Allenamento sarcoplasma miofibrille

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    #31
    le serie condotte in stato di avanzato affaticamento muscolare localizzato probabilmente determinano una grande risposta ipertrofica.
    è il loro dosaggio, il loro utilizzo, la loro struttura allenante tutt'ora sconosciuta.
    un carico medio sollevato fino al quasi cedimento, quindi dopo alcuni secondi di pausa ripreso e ancora sollevato per un secondo quasi cedimento, e poi ancora una terza volta, produce un lavoro meccanico enorme, una risposta lattacida localizzata importante e una vera e propria tempesta ormonale.
    non solo.
    questo intervento reso ancor più importante, da un ritmo esecutivo elevato, promuove delle condizioni particolarissime.
    e' probabile che l'intera intima struttura muscolare sia completamente in balia di impulsi "ridondanti" in grado di alterare e scombussolare le fibr muscolari, le quali, secondo me, perderebbero la loro "identità" strutturale.
    Se poi ad un carico di questa entità, provassimo a ridurne ancora il peso, e chiedessimo all'atleta di sviluppare un ritmo ancor più elevato allora il sistema andrebbe ulteriormente in crisi.......ma questo è un altro capitolo.........
    GUTTA CAVAT LAPIDEM
    http://albertomenegazzi.blogspot.it/
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    • debe
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      #32
      Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggio
      le serie condotte in stato di avanzato affaticamento muscolare localizzato probabilmente determinano una grande risposta ipertrofica.
      è il loro dosaggio, il loro utilizzo, la loro struttura allenante tutt'ora sconosciuta.
      un carico medio sollevato fino al quasi cedimento, quindi dopo alcuni secondi di pausa ripreso e ancora sollevato per un secondo quasi cedimento, e poi ancora una terza volta, produce un lavoro meccanico enorme, una risposta lattacida localizzata importante e una vera e propria tempesta ormonale.
      non solo.
      questo intervento reso ancor più importante, da un ritmo esecutivo elevato, promuove delle condizioni particolarissime.
      e' probabile che l'intera intima struttura muscolare sia completamente in balia di impulsi "ridondanti" in grado di alterare e scombussolare le fibr muscolari, le quali, secondo me, perderebbero la loro "identità" strutturale.
      Se poi ad un carico di questa entità, provassimo a ridurne ancora il peso, e chiedessimo all'atleta di sviluppare un ritmo ancor più elevato allora il sistema andrebbe ulteriormente in crisi.......ma questo è un altro capitolo.........
      Ma per "ritmo elevato" intendi una velocità d'esecuzione rapida o lenta?

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      • menez
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        #33
        alto: perchè il ritmo esecutivo elevato funziona da stimolo per l'ipertrofia.
        GUTTA CAVAT LAPIDEM
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        • debe
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          #34
          E sul discorso del sarcoplasma e del TUT? Con un ritmo alto entrambi vengono meno, a meno di non andare a fare stripping ad ogni serie. Non importa ai fini ipertrofici?

