La velocità nello squat

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  • IronPaolo
    Bodyweb Senior
    • Dec 2005
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    La velocità nello squat

    Un mio amico mi ha mandato un paio di chicche di biomeccanica fantastiche, perciò mi sono messo giù “a brutto muso” per trovare altro materiale. In questo articolo presenterò una analisi sulla velocità del bilanciere nello squat a mio avviso molto interessante, il che equivale a narcoticamente orchitico.

    Devo dire che sarebbe bello pagare per avere accesso a tutte queste informazioni prelibate e prima o poi con un pianto ed un lamento mi iscriverò a questi database di articoli per avere accesso a tutta la Conoscenza Suprema, invece di mendicarla a destra e a manca.

    Un aspetto ganzissimo è che moltissimi articoli, moltissime ricerche formalizzano sensazioni o intuizioni che tutti bene o male abbiamo avuto: è interessante vedere come in ambito scientifico ciò che per noi è una intuizione sia invece stato sminuzzato nei minimi dettagli. Quanti, ad esempio, si sono accorti che nella risalita dello squat hanno una specie di punto morto appena sopra il parallelo? Per quanti sforzi noi facciamo quel punto morto c’è sempre, ed infatti è il punto debole o sticking point dello squat: se l’alzata fallisce, al 90% è in quel punto.

    C’è chi si è divertito ad osservare, campionare, digitalizzare le esecuzioni dello squat di powerlifters di livello. Il disegno sotto riportato è la rappresentazione del risultato di queste pazzesche seghe mentali:


    Ok, rimbocchiamoci le maniche e iniziamo. Il movimento di squat è stato diviso in due fasi, discendente e ascendente con una suddivisione più fine in subfasi data dalla profondità della discesa o, se volete, dell’angolo fra il femore e la linea verticale che passa per il ginocchio: questo angolo è pari a zero quando siete in piedi e a 90° quando siete in squat parallelo.

    Le subfasi sono rappresentate grazie ai criceti umani in blu e sono indicate nella tabella seguente

    Tanto per la cronaca, l’angolo massimo della discesa per uno squat sotto il parallelo è di circa 110°. Avete mai letto di tutte le flames sul fatto che lo squat sotto il parallelo faccia male oppure no? Ecco, ciò che è criticato (e le motivazioni della critica sono oggetto a loro volta di… critiche) è il full squat, cioè lo squat tipo sollevamenti olimpici.

    La profondità di squat che rende l’alzata valida in una gara di Powerlifting è reputata, invece, sicura dato che è considerata quasi allo stesso livello dello squat parallelo: di fatto è parallela al terreno la parte superiore della coscia. Questo per dire che, molte volte, certi casini nascono semplicemente dal significato che diamo alla terminologia: io dico che lo squat sotto il parallelo è sicuro, altri invece no ma loro con “sotto il parallelo” intendono un’altra cosa.

    Questi casini non avvengono solo su Internet o al bar, ma anche nel mondo scientifico dove accade abbastanza spesso che i metodi o le convenzioni di misurazione siano differenti e ciò che è “completo” per me è “parziale” per altri.

    Problemi di questo tipo accadono ad esempio quando si confrontano studi distanziati di anni. E’ da relativamente poco tempo che vengono effettuate le misurazioni delle posizioni corporee con doppia ripresa in modo da avere modelli tridimensionali, grazie all’abbattimento dei costi tecnologici per le strumentazioni. Negli anni passati le misurazioni venivano effettuate con una sola telecamera, creando dei modelli bidimensionali che si sono dimostrati affetti da un certo margine di errore.

    Torniamo al grafico: in ordinata è riportata la velocità del bilanciere in metri al secondo. Questa è negativa quando il bilanciere si sposta verso il basso, e positiva quando il bilanciere torna verso l’alto.



