Obbiettivi del riscaldamento
Questa fase dell'allenamento ha lo scopo di preparare l'intero sistema psicofisico ad affrontare un impegno intenso, sia sotto l'aspetto del massimo rendimento, sia sotto quello della prevenzione di infortuni.
Il riscaldamento incrementa gradualmente l'attività muscolare e, tramite questa, l'attività cardiorespiratoria, quindi:
Aumenta il flusso sanguigno (vasodilatazione, aumento frequenza cardiaca)
Accelera l'assorbimento di Ossigeno nei polmoni e la sua cessione dall'emoglobina
Facilita gli scambi metabolici all'interno del muscolo
Riduce la viscosità del tessuto muscolare ed i suoi attriti interni
Migliora le proprietà elastiche di tendini e cartilagini
Riduce il tempo di latenza tra il segnale nervoso e la contrazione muscolare
Permette di concentrarsi sulle sensazioni corporee, favorendo la transizione psicologica dalla quiete al massimo impegno
Vanno sottolineati i rischi legati alla mancata effettuazione del riscaldamento - ovvero, alle situazioni opposte a quelle suddette.
Il "rischio" più diffuso, evidente in tutti gli atleti che non svolgono questa fase preliminare, è quello di sprecare, di fatto, le prime serie: esse non raggiungono l'intensità che necessiterebbe ad una serie allenante.
Ma ben altri sono i rischi senza virgolette: si va dalle lievi contratture o stiramenti, specie a carico dei muscoli della bassa schiena, delle spalle e del collo, fino a strappi muscolari, lesioni tendinee e legamentose ed infortuni alla colonna vertebrale.
Una causa di questi infortuni, oltre a quelle intrinseche al muscolo, è la mancata preparazione psicologica allo sforzo: passare rapidamente dal riposo all'esercizio, essere ancora concentrati su questioni esterne all'allenamento, non percepire per tempo eventuali punti deboli per stanchezza o traumi precedenti, non ripassare mentalmente né materialmente, con pesi leggeri, il movimento, sono tutte condizioni che non consentono un'esecuzione appropriata.
Il pericolo estremo, specie in soggetti già a rischio per età o costituzione, può essere quello cardiocircolatorio, soprattutto se si incomincia l'allenamento, come in genere avviene, con pesanti esercizi-base in condizioni di compressione del busto (squat, leg press, distensioni su panca), che portano ad un brusco incremento della pressione sanguigna.
Questa fase dell'allenamento ha lo scopo di preparare l'intero sistema psicofisico ad affrontare un impegno intenso, sia sotto l'aspetto del massimo rendimento, sia sotto quello della prevenzione di infortuni.
Il riscaldamento incrementa gradualmente l'attività muscolare e, tramite questa, l'attività cardiorespiratoria, quindi:
Aumenta il flusso sanguigno (vasodilatazione, aumento frequenza cardiaca)
Accelera l'assorbimento di Ossigeno nei polmoni e la sua cessione dall'emoglobina
Facilita gli scambi metabolici all'interno del muscolo
Riduce la viscosità del tessuto muscolare ed i suoi attriti interni
Migliora le proprietà elastiche di tendini e cartilagini
Riduce il tempo di latenza tra il segnale nervoso e la contrazione muscolare
Permette di concentrarsi sulle sensazioni corporee, favorendo la transizione psicologica dalla quiete al massimo impegno
Vanno sottolineati i rischi legati alla mancata effettuazione del riscaldamento - ovvero, alle situazioni opposte a quelle suddette.
Il "rischio" più diffuso, evidente in tutti gli atleti che non svolgono questa fase preliminare, è quello di sprecare, di fatto, le prime serie: esse non raggiungono l'intensità che necessiterebbe ad una serie allenante.
Ma ben altri sono i rischi senza virgolette: si va dalle lievi contratture o stiramenti, specie a carico dei muscoli della bassa schiena, delle spalle e del collo, fino a strappi muscolari, lesioni tendinee e legamentose ed infortuni alla colonna vertebrale.
Una causa di questi infortuni, oltre a quelle intrinseche al muscolo, è la mancata preparazione psicologica allo sforzo: passare rapidamente dal riposo all'esercizio, essere ancora concentrati su questioni esterne all'allenamento, non percepire per tempo eventuali punti deboli per stanchezza o traumi precedenti, non ripassare mentalmente né materialmente, con pesi leggeri, il movimento, sono tutte condizioni che non consentono un'esecuzione appropriata.
Il pericolo estremo, specie in soggetti già a rischio per età o costituzione, può essere quello cardiocircolatorio, soprattutto se si incomincia l'allenamento, come in genere avviene, con pesanti esercizi-base in condizioni di compressione del busto (squat, leg press, distensioni su panca), che portano ad un brusco incremento della pressione sanguigna.
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