Scrivo questo post basato sulla mia esperienza con il metodo bulgaro, sia come atleta che come allenatore di powerlfitng. Avrei potuto aprirlo tranquillamente in powerlifting ma l'idea è quella di una discussione metodologica più ampia. Molto spesso infatti sul forum vedo topic riguardanti il sovrallenamento aperti da utenti che al posto di fare 3 allenamenti a settimana passano a 5, oppure allenano il petto 3 volte a settimana.
Vediamo di capire quanto ci si può spingere oltre... O meglio quanto mi sono spinto oltre e cose ne ho acquisito.
Premessa e Profilo (saltabile)
Innanzitutto va identificato il mio profilo. Come atleta sono una categoria leggera, a seconda delle federazioni e del mio peso nelle varie fasi della stagione, posso gareggiare dalla -56 alla -62. La mia alzata migliore è lo squat, in rapporto al peso corporeo può superare tranquillamente il 2,5bw,ma serve costanza di allenamento. La peggiore è la panca dove mi serve un ottimo stato di forma per superare in maniera convinta l'1,5bw ed è molto legata ad un'alimentazione tendenzialmente iper. Lo stacco invece è un alzata abbastanza stabile, migliora in maniera lenta ma una volta "acquisito" un massimale difficilmente ci sono bruschi spostamenti, oscillo intorno al 3xbw a seconda dell'effettivo peso corporeo.
Nonostante questi numeri resto comunque un atleta a mio parere modesto. Per raggiungere certi livelli ho bisogno di allenarmi moltissimo. Non sono molto integro, ho all'attivo diverse operazioni, parecchie asimmetrie e dislivelli. Soffro moltissimo di infiammazioni sparse che spesso portano ad infortuni non seri ma che portano a cali di forma. Insomma la mia stagione è fatta di moltissimi alti e bassi e per mantenermi sufficientemente integro passo spesso dall'osteopata.
Come allenatore invece sono gestore/proprietario di una palestra aperta 10 ore al giorno 6 giorni a settimana. Praticamente vivo dentro una palestra e ho la possibilità di allenarmi in maniera costante, ma anche la possibilità di sperimentare oltre che su di me anche su altri atleti di cui magari parlerò in seguito.
Essenzialmente posso essere considerato il livello più vicino ad un professionista che un amatore possa mai raggiungere, sebbene non sia assolutamente un atleta di alto livello.
Il metodo e l'impostazione
Non voglio dilungarmi troppo sulla storia del bulgaro, in rete tra leviatano, AIF e FabioP ci sono sufficienti articoli. Quello che dovete sapere è che ogni allenamento è volto al massimale. Riscaldatevi, avvicinatevi gradualmente e tramite vari tentativi trovate un massimale, dopo fate un back off diminuendo il peso. Ad esempio un back off minimo è un 3x2@90% del massimale giornaliero, ma questo back off può essere di molto aumentato arrivando a fare anche una dozzina di serie post massimale.
Una mia seduta di allenamento è improntata su due alzate più un complementare o due, tendenzialmente per il dorso (rematori, trazioni) o fasci posteriori delle spalle.
La frequenza di allenamento? La massima.
La mia filosofia, che poi applica i principi di quella originaria, è essenzialmente una: Se io ho un avversario che sul massimale ha un vantaggio di 10 kg su di me, l'unico modo che ho per raggiungerlo è allenarmi più di lui. Se lui si allena 3 volte io dovrò farlo 4. Se lui si allena tutti i giorni io dovrò fare dei doppi. Citando una frase che vedo spesso in rete "Se vuoi essere il numero uno devi allenarti come se fossi il numero due".
Il risultato è che io non devo allenarmi né 3 volte a settimane né 14. Devo semplicemente allenarmi il più possibile, dove il più possibile è dato innanzitutto dal tempo a mia disposizione e dalle mie capacità di sostenere lavoro senza rischiare infortuni (che è diverso da cali di forma o essere affaticato).
