Tutti sanno che gli ormoni giocano un ruolo primario nella ricerca della Pietra Filosofale della Grossezza, quella che trasforma il lardo di Colonnata in fibre di tipo Iib altamente ipertrofiche. Tutti recitano che “il testosterone aumenta l’anabolismo”, “il cortisolo accelera il catabolismo”, “questo esercizio incrementa il GH”.
Tutte queste affermazioni sono vere, assolutamente vere. Il punto è: come agiscono gli ormoni? Dirò di più: cosa è un “ormone”?
“un ormone è quella cosa che…” non vale come risposta, è talmente fantozziana che Fantozzi negherebbe di averla detta. Spiace dirlo, ma come in Italia abbiamo milioni di CT della nazionale, le palestre sono piene di endocrinologi “de noartri” che parlano di stimolatori del testosterone e di risposte anaboliche.
In questo articolo vorrei affrontare le basi elementari del sistema endocrino, almeno quello che a me è servito per capire ciò che viene scritto nella rubrica “farmacologia del bodybuilding” di Jerry Brainum su ON. Inutile allenarsi di mattina o di sera per beccare il picco pulsatile del GH se manco si sa cosa cacchio sia il GH…
Messaggeri
Abbiamo descritto negli articoli passati come i neuroni si scambiano informazioni tramite i potenziali d’azione, impulsi elettrochimici che scorrono sugli assoni. Il potenziale passa da un neurone all’altro tramite le sinapsi, che rappresentano un punto di trasduzione del segnale: il potenziale d’azione attiva sulla sinapsi il rilascio dei neurotrasmettitori quali l’acetilcolina. Il segnale di tipo elettrico si trasforma in uno di tipo chimico che “entra” nel neurone successivo propagando l’informazione.
Il disegno sopra riportato descrive una versione più generale di quanto espresso nel paragrafo precedente: la trasmissione elettrica è un modo di inviare informazioni alle cellule. Il potenziale d’azione provoca il rilascio di sostanze sulla sinapsi, queste sostanze diffondono in un’area estremamente limitata verso le cellule di destinazione che hanno, sulla superficie della membrana cellulare, dei siti di legame in grado di recepire le sostanze inviate.
I siti di legame sono delle complicatissime serrature molecolari e le sostanze che vi penetrano solo le relative chiavi. Ogni serratura può essere aperta da una sola ben precisa chiave.
Questo è pertanto un modo di trasmettere le informazioni, non unico nel corpo umano e ne vedremo altri, ma è importante sottolineare che tutti questi modi sono mediati da sostanze chimiche che si comportano come messaggeri di informazioni per far compiere alle cellule ben precise operazioni.
Le sostanzhe che permettono queste azioni sono dette ormoni, perciò un ormone, parola che deriva dal greco eccitare, è un messaggero che trasporta ordini specifici alle cellule.
Un ormone è costituito da materiale proteico, mettetevi in testa che un ormone è una particolare proteina. Possiamo disquisire sul fatto che esistono ormoni che sono peptidi, altri che sono enzimi, o che esistono enzimi peptidici, però sapere che un ormone è una speciale proteina che trasporta un ordine specifico per cellule specifiche è un enorme passo in avanti rispetto a “quella cosa che…”
Sostituiamo il neurone con una cellula che produce ormoni e abbiamo un nuovo modo di trasmettere informazioni: gli ormoni diffondono dalla cellula di partenza verso le cellule specifiche di destinazione. La specificità è data dalla presenza o assenza dei siti di legame per gli ormoni prodotti, pertanto il messaggio/chiave aprirà solo i lucchetti su alcune cellule e non su altre.
Questo meccanismo di trasmissione dati si chiama paracrino (para=vicino, crino=che riversa – paracrino=che riversa nelle vicinanze le sostanze prodotte o, se volete usare un termine più figo, secrete). Se gli ormoni prodotti influenzano anche le cellule stesse che li hanno prodotti parliamo di meccanismo autocrino.
Se allontaniamo le cellule di origine e destinazione e facciamo trasportare gli ormoni dal sangue abbiamo ottenuto una trasmissione delle informazioni di tipo endocrino (endo=all’interno, crino=che riversa – endocrino=che riversa all’interno le sostanze secrete) e che costituisce un modo estremamente comune quanto fondamentale e potente di trasmissione di ordini alle cellule: in questo modo è possibile comandare azioni a distanze notevoli e in maniera diffusa.
