Buongiorno,
leggendo alcuni articoli sul web, mi sono sorti dubbi su alcuni aspetti che avrei piacere di discutere con voi.
Innanzitutto, riferendomi al titolo, mi è sembrato di notare che siano più o meno tutti concordi nel distinguere l'allenamento Piramidale e l'allenamento Piramidale Inverso in termini di risultati: il primo per la forza, il secondo per la massa. A me personalmente sembra un po' riduttivo e in parte falso, e questo lo penso per tutte le volte in cui in ambito biologico/scientifico si pone un muro tra due processi simili, senza farne capire i punti di incontro, quasi come si parlasse di due cose che viaggiano su strade completamente diverse. E non è così. Comunque sia, dagli studi, emergerebbe una prevalenza di aumento di forza negli atleti che applicano il Piramidale (rispetto ad altre metodologie) e una prevalenza di aumento di massa negli atleti che applicano il Piramidale Inverso (sempre rispetto ad altre metodologie). Ma scendendo nel dettaglio reale dell'esecuzione dell'esercizio, si trovano molti tipi di interpretazioni, ed è qui che vado un po' in confusione. È noto come il tempo di recupero tra una serie e l'altra sia determinante, questo sia che si parli di Piramidali, sia per tutti gli altri metodi di allenamento, nonché anche per altri sport che non siano il Bodybuilding. Ed è qui che secondo me avviene la vera differenza, ma non tra P e PI, bensì all'interno della stessa metodologia. Un conto è infatti fare un Piramidale con 1 minuto di recupero e un conto è farlo con 3. Cambiano i carichi, l'ambiente lattacido e quindi la fatica accumulata, il tempo di allenamento, tutto. Ma se è vero che un allenamento Piramidale lo si fa prevalentemente per ottenere un aumento di forza, perché mai esisterebbero tecniche di Piramidali con pause di 1 minuto? Che senso ha lavorare sul muscolo affaticato e bloccato dall'acido lattico, se l'obiettivo è aumentare il carico di serie in serie per riuscire ad usare carichi molto alti? Con una pausa di 1 minuto, il mio risultato in termini di forza è nullo. Non potrò mai raggiungere il vero RM, 95 o 90% poiché quando riuscirò a fare una serie da 2-3 ripetizioni, quelle non saranno fatte con il peso che avrei potuto fare dalla prima serie se non avessi utilizzato la tecnica dell'allenamento Piramidale. Stessa cosa, in termini opposti, vale per quanto riguarda il discorso del Piramidale Inverso. Allora mi e vi domando: non è che forse, visti gli obiettivi di un Bodybuilder, le due tecniche di allenamento dovrebbero essere un po' più assolutizzate (esiste questo termine?)? Voglio dire che forse il Piramidale ha senso se lo si fa con pause complete e il Piramidale Inverso ha senso se lo si fa con pause incomplete. E detto questo, ma ampliando il discorso al concetto di recupero, non si rientra nuovamente nella diatriba per cui c'è chi sostiene che i migliori risultati di massa si ottengono con pause incomplete, mentre altri sostengono che senza recupero totale il muscolo non è abbastanza sollecitato, per cui crescerebbe di meno? Detto questo, vorrei dare anche uno spunto di riflessione: il cedimento muscolare, a mio modo di vedere le cose, non è mai un cedimento muscolare. Cioè, conosco la definizione e quindi va bene così e anche io dico "mi alleno a cedimento", ma se ci pensiamo, quando uno mette 80Kg sulla Panca, fa 8 ripetizioni e la nona non entra, il suo muscolo non è ceduto affatto, lo è solo per quel carico, ma petto/spalle/tricipiti/ecc sono ancora pronti ad alzare peso, anche senza pausa alcuna. Difatti esiste la tecnica dello Stripping: si abbassa il carico e si continua. E poi si continua ancora volendo, fino ad arrivare anche a non riuscire ad alzare nemmeno più le proprie braccia. Quello sì che è un vero cedimento, per me, l'altro è soltanto l'impedimento di proseguire la serie con il carico prefissato. E allora, in tali termini, potrebbe essere necessario giungere a questo "cedimento totale"? E se così fosse, le due tecniche piramidali non apparirebbero molto lontane da questa ipotesi?
leggendo alcuni articoli sul web, mi sono sorti dubbi su alcuni aspetti che avrei piacere di discutere con voi.
