Debe, guarda, proprio per tenerti contento sono andato a prendere il materiale universitario di metodologie dell'allenamento che fortunatamente avevo a portata di mano.
Ti cito direttamente dal testo:
Intensità dello stimolo: che generalmente nella prassi di allenamento viene fornita in percentuale della massima capacità individuale di prestazione ed ha una decisiva importanza per l’effetto allenante ottenuto nell’allenamento delle principali forme di sollecitazione motoria, resistenza, forza, rapidità e mobilità articolare.
Volume dello stimolo: durata degli stimoli per unità di allenamento. Rappresenta la somma degli stimoli applicati in un allenamento.
Gli autori del testo e delle definizioni, compresi quelli nella bibliografia del capitolo (sai mai citassi quello sbagliato), sono i seguenti: Sangiorgio A., Bosco, Colosio M., Chatard J.C., Goldenberg-Twist, Pomara F., L. Morcone, C. Frascolla, Tudor Bompa. Che per non conoscerne personalmente nessuno sono un misto di professori universitari e autori di testi inerenti.
Questa la prima cosa che istintivamente ho fatto perché, sarò all'antica, ma sono ancora legato al valore "materiale" del testo accademico. Poi, per essere uno che prende sonno con difficoltà, ho anche cercato su google la tua definizione e ovviamente mi esce il risultato più semplice e scontato. Wikipedia.
Dopo aver (ri)letto le tue formulette l'occhio mi è caduto su un paragrafo apposito. Partendo dalla tua definizione di volume cioè (Volume (V) = Kg x ripetizioni (R) x serie (S)) riporta:
Volume nel bodybuilding e fitness
Secondo alcuni autori, in quanto tale, il volume sotto la forma sopra esposta non sarebbe propriamente adatto ad essere applicato nel bodybuilding e nel fitness, proprio per il fatto che, da un punto di vista teorico, sarebbe necessario mantenere lo stesso esercizio durante la sessione[2]. Al contrario del powerlifting e del weightlifting, queste attività si basano su una grande varietà di esercizi ad ogni seduta (tra cui i monoarticolari e i macchinari, che non sono previsti nelle precedenti), quindi perderebbe ogni senso confrontare il volume di due esercizi di natura completamente diversa, come paragonando un esercizio multiarticolare con uno monoarticolare, un esercizio a catena cinetica aperta con uno a catena cinetica chiusa, oppure una macchina isotonica con i pesi liberi. Ciò è dato dal fatto che l'impegno specifico dello stesso muscolo agonista coinvolto in queste diverse tipologie di esercizi potrebbe differire largamente[2]. Ad esempio, secondo gli autori non avrebbe senso confrontare il volume sviluppato su 3 serie di croci con manubri, con quello su 3 serie di distensioni su panca. Queste osservazioni potrebbero valere se si considerasse il volume come parametro di misura del lavoro su un muscolo specifico, tuttavia esso in realtà nasce come parametro di misura del lavoro totale, senza fare distinzione tra il coinvolgimento di diversi fasci muscolari nei vari gesti atletici[1]. Inoltre, spesso l'attivazione dei muscoli agonisti non differisce significativamente tra esercizi ai pesi liberi e omologhi alle macchine[8], oppure tra multiarticolari e monoarticolari[9].
Il concetto di volume nel body building e nel fitness spesso viene semplificato, indicando il numero totale di serie eseguite durante l'intera seduta, oppure la durata totale dell'allenamento[2].
Nel caso io avessi ancora dubbi trovo di nuovo ulteriore conferma che parti da buone basi teoriche ma poi all'applicazione pratica (ma anche teorica in questo caso) i conti non ti tornano.
Ti cito direttamente dal testo:
Intensità dello stimolo: che generalmente nella prassi di allenamento viene fornita in percentuale della massima capacità individuale di prestazione ed ha una decisiva importanza per l’effetto allenante ottenuto nell’allenamento delle principali forme di sollecitazione motoria, resistenza, forza, rapidità e mobilità articolare.
Volume dello stimolo: durata degli stimoli per unità di allenamento. Rappresenta la somma degli stimoli applicati in un allenamento.
Gli autori del testo e delle definizioni, compresi quelli nella bibliografia del capitolo (sai mai citassi quello sbagliato), sono i seguenti: Sangiorgio A., Bosco, Colosio M., Chatard J.C., Goldenberg-Twist, Pomara F., L. Morcone, C. Frascolla, Tudor Bompa. Che per non conoscerne personalmente nessuno sono un misto di professori universitari e autori di testi inerenti.
Questa la prima cosa che istintivamente ho fatto perché, sarò all'antica, ma sono ancora legato al valore "materiale" del testo accademico. Poi, per essere uno che prende sonno con difficoltà, ho anche cercato su google la tua definizione e ovviamente mi esce il risultato più semplice e scontato. Wikipedia.
Dopo aver (ri)letto le tue formulette l'occhio mi è caduto su un paragrafo apposito. Partendo dalla tua definizione di volume cioè (Volume (V) = Kg x ripetizioni (R) x serie (S)) riporta:
Volume nel bodybuilding e fitness
Secondo alcuni autori, in quanto tale, il volume sotto la forma sopra esposta non sarebbe propriamente adatto ad essere applicato nel bodybuilding e nel fitness, proprio per il fatto che, da un punto di vista teorico, sarebbe necessario mantenere lo stesso esercizio durante la sessione[2]. Al contrario del powerlifting e del weightlifting, queste attività si basano su una grande varietà di esercizi ad ogni seduta (tra cui i monoarticolari e i macchinari, che non sono previsti nelle precedenti), quindi perderebbe ogni senso confrontare il volume di due esercizi di natura completamente diversa, come paragonando un esercizio multiarticolare con uno monoarticolare, un esercizio a catena cinetica aperta con uno a catena cinetica chiusa, oppure una macchina isotonica con i pesi liberi. Ciò è dato dal fatto che l'impegno specifico dello stesso muscolo agonista coinvolto in queste diverse tipologie di esercizi potrebbe differire largamente[2]. Ad esempio, secondo gli autori non avrebbe senso confrontare il volume sviluppato su 3 serie di croci con manubri, con quello su 3 serie di distensioni su panca. Queste osservazioni potrebbero valere se si considerasse il volume come parametro di misura del lavoro su un muscolo specifico, tuttavia esso in realtà nasce come parametro di misura del lavoro totale, senza fare distinzione tra il coinvolgimento di diversi fasci muscolari nei vari gesti atletici[1]. Inoltre, spesso l'attivazione dei muscoli agonisti non differisce significativamente tra esercizi ai pesi liberi e omologhi alle macchine[8], oppure tra multiarticolari e monoarticolari[9].
Il concetto di volume nel body building e nel fitness spesso viene semplificato, indicando il numero totale di serie eseguite durante l'intera seduta, oppure la durata totale dell'allenamento[2].
Nel caso io avessi ancora dubbi trovo di nuovo ulteriore conferma che parti da buone basi teoriche ma poi all'applicazione pratica (ma anche teorica in questo caso) i conti non ti tornano.
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