Chiaramente le cose non sono mai a compartimenti stagni nel corpo umano e ci sono casi in cui i neuroni producono loro stessi degli ormoni che diffondono nel sangue, un modo di trasmettere informazioni detto neurocrino, come vedremo nell’ipofisi.
Per aumentare la complessità, neurotrasmettitori che trasportano segnali su distanze limitate quali lo spazio intersinaptico hanno anche funzioni ormonali propriamente dette, venendo usati su distanze molto più elevate: è il caso dell’epinefrina o noradrenalina che è un neurotrasmettitore ma anche un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali.
Gli ormoni endocrini si suddividono un due grandi categorie: gli ormoni idrofili e quelli lipofili
Molti ormoni non hanno la capacità di penetrare direttamente nella cellula, perciò il messaggero chimico esterno attiva un secondo messaggio interno, veicolato dalla cascata di reazioni. L’ormone non è il responsabile diretto della creazione delle nuove proteine, ma fa da innesco, come se azionasse un interruttore. La complessità e la specificità del risultato finale dipende dal meccanismo interno alla cellula e non dalla complessità del messaggero esterno. Il meccanismo a doppio passaggio permette di avere un tipo di trasporto generico a fronte di risposte specifiche.
Illustriamo questo meccanismo per il caso tipico di un un ormone idrofilo che non ha la capacità di penetrare la membrana cellulare, proprio perché questa è formata essenzialmente da grassi.
L’ormone si lega al sito recettore, “aprendo la serratura” ed innescando una serie di complesse reazioni di membrana in cascata. Ad un certo punto le reazioni proseguono, sempre in cascata, all’interno della cellula, nel citoplasma cioè nella parte più “liquida” della cellula. Queste reazioni porteranno alla alterazione di una proteina preesistente, con la creazione della proteina specifica veicolata dall’ormone.
Non è la sede né ho la competenza per descrivere anche le più comuni reazioni chimiche coinvolte, però è importante focalizzarsi su questo aspetto: il perché di questa moltitudine di reazioni in cascata.
Il motivo è dato dall’amplificazione che si può ottenere, superiore all’utilizzo di un numero inferiore di reazioni. Supponiamo che una singola molecola di ormone inneschi una reazione di membrana che produca dieci molecole di una seconda sostanza intermedia che attiverà a sua volta una seconda reazione. La seconda reazione produrrà per ogni molecola della seconda sostanza dieci molecole di una terza sostanza, e così via: con due reazioni da una molecola in ingresso ho ottenuto 10*10=100 molecole in uscita. Questo si ripete per tutti gli stadi, perciò alla fine otterrò un quantitativo di proteine finali enorme, amplificato.
Il disegno sopra riportato descrive il funzionamento di un ormone lipofilo che pertanto può penetrare la membrana cellulare fino all’interno del nucleo, dove può legarsi con uno specifico recettore.
Il recettore è in questo caso ha la capacità di legarsi sia con un ormone specifico che con un punto particolare del DNA, l’acido desossiribonucleico che contiene il codice genetico di ogni essere umano, cioè la sequenza di informazioni necessaria alla creazione di ogni cellula del nostro corpo.
Il complesso ormone-recettore-sito sul DNA attiva la porzione stessa del DNA per la creazione di una specifica proteina. Il DNA trascrive il messaggio su una sostanza chiamata RNA messaggero o mRNA che lascia il nucleo per andare nel citoplasma a sintetizzare la nuova proteina.
Ok, so che scritto così sembra una specie di novellina, però è il compromesso necessario per non dover scrivere un libro di biologia almeno al livello di un Liceo.
E’ però importante sottolineare la differenza fra i due casi: un ormone idrofilo agisce dall’esterno innescando una serie di reazioni all’interno della cellula che cambiano una proteina già esistente nella forma finale richiesta, mentre un ormone lipofilo penetra all’interno della cellula e attiva una parte del DNA che sintetizza a sua volta la nuova proteina a partire dai suoi costituenti elementari.
Il sistema endocrino - LAN e piccioni
Gli organi che creano gli ormoni costituiscono il sistema endocrino e sono descritti, almeno quelli principali e più noti, nello schema sopra riportato.
Il sistema endocrino e quello nervoso sono i principali mezzi con cui il corpo umano reagisce e si adatta all’ambiente circostante, sono differenti anche se entrano in contatto fra loro. Rappresentando due modi differenti con cui vengono impartiti ed inviati ordini, è possibile un confronto:
L’adattamento all’ambiente, la sopravvivenza allo stesso si estrinsecano attraverso due processi, l’anabolismo e il catabolismo che insieme costitiscono il metabolismo.
