comunque (sia a favore che contro) sono tutti vecchiotti, poi chiedo dirattamente a una ricercatrice e ti dico.
Allenamento sarcoplasma miofibrille
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Quando si parte con questo genere di discorsi presto o tardi si inizia a parlare del nulla postando studi che dimostrano tutto e il contrario di tutto. Rimaniamo con i pedi per terra e andiamo per punti.
L'ipertrofia miofibrillare agisce sulla componente contrattile del muscolo, le miofibrille appunto, influisce direttamente sulla capacità di un muscolo di esprimere forza.
L'ipertrofia sarcoplasmatica agisce sulla componente non contrattile del muscolo, influisce sulla componente energetica e permette l'adattamento all'aumento di lavoro.
Fermiamoci qui. I più svegli avranno già capito dalle definizioni che se un tipo di ipertrofia a che fare direttamente con la forza e l'altra con l'aumento del lavoro, una avrà maggiori vantaggi grazie a lavori di fora pura e quindi ripetizioni più basse mentre l'altra da lavoro più lattacidi e ripetizioni un po' più alte.
Fatto questo passo non fate però il passo più lungo della gamba. Il primo che dice "Ah ok se faccio serie da 4 ripetizioni allora faccio ipertrofia miofibrillare mentre se faccio serie da 10 la faccio sarcoplasmatica" sta dicendo una fesseria. Il corpo umano non funziona per compartimenti stagni. Gli adattamenti nell'organismo sono genericamente globali, un allenamento che dovrebbe TEORICAMENTE favorire l'ipertofia miofibrillare genererà comunque un aumento anche della componente sarcoplasmatica e viceversa.
Mettiamo in pausa questo punto, lo riprenderemo tra pochissimo.
Iperplasia, ovvero l'aumento numerico delle fibre muscolari. Nel senso di creazione di fibre nuove di zecca che prima non c'erano affatto. Infatti se i fattori precedenti andavano ad aumentare il volume della singola fibra, qui si parla di nuove fibre. A livello di potenziale è una possibilità ben superiore alle altre. Immaginate di spingere una macchina al massimo, quando siete convinti che non possa dare di più ecco che da sola vi fa nascere un cilindro in più. Bellissimo vero?!
Riguardo l'argomento vi dovete fare essenzialmente due domande.
L'iperplasia è possibile? La risposta è sì.
E' stato dimostrato che possa SEMPRE avvenire? NO!
Ad oggi in realtà dell'iperplasia non si sa un bel niente. Né se tutti gli esseri umani posseggano veramente questa capacità potenziale, né quali siano le condizioni necessarie perché questa avvenga. In pratica è quasi una leggenda, una leggenda con studi scientifici al seguito. L'equivalente del Santo Graal, perché anche su quello se girate bene in rete ci sono studi al riguardo che comunque alla fine non dimostrano niente.
Ora rimettiamo tutto insieme e facciamo un breve riepilogo.
Sappiamo che esiste ipertrofia miofibrillare e sarcoplasmatica, ma che non esiste una linea di confine nella quale o si fa esclusivamente una o si fa l'altra. Sappiamo che l'iperplasia può essere possibile ma le condizioni nelle quali questa può avvenire non sono assolutamente definite né in generale né sul singolo individuo.
Alla fine della festa non sappiamo in realtà un bel niente.
Proprio per questo discussioni come questa sono tendenzialmente inutili e si finisce per parlare del nulla. Perché allo stato attuale delle conoscenze, studio più studio meno, l'allenamento migliore è sempre lo stesso. E cioè esercizi a rip basse, esercizi a rip medie e a rip alte. Ruotati sia all'interno del singolo allenamento che della programmazione annuale.
Se l'obiettivo è l'aumento del volume del muscolo con un approccio del genere sarete sicuri di essere andati a colpire sia la massa contrattile che quella nel contrattile e, qualora sia possibile, nel dubbio avrete dato all'iperplasia il più ampio spettro di stimoli.
Per il resto da fuori non c'è differenza tra ipertrofia miofibrillare, sarcoplasmatica o iperplasia. Se siete diventati più grossi sembrerete più grossi.
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Condivido quanto scrive Eldiablo, certi articoli sono puramente accademici e lasciano il tempo che trovano........probabilmente possono essere utili per un convegno o per un corso allenatori o preparatori.
