Europei Atletica - Menez inside

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  • Zuccone
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    Europei Atletica - Menez inside

    Salve ragazzi !!

    Poco fa stavo seguendo i quarti di finale dei 200 femminili,ho sentito i telecronisti RAI ( non Mori e Tilli ) che parlavano di quanto gli era stato riferito dagli atleti italiani riguardo le differenze di allenamento con gli atleti caraibici.
    In pratica i velocisti italiani parlavano del fatto che loro si fanno il mazzo quadrato in ogni modo,mentre gli atleti caraibici fanno un volume di allenamento molto molto ridotto.
    Poco dopo intervistano l'italiana appena ripescata per le semifinali e anche lei parla di allenamenti di ore ed ore...

    Mi chiedo io,oltre alle differenze fisiche e di talento che oggettivamente ci sono tra i nostri atleti e i più quotati americani e caraibici,c'è o non c'è una mentalità "sbagliata" dell'allenamento???Una mentalità ferma a 30anni fa( siamo fermi a Vittori?) e che sembra non solo che non sia evoluta ma che proprio non voglia evolversi.

    Possibile che nel 2010 ci siano talmente tante differenze nell'approccio all'allenamento?Perchè gli italiani non copiano?
    Oppure effettivamente la strada italiana è quella giusta e la differenza sta solo nel talento?


    Da semplice appassionato di atletica,mi piacerebbe sapere il vostro parere dato che so che alcuni nel forum sono molto preparati su questi argomenti
    sigpic

    Un vincente trova sempre una strada,un perdente trova sempre una scusa
  • menez
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    • Aug 2005
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    #2
    Vittori è stato il demiurgo di Pietro Mennea, ma soprattutto in Italia il pioniere di teorie e metodiche applicate ancora oggi sul campo.
    detto ciò non si può credere che quanto abbia fatto, detto, e applicato il vittori sia sbagliato pensando oggi che in Italia lo sprint non funziona come dovrebbe.
    Il discorso è complesso.
    tempo fa contrapponevo proprio le teorie di allenamento europee:
    vittori-cometti(francia) e tabachnik(responsabile del settore sprint e ostacoli nella fed sovietica di atletica leggera, in ultima con il pensiero di rick brunner (california)responsabile del settore scientifico dell'Atletika Inc., che cosa mi ha colpito sostanzialmente?
    bene, sono certo che la teoria e metodologia di allenamento di vittori siano frutto di un lungo studio "classico" della metodologia di allenamento, in pratica tutto è coerente ed è in linea con pensiero e ricerca scientifica.....forse un'adesione estrema.
    nelle tesi di cometti invece si è immediatamente coinvolti in esercitazioni e pratiche differenziate, meno schematiche più brillanti e varie, probabilmente un'influenza maggiore di protocolli americani.
    le tesi russe sono estremamente complesse ma ricche e dense di significato e di possibilità interpretative, dalle pratiche della forza ( autentici allenamenti da pesisti) alle esecuzioni tecniche sorprendentemente analizzate nel dettaglio e "intelligenti", con studi rivolti al particolare che non lasciano alcuna possibilità al caso.
    il modello americano ha prelevato i concetti russi di allenamento e li ha adattati con estrema modernità, agilità, forza, potenza,strumentazione per verificare la biomeccanica del gesto, studio nella galleria del vento e altro ancora.
    sappiamo tutti quale alto significato rivesta l'indotto economico nell'ambito dello sport, la ricerca è fondamentale e gli americani hanno per questo superato ogni altra nazione.
    dunque in Italia prevale un certo immobilismo culturale e pratico, pare non si abbia voglia e mezzi per investire e per tentare nuove e stimolanti vie.
    le nazioni all'avanguardia investono nei mezzi e negli atleti e per questo la qualità è superiore.
    GUTTA CAVAT LAPIDEM
    http://albertomenegazzi.blogspot.it/
    MANX SDS

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    • Zuccone
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      #3
      Grazie per la risposta Menez .
      Ricordavo da post passati che tu fossi uno strenuo sostenitore di Vittori.
      Impossibile non riconoscergli i meriti di un salto di qualità fatto dallo sport italiano e non solo...purtroppo però come tu stesso riconosci non ci sono nuovi Vittori in giro.
      Quello che ti chiedo allora è come mai nell'anno 2010 nessuno in Italia( a livelli alti intendo) prova a prendere coscienza del fatto che probabilmente ci sono metodiche che possono dare risultati migliori?
      Perchè atleti italiani arrivano a "lamentarsi" del fatto che i propri tecnici continuano a farli allenare esattamente come 20anni fa,come mai gli atleti riescono a fare il confronto tra i loro protocolli e quelli delle scuole sovietiche e statunitensi e invece nessun tecnico federale prova nuove strade?