Personalmente negli ultimi 6 mesi, ma anche nel 2016, sono stato tra i 6 e i 13 allenamenti settimanali. Il miglioramento sul totale delle 3 alzate nell'ultimo ciclo di 5/6 mesi è stato di circa 50 kg, cercando di mantenere il peso corporeo entro un certo margine dalle categorie di cui sopra.
Perché il tutto ha funzionato? Essenzialmente per tre motivi:
1) VOLUME: Prendete qualsiasi manuale, domandate qualsiasi allenatore. Il principale parametro al quale il nostro corpo risponde è il volume. Allenatevi tutti i giorni, fate tutti i giorni il massimo che riuscite a sostenere nel medio termine, usate sempre i carichi massimi che giornalmente riuscite a gestire sui fondamentali e il volume totale sarà talmente superiore a qualsiasi cosa abbiate mai fatto che migliorerete anche se non avete la minima idea di cosa state facendo. Ovviamente se però ci mettete metodo è meglio.
2) ASSUEFAZIONE AL CARICO: Fate 100kg di panca tutti i giorni, magari per settimane non riuscirete ad aumentare di un chilo. Un bel giorno il vostro corpo si sarà talmente assuefatto al carico, avrà talmente imparato a tollerarlo, avrà talmente imparato a gestirlo, che mettere un chilo in più non gli farà differenza. Il miglioramento lento e graduale è la miglior chiave per migliorare costantemente anche dove si hanno, per vari motivi, le maggiori difficoltà.
3) MIGLIORAMENTO TECNICO: La chiave essenziale di ogni sport. Che ci piaccia o no, che vogliamo gareggiare nel powerlifting o fare semplicemente "massa", perché gli altri due fattori precedenti siano veramente sfruttati bisogna che il nostro gesto tecnico migliori. Ognuno di noi ha un massimale potenziale e un massimale reale. Il massimale potenziale è quello che noi riusciremmo a fare se non sbagliassimo niente, se non perdessimo l'adduzione sulla panca, se non perdessimo la schiena nella stacco o se non schienassimo uno squat. Tuttavia ognuno di noi sbaglia, altrimenti saremmo tutti atleti d'elite, ciò vuol dire che potenzialmente possiamo fare 100, ma all'atto pratico facciamo 95.
Dei tre fattori, quello tecnico, è quello che nel breve termine ti può far prendere in pochi giorni il 5/10% su un'alzata. Impara a non fare un errore e scoprirai nel tuo motore una marcia che prima non sapevi neanche di avere.
Nello specifico l'allenamento verso massimale ti mette proprio davanti al tuo errore, perché arriverà sempre un carico che tu senti di non riuscire ad alzare ma che per qualche motivo non sale. Capisci qual è il motivo e sfrutta sia il back off che le serie iniziali del prossimo allenamento per evitare di ripeterlo.
In tutto ciò più ti alleni più tentavi di arrivare a massimale e non ripetere l'errore avrai.
Non è tutto oro quello che luccica... Il sovrallenamento esiste o no?!
Secondo John Broz, che vi invito ad approfindire, il sovrallenamento non esiste. E io sono d'accordo. O almeno sono d'accordo per quanto riguarda l'atto pratico dell'allenamento con i pesi. Ma vediamo di approfondire prima di essere preso a pietre dagli studi su pubmed.
Il sovrallenameto è a tutti gli effetti una sindrome con vari sintomi, fisici e psicologici. Vediamo, da wikipedia, quali sono gli effetti fisici:
Ho segnato in grassetto alcuni degli elementi che maggiormente influenzano la performance. Come detto non è tutto oro quel che luccica... ciò comporta che non potrete migliorare sempre, arriverà un momento in cui calerete, ma il motivo non sarà tanto in sé il sovrallenamento quanto il SOVRACARICO STRUTTURALE.
Arriverà un momento in cui il vostro corpo avrà raggiunto il limite della sostenibilità e inizierà a calare. Tuttavia vi posso garantire che non potrà calare in eterno, imparerete a scoprire che c'è un carico che il vostro corpo riesce a sostenere in qualsiasi situazione. Anche quando non siete in grado di fare una rampa di scale tutta insieme. Tuttavia se vi riscaldate c'è un peso che riuscirete a fare e sarà comunque un peso molto alto rispetto al vostro massimale migliore.
