Annuncio

Collapse
No announcement yet.

Forse il segreto è tutto qui!

Collapse
X
 
  • Filter
  • Ora
  • Show
Clear All
new posts

    #16
    Originally posted by MISTER X
    ...però che il sovrallenamento sia solo un fattore psicologico per me non è veroarlo per esperienza personale.
    mi è successo di essere carico a mille ma di non riuscire ad allenarmi bene,di stagnare nei carichi,pur amando la tabella che facevo,pur essendo motivatissimo.
    ...
    Purtroppo quando si parla di psicologia l'argomento è minato
    E' impossibile dire "per me non è vero", non perche' nn possa esserlo quanto piuttosto perche' l'analisi d te stesso non puo' essere fatta da te

    E tornando all'argomento del thread: ritengo che il cervello sia l'85% di un buon allenamento.

    ByEZz

    Commenta


      #17
      Re: Forse il segreto è tutto qui!

      Originally posted by ErikZ
      Oramai ne ho quasi la certezza il BBing è uno stato mentale prima che fisico e vi spiego il perche'.
      Innanzitutto sono certo che ad andare in tilt non è l'apparato muscolare ma il sistema nervoso e quindi il tanto temuto sovrallenamento eccetto situazioni estreme è UNO STATO MENTALE.
      Ho registrato settimane in cui ero depresso svuotato e mi sentivo privo di energia inevitabilmente anche in palestra ne risentivo pensai immediatamente al superallenamento MA poi varie situazioni mi portarono alle stelle a livello umorale e come d'incanto senza scarichi e scarichetti vari la forza è tornata e questo è solo uno degli esempi (non sto rinnegando lo scarico), un altro esempio potrebbe essere che se una scheda non ci stimola piu' a livello psicologico inevitabilmente si arrivera' allo stallo in breve tempo, la variazione non è forse uno degli antidoti a cio'?

      Naturalmente non sto dicendo all'improvviso che 5-6 allenamenti settimanali sono alla portata di tutti (anzi) sto semplicemente dicendo che il SOVRALLENAMENTO PARTE DALLA TESTA E NON DAI MUSCOLI.

      In passato campioni che hanno fatto piu' o meno uso di steroidi sostenevano sedute massacranti anche 2 volte al giorno alcuni piu' dei campioni attuali traendone sempre un qualche beneficio a quei tempi forse era la motivazione a farla da padrone piu' che l'uso di sostanze illecite!

      I teorici del BII hanno creato un sistema innovativo innanzitutto a livello mentale piu' che fisico diluendo le sedute e abbreviando come non mai, Mentzer parlava di sistema nervoso gia' a meta' anni 70 lo stesso uso di anfetamine inibivano tale apparato (questo per capire quanto Mike avesse capito che era la testa a partire prima che il muscolo)

      Come diavolo facesse Arnold a sostenere 25 serie per gruppo (ok lasciamo perdere il GH) ma penso che un ruolo fondamentale la facesse la motivazione e la convinzione di cio' che stava facendo!

      Ora io credo che esistano persone che hanno benefici da un qualsiasi sistema in quanto se da un lato è possibile monitorare l'allenamento muscolare dall'altro non è possibile farlo alla testa.

      ciao
      La volontà è sempre riferita al singolo allenamento.
      Poi subentrano gli obiettivi e i piani di allenamento.
      Anch'io posso fare senza problemi 20 serie per parte muscolare, 3 ore di allenamento ma il giorno dopo il mio sistema endocrino sarà a zero!
      Sistema endocrino stressato, stato depresso! Quindi niente volontà... Ohu, non voglio dire che se uno è depresso per la morte della propria nonna poi riesca nel suo migliore w.o della sua vita perché era programmato per questo,
      voglio dire che spesso ciò che noi attribuiamo alla forza di volontà non è altro che la semplice ricerca del raggiungimento di un obiettivo mentre la non volontà non è altro che un programma mal steso e mal seguito (dall'istruttore).
      Un saluto,
      Valerio

      Commenta


        #18
        Originally posted by paolokirk


        Purtroppo quando si parla di psicologia l'argomento è minato
        E' impossibile dire "per me non è vero", non perche' nn possa esserlo quanto piuttosto perche' l'analisi d te stesso non puo' essere fatta da te

        E tornando all'argomento del thread: ritengo che il cervello sia l'85% di un buon allenamento.