      Da esterno potrei quasi pensare che c'è un rifiuto a voler riconoscere determinate cose.
      Anche perchè in Italianon è che non ci sia materiale umano.Un bel po' di atleti ,negli ultimi anni 20anni,hannoa dimostrato di poter dire la loro...ma il salto di qualità è sempre mancato....la continuità è sempre mancata e i pochi acuti sono sempre arrivati fuori dalle gare importanti.

      Cioè non si riesce ad avere un picco nel main event???Sempre pb fatti a inizio estate o a settembre,è inconcepibile....
      Come si può arrivare giovani a correre ottimi tempi e poi fermarsi o peggiorare negli anni in cui il mondo intero fa i tempi?
      sigpic

      Un vincente trova sempre una strada,un perdente trova sempre una scusa

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      • menez
        SdS - Moderator
        • Aug 2005
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        #4
        è difficile per me rispondere a queste domande, questo perchè è un argomento che non conosco a fondo.
        il mio mestiere è preparare alla forza atleti olimpici di altre discipline e con questi applico il mio metodo. Certamente se dovessi preparare uno sprinter di atletica leggera avrei le mie idee in merito e cercherei di portarle avanti ad ogni costo senza tentennamenti.
        credo che alla base ci sia la superficialità e il timore.
        la superficialità in quanto la forza è l'elemento chiave per ogni sport e soprattutto la forza specifica i cui protocolli, è mio parere, ancora non rispecchiano le possibilità delle esercitazioni. Il timore è ridondante, paura di farsi male, paura di fallire lo scopo, paura del tapering, paura di certe metodiche e così via.
        GUTTA CAVAT LAPIDEM
        http://albertomenegazzi.blogspot.it/
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        • BIONIC
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          • mantova
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          #5
          Ho piacere nello scoprire che in questo forum ci sono appassionati di atletica, anch'io vorrei dire la mia riguardo la situazione attuale di

          questo sport, premetto che sono stato praticante a cavallo degli anni 80 primeggiando nelle graduatorie nazionali giovanili nel salto in lungo

          e nel triplo, e dopo tutti questi anni credo che a livello di federazione sia cambiato poco. Per ridurre il gap tra gli atleti italiani e il resto del

          mondo, credo che non basti seguire degli allenamenti innovativi, perche' verrebbero impiegati su atleti poco talentuosi con margini di

          miglioramento molto limitati. Non a caso i migliori risultati tecnici escono nelle discipline della corsa prolungata dove fisico dei nostri atleti

          corrisponde ai canoni del resto del mondo.
          Se parliamo di salti e corse veloci ci rendiamo conto che in tutte le finali il colore predominante e' il "nero" non a caso la struttura muscolare

          degli atleti di colore evidenzia il famoso gap di cui parlavo prima. Se vediamo i nostri velocisti che non sono molto muscolati, possiamo capire

          che per competere a livello di forza sono costretti a lavorare il doppio rispetto al resto del mondo. Un esempio lampante fu Stefano Tilli negli

          ultimi anni della sua carriera, ricordo che si presento' ad un meeting italiano con un fisico da culturista e fece un ottimo 10,16, questo prima

          dei mondiali, ai quali diede forfait per un misterioso infortunio, che secondo me fu imposto dalla federazione per non rischiare controlli dove

          sarebbe potuta emergere una pratica molto diffusa nel mondo dell'atletica..........
          Tornando ai discorsi tecnici l'unica anomalia che e' emersa a questi campionati per quanto riguarda le corse veloci, e' il talento di Christophe

          Lemaitre il quale e' allenato da un settantenne Pierre Carraz che tiene ancora in vita la filosofia del nostro caro Vittori.............

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          • Zuccone
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            #6
            Originariamente Scritto da BIONIC Visualizza Messaggio
            Ho piacere nello scoprire che in questo forum ci sono appassionati di atletica, anch'io vorrei dire la mia riguardo la situazione attuale di

            questo sport, premetto che sono stato praticante a cavallo degli anni 80 primeggiando nelle graduatorie nazionali giovanili nel salto in lungo

            e nel triplo, e dopo tutti questi anni credo che a livello di federazione sia cambiato poco. Per ridurre il gap tra gli atleti italiani e il resto del

            mondo, credo che non basti seguire degli allenamenti innovativi, perche' verrebbero impiegati su atleti poco talentuosi con margini di

            miglioramento molto limitati. Non a caso i migliori risultati tecnici escono nelle discipline della corsa prolungata dove fisico dei nostri atleti

            corrisponde ai canoni del resto del mondo.
            Se parliamo di salti e corse veloci ci rendiamo conto che in tutte le finali il colore predominante e' il "nero" non a caso la struttura muscolare

            degli atleti di colore evidenzia il famoso gap di cui parlavo prima. Se vediamo i nostri velocisti che non sono molto muscolati, possiamo capire

            che per competere a livello di forza sono costretti a lavorare il doppio rispetto al resto del mondo. Un esempio lampante fu Stefano Tilli negli

            ultimi anni della sua carriera, ricordo che si presento' ad un meeting italiano con un fisico da culturista e fece un ottimo 10,16, questo prima

            dei mondiali, ai quali diede forfait per un misterioso infortunio, che secondo me fu imposto dalla federazione per non rischiare controlli dove

            sarebbe potuta emergere una pratica molto diffusa nel mondo dell'atletica..........
            Tornando ai discorsi tecnici l'unica anomalia che e' emersa a questi campionati per quanto riguarda le corse veloci, e' il talento di Christophe