Ma in tutto ciò cosa succede al nostro corpo? Se continuo ad allenarmi in queste condizioni a cosa succede al mio corpo? Alla fine in sovrallenamento ci vado o no?
La risposta è che dovrete imparare ad allenarvi e permettere al vostro corpo contemporaneamente di recuperare. Significa che avete raggiunto l'apice del volume sostenibile e dovete gradualmente rimodularlo, principalmente per quanto riguarda il volume della seduta e del relativo back off e in maniera tendenzialmente relativa della frequenza settimanale. In tutto ciò il vostro corpo imparerà a migliorare sotto la massima fatica, vedrete che piano piano riuscirete ripetere la vostra prestazione migliore anche fortemente affaticati. Sarà allora che una volta scaricata completamente la fatica farà un ulteriore passo avanti sia verso la prestazione massima che se in un secondo ciclo riporterete al massimo il volume questo sarà tollerato in maniera migliore rispetto al precedente ciclo e potrete spingervi leggermente oltre.
ATTENZIONE PERO' AGLI INFORTUNI: In tutto ciò il vero problema dato dal sovraccarico strutturale, come detto, non è tanto il sovrallenamento in sé quanto la possibilità di infortuni più o meno seri. Infatti prima che il sovraccarico strutturale possa trasformarsi con tutti i crismi in una sindrome da sovrallenamento, se vi spingete oltre, la vostra struttura collasserà. I principali rischi sono a livello tendineo. Se vi strappate un muscolo starete fermi di punto in bianco per due settimane e quello è il male minore. I tendini sono diversi, tendini possono infiammarsi, aumentare la lassità di un'articolazione e permettervi ugualmente di fare la prestazione massima nella singola giornata, ma nel lungo termine, se tirate troppo la corda, vi porteranno infortuni di mesi quando la struttura (intesa come articolazione nel suo senso più ampio) non reggerà più il sovraccarico.
Chi si allena con frequenza alte è quasi sempre gente professionista. Professionista e con attorno uno staff di massaggiatori, osteopati, fisioterapisti, medici ecc, che li tiene sempre sotto controllo e cerca di evitare che questo limite venga superato (e ciononostante si infortunano anche seriamente lo stesso). Tutta la loro vita è orientata a fare quello. Il giorno dopo non devono scaricare l'ortofrutta, non devono servire ai tavoli, non devono dare conto al capo se non rendono sul lavoro. Se il giorno dopo hanno bisogno di una laser terapia a causa di ripetizione tirata troppo il fisioterapista è già lì prima che gli si infiammi un ginocchio. Se un sottoscapolare è contratto il massaggiatore è già lì prima che lo schema motorio compensi la contrattura scaricando male il peso e giocandosi per tre mesi tutta la spalla.
Conclusione
Ma quindi quanto mi posso allenare? Se devo allenarmi il massimo possibile come faccio a capire quanto è il mio massimo?
La risposta ve l'ho data già in partenza del post:
"Devo semplicemente allenarmi il più possibile, dove il più possibile è dato innanzitutto dal tempo a mia disposizione e dalle mie capacità di sostenere lavoro senza rischiare infortuni (che è diverso da cali di forma o essere affaticato)."
Quando vado ad allenarmi non devo domandarmi se sono stanco o meno, se riuscirò a fare la mia miglior panca o se avrò voglia di farmi tutte e 15 le serie di back off. Ma essenzialmente se oggi faccio la panca rischio di infortunarmi la spalla? Se sono arrivato a 200 di squat e sento la schiena cedere vale la pena rischiare 201 o mi parte un'ernia?
La frequenza massima, il volume massimo, l'intensità massima, sono quelle che riesco a sostenere non in base alla forma giornaliera ma alla capacità di sostenere il sovraccarico da parte della struttura senza rischiare infortuni.
Vediamo di capire quanto ci si può spingere oltre... O meglio quanto mi sono spinto oltre e cose ne ho acquisito.
