“Crom è forte. Se muoio andrò al suo cospetto. Mi chiederà "Qual’è il segreto dell’acciaio?" e se non lo so, mi scaccerà dal Valhalla e riderà di me”.
Bene cari lettori, un mio amico ha hackerato www.valhalla.com/~crom/ e ha downloadato il file SecretOfTheSteel.pdf, perciò potrete conoscere questo famigerato segreto senza che dobbiate schiattare per partecipare al quiz alle porte del Paradiso dei Guerrieri.
C’è però un problema: non vi piacerà. Non vi piacerà perché è semplicissimo nella formulazione, estremamente crudele nell’applicazione. Non vi piacerà perché non è foriero di novità della serie “ah ecco!” con il coniglio che esce dal cappello per dirvi come migliorare la panca scaccolandovi i punti di pressione dentro il naso. Non vi piacerà perché “sono sempre le solite cose”, ma stavolta queste “solite cose” saranno definite come le uniche funzionanti.
La memoria muscolare non esiste
Vi ho fatto male, nevvero? Eh sì, ragazzi, la memoria muscolare è una grande cazzata. Nei muscoli non esiste NIENTE che abbia capacità di memorizzare nemmeno un bittino scacio scacio. “Si ma un mio amico che era 20 anni che non faceva panca ci ha messo 3 settimane a superarmi”. Vero: ma non sono i muscoli suoi differenti, è la sua testa.
Cosa hanno in comune queste situazioni:
Un problema è che le conoscenze sono troppo polarizzate, specifiche, dedicate. Nessun allenatore studia il recupero post-ictus, nessun neurologo studia perché il culo sale troppo velocemente in uno stacco. Il link fra le conoscenze rende, devo dire, tutto molto chiaro e a me ha veramente impressionato.
Vi ricordate la scena di 2010 l’Anno del contatto quando HAL 9000 chiede se sognerà quando la Discovery sarà disintegrata? HAL 9000 era un computer a memorie olografiche, il controllore di tutte le funzionalità della nave, ricevendo gli input sensoriali e generando ordini esecutivi.
Il nostro corpo ha un controllore, noto a tutti ma di cui tutti ignoriamo veramente l’incredibile potenza: il Sistema Nervoso Centeale o SNC. La nostra cultura di base associa al cervello una incredibile capacità di apprendimento e di memorizzazione ma una assoluta staticità morfologica. Se ci pensiamo un pochinino, questa posizione è del tutto ingiustificata: il cervello è plastico, riesce ad alterare la sua struttura per adattarsi all’ambiente.
Per inciso, le memorie olografiche esistono e saranno forse anche commercializzate per la loro devastante capacità di memorizzazione. Per inciso, la memoria del cervello umano è incredibilmente più elevata della più elevata memoria olografica.
Cercherò, con molta umiltà di fronte all’immensità della materia, di presentare del materiale per la creazione di un modello coerente di “sistema di allenamento” basato sulla neurofisiologia, filtrando le informazioni per ciò che ci riguarda. Mi preme dire che mai come questa volta dovete non fidarvi ma sviluppare per conto vostro una base di conoscenza su queste tematiche.
Integrare…
Ecco l’unità base del Sistema Nervoso: la cellula nervosa, chiamata neurone. Ce ne sono di diversi tipi, ma poiché a noi interessa “solo” la funzione che questo affare svolge, per noi i neuroni saranno di un tipo solo.
Il neurone è composto da una testa e da una coda (non ditelo in giro): la testa è detta nucleo e contiene la parte intelligente, quella che “pensa”, la coda è detta assone ed è quella che trasporta a destinazione il risultato dell’elaborazione del nucleo. L’assone si ramifica in più terminazioni.
Intorno al nucleo sono presenti dei dendriti, ramificazioni che aumentano la superficie del nucleo stesso.
Ok, ma se il nucleo elabora e l’assone invia il risultato alle terminazioni, chi fornisce le informazioni da elaborare e chi riceve le informazioni elaborate? Ma è semplicissimo, banale direi: altri neuroni!
Et voilà: una terminazione di un neurone “tocca” un dendrite del nucleo di un altro neurone: il punto di contatto si chiama sinapsi, pertanto il neurone “prima” della sinapsi, cioè quello che invia, viene detto presinaptico mentre quello “dopo” la sinapsi, cioè quello che riceve, è detto postsinaptico.