        ByEZz
        vabbè ma quì è psicologia spicciola.

        Commenta


          #19
          Originally posted by Oh my God!!
          Sono d'accordo con te erikz , la motivazione è la vera spinta che differenzia un allenamento produttivo da uno non.
          L'atteggiamento positivo è forse la vera differenza che esiste tra i vari frequentatori delle palestre.
          Studi ormai consolidati hanno dimostrato che la depressione abbassa notevolmente le difese immunitarie: un organismo debole e recettivo verso i malanni è stato associato linearmente a stati di depressione.
          Da qui si può evincere che il contrario della depressione, ovvero la gioa , la motivazione, altro non può produrre che uno stato di rafforzamento interiore: sia a livello morale che fisiologico.
          Partire col piede giusto significa crearsi una scheda che ci piace, che non segua strettamente i dettami dei teorici, ma che innazitutto ci renda predisposti ad impegnarci seriamente.
          Forse la motivazione è la componente più trascurata dell'allenamento: si parla sempre di dieta, si parla di integratori di filosofie e stili di allenamento, ma mai approfonditamente della scintilla che innesca il duro e produttivo lavoro.
          Voglio entrare in palestra e sapere che oggi mi allenerò a tutta forza, perchè l'ho DECISO IO, lo sto facendo per me stesso e cela farò!
          Non me ne frega niente se un esercizio è meglio di un altro o una scheda fondamentalemente può essere mal interpretata: perchè in quello che IO farò ci metterò l'ANIMA.
          Non lo farò rabbiosamente, non metterò l'odio in quella estenuante serie portata al cedimento, ma ci metterò il CUORE, ci metterò la GIOIA , e domani e dopodomani ancora di più.
          Entrerò in palestra tutti i giorni e farò un gran SORRISO, socializzerò perchè ciò mi rende felice e partecipe...e poi sotto a tutta forza, a tutta ENERGIA: l'energia della mia mente, e non solo quella dei muscoli.
          bel discorso, davvero, fermorestando ovviamente (come tu stesso hai chiarito) le altre componenti di base , quali la pianificazione di un buon programma nutrizionale/allenamento/riposo e la scelta degli esercizi giusti!

          P.S. leggendo questo tuo post God mi sono ripreso da una fase di stallo (mentale) e spero di perdurare in questa fase.

          Thanks

          Commenta


            #20
            Originally posted by Oh my God!!


            Non vorrei essere frainteso, ma non dico sia giusto entrare in palestra e fare gli esercizi che ci pare senza nessun programma, oppure alImentarci in maniera arbitraria: questo no.

            Affermo soltanto che è molto importante studiare una tabella che ci piace, uno stile di allenamento appropriato al nostro fisico, così da poterci mettere tutta la motivazione che vogliamo.
            Ho visto nella mia vita persone avere enormi risultati e divertirsi con schede semplicissime ed altre fallire con le più assurde schede pseudo-scientifiche.

            Di motivazione si parla molto poco, anche se è molto importante.
            Alcuni di voi difatti sono andati subito ai ripari dicendo che si tratta di una componente e niente più : questo è vero, ma per Dio parliamone e diamole il suo giusto peso.
            Avrò letto 20 libri di training e 10-11 di dietistica, ma sulla motivazione ,a parte QUALCHE articolo ,un solo libro.
            Mi pare che per essere una "componente" sia alquanto trascurata, tutto qui.