Premessa e Profilo (saltabile)
Innanzitutto va identificato il mio profilo. Come atleta sono una categoria leggera, a seconda delle federazioni e del mio peso nelle varie fasi della stagione, posso gareggiare dalla -56 alla -62. La mia alzata migliore è lo squat, in rapporto al peso corporeo può superare tranquillamente il 2,5bw,ma serve costanza di allenamento. La peggiore è la panca dove mi serve un ottimo stato di forma per superare in maniera convinta l'1,5bw ed è molto legata ad un'alimentazione tendenzialmente iper. Lo stacco invece è un alzata abbastanza stabile, migliora in maniera lenta ma una volta "acquisito" un massimale difficilmente ci sono bruschi spostamenti, oscillo intorno al 3xbw a seconda dell'effettivo peso corporeo.
Nonostante questi numeri resto comunque un atleta a mio parere modesto. Per raggiungere certi livelli ho bisogno di allenarmi moltissimo. Non sono molto integro, ho all'attivo diverse operazioni, parecchie asimmetrie e dislivelli. Soffro moltissimo di infiammazioni sparse che spesso portano ad infortuni non seri ma che portano a cali di forma. Insomma la mia stagione è fatta di moltissimi alti e bassi e per mantenermi sufficientemente integro passo spesso dall'osteopata.
Come allenatore invece sono gestore/proprietario di una palestra aperta 10 ore al giorno 6 giorni a settimana. Praticamente vivo dentro una palestra e ho la possibilità di allenarmi in maniera costante, ma anche la possibilità di sperimentare oltre che su di me anche su altri atleti di cui magari parlerò in seguito.
Essenzialmente posso essere considerato il livello più vicino ad un professionista che un amatore possa mai raggiungere, sebbene non sia assolutamente un atleta di alto livello.
Il metodo e l'impostazione
Non voglio dilungarmi troppo sulla storia del bulgaro, in rete tra leviatano, AIF e FabioP ci sono sufficienti articoli. Quello che dovete sapere è che ogni allenamento è volto al massimale. Riscaldatevi, avvicinatevi gradualmente e tramite vari tentativi trovate un massimale, dopo fate un back off diminuendo il peso. Ad esempio un back off minimo è un 3x2@90% del massimale giornaliero, ma questo back off può essere di molto aumentato arrivando a fare anche una dozzina di serie post massimale.
Una mia seduta di allenamento è improntata su due alzate più un complementare o due, tendenzialmente per il dorso (rematori, trazioni) o fasci posteriori delle spalle.
La frequenza di allenamento? La massima.
La mia filosofia, che poi applica i principi di quella originaria, è essenzialmente una: Se io ho un avversario che sul massimale ha un vantaggio di 10 kg su di me, l'unico modo che ho per raggiungerlo è allenarmi più di lui. Se lui si allena 3 volte io dovrò farlo 4. Se lui si allena tutti i giorni io dovrò fare dei doppi. Citando una frase che vedo spesso in rete "Se vuoi essere il numero uno devi allenarti come se fossi il numero due".
Il risultato è che io non devo allenarmi né 3 volte a settimane né 14. Devo semplicemente allenarmi il più possibile, dove il più possibile è dato innanzitutto dal tempo a mia disposizione e dalle mie capacità di sostenere lavoro senza rischiare infortuni (che è diverso da cali di forma o essere affaticato).
Personalmente negli ultimi 6 mesi, ma anche nel 2016, sono stato tra i 6 e i 13 allenamenti settimanali. Il miglioramento sul totale delle 3 alzate nell'ultimo ciclo di 5/6 mesi è stato di circa 50 kg, cercando di mantenere il peso corporeo entro un certo margine dalle categorie di cui sopra.
Perché il tutto ha funzionato? Essenzialmente per tre motivi:
1) VOLUME: Prendete qualsiasi manuale, domandate qualsiasi allenatore. Il principale parametro al quale il nostro corpo risponde è il volume. Allenatevi tutti i giorni, fate tutti i giorni il massimo che riuscite a sostenere nel medio termine, usate sempre i carichi massimi che giornalmente riuscite a gestire sui fondamentali e il volume totale sarà talmente superiore a qualsiasi cosa abbiate mai fatto che migliorerete anche se non avete la minima idea di cosa state facendo. Ovviamente se però ci mettete metodo è meglio.