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          • menez
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            #35
            Certo che il tut importa, ma il controllo del TUT distoglie dalla funzione primaria.
            Un vecchio allenatore diceva "allenati, non pensare"....
            un rallentamento obbligato è innaturale, non rispetta la natura dell'abbassamento o del sollevamento di un carico.
            Vuoi un tut elevato? allora usa un carico elevato.
            spesso vedo chi si allena con questa metodica, ma seguito così per ogni serie e per ogni esercizio potrebbe rivelarsi una perdita di..... tempo....non un guadagno.
            Il tut è sapientemente utilizzato per esempio, quando in una "serie caotica" (per "serie caotica" intendo una serie in cui il ritmo dell'atleta varia a "comando" del trainer) viene inserito in almeno due ripetizioni della serie: a metà della serie e alla fine della serie:
            1 2 ritmo elevato 3 4 5 mezzi colpi 5 6 tut elevato 7 8 ritmo elevato 9 10 tut elevato
            In questo contesto e in altri ovviamente che non elenco, l'ordine esterno determina una variazione improvvisa del ritmo esecutivo e questo è risolto dall'atleta in tempo reale.
            L'allenamento è questo in sostanza: dinamico e imprevedibile.
            Del resto il ritmo esecutivo condiziona anche la tipologia di motoneuroni attivati e come conseguenza di fibre attivate.
            Un atleta per utilizzare un tut di 5-2-5-2 usava un carico veramente basso, lo scopo ipertrofico viene meno nonostante quel rallentamento imposto, probabilmente la sollecitazione complessiva rimane bassa, perchè le fibre sollecitate rientrano nello spettro basso innervate da motoneuroni piccoli e medi.
            Con gli allenamenti ipertrofici massivi, bisogna colpire lo spettro massimo delle fibre, eliminando quelle lente, attivate con le prime reps secondo il size principle, poi bisogna letteralmente "martellare" le fibre intermedie fino a quelle potenti al massimo livello.
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            • ciccio.html
              lo scacciafregna
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              #36
              Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggio
              Certo che il tut importa, ma il controllo del TUT distoglie dalla funzione primaria.
              Un vecchio allenatore diceva "allenati, non pensare"....
              un rallentamento obbligato è innaturale, non rispetta la natura dell'abbassamento o del sollevamento di un carico.
              Vuoi un tut elevato? allora usa un carico elevato.
              spesso vedo chi si allena con questa metodica, ma seguito così per ogni serie e per ogni esercizio potrebbe rivelarsi una perdita di..... tempo....non un guadagno.
              Il tut è sapientemente utilizzato per esempio, quando in una "serie caotica" (per "serie caotica" intendo una serie in cui il ritmo dell'atleta varia a "comando" del trainer) viene inserito in almeno due ripetizioni della serie: a metà della serie e alla fine della serie:
              1 2 ritmo elevato 3 4 5 mezzi colpi 5 6 tut elevato 7 8 ritmo elevato 9 10 tut elevato
              In questo contesto e in altri ovviamente che non elenco, l'ordine esterno determina una variazione improvvisa del ritmo esecutivo e questo è risolto dall'atleta in tempo reale.
              L'allenamento è questo in sostanza: dinamico e imprevedibile.
              Del resto il ritmo esecutivo condiziona anche la tipologia di motoneuroni attivati e come conseguenza di fibre attivate.
              Un atleta per utilizzare un tut di 5-2-5-2 usava un carico veramente basso, lo scopo ipertrofico viene meno nonostante quel rallentamento imposto, probabilmente la sollecitazione complessiva rimane bassa, perchè le fibre sollecitate rientrano nello spettro basso innervate da motoneuroni piccoli e medi.
              Con gli allenamenti ipertrofici massivi, bisogna colpire lo spettro massimo delle fibre, eliminando quelle lente, attivate con le prime reps secondo il size principle, poi bisogna letteralmente "martellare" le fibre intermedie fino a quelle potenti al massimo livello.
              bel post; molto utile (detto da studente che nei libri ha trovato solo gli aspetti teorici sulle fibre ecc, bella l'ultima parte)
              però forse una segnalazione "ufficiale" alle autorità te la saresti beccata pure tu.