Per il palestrato medio il suono della parola anabolismo provoca uno stato di estasi ipnotica irresistibile, mentre la pronuncia del termine catabolismo fa insorgere nel soggetto tutta una serie di spasmi convulsivi. L’anabolismo è associato al diventare grossi e forti, il catabolismo all’essere secchi come saltellatori aerobici.
In realtà anabolismo e catabolismo contribuiscono, insieme, al mantenimento delle funzioni vitali del corpo umano.
Il disegno sopra riportato vuole dare una percezione dei due fenomeni: sinteticamente l’anabolismo è la creazione di sostanze complesse a partire da elementi più semplici, tramite l’assorbimento di energia mentre il catabolismo è la scissione di sostanze complesse in altre più semplici, con conseguente generazione di energia.
I due sistemi sono complementari e collegati proprio perché l’energia derivata dalle reazioni cataboliche può essere usata in reazioni anaboliche!
Ho riportato anche i nomi delle principali processi anabolici e catabolici: per processo si intende un insieme coordinato di reazioni chimiche per la realizzazione di un compito complesso e non voglio che pensiate che il tutto si esaurisca in queste otto paroline. Le reazioni metaboliche umane sono decine di migliaia, connesse, collegate, retroazionate fra loro, questo per avere un’idea della complessità.
Anche l’analisi sommaria di questi principali processi mostra come siano intrecciati:
La sintesi proteica è l’insieme delle razioni che porta alla creazione di nuove sostanze. E’ quella che ci piace di più, il nostro processo anabolico per eccellenza. Per sintetizzare nuove proteine, però, è necessario catabolizzarne altre: l’allenamento come vedremo porta al danneggiamento dei tessuti muscolari che verranno sostituiti con nuovo tessuto più forte e “grosso” del precedente. Anabolismo a seguito del catabolismo.
Il catabolismo proteico si rende necessario tutte le volte che le cellule raggiungono la fine della loro vita o iniziano a deviare dal loro normale funzionamento, pertanto risulta fondamentale per la sopravvivenza umana.
La glicogenosintesi porta alla creazione di glicogeno a partire dal glucosio, substrato intermedio stoccato nei muscoli e nel fegato da cui poi sarà possibile estrarre nuovamente glucosio tramite glicogenolisi: un processo anabolico per immagazzinare carburante che poi verrà rilasciato tramite un processo catabolico.
La gluconeogenesi è invece un processo anabolico che porta alla creazione di glucosio da sostanze che non lo contengono, un modo di sopravvivenza quando il glucosio è scarso in tutte le sue forme, la glicolisi è un processo catabolico che porta alla scissione del glucosio in altri componenti più semplici per creare energia.
Già da questa semplicistica descrizione risulta chiaro che il corpo umano “rompe” sostanze per crearne altre più semplici insieme ad energia, e questi componenti verranno utilizzati da altre reazioni per costruire nuove sostanze in un continuo processo che dura per tutta la vita di ogni essere vivente.
Il sistema endocrino è il principale centro di comando di tutte queste reazioni.
L’incredibile centro di comando
So benissimo che uso l’aggettivo “incredibile” troppo spesso, ma vi invito veramente a leggere e studiare per conto vostro l’incredibile, appunto, complessità del corpo umano e le soluzioni che mette in atto per la sua sopravvivenza.
Il sistema endocrino è affascinante, altro aggettivo di cui abuso, perché è quello che crea gli effetti visibili più spettacolari ed è proprio l’assetto ormonale che determina le nostre caratteristiche fisiche e sessuali evidenti.
Tutto il sistema di ghiandole è orchestrato da un controllore potente quanto microscopico, l’ipofisi o ghiandola pituitaria dal peso inferiore al grammo e protetta al centro del cranio. L’ipofisi è collegata all’ipotalamo, da cui deriva. Senza entrare nel dettaglio, queste zone del cervello sono considerate le più arcaiche e sono comuni a tutte le specie che si differenziano per le ramificazioni della corteccia cerebrale che contiene le funzioni coscienti superiori.
L’ipofisi si trova in quella parte di cervello in cui vi è la misteriosa transizione fra pensiero cosciente, sensazioni, sentimenti e chimica. Questa ghiandolina microscopica è uno dei centri nevralgici dello smistamento di questi segnali, perciò è comprensibile la sua importanza.
