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britpowerlifters.

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    britpowerlifters.

    Uno studio interessante da cui trarre numerosi spunti, caso mai ve ne fosse l'esigenza....ma non credo....però non mi pare, non sono un plers, vi siano novità in materia....
    Swinton, PA, Lloyd, R, Agouris, I, and Stewart, A. Contemporary training practices in elite British powerlifters: survey results from an international competition. J Strength Cond Res 23(2): 380-384, 2009-The primary objective of this study was to investigate current powerlifting training methods in light of anecdotal evidence purporting increased similarity with the explosive training practices of weightlifters.
    The study also assessed the prevalence of contemporary training practices frequently recommended for powerlifters in the popular literature.
    A 20-item survey was distributed to 32 elite British powerlifters at an International competition. The subject group included multiple national, international, and commonwealth champions and record holders. Based on 2007 competition results, the average Wilks score of the group was 450.26 ± 34.7. The response rate for the surveys was 88% (28 of 32). The survey was sectioned into 6 areas of inquiry: a) repetition speed, b) explosive training load, c) resistance materials used, d) adjunct power training methods, e) exercise selection, and f) training organization.
    The results demonstrate that the majority of powerlifters train with the intention to explosively lift maximal and submaximal loads (79 and 82%, respectively).
    Results revealed that 39% of the lifters regularly used elastic bands and that 57% incorporated chains in their training.

    Evidence for convergence of training practices between powerlifters and weightlifters was found when 69% of the subjects reported using the Olympic lifts or their derivatives as part of their powerlifting training.
    Collectively, the results demonstrate that previous notions of how powerlifters train are outdated.
    Contemporary powerlifters incorporate a variety of training practices that are focused on developing both explosive and maximal strength.
    GUTTA CAVAT LAPIDEM
    http://albertomenegazzi.blogspot.it/
    MANX SDS

    #2
    Te come vedi l' inserimento di catene o elastici durante i wo?
    Where is Jessica Hyde?

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      #3
      personalmente bene. Mi pare che occorra "interferire" positivamente nelle variazioni di stimoli.
      Ho sempre utilizzato metodi "alternativi" o come si dice "variativi" non proprio ortodossi.
      GUTTA CAVAT LAPIDEM
      http://albertomenegazzi.blogspot.it/
      MANX SDS

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        #4
        Anche io vedo bene metodi "alternativi" associati ai soliti metodi classici;secondo me sara' il futuro.

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          #5
          si chobo, per certi versi il futuro è già iniziato. Molti allenamenti si sono dimostrati, nei termini di programmazione intendo, poco efficaci. Anche nel campo del pling essendo questo uno sport, si tratta di elaborare piani strategici in grado di non interferire negativamente nella crescita della forza specifica.
          Le oscillazioni di carico, le dinamiche tecniche e lo studio della sfera motivazionale legate alle individualità, si rivelano, come per il bbing, armi vincenti per evitare un mancato adattamento.
          GUTTA CAVAT LAPIDEM
          http://albertomenegazzi.blogspot.it/
          MANX SDS

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            #6
            Ho notato che anche visivamente,esteticamente,l'atleta che non si fossilizza sul "classico"(senza demonizzarlo ovviamente) ma che "apre" la mente a metodi alternativi e li abbina magari a quelli ne trae un gran giovamento oltre che sulla prestazione anche appunto sull'impatto visivo: muscoli piu' lunghi, piu' agili,meno "goffi",piu' plastici...credo pero' sia una prerogativa essere atleti avanzati,con molta esperienza di di pesi sulle spalle per avere il massimo risultato,forse pero' sono proprio quelli che fanno piu' fatica a cambiare ed entrare in questa nuova filosofia di allenamento.