            ALLENAMENTO-DIETA-RIPOSO- E TANTA TANTA MOTIVAZIONE
            Vivere in questo mondo non è facile ma se ci dobbiamo vivere dobbiamo semplificare le cose. Quindi ci creiamo dei semplici modelli di comportamento legati a delle parole.
            Ricordo le grandi telecronache di pallavolo da parte di Jacopo Volpi (che da ragazzo aveva giocato e sa cosa significa fare pallavolo seriamente) quando (insieme a Giampaolo Montali) rimarcava certi particolari del gioco: tipo distribuzione del gioco da parte del palleggiatore, la capacità di attaccare utilizzando il muro avversario, la bravura di piazzare le mani a muro in base alle caratteristiche dei diversi attaccanti avversari o del tipo di palla che questi attaccavano oppure le stesse scelte tattiche (ovvero muro a lettura, muro ritardato, muro agressivo...)...
            e lo stesso Montali sottolineava come certi particolari (come gli stessi piani di rimbalzo a muro!) venivano allenate per ore durante gli allenamenti come ad esempio la capacità di schiacciare fuori dal campo (di circa un metro)! QUesto serviva/serve per allenare la capacità a tirare sulle dita del muro
            Oppure l'uso massiccio dei giochi a lavaggio per aumentare l'intensità delle partitelle.

            Certo i nostri ragazzi della Nazionale erano fenomeni di per sé ma hanno avuto tecnici con le contro palle, gente come Montali, la buonanima di Skiba, Bonitta, Paolini, Velasco, Bebeto, Prandi...
            veri insegnanti di pallavolo.

            Prendete ad esempio il telocronista dei nostri tempi, parla solo di psicologia ovvero la semplificazione quando non si sa e non si vuole spiegare il perché delle cose.
            Vado a vedere la partita dell'Italia contro la Spagna e cosa vedo?
            Solo Fei sa murare decentemente (ormai Gravina è spento).
            Vermiglio un pallone preciso non lo sa dare per mancanza di tocco! ed è in Nazionale!
            Zlaty non sa ricevere
            Nessun giocatore ormai sa palleggiare per un contrattacco

            Mi ricordo Velasco e Bebeto flammatici in panchina, che sapevano dire la cosa giusta nei time out (volete un po' di psicologia? Velasco in time out, in una partita contro Cuba, disse i ragazzi di vedere i cubani come degli animanali da addentare al collo e non mollarli! Altro che le frasi che ho sentito da parte di Anastasi...
            dobbiamo essere concetrati, dobbiamo ottimizzare....
            Lo sa la mia figlioccia che rievocare la concentrazione la si fa perdere!

            Poi, in una intervista mi viene a dire che dall'analisi statistiche (ma va là, lo sapeva anche la mia gallina) si è scoperto che era meglio introdurre le rigiocate! Caspita, che genio! Ecco perché in fase break point eravamo delle schiappe! Certo le cose non sono cambiate però....

            In sintesi.
            Non tutti sono delle iene quando si fa una cosa però se si vuole veramente farla occorre avere un buon programma, ben cucito sul soggetto.
            Se si migliora l'entusiasmo cresce e...

            Certo se manca l'obiettivo di essere più forte ed invece si va in palestra per socializzare, certo che le motivazioni sono importanti ma il fatto è che il 95% di coloro che vanno in palestra non sanno che fare. E quando fanno sbagliano. Si deprimono a livello ormonale e questo porta a depressione. E sappiamo che poi si arriverà ad odiare tutto ciò che sia peso!
            Un esempio lo posso riferire io.
            Due volte in vita mia ho interrotto gli allenamenti con i pesi.
            Perché non ora? Perché finalmente ho delle conoscenze che mi permettono di ragionare sulle variabili legate all'allenamento.
            Quindi è questione di consapevolezza non motivazioni!
            E tra i campioni i più forti sono quello che sanno quello che fanno!
            Un saluto,
            Valerio

            Commenta


              #21
              Vale', l'hai presa un po' da lontano, ma hai scritto belle cose davvero

              Io mi sono davvero appassionato e accanito sui pesi quando sapevo (forse e' una parola grossa ) bene o male quello che stavo facendo, perche', quali muscoli chiamavo in causa, in quale modo, ecc.ecc.