2) ASSUEFAZIONE AL CARICO: Fate 100kg di panca tutti i giorni, magari per settimane non riuscirete ad aumentare di un chilo. Un bel giorno il vostro corpo si sarà talmente assuefatto al carico, avrà talmente imparato a tollerarlo, avrà talmente imparato a gestirlo, che mettere un chilo in più non gli farà differenza. Il miglioramento lento e graduale è la miglior chiave per migliorare costantemente anche dove si hanno, per vari motivi, le maggiori difficoltà.
3) MIGLIORAMENTO TECNICO: La chiave essenziale di ogni sport. Che ci piaccia o no, che vogliamo gareggiare nel powerlifting o fare semplicemente "massa", perché gli altri due fattori precedenti siano veramente sfruttati bisogna che il nostro gesto tecnico migliori. Ognuno di noi ha un massimale potenziale e un massimale reale. Il massimale potenziale è quello che noi riusciremmo a fare se non sbagliassimo niente, se non perdessimo l'adduzione sulla panca, se non perdessimo la schiena nella stacco o se non schienassimo uno squat. Tuttavia ognuno di noi sbaglia, altrimenti saremmo tutti atleti d'elite, ciò vuol dire che potenzialmente possiamo fare 100, ma all'atto pratico facciamo 95.
Dei tre fattori, quello tecnico, è quello che nel breve termine ti può far prendere in pochi giorni il 5/10% su un'alzata. Impara a non fare un errore e scoprirai nel tuo motore una marcia che prima non sapevi neanche di avere.
Nello specifico l'allenamento verso massimale ti mette proprio davanti al tuo errore, perché arriverà sempre un carico che tu senti di non riuscire ad alzare ma che per qualche motivo non sale. Capisci qual è il motivo e sfrutta sia il back off che le serie iniziali del prossimo allenamento per evitare di ripeterlo.
In tutto ciò più ti alleni più tentavi di arrivare a massimale e non ripetere l'errore avrai.
Non è tutto oro quello che luccica... Il sovrallenamento esiste o no?!
Secondo John Broz, che vi invito ad approfindire, il sovrallenamento non esiste. E io sono d'accordo. O almeno sono d'accordo per quanto riguarda l'atto pratico dell'allenamento con i pesi. Ma vediamo di approfondire prima di essere preso a pietre dagli studi su pubmed.
Il sovrallenameto è a tutti gli effetti una sindrome con vari sintomi, fisici e psicologici. Vediamo, da wikipedia, quali sono gli effetti fisici:
- alterazione della frequenza cardiaca a riposo e della pressione sanguigna;
- stanchezza cronica;
- riduzione dell'abilità di movimento e della prestazione fisica;
- riduzione della risposta del lattato;
- riduzione della massima capacità di lavoro;
- nausea o disturbi gastrointestinali frequenti;
- mal di testa;
- riduzione della forza muscolare;
- incapacità di soddisfare gli standard raggiunti in precedenza;
- aumento della frequenza respiratoria;
- aumento della sete;
- insonnia;
- dolori articolari;
- perdita di appetito;
- riduzione del grasso corporeo;
- interruzione mestruale;
- dolore e indolenzimento muscolare;
- maggiore necessità di recupero dall'esercizio;
- ricomparsa di errori precedentemente corretti,
Ho segnato in grassetto alcuni degli elementi che maggiormente influenzano la performance. Come detto non è tutto oro quel che luccica... ciò comporta che non potrete migliorare sempre, arriverà un momento in cui calerete, ma il motivo non sarà tanto in sé il sovrallenamento quanto il SOVRACARICO STRUTTURALE.