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              #7
              credo che sia una questione culturale, sappiamo tutti che lo sforzo maggiore è cambiare o adattare le proprie convinzioni.
              Vi sono personalità recettive e disponibili, aperte ad ogni dialogo e soprattutto in grado di indagare la questione metodologia dell'allenamento, alcuni preparatori famosi esistono in ogni nazione.
              Occorre provare e selezionare. Saper selezionare e distinguere l'accessorio dal principale.
              Rientra in questo campo la questione circa quale scelta si dimostri più utile.
              Sopra abbiamo una immagine di una ricerca, un frammento solo, di alcuni mezzi utilizzati dai powerliters britannici o almeno da alcuni di questi, le percentuali di utilizzo di questi mezzi variano, però ci dimostrano che gli atleti necessitino di sperimentare, e questa aspirazione diviene pressochè determinante quando il livello dell'atleta sale.
              Un ragazzo che voglia avvicinarsi ad una disciplina di forza o al culturismo, dovrà progredire nelle capacità coordinative parallelamente alle capacità condizionali e soprattutto in tutte le componeneti del movimento naturale, prima ancora di lavorare con i pesi.
              Per gli atleti evoluti occorre porre dei dovuti distinguo.
              Un agonista dovrà seguire un percorso specifico, un semplice amatore un altro percorso e via così.
              L'individualità diviene l'aspetto fondamentale con il trascorrere degli anni.
              Si tratta di anni e non di mesi per creare una prestazione, qualunque questa sia, degna di rispetto.
              Ho letto in altro post che molti powerlifters ad esempio non conducono una vita propriamente da professionisti, alla stregua dei weightlifters, o almeno il numero di questi è veramente esiguo. Ebbene rendiamoci conto di quanto salto prestazionale possa ancora esserci e in ambito ricerca sceintifica e metodologica e in ambito misure personali.
              Da qui i dubbi su molte "teorie" della forza o sulla forza di allenamento circa dati raccolti su atleti "dilettanti" e non professionisti, pensiamo solamente alla disponibilità oraria allenante e alle concrete possibilità di recupero psico-fisico.
              GUTTA CAVAT LAPIDEM
              http://albertomenegazzi.blogspot.it/
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                #8
                Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggio
                personalmente bene. Mi pare che occorra "interferire" positivamente nelle variazioni di stimoli.
                Ho sempre utilizzato metodi "alternativi" o come si dice "variativi" non proprio ortodossi.
                Utilizzo di tanto in tanto gli elastici nella panca, ora sono abbinati ai manubri (forniscono + 10 kg nel punto più basso e + 60 kg circa in chisura).
                Visto che parli di metodi alternativi, come valuti l' utilizzo della Atlas Stones, le power stairs, le farmers walk, il log clean e press nell' ambito di una preparazione atletica per le MMA? Attualmente utilizzo tutti questi esercizi ancora poco conosciuti (tranne il log press momentaneamente accantonato).
                Where is Jessica Hyde?

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                  #9
                  Uno studio effettuato dai norvegesi su 30 soggetti ha dimostrato che un gruppo di soggetti che si è allenato 6 volte a settimana, partendo da una situazione di inferiorità di forza, ha ottenuto maggiori risultati di un gruppo che si è allenato 3 volte a settimana con lo stesso volume allenante settimanale. Metodo distribuito e frequenza elevata, again.
                  A livello tecnico i norvegesi sono impressionanti e sono incredibilmente avanti nel powerlifting, sia dal punto di vista scientifico che atleti, hanno dei numeri spaventosi, nessun professionista anche lì.

                  Che poi tutto sia da personalizzare è vero, è la chiave del metodo cinese attuale nei WL, e i loro risultati parlano da sé, grandissima parte degli allenamenti di questo gruppo si basa sul tentativo di quanto una determinata cosa possa servire all'atleta. Fai un mese di stacco dai blocchi. Ti serve? Lo teniamo. Sei peggiorato? Via, proviamo lo stacco sui blocchi etc....

                  Catene ed elastici poi vengono stra-usati da sempre, l'importante è che il peso in chiusura non differisca troppo da quello di partenza, sia in loading che deloading, per non modificare troppo lo schema motorio dell'esercizio da gara.

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                    #10
                    Originariamente Scritto da Paul_Anderson Visualizza Messaggio
                    Utilizzo di tanto in tanto gli elastici nella panca, ora sono abbinati ai manubri (forniscono + 10 kg nel punto più basso e + 60 kg circa in chisura).
                    Visto che parli di metodi alternativi, come valuti l' utilizzo della Atlas Stones, le power stairs, le farmers walk, il log clean e press nell' ambito di una preparazione atletica per le MMA? Attualmente utilizzo tutti questi esercizi ancora poco conosciuti (tranne il log press momentaneamente accantonato).
                    Ma questo per ogni singolo manubrio ?

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                      #11
                      Ho sbagliato...+10 kg e + 30 kg circa a manubrio, in totale +20 e + 60 kg circa.
                      Where is Jessica Hyde?