Il risultato dell’elaborazione del neurone presinaptico è una “scossetta elettrica” che viaggia sull’assone, detta potenziale d’azione. Arrivata alla sinapsi questa elettricità provoca il rilascio di una serie di sostanze che fluiscono nell’altro neurone provocando l’innesco di una nuova “scossettina” dentro il nucleo.
Le sostanze rilasciate sono dette neurotrasmettitori, una delle quali è l’acetilcolina, ACh indicata nel disegno. Coloro che ancora non dormono e sono particolarmente intelligenti (io no, l’ho letta questa cosa che vi sto per dire) si chiederanno perché l’assone non può ficcarsi direttamente dentro il nucleo del neurone ricevente senza neurotrasmettitori e compagnia bella. Se così fosse, l’impulso che parte dal nucleo sull’assone potrebbe andarsene anche indietro sugli assoni dei neuroni presinaptici e questo non sarebbe bello. Il neurotrasmettitore garantisce il passaggio dell’impulso in un verso solo. L’Architetto vi direbbe “’cca nisciuno è fesso…”
Perciò, questo è ciò che fa un neurone: elabora informazioni di altri neuroni e le invia ad altri ancora. Un singolo neurone può ricevere informazioni da migliaia di neuroni e fornirle ad altre migliaia. Si capisce fin da questa prima descrizione che le potenzialità siano veramente immense!
Ok ok ok, non ce l’ho fatta, passatemela per favore… Il nostro neurone riceve dei segnali da altri neuroni che possono essere assimilati a degli “uno”: presenza del segnale, “uno”, assenza, “zero”. Questa è proprio la definizione di bit, binary digit, numero binario cioè a due stati. Il risultato dell’elaborazione è a sua volta un “uno” o nulla, cioè “zero”, un altro bit.
L’elaborazione consiste in questo: se la somma di tutti gli ingressi è superiore ad una certa soglia, spara l’uno sull’assone, altrimenti non fare nulla.Questo è il senso del demenziale programma scritto a destra che è del tutto inventato ma che in due balletti potrebbe funzionare come modello di neurone. Perciò, un neurone elabora sommando gli impulsi di ingresso: somma, cioè integra, mette insieme.
Un neurone reale è solo un po’ più complicato di questo presentato: la Natura ha scelto per le nostre funzionalità più evolute quali l’Amore, la Coscienza, l’Intelligenza proprio una unità elementare che più elementare non si può. Se il mattoncino di base è molto semplice, mettendo insieme i mattoncini la complessità aumenta di brutto.
In questo caso, un neurone elabora tanti segnali in ingresso per restituire la sua elaborazione a tanti neuroni in uscita. Ok. L’avevamo già visto.
Mettiamo insieme più neuroni che ricevono segnali e inviano segnali e creiamo un bel raggruppamento in cui tanti neuroni sono collegati fra di loro. Questo raggruppamento, chiamato nucleo, di neuroni che concorrono allo stesso scopo riceverà in ingresso i segnali di altri raggruppamenti per inviare in uscita i segnali elaborati ad altri raggruppamenti. L’integrazione avviene a livello più aggregato.
L’insieme di tanti raggruppamenti costituisce una funzione complessa del cervello, il linguaggio, la vista, il controllo di un arto. L’integrazione avviene a livelli di complessità ancora più elevati.
L’insieme di tutte le funzionalità complesse forma l’intero cervello: questo integra le informazioni che gli arrivano dal “mondo”, cioè dall’ambiente in cui è immerso, per generare dei comportamenti. Il Sistema Nervoso è perciò caratterizzato dall’elaborazione delle informazioni in un sistema multilivello a complessità crescente: è la sua immensa potenza.
Bene cari lettori, un mio amico ha hackerato www.valhalla.com/~crom/ e ha downloadato il file SecretOfTheSteel.pdf, perciò potrete conoscere questo famigerato segreto senza che dobbiate schiattare per partecipare al quiz alle porte del Paradiso dei Guerrieri.