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              • Piero9
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                • Unkown
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                #37
                Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggio
                Certo che il tut importa, ma il controllo del TUT distoglie dalla funzione primaria.
                Un vecchio allenatore diceva "allenati, non pensare"....
                un rallentamento obbligato è innaturale, non rispetta la natura dell'abbassamento o del sollevamento di un carico.
                Vuoi un tut elevato? allora usa un carico elevato.
                spesso vedo chi si allena con questa metodica, ma seguito così per ogni serie e per ogni esercizio potrebbe rivelarsi una perdita di..... tempo....non un guadagno.
                Il tut è sapientemente utilizzato per esempio, quando in una "serie caotica" (per "serie caotica" intendo una serie in cui il ritmo dell'atleta varia a "comando" del trainer) viene inserito in almeno due ripetizioni della serie: a metà della serie e alla fine della serie:
                1 2 ritmo elevato 3 4 5 mezzi colpi 5 6 tut elevato 7 8 ritmo elevato 9 10 tut elevato
                In questo contesto e in altri ovviamente che non elenco, l'ordine esterno determina una variazione improvvisa del ritmo esecutivo e questo è risolto dall'atleta in tempo reale.
                L'allenamento è questo in sostanza: dinamico e imprevedibile.
                Del resto il ritmo esecutivo condiziona anche la tipologia di motoneuroni attivati e come conseguenza di fibre attivate.
                Un atleta per utilizzare un tut di 5-2-5-2 usava un carico veramente basso, lo scopo ipertrofico viene meno nonostante quel rallentamento imposto, probabilmente la sollecitazione complessiva rimane bassa, perchè le fibre sollecitate rientrano nello spettro basso innervate da motoneuroni piccoli e medi.
                Con gli allenamenti ipertrofici massivi, bisogna colpire lo spettro massimo delle fibre, eliminando quelle lente, attivate con le prime reps secondo il size principle, poi bisogna letteralmente "martellare" le fibre intermedie fino a quelle potenti al massimo livello.
                Quindi tutte queste nuove teorie che per la maggior parte delle serie debba essere tenuta una fase eccentrica di 3-4 secondi non porterebbe a guadagni, ma anzi a peggioramenti?
                Quindi il discorso dei diversi tut ( che si dividono dai 20 ai 40", oltre si parla di endurance muscolare) è una contraddizione, ma con un tut veloce non si ha una lavoro solo dal punto di vista meccanico e non metabolico?
                Io ho sempre utilizzato ( a meno di situazioni particolari) una fase eccentrica di 2-3" ed una fase concentrica di 1", quindi è sbagliata quest'impostazione, dato che consideri una fase eccentrica rallentata una forzatura, quindi come fase eccentrica e concentrica quali tempi suggerisci?
                Credo che sia importante allenare anche la componente sarcoplasmatica, no?

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                • circoloco
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                  #38
                  Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggio
                  Un atleta per utilizzare un tut di 5-2-5-2 usava un carico veramente basso, lo scopo ipertrofico viene meno nonostante quel rallentamento imposto, probabilmente la sollecitazione complessiva rimane bassa, perchè le fibre sollecitate rientrano nello spettro basso innervate da motoneuroni piccoli e medi.
                  Con gli allenamenti ipertrofici massivi, bisogna colpire lo spettro massimo delle fibre, eliminando quelle lente, attivate con le prime reps secondo il size principle, poi bisogna letteralmente "martellare" le fibre intermedie fino a quelle potenti al massimo livello.
                  Ecco...qui per chi riesce ad intendere cè scritto molto...
                  mi piace leggere queste cose...
                  chiare e concrete senza tanti giri di parole
                  BIOLOGO NUTRIZIONISTA, PERSONAL TRAINER E COACHING ONLINE
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                  • menez
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                    #39
                    quanto prima raggiungi la saturazione muscolare, entro la serie, meglio è.
                    rallentare la discesa è un metodo da utilizzare nei tempi e modi corretti, per confermare quanto detto qui sopra: esaurimento rapido delle riserve energetiche.
                    Serie rapide, tendenti ad esaurire momentaneamente le riserve energetiche, ma non gravanti sul sistema nervoso, sull'attenzione, sulla concentrazione.
                    dopo la ristabilizzazione inizia la seconda serie avente le stesse finalità.
                    Le serie condotte con una volontà-guida attivata, il cui compito è ripetizione dopo ripetizione di rallentare la parte eccentrica del movimento con un conteggio dei secondi, logora e anticipa i processi di affaticamento indesiderato.
                    Non parlo di allenamento sarcoplasmatico parlo di concetti probabilmente visti come "eresia", da qui l'allenamento "eretico".
                    GUTTA CAVAT LAPIDEM
                    http://albertomenegazzi.blogspot.it/
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                    • tiem
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                      #40
                      Originariamente Scritto da Piero9 Visualizza Messaggio
                      Io ho sempre utilizzato ( a meno di situazioni particolari) una fase eccentrica di 2-3" ed una fase concentrica di 1", quindi è sbagliata quest'impostazione, dato che consideri una fase eccentrica rallentata una forzatura, quindi come fase eccentrica e concentrica quali tempi suggerisci?
                      Bisogna considerare però il livello del soggetto in questione , difficilmente un neofita riesce volontariamente a fare la negativa "veloce" .... arriveremmo alla situazione che non è più lui a controllare il bilanciere volontariamente (come nei 2-3" ) ma il contrario.