La somma delle metodologie, definita da me come "multilateralità allenante", produce un assetto o risultato finale superiore o ottimale ai fini della risposta ipertrofica.
Inoltre vi sono variabilità nelle risposte al metodo, chi risponde meglio chi risponde peggio......c'è il profilo psicologico dell'atleta il quale può adattarsi meglio, concettualmente, ad un metodo piuttosto che a un altro, per non tirare in ballo poi il profilo biochimico e intimo della struttura muscolare......
e quante variabili sono?
Ma su tutte vale l'assetto mentale. Vi sono atleti che proprio non si adattano all'eccentrica lenta, possiedono un ritmo interiore molto individuale, e per evitare una sollecitazione eccessiva alla loro attenzione, potrebbero utilizzare un controllo dell'eccentrica solamente per brevi periodi di tempo.
Probabilmente siamo quel che dobbiamo essere dal punto di vista ipertrofico, perché anche la risposta è il risultato del metodo personalizzato e non del metodo generalizzato. La risposta ipertrofica deve rappresentare il Massimo del Massimo, per questo occorre lavorare e per questo occorre sperimentare............Sperimentare, termine poco usato perché suscita timore......prevede di porsi al di sopra dei metodi per cercare il proprio metodo...un percorso non di supponenza, al contrario di estrema umiltà......
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Originariamente Scritto da debe Visualizza MessaggioHo et al. Skeletal muscle fiber splitting with weight-lifting exercise in rats. Am J Anat. 1980 Apr;157(4):433-40
Gonyea et al. Exercise induced increases in muscle fiber number. Eur J Appl Physiol Occup Physiol. 1986;55(2):137-41
Tamaki et al. A weight-lifting exercise model for inducing hypertrophy in the hindlimb muscles of rats. Med Sci Sports Exerc. 1992 Aug;24(8):881-6
Giddings CJ, Gonyea WJ. Morphological observations supporting muscle fiber hyperplasia following weight-lifting exercise in cats. Anat Rec. 1992
Gollnick et al. Muscular enlargement and number of fibers in skeletal muscles of rats. J Appl Physiol Respir Environ Exerc Physiol. 1981 May;50(5):936-43
Chalmers et al. Variation and limitations in fiber enzymatic and size responses in hypertrophied muscle. J Appl Physiol (1985). 1992 Aug;73(2):631-41
Gonyea WJ, Ericson GC. An experimental model for the study of exercise-induced skeletal muscle hypertrophy. J Appl Physiol. 1976 Apr;40(4):630-3
Mikesky et al. Changes in muscle fiber size and composition in response to heavy-resistance exercise. Med Sci Sports Exerc. 1991 Sep;23(9):1042-9
Vaughan HS, Goldspink G. Fibre number and fibre size in a surgically overloaded muscle. J Anat. 1979 September; 129(Pt 2): 293–303
Originariamente Scritto da menez Visualizza MessaggioCondivido quanto scrive Eldiablo, certi articoli sono puramente accademici e lasciano il tempo che trovano........probabilmente possono essere utili per un convegno o per un corso allenatori o preparatori.
La somma delle metodologie, definita da me come "multilateralità allenante", produce un assetto o risultato finale superiore o ottimale ai fini della risposta ipertrofica.
Inoltre vi sono variabilità nelle risposte al metodo, chi risponde meglio chi risponde peggio......c'è il profilo psicologico dell'atleta il quale può adattarsi meglio, concettualmente, ad un metodo piuttosto che a un altro, per non tirare in ballo poi il profilo biochimico e intimo della struttura muscolare......
e quante variabili sono?
Ma su tutte vale l'assetto mentale. Vi sono atleti che proprio non si adattano all'eccentrica lenta, possiedono un ritmo interiore molto individuale, e per evitare una sollecitazione eccessiva alla loro attenzione, potrebbero utilizzare un controllo dell'eccentrica solamente per brevi periodi di tempo.
Probabilmente siamo quel che dobbiamo essere dal punto di vista ipertrofico, perché anche la risposta è il risultato del metodo personalizzato e non del metodo generalizzato. La risposta ipertrofica deve rappresentare il Massimo del Massimo, per questo occorre lavorare e per questo occorre sperimentare............Sperimentare, termine poco usato perché suscita timore......prevede di porsi al di sopra dei metodi per cercare il proprio metodo...un percorso non di supponenza, al contrario di estrema umiltà......