Arriverà un momento in cui il vostro corpo avrà raggiunto il limite della sostenibilità e inizierà a calare. Tuttavia vi posso garantire che non potrà calare in eterno, imparerete a scoprire che c'è un carico che il vostro corpo riesce a sostenere in qualsiasi situazione. Anche quando non siete in grado di fare una rampa di scale tutta insieme. Tuttavia se vi riscaldate c'è un peso che riuscirete a fare e sarà comunque un peso molto alto rispetto al vostro massimale migliore.
Ma in tutto ciò cosa succede al nostro corpo? Se continuo ad allenarmi in queste condizioni a cosa succede al mio corpo? Alla fine in sovrallenamento ci vado o no?
La risposta è che dovrete imparare ad allenarvi e permettere al vostro corpo contemporaneamente di recuperare. Significa che avete raggiunto l'apice del volume sostenibile e dovete gradualmente rimodularlo, principalmente per quanto riguarda il volume della seduta e del relativo back off e in maniera tendenzialmente relativa della frequenza settimanale. In tutto ciò il vostro corpo imparerà a migliorare sotto la massima fatica, vedrete che piano piano riuscirete ripetere la vostra prestazione migliore anche fortemente affaticati. Sarà allora che una volta scaricata completamente la fatica farà un ulteriore passo avanti sia verso la prestazione massima che se in un secondo ciclo riporterete al massimo il volume questo sarà tollerato in maniera migliore rispetto al precedente ciclo e potrete spingervi leggermente oltre.
ATTENZIONE PERO' AGLI INFORTUNI: In tutto ciò il vero problema dato dal sovraccarico strutturale, come detto, non è tanto il sovrallenamento in sé quanto la possibilità di infortuni più o meno seri. Infatti prima che il sovraccarico strutturale possa trasformarsi con tutti i crismi in una sindrome da sovrallenamento, se vi spingete oltre, la vostra struttura collasserà. I principali rischi sono a livello tendineo. Se vi strappate un muscolo starete fermi di punto in bianco per due settimane e quello è il male minore. I tendini sono diversi, tendini possono infiammarsi, aumentare la lassità di un'articolazione e permettervi ugualmente di fare la prestazione massima nella singola giornata, ma nel lungo termine, se tirate troppo la corda, vi porteranno infortuni di mesi quando la struttura (intesa come articolazione nel suo senso più ampio) non reggerà più il sovraccarico.
Chi si allena con frequenza alte è quasi sempre gente professionista. Professionista e con attorno uno staff di massaggiatori, osteopati, fisioterapisti, medici ecc, che li tiene sempre sotto controllo e cerca di evitare che questo limite venga superato (e ciononostante si infortunano anche seriamente lo stesso). Tutta la loro vita è orientata a fare quello. Il giorno dopo non devono scaricare l'ortofrutta, non devono servire ai tavoli, non devono dare conto al capo se non rendono sul lavoro. Se il giorno dopo hanno bisogno di una laser terapia a causa di ripetizione tirata troppo il fisioterapista è già lì prima che gli si infiammi un ginocchio. Se un sottoscapolare è contratto il massaggiatore è già lì prima che lo schema motorio compensi la contrattura scaricando male il peso e giocandosi per tre mesi tutta la spalla.
Conclusione
Ma quindi quanto mi posso allenare? Se devo allenarmi il massimo possibile come faccio a capire quanto è il mio massimo?
La risposta ve l'ho data già in partenza del post:
"Devo semplicemente allenarmi il più possibile, dove il più possibile è dato innanzitutto dal tempo a mia disposizione e dalle mie capacità di sostenere lavoro senza rischiare infortuni (che è diverso da cali di forma o essere affaticato)."
Quando vado ad allenarmi non devo domandarmi se sono stanco o meno, se riuscirò a fare la mia miglior panca o se avrò voglia di farmi tutte e 15 le serie di back off. Ma essenzialmente se oggi faccio la panca rischio di infortunarmi la spalla? Se sono arrivato a 200 di squat e sento la schiena cedere vale la pena rischiare 201 o mi parte un'ernia?
La frequenza massima, il volume massimo, l'intensità massima, sono quelle che riesco a sostenere non in base alla forma giornaliera ma alla capacità di sostenere il sovraccarico da parte della struttura senza rischiare infortuni.
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