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                      • menez
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                        #41
                        anche la negativa veloce è un errore metodologico, sebbene seguito da alcuni atleti anche nell'atletica leggera.
                        A questo proposito ho seguito un convegno proprio sull'eccentrica veloce ma mi ha lasciato più dubbi che conferme....c'è bisogno di tempo....come per l'eccentrica controllata, anche l'eccentrica veloce è una forma innaturale di azione, nessuno in pratica accelera quanto in natura dovrebbe controllare/rallentare........
                        GUTTA CAVAT LAPIDEM
                        http://albertomenegazzi.blogspot.it/
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                          #42
                          Qualcuno ha mai provato questo tipo di allenamento per sollecitare l'ipertrofia sarcoplasmatica? Quello che ho capito è che con questo tipo di allenamento, il volume muscolare cresce decisamente senza però un incremento di forza. Qualcuno ha esperienze al riguardo?

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                          • Dovahkiin96
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                            #43
                            Up. Nessuno?

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                            • Bob Terwilliger
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                              Originariamente Scritto da Dovahkiin96 Visualizza Messaggio
                              Quello che ho capito è che con questo tipo di allenamento, il volume muscolare cresce decisamente senza però un incremento di forza.
                              Hai letto la discussione?
                              Originariamente Scritto da Sean
                              Bob è pure un fervente cattolico.
                              E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

                              Alice - How long is forever?
                              White Rabbit - Sometimes, just one second.

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                                #45
                                ho fatto di questo allenamento il mio punto di forza negli anni 80, eravamo in pochi a seguirlo. Ricordo, giovanissimo, alle rotonde di garlasco palestra del mitico M.Ferrari ebbi modo di assistere agli allenamenti di grandi culturisti italiani dell'epoca (eravamo attorno al 1976), e di rendermi conto dei grandi carichi da loro sollevati.
                                Ero allora appena sedicenne ma capii subito che il peso, inteso come quantità di chili sollevata, dava oltre a grande forza ovviamente, anche un grande volume muscolare.
                                Ma quanto mi rendeva insoddisfatto di ciò, era la qualità fisica espressa da questi atleti, rispetto ai miti americani in cui la definizione era marcata, e così la capillarizzazione.
                                Ignorando quasi del tutto il discorso alimentazione e integrazione (all'epoca quasi del tutto inesistente, dieta perenne visto che si mangiava poco) adattai al mio corpo un mio metodo e appunto nonostante avessi pochi anni di esperienza, risalii il fiume controcorrente, tutti usavano grandi pesi? io più leggeri con pause più brevi e con movimenti spesso aventi rom limitato. Il muscolo cresceva, la forza meno ed il motivo è spiegato ampiamente dagli studi fisiologici della questione.
                                Oggi tutto questo è svelato, e erroneamente si tende a valutare maggiormente un metodo piuttosto che un altro. Credo che tutti e due coesistano, ma che occorre investire maggiormente sulla qualità sarcolpasmatica a scapito dei risultati di forza.
                                Una buona base di lavoro con pause brevi e opponendo ostacolo circolatorio per effetto delle pause brevi appunto e soprattutto delle serie tendenti al cramping, dovrebbe aumentare sensibilmente la capillarizzazione localizzata un elemento utile per migliorare nell'espressione di forza protratta nel tempo.
                                chi è abituato a questi lavori, avverte dopo la serie portata al cramping, durante il recupero, l'inondazione sanguigna nella zona muscolare, spesso soprattuto nelle braccia si può percepire un dolore e una quasi immobilizzazione dell'arto, sono questi fattori poco studiati, io posso immaginare che in questi pochi secondi all'interno del muscolo è come se si aprisse una diga e la spinta del sangue costretto dal movimento pompante, finalmente liberato entra nelle fibre e invadendo la zona di sangue nuovo stimola l'apertura di nuovi capillari, alimenta siti reconditi della struttura, forse sollecitando la divisione delle cellule muscolari. Una teoria mia molto azzardata, quella per cui questa forza spingerebbe le pareti dei vasi alimentanti le fibre muscolari le quali inondati da questa piena potrebbero indurre le ultrastrutture muscolari a dividere le cellule creandone di nuove, attuando cioè l'iperplasia.
                                GUTTA CAVAT LAPIDEM
                                http://albertomenegazzi.blogspot.it/
                                MANX SDS

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