Io penso che non ha senso distinguere le due cose in quanto una è funzione dell'altra, ovvero se le miofibrille aumentano hanno bisogno di un ambiente circostante che le supporti, dunque il sarcoplasma deve aumentare anche.
Viceversa il sarcoplasma da solo cosa aumenta a fare ovvero se i mitocondri aumentano di numero è perchè gli è stata richiesta maggiore quantità di ATP e visto che non parliamo di maratoneti saranno probabilmente aumentate le miofibrille.
Piccolo appunto sull'iperplasia, si dovrebbe intendere come formazione di nuove cellule muscolari, o meglio differenziazione delle cellule satellite in cellule muscolari mature e questo succede sotto opportuni stimoli, ovvero MGF in questo senso si può indirizzare un tipo di allenamento.
Da non confondere con un'ipertrofia dovuta a maggiore vascolarizzazione e contenuto di acqua, che si è sarcoplasmatica, in parte, ma avviene all'esterno delle cellule muscolari ed anche qui si può (tentare di) gestire con schemi allenanti opportuni.
Come al solito, avremo però una risposta soggettiva, quindi non potremo mai parlare di sola ipertrofia di un tipo o un'altro.....
Sullo sperimentare non posso quindi che essere d'accordo, però dall'altra parte noi tecnici dovremmo dare delle indicazioni, magari per velocizzare un percorso che a tentativi potrebbe essere davvero lungo!Ingegnere biochimicoCONSULENZE ONLINE PERSONALIZZATE
Tecnologo alimentare
Nutrizionista sportivo
Zone Consultant
Personal trainer
Membro ACSM, SiNSEB, ISSN, SINU
Consulente sviluppo e caratterizzazione integratori
Docente di nutrizione ed integrazione nello sport presso SaNIS, ACS, 4MOVE ed EdiErmes
Consulente FIT, FIGC e WKF
Nutrizionista Benetton Treviso Rugby
RICEVO IN STUDIO A IVREA, TRENTO, MONZA, MILANO, PADOVA, FIRENZE, ROMA, COSENZA E REGGIO CALABRIA
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Ritengo, non so se a ragione, siano nebulosi e vaghi sul campo i confini tra le due "identità" ipertrofiche.
Ma è ovvio, come scrivi Bros, che da un punto fermo occorrerà partire.
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Originariamente Scritto da menez Visualizza MessaggioRitengo, non so se a ragione, siano nebulosi e vaghi sul campo i confini tra le due "identità" ipertrofiche.
Ma è ovvio, come scrivi Bros, che da un punto fermo occorrerà partire.
Vorrei chiarire che quando ho parlato dell'ipertrofia da vascolarizzazione intendo quella del muscolo in toto, non della singola cellula, nella quale ha poco senso distinguere ipertrofia sarcoplasmatica e miofibrillare.
Ed in ogni caso anche quella da vascolarizzazione da sola non si ottiene, è che a volte manca......Ingegnere biochimicoCONSULENZE ONLINE PERSONALIZZATE
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sul libro (guyton) abbastanza recente come uscita parla addirittura di "divisione delle fibre" e non di "creazione ex novo".
Su altri libri non ne cita.
Tra qualche settimana potrà dare qualche risposta più certa.
Per il resto credo poco alla divisone delle due categorie: semplicemente si parla di adattamenti. Basti pensare quante cose variene al variare dell'attività di calcio e viceversa.però forse una segnalazione "ufficiale" alle autorità te la saresti beccata pure tu.
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ma il Guyton non è fisiologia dello sport, mi pare sia "fisiologia medica", molto spesso tra questi due rami della fisiologia vi sono delle incongruenze....comunque difficilmente vi sono risposte certe.Last edited by menez; 12-01-2016, 20:48:42.