            Lemaitre il quale e' allenato da un settantenne Pierre Carraz che tiene ancora in vita la filosofia del nostro caro Vittori.............
            Grazie mille per il contributo come prima cosa

            Credo che come giustamente affermi ci sono dei limiti nei nostri atleti che non permettono di avvicinarsi a certi tempi.
            Quello che però mi viene da pensare,da appassionato , è che questi limiti non siano davvero così enormi come quel mezzo secondo, tra Bolt e i bianchi,potrebbe far pensare.

            Cioè anche 20anni fa i neri correvano più veloce dei bianchi...i neri però continuano a correre sempre più veloce,i bianchi invece corrono meno di prima.
            Parlando di italiani ,sono molto i ragazzi che dopo i 22-23 anni non migliorano...questo "di solito" è colpa di allenamenti non ottimali.
            Un altro problema,come dicevo prima,è quello di arrivare al top nei momenti importanti della stagione.Stranamente non si vedono mai italiani "indovinare " la prestazione quando serve....senza parlare di tempi stratosferici.
            Se faccio spesso PB prima o dopo le gare che contano,questo mi sembra un ovvio errore di impostazione della programmazione.
            Collio ad esempio....uno che da anni corre lento nelle gare che contano,poi invece tra indoor e fine stagione butta giù i sui PB....10.06 è un tempo da finale mondiale/olimpica e da podio europeo.
            Altra cosa,ma non voglio mettere troppa carne sul fuoco,ricordo tempo fa dei video di allenamento in sala pesi dei nostri atleti.Esercizi fatti in maniera pessima(gli squat allucinanti)...poi leggo Buzzichelli che dice che in Texas vede squadre formate da 30 atleti fare alzate olimpiche alla perfezione , possibile che 5-6 atleti della nostra nazionale invece si allenino così???

            Su Lemaitre.....9.99 è un tempo eccezionale.Non ancora formato muscolarmente,molte sbandate ,sui 200 pessima curva,ma progressione eccellente.
            Però già agli europei non ha reso quanto ci si aspettava...la doppietta è stata storica ,ma un grosso merito va alla pochezza degli avversari.
            Ora da un 20enne,molto acerbo, che corre su questi tempi è lecito aspettarsi un grosso salto di qualità.Vedremo se questo salto di qualità avverrà.Credo sia molto più semplice per un coach portare un 20enne a correre forte rispett al fargli fare il salto di qualità.
            Sono contento che sia venuto fuori Lemaitre ....abbiamo un bianco che ha dimostrato di avere le potenzialità per correre forte...come tempi direi subito dopo i 3...ora è un test anche per un scuola di allenamento,che se fallisce su Lemaitre dovrebbe finalmente cedere il passo.
            sigpic

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              #7
              il discorso della massa muscolare secondo me è giusto fino ad un certo punto.

              un decennio fa si vedevano sprinter sobbarcati di masse allucinanti...christie, green, boldon, burrell, per fare esempi...si pensava che la massa (sia upper che lower) fosse la chiave per il successo, e lo stesso tilli in fine carriera si adeguò a tali precetti.
              ma come ha sottolineato lui stesso...non era tutto oro.

              guardate i prototipi di corridore moderno: bolt, powell, gay...fino a lemaitre: muscolati sì, ovvio, ma il focus si è nettamente spostato verso valori più tecnici e meno fisici: la velocità d'appoggio, la compattezza di corsa, la postura, l'azione della gamba di richiamo....onestamente: green faceva schifo a correre, non si poteva guardare, powell è poesia in movimento, bolt praticamente non tocca terra.
              in ciò la semifinale di digregorio è stata esemplare, il ragazzo ha corso veramente bene, s'è attaccato a obikwelu e ha tenuto di stile più che di forza.

              un discorso a parte andrebbe fatto per lemaitre...molto, troppo acerbo, veramente orribile...ma veloce....innatamente veloce.
              ciò può far sperare alcuni (io sinceramente me ne sbatto...) che il ragazzo, se meglio impostato possa veramente competere su livelli mondiali.

              per tornare a bomba...vorrei vedere i nostri atleti e chi li guida spostare molto più il focus sullo stile, sulla qualità tecnica del movimento.
              quando correvo io parlare di stile di corsa era una barzelletta o poco meno...se andavi forte chissenefrega di COME corri?
              I knew all the rules but the rules did not know me
              My log: evolve or die
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