Originariamente Scritto da PrinceRiky
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Intervallo ripetizioni
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Non so, io (e non solo) sono dell'opinione che lavorare a buffer sia la regola base e che protocolli più intensi siano l'eccezione da inserire periodicamente. Anzi è proprio sul lungo periodo che il lavoro a buffer esprime la massima efficacia.
In ogni modo non è minimamente detto che un lavoro intenso debba avere recuperi lunghi. La propria perfomance è determinata da tante variabili. Si possono fare serie da pochissime ripetizioni e recuperi relativamente corti. L'intensità dello stimolo non è solo data dal carico (sebbene questo sia il modo più semplice tecnicamente per raggiungerla).
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Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza MessaggioNon so, io (e non solo) sono dell'opinione che lavorare a buffer sia la regola base e che protocolli più intensi siano l'eccezione da inserire periodicamente. Anzi è proprio sul lungo periodo che il lavoro a buffer esprime la massima efficacia.
In ogni modo non è minimamente detto che un lavoro intenso debba avere recuperi lunghi. La propria perfomance è determinata da tante variabili. Si possono fare serie da pochissime ripetizioni e recuperi relativamente corti. L'intensità dello stimolo non è solo data dal carico (sebbene questo sia il modo più semplice tecnicamente per raggiungerla).
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io invece credo che il lavoro quasi totalmente bufferato,sia molto redditizio solo in programmi per la forza!
l'ipertrofia deve cmq essere"forzata"prevalentemente da un lavoro a cedimento,ovviamente il volume dovra essere estremamente dimezzato in questo caso...negli anni ho capito che le tecniche intensive dove come base è presente un cedimento abbastanza sistematico(vedi dct o superset antagonisti)siano molto superiori a programmi dove si lavora con molto buffer anche se con pause brevi...poi se le fibre bianche hanno molto piu potenziale di crescita,credo che cmq occorre tenerlo presente...
non sto dicendo che si debba sempre tenere l'accelleratore premuto,ma che intensita per mezzo del carico(molto cedimento) e volume(poco cedimento),vadano lavorati in linea di base con un rapporto 2:1
nell'ultimo anno la mia composizione corporea è migliorata,ma i miei muscoli perdono volume molto rapdamente se abbasso la frequenza allenante,e non a caso in quest'anno mi sono allenato con tutti sistemi che si basano sulla fatica cumulativa stando lontano per il 90%delle serie,dal cedimento...quando potevo allenarmi in palestra avevo una muscolatura piu possente proprio perche lavoravo sul sovraccarico progressivo,per mezzo del carico...cmq sono solo esperienze personali ed opinioni un po in contrasto,ci mancherebbe
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io sostengo si possa ottenere il medesimo stimolo senza uno stress così forte del SNC o delle difese immunitarie.
Poi sai, dipende da come siano fatte entrambe le cose. Si può cedere e ottenere livelli di stress bassi, si può non cedere e ottenere livelli di stress elevati.
C'è anche da differnziare tra cedimento tecnico e fisico. Il primo è qualcosa che ben si concilia con il lavoro a buffer, il secondo un po' meno.
In generale, l'accumulo di fatica fatto con un volume più alto dovrebbe poter portare l'atleta ad essere più preciso nel tipo di impatto sul corpo che intende dare. Superare il limite, a mio avviso, è meno quantificabile e gestibile.
Poi sai c'è gente che si allena a cedimento da anni e ha ottimi fisici; così come il contrario.
Per quanto mi riguarda, fare qualità a cedimento è più difficile. Per quello, perdiligo l'esplosività nell'esecuzione (anche se molto difficile da controllare e sicuramente poco si concilia con il cedimento).
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Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggioio sostengo si possa ottenere il medesimo stimolo senza uno stress così forte del SNC o delle difese immunitarie.
Poi sai, dipende da come siano fatte entrambe le cose. Si può cedere e ottenere livelli di stress bassi, si può non cedere e ottenere livelli di stress elevati.
C'è anche da differnziare tra cedimento tecnico e fisico. Il primo è qualcosa che ben si concilia con il lavoro a buffer, il secondo un po' meno.
In generale, l'accumulo di fatica fatto con un volume più alto dovrebbe poter portare l'atleta ad essere più preciso nel tipo di impatto sul corpo che intende dare. Superare il limite, a mio avviso, è meno quantificabile e gestibile.
Poi sai c'è gente che si allena a cedimento da anni e ha ottimi fisici; così come il contrario.
Per quanto mi riguarda, fare qualità a cedimento è più difficile. Per quello, perdiligo l'esplosività nell'esecuzione (anche se molto difficile da controllare e sicuramente poco si concilia con il cedimento)....ma se dovessi quantificare?voglio dire,trovi che sistemi di densita',ove il cedimento viene raggiunto solo nell ultime 1/2 serie,debbano in un ciclo annuale,ricoprire per la quasi totalita,la programmazione di un individuo con potenziale genetico nella media?
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ma guarda, programmare per un anno è dura anche per gente che fa quello di mestiere.
in generale prediligo metodi che permettano di allenarsi un po' più spesso, perché alla fine chi si è allenato il doppio delle ore è probabile abbia frutti migliori (per una semplice maggior dispersione degli "errori" o delle "inefficienze").
un soggetto medio con genetica media e con tempo medio da dedicare a dieta, allenamento e riposo, è importante che si garantisca un'elevata continuità sotto tutti i fronti (metabolico, articolare, etc.).
poi per carità, a sto mondo c'è gente che fa bodibildi (cit.) con il BIIO
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