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Tra sarcoplasma e numero di ripetizioni
Leggendo qua e là mi sono imbattuto in un interessante discorso. Sembrerebbe che, come per le miofibrille sia più favorevole un allenamento con carichi alti, per il sarcoplasma sia più favorevole un tempo di tensione muscolare elevato. Da qui la discussione verteva su un allenamento che enfatizzasse questo secondo aspetto, ritenuto molto più rilevante del primo, proprio per la maggior incidenza del sarcoplasma sulla massa muscolare, rispetto alle miofibrille.
Quindi il succo della questione sarebbe:
- una serie di panca piana con 80kg per 8 ripetizioni a ritmo 1/2 per 24 secondi totali, da trasformare in:
- una serie di panca piana con 60kg per 8 ripetizioni a ritmo 2/5 per 56 secondi totali.
[i carichi sono messi a caso, non ho idea di quale sia il rapporto tra una serie eseguita in un certo modo piuttosto che in un altro]
e così per tutto l'allenamento.
I carichi sarebbero più leggeri, a discapito delle miofibrille, ma il tempo di esecuzione penderebbe molto a favore del sarcoplasma.
Può essere vero, può anche non esserlo.
La mia domanda sarebbe:
che diffenza c'è tra eseguire una serie da 8 ripetizioni in 60 secondi ed eseguirne una da 15-20 ripetizioni, sempre in 60 secondi e sempre con lo stesso carico (più o meno)? Carico e tempi sarebbero identici, a cambiare c'è solo il numero di gesti compiuti nell'arco del tempo prestabilito. C'è una qualche differenza tecnica e di risultati tra le due cose?
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un Carico Medio spostato con un ritmo esecutivo alto e sino al cedimento, diviene Carico Massimale.
questo principio non è indagato del tutto dalla scienza, ma è comunque la causa dei malintesi quando si tratta di ipertrofia attraverso la forza e ipertrofia attraverso serie metaboliche.
Non a caso secondo me, un ideale di ipertrofia è proprio cercare di elevare il Carico Medio nelle serie al quasi cedimento.
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Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggioun Carico Medio spostato con un ritmo esecutivo alto e sino al cedimento, diviene Carico Massimale.BIOLOGO NUTRIZIONISTA, PERSONAL TRAINER E COACHING ONLINE
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una forbice, con dovuti distinguo, tra il 60% e l'85%.
Sottolineo dovuti distinguo, perchè nella serie in stripping finale, il carico al 60% di 1Rm si conclude dopo 6 reps.
Un carico al 60% su un muscolo "fresco" è riscaldante...........da qui le dovute considerazioni.
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Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggioun Carico Medio spostato con un ritmo esecutivo alto e sino al cedimento, diviene Carico Massimale.
questo principio non è indagato del tutto dalla scienza, ma è comunque la causa dei malintesi quando si tratta di ipertrofia attraverso la forza e ipertrofia attraverso serie metaboliche.
Non a caso secondo me, un ideale di ipertrofia è proprio cercare di elevare il Carico Medio nelle serie al quasi cedimento.
Il carico massimale dovrebbe essere il peso massimo consentito all'esecuzione di una sola ripetizione. Però, e questo discorso si vede molto meglio se la serie è fatta da più ripetizioni, una ripetizione compiuta con un ritmo 3/3 (lasciando perdere i due momenti di stasi) richiede un impegno maggiore di una ripetizione compiuta con un ritmo 1/1, per cui a mio avviso il massimale (non so se era questo che volevi dire) dovrebbe prevedere anche un determinato ritmo. Un massimale di 100Kg a 1/1 equivale ad avere magari un massimale di 90Kg a 3/3.
Mi interessa molto il discorso dell'ipertrofia attraverso le serie metaboliche e, se ho capito bene, una serie con un TUT elevato trasforma la serie proprio in una serie metabolica.
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Originariamente Scritto da debe Visualizza MessaggioUn massimale di 100Kg a 1/1 equivale ad avere magari un massimale di 90Kg a 3/3.
Comunque il discorso di menez, se l'ho inteso bene, credo sia molto più ampio.
Nel senso che a livello ipertrofico vi è un range che da i maggiori risultati. A grandi linee è compreso tra il 60% e l'85%. Sicuramente non è il 40% e sicuramente non è il 95%. L'obiettivo ai fini ipertrofici sarebbe di far progredire il più possibile il carico utilizzato in quella fascia, non necessariamente quindi il massimale in senso assoluto ma il massimale relativo al lavoro target.
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