Innanzitutto, riferendomi al titolo, mi è sembrato di notare che siano più o meno tutti concordi nel distinguere l'allenamento Piramidale e l'allenamento Piramidale Inverso in termini di risultati: il primo per la forza, il secondo per la massa. A me personalmente sembra un po' riduttivo e in parte falso, e questo lo penso per tutte le volte in cui in ambito biologico/scientifico si pone un muro tra due processi simili, senza farne capire i punti di incontro, quasi come si parlasse di due cose che viaggiano su strade completamente diverse. E non è così. Comunque sia, dagli studi, emergerebbe una prevalenza di aumento di forza negli atleti che applicano il Piramidale (rispetto ad altre metodologie) e una prevalenza di aumento di massa negli atleti che applicano il Piramidale Inverso (sempre rispetto ad altre metodologie). Ma scendendo nel dettaglio reale dell'esecuzione dell'esercizio, si trovano molti tipi di interpretazioni, ed è qui che vado un po' in confusione. È noto come il tempo di recupero tra una serie e l'altra sia determinante, questo sia che si parli di Piramidali, sia per tutti gli altri metodi di allenamento, nonché anche per altri sport che non siano il Bodybuilding. Ed è qui che secondo me avviene la vera differenza, ma non tra P e PI, bensì all'interno della stessa metodologia. Un conto è infatti fare un Piramidale con 1 minuto di recupero e un conto è farlo con 3. Cambiano i carichi, l'ambiente lattacido e quindi la fatica accumulata, il tempo di allenamento, tutto. Ma se è vero che un allenamento Piramidale lo si fa prevalentemente per ottenere un aumento di forza, perché mai esisterebbero tecniche di Piramidali con pause di 1 minuto? Che senso ha lavorare sul muscolo affaticato e bloccato dall'acido lattico, se l'obiettivo è aumentare il carico di serie in serie per riuscire ad usare carichi molto alti? Con una pausa di 1 minuto, il mio risultato in termini di forza è nullo. Non potrò mai raggiungere il vero RM, 95 o 90% poiché quando riuscirò a fare una serie da 2-3 ripetizioni, quelle non saranno fatte con il peso che avrei potuto fare dalla prima serie se non avessi utilizzato la tecnica dell'allenamento Piramidale. Stessa cosa, in termini opposti, vale per quanto riguarda il discorso del Piramidale Inverso. Allora mi e vi domando: non è che forse, visti gli obiettivi di un Bodybuilder, le due tecniche di allenamento dovrebbero essere un po' più assolutizzate (esiste questo termine?)? Voglio dire che forse il Piramidale ha senso se lo si fa con pause complete e il Piramidale Inverso ha senso se lo si fa con pause incomplete. E detto questo, ma ampliando il discorso al concetto di recupero, non si rientra nuovamente nella diatriba per cui c'è chi sostiene che i migliori risultati di massa si ottengono con pause incomplete, mentre altri sostengono che senza recupero totale il muscolo non è abbastanza sollecitato, per cui crescerebbe di meno? Detto questo, vorrei dare anche uno spunto di riflessione: il cedimento muscolare, a mio modo di vedere le cose, non è mai un cedimento muscolare. Cioè, conosco la definizione e quindi va bene così e anche io dico "mi alleno a cedimento", ma se ci pensiamo, quando uno mette 80Kg sulla Panca, fa 8 ripetizioni e la nona non entra, il suo muscolo non è ceduto affatto, lo è solo per quel carico, ma petto/spalle/tricipiti/ecc sono ancora pronti ad alzare peso, anche senza pausa alcuna. Difatti esiste la tecnica dello Stripping: si abbassa il carico e si continua. E poi si continua ancora volendo, fino ad arrivare anche a non riuscire ad alzare nemmeno più le proprie braccia. Quello sì che è un vero cedimento, per me, l'altro è soltanto l'impedimento di proseguire la serie con il carico prefissato. E allora, in tali termini, potrebbe essere necessario giungere a questo "cedimento totale"? E se così fosse, le due tecniche piramidali non apparirebbero molto lontane da questa ipotesi?
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