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                        #12
                        Originariamente Scritto da Paul_Anderson Visualizza Messaggio
                        Utilizzo di tanto in tanto gli elastici nella panca, ora sono abbinati ai manubri (forniscono + 10 kg nel punto più basso e + 60 kg circa in chisura).
                        Visto che parli di metodi alternativi, come valuti l' utilizzo della Atlas Stones, le power stairs, le farmers walk, il log clean e press nell' ambito di una preparazione atletica per le MMA? Attualmente utilizzo tutti questi esercizi ancora poco conosciuti (tranne il log press momentaneamente accantonato).
                        ottimi esercizi attivatori di forza e potenza.
                        Non si tratta qui della ripetizione one shot, bensì di esercizi complessi ad alta richiesta energetica e metabolica, si avvicinano, come tempesta ormonale, proprio al caso della risposta fight or flight. In tutti gli sport di combattimento (anche addestramento di operatori militari speciali) scatenare questi livelli immediati di stress è altamente consigliato.
                        In tutte le competizioni il livello di stress è molto elevato. Ecco perchè nel powerlifting come nel culturismo o negli sport di breve durata o di media durata in cui deve prevalere il Fattore Condizionale Forza l'allenamento diviene un Rito di elevata concentrazione e ricerca oculata di metodiche scatenanti nuove deflagrazioni neuromuscolari.
                        Nel particolare nella mma però noto la contrapposizione di Forza ed Elasticità e Flessibilità Massimale nel compiere i movimenti, questo perchè un solo colpo detiene una proprietà devastante elevata. Naturalmente Elasticità e Flessibilità massimale sono al servizio di Potenza e Forza ad uno standard molto elevato.
                        QUindi oltre ai citati mezzi da te elencati io cercherei di indagare anche il Flow Training.
                        Tra l'altro il flow lo considero idoneo anche per chi lotta con il massimale del bilancere, così come esercizi di core e di stabilizzazione.
                        GUTTA CAVAT LAPIDEM
                        http://albertomenegazzi.blogspot.it/
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                          #13
                          Originariamente Scritto da Leviatano89 Visualizza Messaggio
                          Uno studio effettuato dai norvegesi su 30 soggetti ha dimostrato che un gruppo di soggetti che si è allenato 6 volte a settimana, partendo da una situazione di inferiorità di forza, ha ottenuto maggiori risultati di un gruppo che si è allenato 3 volte a settimana con lo stesso volume allenante settimanale. Metodo distribuito e frequenza elevata, again.
                          A livello tecnico i norvegesi sono impressionanti e sono incredibilmente avanti nel powerlifting, sia dal punto di vista scientifico che atleti, hanno dei numeri spaventosi, nessun professionista anche lì.

                          Che poi tutto sia da personalizzare è vero, è la chiave del metodo cinese attuale nei WL, e i loro risultati parlano da sé, grandissima parte degli allenamenti di questo gruppo si basa sul tentativo di quanto una determinata cosa possa servire all'atleta. Fai un mese di stacco dai blocchi. Ti serve? Lo teniamo. Sei peggiorato? Via, proviamo lo stacco sui blocchi etc....

                          Catene ed elastici poi vengono stra-usati da sempre, l'importante è che il peso in chiusura non differisca troppo da quello di partenza, sia in loading che deloading, per non modificare troppo lo schema motorio dell'esercizio da gara.
                          a parità di volume quindi la distribuzione dei carichi e la frequenza del gesto di allenamento elevata, permette una accelererazione maggiore in termini di specificità.
                          questo è evidente in quasi tutte le discipline sportive, dal nuoto al salto con l'asta, passando all'equitazione.....Gli standards di oggi, se vuoi gareggiare a livello internazionale, sono veramente elvati.
                          Stabilire quanto serve è la ricerca del coach moderno o del trainer. Spesso però, proprio perchè non essendo questi atleti professionisti, gli sforzi per progredire sono concentrati in relazione proprio alla loro condizione: di giorno al lavoro, la sera in palestra ad allenarsi, oppure al mattino presto allenamento e quindi via al lavoro. Capirai che gli allenamenti e i risultati derivanti dovranno far costantemente riferimento alla indilazionabilità degli impegni lavorativi e familiari.
                          In merito poi alla scelta dei mezzi allenanti occorre tempo e attenzione.
                          tempo per comprendere gli effetti a lungo termine di un esercizio, il quale potrebbe funzionare da boost in un periodo imprecisato, quindi solo temporaneamente abbassare le risorse prestazionali. La decisione di eliminare un mezzo così d'emblée dopo averne provato l'efficacia, non depone a favore del coach e scoraggia gli atleti più insicuri. Un trainer o un coach deve avere le idee chiare su qualsiasi mezzo adottare, ma soprattutto adottare il discernimento professionale (frutto di esperienze sul campo e sugli atleti) in grado di stabilire, a priori e limando al minimo qualsiasi punta di insuccesso, quale mezzo utilizzare e quale sia più idoneo per il suo atleta.
                          I casi delle catene, degli elastici o dei fermi ecc ecc, sono emblematici perchè ciascuno di questi, quando adottato nei modi e tempi corretti procura un adattamento positivo. Il fatto interessante non è limitato all'aspetto del peso in chiusura per una non sovrapposizione tecnica, ma perchè si possono modulare altri aspetti prestazionali quali per esempio la velocità e l'accelerazione. In molti sport si utilizzano dei sussidi analoghi, prendi per la corsa il paracadute o nel nuoto le palette o le pinnette, nel ciclismo i microcarichi ecc ecc, spesso il coach altera volutamente il gesto tecnico, lo rende macroscpico alterando i rapporti spaziali (più ampio-meno ampio), lo rende più veloce, proprio perchè l'uscita dallo schema procura delle raffinate connessioni e contrapposizioni di immagine (su atleti evoluti) i quali riconoscono l'esattezza del movimento, il feedback si positivizza e rende mggiormente consapevole l'atleta.
                          GUTTA CAVAT LAPIDEM
                          http://albertomenegazzi.blogspot.it/
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