leggendo i molti posts di voi amici e cogliendo spunti sparsi, mi domando se può esistere una correlazione tra l'esecuzione di un determinato esercizio e la risposta ipertrofica del muscolo a quel dato esercizio.
Perchè se così fosse allora potremmo ricercare l'esistenza di un esercizio in grado di stimolare maggiormente l'ipertrofia rispetto ad altri.
a tal proposito ho cercato di individuare alcuni aspetti della questione.
se prendo un metro da sarta e misuro un determinato muscolo a riposo, quindi eseguo l'esercizio e al termine rimisuro la dimensione avrò due valori la cui differenza mi indica la "risposta ipertrofica immediata all'esercizio".
se proseguissi con gli esercizi e nelle misurazioni constaterei che il valore probabilmente non varia più, vale a dire non si verifica un aumento costante, ma una stabilizzazione della misura sino al termine del wo.
se prelevassi due o tre esercizi e a distanza di ore li eseguissi con la stessa metodologia di lavoro, noterei probabilmente che la risposta ipertrofica potrebbe variare a seconda della costante carico utilizzato.
Il carico quindi determina la maggior risposta ipertrofica immediata.
Ma quando il carico non è sufficientemente elevato allora la risposta ipertrofica immmediata è minore.
vi è però un caso in cui la risposta ipertrofica è simile anzi, per alcuni versi potenziata a quella del carico utilizzato, ed è l'introduzione di tecniche con
1) carico medio e poco recupero
2) carico da elevato a medio e poi basso con recuperi tagliati
in queste occasioni e altre analoghe allora la risposta ipertrofica immediata è uguale o superiore alla metodica carico elevato
per troppi, molti anni, ci si è allenati e lo si continua tutt'ora, con allenamenti Heavy in termini di carico usato, tanto da rendere i bber di italica stirpe (noi) forti in alcuni movimenti, poco definiti, prevalentemente massosi, ma poco dettagliati.
perchè?
è probabile che la risposta ipertrofica massimale ottenuta da allenamenti di questo genere protratti nel tempo, provochi nell'organismo un adattamento in termini di massa ma non in termini di qualità.
probabile anche una certa risposta ormonale a questa tipologia di allenamento, ma di questo non mi pronuncio data la scarsità di elementi in possesso.
ravviso una certa povertà di utilizzo di tecniche speciali ed una elevata concentrazione in ripetizioni di esercizi standard con moto perpetuo per anni, con volumi e intensità sempre simili. Questo crea delle regressioni.
la risposta ipertrofica si stabilizza.
Ma nell'atleta natural un'alimentazione controllata e mai superiore alle reali esigenze crea degli impulsi alla evidenza del muscolo.
Per riprendere il discorso iniziale quindi mi domando se si è fatto caso al fatto che un determinato esercizio generalmente condotto in isolamento e con recuperi tagliati conduce più rapidamente all'affaticamento, parallelamente ad una congestione massimale e ad una visualizzazione immediata dell'aumento del volume del muscolo, mentre un esercizio più globale con carico elevato conduce ad una risposta ipertrofica meno evidente nelle prime serie, ma notevole dopo l'ultima serie.
Mi viene da chiedere se qualcuno ha nei rispettivi esercizi controllato anche la capillarizzazione annessa, ebbene noterà che con esercizi del primo tipo questa risulta eccezionalmente sollecitata durante e al termine dell'esercizio, meno con gli esercizi del secondo tipo. In entrambi potenziata quando al termine degli esercizi questa viene "richiamata" con esercizi di posing.
Concludendo, ancora per sottolineare la bontà dei tre metodi:
carichi elevati
carichi medi-bassi sino all'esaurimento
posing finale
per ottenere la massima risposta ipertrofica quindi tabelle singole e tabelle composte ciascuna in programmazione ciclica.
Perchè se così fosse allora potremmo ricercare l'esistenza di un esercizio in grado di stimolare maggiormente l'ipertrofia rispetto ad altri.
a tal proposito ho cercato di individuare alcuni aspetti della questione.
se prendo un metro da sarta e misuro un determinato muscolo a riposo, quindi eseguo l'esercizio e al termine rimisuro la dimensione avrò due valori la cui differenza mi indica la "risposta ipertrofica immediata all'esercizio".
se proseguissi con gli esercizi e nelle misurazioni constaterei che il valore probabilmente non varia più, vale a dire non si verifica un aumento costante, ma una stabilizzazione della misura sino al termine del wo.
se prelevassi due o tre esercizi e a distanza di ore li eseguissi con la stessa metodologia di lavoro, noterei probabilmente che la risposta ipertrofica potrebbe variare a seconda della costante carico utilizzato.
Il carico quindi determina la maggior risposta ipertrofica immediata.
Ma quando il carico non è sufficientemente elevato allora la risposta ipertrofica immmediata è minore.
vi è però un caso in cui la risposta ipertrofica è simile anzi, per alcuni versi potenziata a quella del carico utilizzato, ed è l'introduzione di tecniche con
1) carico medio e poco recupero
2) carico da elevato a medio e poi basso con recuperi tagliati
in queste occasioni e altre analoghe allora la risposta ipertrofica immediata è uguale o superiore alla metodica carico elevato
per troppi, molti anni, ci si è allenati e lo si continua tutt'ora, con allenamenti Heavy in termini di carico usato, tanto da rendere i bber di italica stirpe (noi) forti in alcuni movimenti, poco definiti, prevalentemente massosi, ma poco dettagliati.
perchè?
è probabile che la risposta ipertrofica massimale ottenuta da allenamenti di questo genere protratti nel tempo, provochi nell'organismo un adattamento in termini di massa ma non in termini di qualità.
probabile anche una certa risposta ormonale a questa tipologia di allenamento, ma di questo non mi pronuncio data la scarsità di elementi in possesso.
ravviso una certa povertà di utilizzo di tecniche speciali ed una elevata concentrazione in ripetizioni di esercizi standard con moto perpetuo per anni, con volumi e intensità sempre simili. Questo crea delle regressioni.
la risposta ipertrofica si stabilizza.
Ma nell'atleta natural un'alimentazione controllata e mai superiore alle reali esigenze crea degli impulsi alla evidenza del muscolo.
Per riprendere il discorso iniziale quindi mi domando se si è fatto caso al fatto che un determinato esercizio generalmente condotto in isolamento e con recuperi tagliati conduce più rapidamente all'affaticamento, parallelamente ad una congestione massimale e ad una visualizzazione immediata dell'aumento del volume del muscolo, mentre un esercizio più globale con carico elevato conduce ad una risposta ipertrofica meno evidente nelle prime serie, ma notevole dopo l'ultima serie.
Mi viene da chiedere se qualcuno ha nei rispettivi esercizi controllato anche la capillarizzazione annessa, ebbene noterà che con esercizi del primo tipo questa risulta eccezionalmente sollecitata durante e al termine dell'esercizio, meno con gli esercizi del secondo tipo. In entrambi potenziata quando al termine degli esercizi questa viene "richiamata" con esercizi di posing.
Concludendo, ancora per sottolineare la bontà dei tre metodi:
carichi elevati
carichi medi-bassi sino all'esaurimento
posing finale
per ottenere la massima risposta ipertrofica quindi tabelle singole e tabelle composte ciascuna in programmazione ciclica.
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