Come è cambiato il vostro allenamento negli anni? Il mio si è andato riducendo nel volume perchè, a meno che non lo faccia intenzionalmente, con poche serie riesco a esaurire il gruppo muscolare allenato e in pratica dopo una mezz'oretta di allenamento sono da buttare. Ovviamente in alcuni cicli mi autoimpongo di limitare il cedimento solo alla serie finale di ogni esercizio in maniera da sviluppare un buon volume di lavoro, dato che anche questo parametro, e non solo l'intensità, è importante ai fini ipertrofici. Invece quali sono le vostre esperienze a riguardo?
Come varia l'allenamento nel corso degli anni?
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Negli anni gli allenamenti devono variare, è un dato inequivocabile.
Cosa dobbiamo aspettarci, ma soprattutto come dovremo comportarci, è un momento della vita che mi auguro possa accadere a tutti, perché dimostra una sana volontà di non cedere all'ozio e all'inattività.
Il declino della forza è lento, ma inesorabile, a questo declino sono associate delle diminuzioni nelle risposte fisiologiche relative non solo alla qualità e il volume di esercizio, ma anche alle esigenze post-esercizio, il nostro organismo perde quelle caratteristiche di aggiustamento e di adattamento e per questo bisogna adeguare i programmi di allenamento alle nuove condizioni, con sensibilità e spesso anche con una certa "umiltà".
Lasciate perdere ogni tentativo vano peraltro di imitare qualche "campione" coetaneo, rischiereste solamente il superallenamento.
Tempo fa su una nota rivista del settore, un campione ultracinquantenne di bbing, illustrava con cura i suoi allenamenti sottolineando il tutto con " la volontà è l'allenamento vero"...espressione di effetto e motivazionale, ma inefficace e per certi versi pretenziosa, quanto l'impossibilità di seguirne i programmi.
Dunque, e la prendo volutamente larga, al come varia l'allenamento direi che è fondamentale affrontare coraggiosamente l'altra faccia della medaglia, ovvero come siamo variati noi negli anni?
Non parlo di esclusiva "fisicità", ma di un insieme di cose grandi e piccole che nel corso degli anni hanno selezionato la nostra vita.
Matrimonio, figli, lavoro, età....consideriamo che ognuno di questi risvolti sociali e personali, è , scusate il paragone, un perfetto bilanciamento fra quanto ci stressa in modo negativo e tende ad un logoramento pernicioso e quanto nonostante un certo stress (stress buono o eustress) infine ci soddisfa e ci riempie la giornata di senso di completezza e di realizzazione, ebbene in questo ipotetica bilancia, dove colloco il mio allenamento? e verso quale piatto farà alterare l'equilibrio? verso l'effetto stressante o verso l'effetto positivo?
Vi sono atleti professionisti longevi che per mantenere la loro condizione hanno rinunciato ad alcuni aspetti sociali della vita, e vi sono atleti che attaccano la tuta al chiodo per tuffarsi nel sociale.....
Ma noi, per tornare all'origine, che non vantiamo alcun record mondiale o europeo o nazionale che sia, per mantenere longevità atletica come dobbiamo comportarci?
Innanzitutto accettando la parabola prestativa generale: la componente lattacida cala di "funzionalità" le risposte enzimatiche e cardiache si modificano nel tempo, le serie lattacide e tirate sono meno tollerate, così i grandi volumi di lavoro e le grandi intensità di carico (uso del massimale o del quasi massimale).
Un primo accorgimento è quindi quello di calare le intensità altamente specifiche.
Allungare i recuperi fra le serie.
Utilizzare meno serie variabili.
Per quanto riguarda i Volumi di esercizio, questi più di quanto non si faceva un tempo, sono da ritenere molto più collegati al fattore intensità, in questo caso riducendo le intensità, potrò aumentare il volume complessivo di esercizio, questo per certi versi è un errore metodologico, ma privilegiando il volume riduco in parte il calo dell'intensità.
Il nostro "condizionamento" fisico, con l'avanzare dell'età deve diventare molto più fluido nelle esecuzioni, evitando fasi eccessivamente isometriche, prediligendo ritmi medio-elevati, un ottimo controllo dell'esercizio e un cedimento controllato e sempre a carico di fibre intermedie.
Non solo, ma le nostre tabelle devono più di prima, far spazio ad esercizi scarsamente utilizzati negli anni precedenti, esercizi da affrontare con facilità esecutiva.
In accordo con molti atleti bbers, mi sento di consigliare le super serie agoniste, per esempio panca-croci utilizzando 6 reps per la panca a cui segue subito una serie "facile" di 12 reps di croci, questo tipo di super serie sono facilmente adattabili e modulabili, distolgono l'attenzione dal sovraccarico importante del primo esercizio e rendono più "respiratorio" l'esercizio complesso con la serie lunga il cui scopo è anche quello di determinare una sorta di anticipazione del recupero.
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