              Al primo anno, quando "l'istruttore" (questa si' una parola GROSSISSIMA) mi diceva solo "fai questo, fai quello, tre serie, quattro serie ecc." anch'io ho mollato, in anticipo, a marzo ero gia' stanco di allenarmi.
              Qualcuno ha visto i miei polpacci???

              Commenta


                #22
                Originally posted by vabo95
                Quindi è questione di consapevolezza non motivazioni!
                E tra i campioni i più forti sono quello che sanno quello che fanno!
                Meglio ancora dire : è questione di consapevolezza " e " motivazioni, quel "non" è troppo tendente a minimizzare.

                E tra i campioni i più forti sono quelli che sanno quello che fanno: è una generalizzazione, "purtroppo" non è sempre così (anzi...), sempre se tu consideri il risultato...

                Commenta


                  #23
                  Io concluderei così

                  E' questione di consapevolezza e motivazioni!
                  e

                  Tra i campioni i più forti sono quelli che sanno quello che fanno e sono motivati a farlo!

                  Commenta


                    #24
                    Originally posted by Oh my God!!


                    Meglio ancora dire : è questione di consapevolezza " e " motivazioni, quel "non" è troppo tendente a minimizzare.

                    E tra i campioni i più forti sono quelli che sanno quello che fanno: è una generalizzazione, "purtroppo" non è sempre così (anzi...), sempre se tu consideri il risultato...
                    Hai ragione ho minimizzato il concetto di motivazione ma la ragione è semplice. Vale molto meno della consapevolezza.
                    Il fuoriclasse (ancora più del campione) sa cosa vive, sa cosa fa in allenamento e lo sente. Non è detto che si alleni di più ma si allena meglio perché si cuce l'allenamento meglio sia in termini di volume sia in termini di frequenza sia in termini di intensità mentale.
                    Il tecnico di Jury Chechi (ai buoni tempi che furono) sapendo di certe difficoltà del suo allievo ideo dei programmi di allenamento in cui si enfatizzava l'aspetto agonistico (in allenamento, ribadisco).
                    Insomma, le energie nervose e fisiche del campione pratese erano incanalate nel giusto verso.
                    Velasco conoscendo la natura stessa del gioco della pallavolo (gioco di potenza, tecnica, capacità di lettura ma anche tanta tanta agressività) cosa faceva? Preparava esercizi in cui gli schiacciatori si dovevano sfidare. A quei tempi Bernardi e Zorzi con le loro squadre di club si "scannavano" letteralmente!
                    E cosa faceva lui? "Scannatevi" (agonisticamente) anche durante gli allenamenti così quando arriverete a giocare le partite ufficiali per voi l'aggressività, l'intensità mentale, la voglia si sopraffare l'avversario sarà una cosa normale.
                    Ricordo pure un articolo di Leo Turrini che assistette all'allenamento mattutino nel giorno della finale mondiale in Giappone (1998). Si girò verso il giornalista, quasi commosso, sapeva che tra poche ore andavano a vincersi il terzo mondiale consecutivo pur avendo perso precedentemente per 3-0 contro la Jugoslavia.
                    I fuoriclasse, ad esempio sanno come arrivare in ottime condizioni nei momenti importanti della carriera cosa che non avviene per tutti. Per questi ultimi la forma della vita è più un caso che una ricerca consapevole.
                    In questo mondo in mille hanno motivazioni ma pochi consapevolezza, il sapere di cosa vivono.
                    Se vi interessa una lettura mirabile al riguardo consiglio "Basket & Zen" di Phil Jackson.

                    Un saluto,
                    Valerio

                    Commenta

                    Working...
                    X
                    😀
                    🥰
                    🤢
                    😎
                    😡
                    👍
                    👎