C’è però un problema: non vi piacerà. Non vi piacerà perché è semplicissimo nella formulazione, estremamente crudele nell’applicazione. Non vi piacerà perché non è foriero di novità della serie “ah ecco!” con il coniglio che esce dal cappello per dirvi come migliorare la panca scaccolandovi i punti di pressione dentro il naso. Non vi piacerà perché “sono sempre le solite cose”, ma stavolta queste “solite cose” saranno definite come le uniche funzionanti.
La memoria muscolare non esiste
Vi ho fatto male, nevvero? Eh sì, ragazzi, la memoria muscolare è una grande cazzata. Nei muscoli non esiste NIENTE che abbia capacità di memorizzare nemmeno un bittino scacio scacio. “Si ma un mio amico che era 20 anni che non faceva panca ci ha messo 3 settimane a superarmi”. Vero: ma non sono i muscoli suoi differenti, è la sua testa.
Cosa hanno in comune queste situazioni:
- Un tizio che fa squat
- Un tizio che va in bicicletta
- Un ictus al cervello (ictus, colpo in latino, stroke in inglese)
- Un tizio che gioca ad un videogame.
- Gioco alla WII e il mio kart finisce sempre fuori strada alla stessa curva, il giorno dopo guido da Dio.
- Faccio panca per settimane e non mi riesce addurre le scapole, poi di botto… adduco e spingo.
- E dieci anni che non tocco un peso, mi infilo sotto il bilanciere e a furia di singole arrivo al 70% del mio massimale di sempre. Il giorno dopo striscio come un invertebrato per arrivare al lavoro, ma questo è un altro discorso.
- Per 20 anni mi sono allenato in un certo modo, trovo un altro metodo e miglioro di colpo ben oltre le mie più rosee aspettative.
- Ho 50 anni e mai ho toccato un peso, a dispetto delle previsioni negative degli “amici” il miglioramento di forza è pazzesco.
Un problema è che le conoscenze sono troppo polarizzate, specifiche, dedicate. Nessun allenatore studia il recupero post-ictus, nessun neurologo studia perché il culo sale troppo velocemente in uno stacco. Il link fra le conoscenze rende, devo dire, tutto molto chiaro e a me ha veramente impressionato.
Vi ricordate la scena di 2010 l’Anno del contatto quando HAL 9000 chiede se sognerà quando la Discovery sarà disintegrata? HAL 9000 era un computer a memorie olografiche, il controllore di tutte le funzionalità della nave, ricevendo gli input sensoriali e generando ordini esecutivi.
Il nostro corpo ha un controllore, noto a tutti ma di cui tutti ignoriamo veramente l’incredibile potenza: il Sistema Nervoso Centeale o SNC. La nostra cultura di base associa al cervello una incredibile capacità di apprendimento e di memorizzazione ma una assoluta staticità morfologica. Se ci pensiamo un pochinino, questa posizione è del tutto ingiustificata: il cervello è plastico, riesce ad alterare la sua struttura per adattarsi all’ambiente.
Per inciso, le memorie olografiche esistono e saranno forse anche commercializzate per la loro devastante capacità di memorizzazione. Per inciso, la memoria del cervello umano è incredibilmente più elevata della più elevata memoria olografica.
Cercherò, con molta umiltà di fronte all’immensità della materia, di presentare del materiale per la creazione di un modello coerente di “sistema di allenamento” basato sulla neurofisiologia, filtrando le informazioni per ciò che ci riguarda. Mi preme dire che mai come questa volta dovete non fidarvi ma sviluppare per conto vostro una base di conoscenza su queste tematiche.
Integrare…
Ecco l’unità base del Sistema Nervoso: la cellula nervosa, chiamata neurone. Ce ne sono di diversi tipi, ma poiché a noi interessa “solo” la funzione che questo affare svolge, per noi i neuroni saranno di un tipo solo.
Il neurone è composto da una testa e da una coda (non ditelo in giro): la testa è detta nucleo e contiene la parte intelligente, quella che “pensa”, la coda è detta assone ed è quella che trasporta a destinazione il risultato dell’elaborazione del nucleo. L’assone si ramifica in più terminazioni.
Intorno al nucleo sono presenti dei dendriti, ramificazioni che aumentano la superficie del nucleo stesso.