    Ora considerate solo la curva continua che rappresenta la velocità del bilanciere nel caso di atleti “avanzati”. Per quello che ho letto, stiamo parlando sempre di powerlifters con alzate valide di oltre 200Kg, categorie sempre abbastanza pesanti come piace agli americani:
    • Il bilanciere inizia a muoversi verso il basso: il movimento iniziale è un “cedimento in assetto” da parte dell’atleta che, spostando il bacino indietro e flettendo le ginocchia fa scendere il bilanciere a velocità crescente. In questa prima fase non vi è volontà di invertire il movimento.
    • Prima del passaggio al mezzo squat l’atleta inizia a “frenare in assetto” il bilanciere e la velocità inizia a decrescere in maniera decisa.
    • Dal mezzo squat fino al punto più profondo del movimento la velocità decresce progressivamente fino a che il bilanciere non è fermo nel punto più basso: è finita la fase discendente.
    • Senza soluzione di continuità inizia la fase ascendente con una rapida accelerazione, una spinta che fa sollevare il bilanciere dalla buca, the hole come viene chiamato il punto più basso, fin poco sopra il parallelo, diciamo una decina di centimetri tanto non dobbiamo sostenere esami e possiamo essere approssimativi.
    • In questo momento inizia la fase critica: il bilanciere rallenta, quasi si ferma: è la zona critica o sticking point region, quel punto di difficoltà che sperimentiamo tutti quanti dove il bilanciere raggiunge la sua velocità minima
    • Se quella fase viene superata, allora il bilanciere sale più spedito e la velocità torna nuovamente ad aumentare per poi decrescere nuovamente in chiusura.
    Questo perciò è l’andamento di una alzata di squat: è quasi codificatoche esista una regione critica! L’analisi dei video mostra perciò che la fase discendente e quella ascendente siano asimmetriche in termini di esecuzione: mediamente sul tempo totale dell’alzata, che oscilla fra i 4 e i 5 secondi nel caso di un massimale, il 60% è speso nella fase ascendente e solo il 40% in quella discendente.

    Aggiungo che è nella zona critica che si vedono gli aborti più nefasti, le peripezie più ardite: chi solleva le chiappe e poi la schiena, chi anche stringe le ginocchia. Ok, proviamo a spiegare perché.

    Nella fase discendente il bilanciere scende verso il basso ma si sposta anche in avanti: che lo vogliate o meno, questo accade per motivi meccanici a meno di non sparare le ginocchia in avanti. Questo spostamento si chiama flessione del busto o, più carino in inglese perché ricorda i vecchi flipper, torso tilt ed è sempre presente.



    La discesa è una contrazione eccentrica che causa due fenomeni distinti ma che contribuiscono a potenziare la fase ascendente:
    • Una contrazione eccentrica crea nei muscoli coinvolti uno stretch reflex o riflesso miotatico che “potenzia” la generazione di forza e che persiste nella successiva concentrica (il classico esempio del salto dal basso con o senza contromovimento).
    • Un accumulo di energia elastica nei muscoli proprio a causa delle loro proprietà meccaniche o, come si suol dire, viscoelastiche: entro certi valori di velocità i muscoli sono come delle molle che, tese, tendono a tornare alla posizione iniziale. Entro certi limiti perché poi i muscoli si strappano a differenza delle molle.
    Più il busto è in avanti e più i femorali saranno stirati, perciò più i due effetti saranno presenti. Questo non è un invito a trasformare lo squat in un good morning, ma spiega perché un minimo di flessione in avanti venga fatto: la flessione “attiva” i femorali e i glutei.

    E’ grazie a quanto sopra descritto che all’inversione del movimento si ha il picco di velocità: tutti gli studi mostrano che questo non è presente nello squat con partenza dal basso dove la velocità cresce più lentamente.

    Dopo questa partenza a razzo, inevitabilmente arrivano i problemi. Nei vari studi che ho trovato le spiegazioni dell’esistenza di questa zona critica non sono chiarissime e sicuramente vi è un insieme di fattori che rendono questa zona meccanicamente svantaggiosa, infida come le sabbie mobili.


    Il disegno qua sopra mostra cosa succede nel punto critico: il bacino deve ruotare perché il busto si porti in posizione eretta, se ciò non accadesse le ginocchia sparerebbero indietro le chiappe con il bilanciere sempre alla stessa altezza e questo non sarebbe carino per la schiena.

    La rotazione del bacino avviene grazie all’uso dei glutei, muscoli monoarticolari (si inseriscono sul bacino e sul femore facendo ruotarlo intorno all’anca) e dei femorali, muscoli biarticolari (si inseriscono nel bacino e nella tibia). I femorali contraendosi estendono l’anca ma, contemporaneamente, flettono le ginocchia! La contrazione dei femorali contrasta quella dei quadricipiti che, invece, estendono le ginocchia stesse.

    Questo fenomeno è inevitabile ed è la famosa co-contrazione che tanto protegge i legamenti crociati anteriori in questi movimenti. Nella zona critica l’effetto della flessione del ginocchio a causa dei femorali è massimo: questo è un primo aspetto che rende la zona critica un punto di instabilità dell’alzata.

    Un altro aspetto interessante è che nella fase ascendente i muscoli si contraggono mentre si accorciano, il che li porta a generare sempre meno forza: le misurazioni mostrano come la coppia totale al ginocchio e all’anca si decrementino anche se le leve risultano più vantaggiose, a dimostrazione che sono i muscoli stessi a perdere forza.

    Ok, adesso però dico la mia, senza alcun valore ma tanto se non ha le idee chiare chi studia queste cose…

    Abbiamo detto che il bilanciere si sposta in avanti nella fase discendente, ma questo non crea assolutamente impegno per l’atleta: scendere è una ricerca del corretto assetto per mettere in tensione i muscoli ma di fatto si tratta di far cedere i muscoli correttamente e per buttare il bilanciere in avanti basta dare meno gas ai muscoli.

