corte e grande mobilità. Panchista fenomenale ma stacchista modesta. Le braccia corte accoppiate all arco gli accorciano tantissimo il rom sulla panca, ma la mettono in svantaggio sullo stacco dove l'escursione della schiena è molto superiore a pari altezza con braccia più lunghe.
Come sempre non è mai questione di misure assolute, ma di proporzione tra leve.
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