Ok, magari potrà risultare OT ma vorrei riportare uno stato di facebook postato da Piero Nocerino, ripreso da Emanuele Giordano, riguardo il cortisolo e l'intensità dell'allenamento.
Secondo me è molto chiaro e, magari, potrebbe esserti utile Wut per capire un pò più come "ottimizzare" la tua crescita anche se, come dice Manx, a quest'età non dovremo preoccuparci...se cresciamo allora facciamo le cose bene
Ecco a voi:
In genere si nota che gli atleti capaci di reggere alti volumi di lavoro non hanno il cortisolo che si innalza particolarmente, rimane entro un range fisiologico. Quelli che non reggono per settimane gli alti volumi di lavoro hanno forti innalzamento del cortisolo. L'interpretazione è questa: nei primi i recettori al cortisolo sono molto attivi, c'è alta sensibilità al cortisolo, quindi alto tasso di utilizzo intracellulare di aminoacidi glucogenetici. Nei secondi che si applicano ad alti volumi di lavoro, per raggiungere lo stesso tasso e velocità di utilizzo dei glucogenetici, devono produrre molto cortisolo. La conseguenza in questi ultimi è che ci vuole più cortisolo per stimolare maggiormente i recettori per avere lo stesso effetto che nei primi si ha in utilizzo di glucogenetici. Continuando così i recettori diventano meno sensibili e allora il surrene tenterà di aumentare ancora il cortisolo, fino a che si entrerà in ipofunzione surrenalica subclinica, con scarsa produzione di cortisolo e scarsa attività recettoriale. In altre parole scatterà il sistema di protezione dell'organismo, come quello di sicurezza che avete nell'impianto elettrico a casa, per cui scatta l'interruttore e va via la luce. Ho scelto appositamente questo paragone dell'elettricità perché è ciò che accade proprio nell'organismo. Perderete forza, non riuscirete a spingere perchè diminuisce la frequenza di scarica. Il sistema è in protezione. Quindi tutte le diatribe su quanto volume uno può o dovrebbe svolgere vanno valutate su differenze genetiche di partenza. Il quadro che ho descritto è quello che ha permesso a Mennea, ad Andrei e a Oberburger di tenere volumi di lavoro enormemente superiori ai loro colleghi. Un sistema adreno-surrenalico più sensibile. Quando qualcun altro ci ha provato a imitarli in tutto e per tutto si è rotto. Però senza esagerare e con misura ( le due cose che spesso i bodybuilders ignorano) secondo me è utile dare delle botte simili di tanto in tanto. Per periodi brevi e vedere come si recupera. Il volume di lavoro poi influisce molto sulla crescita del testosterone. Si è visto in certi soggetti che se non si alza il volume di parecchio non lo smuovi il testosterone. Alto testosterone e basso cortisolo si trovano in tutti i soggetti che usano alti volumi e rispondono bene. Quando il cortisolo è alto invece crolla il testosterone. E' certamente un allenamento sarcoplasmatico, dove l'alto consumo del glutammina intracellulare determina un massimo afflusso di acqua dentro la fibrocellula. La perfusione e il trasporto dell'ossigeno in ambiente acquoso abbondante e dello stesso glucosio diminuisce mettendo in moto anche in supporto meccanismi di produzione anaerobica dell'energia ricorrendo ai glucogenetici liberati dalle proteine miofibrilari che raggiungono prima il sito di liberazione dell'energia."
Cit Emanuele Giordano
Secondo me è molto chiaro e, magari, potrebbe esserti utile Wut per capire un pò più come "ottimizzare" la tua crescita anche se, come dice Manx, a quest'età non dovremo preoccuparci...se cresciamo allora facciamo le cose bene
Ecco a voi:
In genere si nota che gli atleti capaci di reggere alti volumi di lavoro non hanno il cortisolo che si innalza particolarmente, rimane entro un range fisiologico. Quelli che non reggono per settimane gli alti volumi di lavoro hanno forti innalzamento del cortisolo. L'interpretazione è questa: nei primi i recettori al cortisolo sono molto attivi, c'è alta sensibilità al cortisolo, quindi alto tasso di utilizzo intracellulare di aminoacidi glucogenetici. Nei secondi che si applicano ad alti volumi di lavoro, per raggiungere lo stesso tasso e velocità di utilizzo dei glucogenetici, devono produrre molto cortisolo. La conseguenza in questi ultimi è che ci vuole più cortisolo per stimolare maggiormente i recettori per avere lo stesso effetto che nei primi si ha in utilizzo di glucogenetici. Continuando così i recettori diventano meno sensibili e allora il surrene tenterà di aumentare ancora il cortisolo, fino a che si entrerà in ipofunzione surrenalica subclinica, con scarsa produzione di cortisolo e scarsa attività recettoriale. In altre parole scatterà il sistema di protezione dell'organismo, come quello di sicurezza che avete nell'impianto elettrico a casa, per cui scatta l'interruttore e va via la luce. Ho scelto appositamente questo paragone dell'elettricità perché è ciò che accade proprio nell'organismo. Perderete forza, non riuscirete a spingere perchè diminuisce la frequenza di scarica. Il sistema è in protezione. Quindi tutte le diatribe su quanto volume uno può o dovrebbe svolgere vanno valutate su differenze genetiche di partenza. Il quadro che ho descritto è quello che ha permesso a Mennea, ad Andrei e a Oberburger di tenere volumi di lavoro enormemente superiori ai loro colleghi. Un sistema adreno-surrenalico più sensibile. Quando qualcun altro ci ha provato a imitarli in tutto e per tutto si è rotto. Però senza esagerare e con misura ( le due cose che spesso i bodybuilders ignorano) secondo me è utile dare delle botte simili di tanto in tanto. Per periodi brevi e vedere come si recupera. Il volume di lavoro poi influisce molto sulla crescita del testosterone. Si è visto in certi soggetti che se non si alza il volume di parecchio non lo smuovi il testosterone. Alto testosterone e basso cortisolo si trovano in tutti i soggetti che usano alti volumi e rispondono bene. Quando il cortisolo è alto invece crolla il testosterone. E' certamente un allenamento sarcoplasmatico, dove l'alto consumo del glutammina intracellulare determina un massimo afflusso di acqua dentro la fibrocellula. La perfusione e il trasporto dell'ossigeno in ambiente acquoso abbondante e dello stesso glucosio diminuisce mettendo in moto anche in supporto meccanismi di produzione anaerobica dell'energia ricorrendo ai glucogenetici liberati dalle proteine miofibrilari che raggiungono prima il sito di liberazione dell'energia."
Cit Emanuele Giordano
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