    In risalita, invece, riportare la schiena eretta ha un enorme costo in termini di forza da generare perché è necessario ruotare il bacino con i glutei e i femorali. Questa rotazione deve avvenire in contemporanea con la rotazione delle ginocchia, usando muscoli antagonisti: quadricipiti e glutei/femorali.

    I glutei certamente non sono antagonisti dei quadricipiti, ma provate questo esperimento in ufficio nel bel mezzo di una riunione: vi alzate e istintivamente scalciate forte un piede indietro a gamba tesa. Contrarrete ovviamente i glutei ma anche i femorali, perché questo è quanto avviene.

    Bene, visualizzate questo: avete fatto un bell’affondo sotto il parallelo e state schizzando verso l’alto grazie al riflesso miotatico e all’energia elastica accumulata oltre che alla contrazione volontaria dei vostri muscoli. Addirittura, le vostre chiappe sono leggermente salite in alto un po’ più in proporzione a quanto ha fatto il bilanciere.

    Ad un certo punto, però, dovrete ruotarla quella ***** di schiena, no? Ahia ahia ahia, la velocità non serve più, ora c’è da continuare ad estendere le ginocchia ma anche da tirare su la schiena: due compiti complessi per il sistema nervoso che deve usare insieme muscoli che normalmente usa separatamente dato che difficilmente voi nelle vostre attività quotidiane vi mettete in piedi da accovacciati. Ecco che perciò iniziate a rallentare. Poi, superato questo scoglio con la schiena più dritta, chiudete l’alzata.

    Ma se vi cagate addosso nella zona critica, inizierete a premere con i quadricipiti perché sono i muscoli che “fanno spingere le gambe”, questo avete memorizzato nel cervello: le chiappe continueranno a salire rendendo il punto difficile ancora più difficile. Questo è il motivo per cui si vedono squat profondi che partono verso l’alto alla grande e poi bang, a terra.

    Il fenomeno è meno evidente in chi fa squat al parallelo: lo stretching nell’eccentrica è minore perciò l’accelerazione in risalita non è così bruciante come nel caso sotto il parallelo, a meno di non usare un carico non massimale. Nello squat parallelo manca l’affondo o, se c’è è sicuramente minore dello squat sotto il parallelo.

    Il punto critico avviene più vicino al parallelo perché il bilanciere inizia a rallentare prima. Chi squatta al parallelo e fallisce l’alzata mostra meno l’effetto di giù-su-giù, ma piuttosto giù-e-basta.

    Nel grafico precedente è riportata anche la curva per un atleta “principiante”: questa viene da rilevazioni di atleti di peso e massimale inferiore agli altri, definiti come less skilled ma stiamo parlando comunque di powerlifters competitivi ben più forti del palestrato medio.

    Notate come il principiante scenda più velocemente e abbia una zona critica a velocità inferiore rispetto all’avanzato, a parità di velocità nella fase di accelerazione: questo significa che ricerca più il “rimbalzo” non riuscendo però a sfruttare la velocità di discesa dato che risale come l’avanzato! Mi sembra di vedere quelli che “scoprono” che scendendo più veloci possono ottenere un rimbalzo più favorevole… ma… un attimo… quello sono io nei miei primi anni di squat!

    La velocità nella zona critica si abbassa molto di più proprio perché c’è meno capacità di sfruttare il sistema nervoso in questa complessa coordinazione neuromuscolare. Il principiante, inoltre, può apprendere dei difetti che lo portano a schienare l’alzata con un bell’1-2 chiappe-schiena.

    Per mostrare le variazioni di velocità nello squat riporto un esempio da manuale: Enrico Bomboletti con il suo massimale di adesso, 310Kg di squat. Un pacco di ferro enorme e una alzata che non è da 10 solo perché 10 si dà alle elementari ed Enrico ha più di 10 anni.

    YouTube - EnricoPL squat 310kg

    Ecco i fotogrammi relativi agli angoli caratteristici delle varie fasi, l’ordine è dall’alto, da sinistra verso destra, poi si passa alla striscia sottostante da destra verso sinistra in modo da avere gli stessi angoli in salita ed in discesa allineati verticalmente.


    Nel video si nota come Enrico scenda aumentando gradualmente la velocità, poi un affondo deciso e la risalita rapida. L’incertezza apprezzabile in risalita è proprio lo sticking point: Enrico mantiene la postura della schiena come se fosse di cemento armato, il bilanciere rallenta un po’ e poi riparte a razzo. Il tutto con il massimo peso che lui abbia mai alzato…

    La tabella sopra riportata quantifica i dati della sua prova. Il tempo dell’alzata è ripartito in un 46% di discendente e un 54% di ascendente.