Ok, ma se il nucleo elabora e l’assone invia il risultato alle terminazioni, chi fornisce le informazioni da elaborare e chi riceve le informazioni elaborate? Ma è semplicissimo, banale direi: altri neuroni!
Et voilà: una terminazione di un neurone “tocca” un dendrite del nucleo di un altro neurone: il punto di contatto si chiama sinapsi, pertanto il neurone “prima” della sinapsi, cioè quello che invia, viene detto presinaptico mentre quello “dopo” la sinapsi, cioè quello che riceve, è detto postsinaptico.
Il risultato dell’elaborazione del neurone presinaptico è una “scossetta elettrica” che viaggia sull’assone, detta potenziale d’azione. Arrivata alla sinapsi questa elettricità provoca il rilascio di una serie di sostanze che fluiscono nell’altro neurone provocando l’innesco di una nuova “scossettina” dentro il nucleo.
Le sostanze rilasciate sono dette neurotrasmettitori, una delle quali è l’acetilcolina, ACh indicata nel disegno. Coloro che ancora non dormono e sono particolarmente intelligenti (io no, l’ho letta questa cosa che vi sto per dire) si chiederanno perché l’assone non può ficcarsi direttamente dentro il nucleo del neurone ricevente senza neurotrasmettitori e compagnia bella. Se così fosse, l’impulso che parte dal nucleo sull’assone potrebbe andarsene anche indietro sugli assoni dei neuroni presinaptici e questo non sarebbe bello. Il neurotrasmettitore garantisce il passaggio dell’impulso in un verso solo. L’Architetto vi direbbe “’cca nisciuno è fesso…”
Perciò, questo è ciò che fa un neurone: elabora informazioni di altri neuroni e le invia ad altri ancora. Un singolo neurone può ricevere informazioni da migliaia di neuroni e fornirle ad altre migliaia. Si capisce fin da questa prima descrizione che le potenzialità siano veramente immense!
Ok ok ok, non ce l’ho fatta, passatemela per favore… Il nostro neurone riceve dei segnali da altri neuroni che possono essere assimilati a degli “uno”: presenza del segnale, “uno”, assenza, “zero”. Questa è proprio la definizione di bit, binary digit, numero binario cioè a due stati. Il risultato dell’elaborazione è a sua volta un “uno” o nulla, cioè “zero”, un altro bit.
L’elaborazione consiste in questo: se la somma di tutti gli ingressi è superiore ad una certa soglia, spara l’uno sull’assone, altrimenti non fare nulla.Questo è il senso del demenziale programma scritto a destra che è del tutto inventato ma che in due balletti potrebbe funzionare come modello di neurone. Perciò, un neurone elabora sommando gli impulsi di ingresso: somma, cioè integra, mette insieme.
Un neurone reale è solo un po’ più complicato di questo presentato: la Natura ha scelto per le nostre funzionalità più evolute quali l’Amore, la Coscienza, l’Intelligenza proprio una unità elementare che più elementare non si può. Se il mattoncino di base è molto semplice, mettendo insieme i mattoncini la complessità aumenta di brutto.
In questo caso, un neurone elabora tanti segnali in ingresso per restituire la sua elaborazione a tanti neuroni in uscita. Ok. L’avevamo già visto.
Mettiamo insieme più neuroni che ricevono segnali e inviano segnali e creiamo un bel raggruppamento in cui tanti neuroni sono collegati fra di loro. Questo raggruppamento, chiamato nucleo, di neuroni che concorrono allo stesso scopo riceverà in ingresso i segnali di altri raggruppamenti per inviare in uscita i segnali elaborati ad altri raggruppamenti. L’integrazione avviene a livello più aggregato.
L’insieme di tanti raggruppamenti costituisce una funzione complessa del cervello, il linguaggio, la vista, il controllo di un arto. L’integrazione avviene a livelli di complessità ancora più elevati.
L’insieme di tutte le funzionalità complesse forma l’intero cervello: questo integra le informazioni che gli arrivano dal “mondo”, cioè dall’ambiente in cui è immerso, per generare dei comportamenti. Il Sistema Nervoso è perciò caratterizzato dall’elaborazione delle informazioni in un sistema multilivello a complessità crescente: è la sua immensa potenza.
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