    Il messaggio finale: lo squat è un movimento complesso, più complesso di quanto si pensi. Per questo è così allenante: insegna ad usare contemporaneamente tutti i muscoli in un compito complicato dato che avete sulle spalle dei Kg di ferro. L’apprendimento delle abilità coordinative per generare correttamente la forza necessaria ha un effetto positivo nei gesti di moltissimi sport: in tutti gli sport dove è richiesto saltare dal basso verso l’alto ha senso inserire lo squat.

    Questo è il motivo per cui nelle varie preparazioni atletiche viene posta molta enfasi alla tecnica: la giusta tecnica è quella che insegna ad usare i muscoli correttamente per il movimento, in modo che poi il transfer verso il gesto sportivo avvenga in maniera produttiva.

    Gli allenatori che si fissano solo sul carico a tutti i costi sporcando la tecnica creano invece proprio la situazione opposta: inutile tirare un caricone schienato, di sicuro non aiuterà nei salti in elevazione perché all’atleta è richiesto di andare su con le spalle e non con le chiappe, ma per far salire le spalle devono ruotare le anche mentre le ginocchia si estendono!

    In palestra la situazione è ancora peggiore perché lo squat è un mezzo per ottenere qualcosa: massa muscolare o semplicemente Kg sul bilanciere.
    L’attenzione a tutte queste finezze è molto scarsa. Questo ha un impatto negativo sulla salute delle zone interessate ma, essenzialmente, sulle prestazioni conseguibili: oltre un certo livello i Kg non saliranno più. Il problema è che il livello infimo delle palestre fa si che uno di 90Kg bello grosso si accontenti di 130Kg luridissimi sentendosi il Tom Platz denoartri.

    Non occorre che vi facciate tante seghe mentali con tutte queste cagate biomeccaniche, però concentratevi sulla tecnica: per capire che una alzata sia orrida non occorre aver dato Meccanica Razionale ma basta fare dei confronti fra video, poi se non sapete come migliorare potete chiedere!
  • Frank77
    Bodyweb Advanced
    • Jun 2005
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    • Firenze, la culla del Rinascimento
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    #2
    mi segno...grande Paolo
    Amo le fiorentine!
    ..quelle vere..

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    • luigi_ego
      PanzaLifter-SeccoBuilder
      • Feb 2007
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      #3
      le cose più belle della vita, o sono illegali, o sono immorali..o fanno ingrassare! "George Bernard Shaw"

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      • Iach...
        Bodyweb Advanced
        • Jan 2009
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        • Body Shape
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        #4
        Gran bel 3d,mi segno...
        Sq 210 Bp 155 Dl 200

        Originariamente Scritto da WhiteTyson
        è la giornata ideale per dare tutto ed aumentare i carichi, cuffie nelle orecchie, esci dal mondo...solo tu, la tua rabbia ed il ferro...

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        • Gonzo-Biker
          Bodyweb Advanced
          • Jun 2009
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          • Cucamonga
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          #5
          Ohibò, i miei complimenti Iron Paolo, per quel che servono ovviamente...

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          • NakMuay84
            Bodyweb Advanced
            • Aug 2008
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            #6
            un'immagine motivante

            "In chess, nobody is an expert, but everybody plays. In boxing everybody is an expert, but nobody fights." - Vitali Klitschko

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            • Manx
              Pornotrainer SdS ("Mezzo-morto") - Arrivederci Bud. R.I.P
              • Feb 2005
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              • Un tempo e per tanto tempo in Germania...
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              #7
              guardate le date pero' è di Aprile.

              SdS - "Mezzo-morto" - rulez :he: :woo:
              Anarco-Training
              M&ScC-Group: "Magna & Spigni con Criterio"
              No mental :seg: Crew
              Bud Spencer 31.10.1929 - 27.6.2016 R.I.P
              I.O.M Jesi & Vallesina

              Le domande dell'aspirante bidibolder
              Originariamente Scritto da TONY_98
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              Fai da te - Il tagliando
              Originariamente Scritto da erstef
              Che ne dite come alimentazione per la manutenzione muscolare?
              Disagio alimentare & logistica bidibolder
              Originariamente Scritto da Gianludlc17
              se vi dovete spostate in giornata, come fate a scaldarvi i pasti o nel caso in cui abbiate carne a cucinarla ?
              Estetica rulez
              Originariamente Scritto da 22darklord23
              la mia intenzione era di rendere tonico l'addome con la palestra e, se ci riesco, coprire le smagliature con dei tatuaggi... visto che mi sono stancato del sentirmi dire dalle ragazze, ogni votla che mi vedono nudo, '' Sei una persona fantastica ma...''. Grazie

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