Ecco, enormemente ingrandita, la nostra ghiandolina! L’ipofisi è divisibile in due parti: una pituitaria anteriore o adenoipofisi che è proprio una ghiandola come comunemente intesa (nel senso che è composta proprio da tessuto ghiandolare) e una pituitaria posteriore o neuroipofisi che è derivata direttamente dall’ipotalamo a cui è collegata.
Notate come in entrambe le sezioni dell’ipofisi arrivino arterie e ripartano vene: le arterie trasportano gli ormoni provenienti dal resto del corpo e nelle vene vengono immessi gli ormoni prodotti dall’ipofisi stessa. I neuroni provenienti dall’ipotalamo hanno funzione di neurotrasmettitori ormonali nel senso che l’invio dei segnali sugli assoni porta ad un rilascio delle sostanze dalle sinapsi alle arterie ipofisarie.
Il comportamento della pituitaria anteriore è differente da quello della pituitaria posteriore e li analizzeremo separatamente.
Il disegno sopra riportato descrive il funzionamento dell’ipofisi come controllore degli ormoni all’interno del corpo. Il meccanismo è generale e vi prego di studiarlo poiché lo ritroverete in tutti i meccanismi ormonali tanto cari quando si parla di GH e testosterone.
L’ipotalamo, sulla base delle informazioni in suo possesso, comanda la produzione di ormoni alla pituitaria anteriore, grazie a… altri ormoni! Questi sono di due tipi: inibitori cioè che impediscono la secrezione, a rilascio cioè che la favoriscono. I primi hanno sigle che finiscono in IH, inhibiting hormone, i secondo in RH, releasing hormone.
La pituitaria, sulla base di questi ormoni, produce a sua volta altri ormoni che hanno il compito di stimolare la secrezione degli ormoni finali da parte delle ghiandole endocrine di destinazione. I livelli degli ormoni rilasciati dalla pituitaria anteriore e dalle ghiandole endocrine rappresentano le informazioni per l’ipotalamo, insieme ad altre, per procedere ad un ulteriore rilascio o ad una inibizione.
Il meccanismo è complesso come un orologio svizzero ma analogamente preciso: siamo di fronte ad un perfetto sistema a retroazione che si adatta alle situazioni ambientali e recupera velocemente l’equilibrio.
Lo volevate? E allora eccovi il ciclo del testosterone!
Per far salire i livelli di attenzione e non farvi pensare che tutto quello che ho scritto sia inutile, ecco una applicazione che vi piacerà di sicuro: come viene prodotto il testosterone.
Partiamo dai testicoli:
Attenzione: un decremento della produzione di testosterone implica un decremento dell’uso dei testicoli che perciò si atrofizzano, diventando più piccoli. Questo è un comportamento tipico di tutte le ghiandole endocrine che sono soggette ad atrofia se non devono produrre gli ormoni per cui sono state create.
Un altro aspetto da puntualizzare è che una carenza nella produzione di un dato ormone è imputabile a due aspetti:
La produzione di altri ormoni
Elencherò brevemente il meccanismo di produzione dei principali ormoni di cui normalmente leggiamo nelle riviste di bodybuilding, in quelle rubriche di magia nera farmacologica.
La pituitaria anteriore sintetizza:
La pituitaria posteriore è un esempio di trasporto neurocrinoin cui gli assoni dei neuroni “iniettano” del sangue dei capillari direttamente gli ormoni che verranno trasportati dal sangue. Questi sono due: l’ossitocina e l’ormone antidiuretico. Non partecipando alla Creazione della Grossezza questi ormoni non sono interessanti e per il culturista medio potrebbero benissimo non esistere ah ah ah
Come variano gli ormoni con l’allenamento?
Negli anni sono stati prodotti centinaia di studi per correlare l’allenamento con i pesi alle variazioni ormonali: i dati evidenziano che l’allenamento provoca una decisa impennata degli ormoni.
Con un po’ di presunzione, si sarebbe potuto arrivare a questa conclusione anche senza prova sul campo: essendo l’allenamento uno stimolo che coinvolge i muscoli, che devono reagire diventando più forti e più grossi, devono necessariamente entrare in gioco gli elementi che permettono ai muscoli di adattarsi in questo modo.
Il lettore non deve però estendere certi concetti in maniera arbitraria: “i pesi migliorano l’assetto ormonale” non deve diventare “i pesi sono il miglior modo di migliorare l’assetto ormonale”, un errore che sembra eclatante ma in cui tutti, bene o male, cadiamo sottilmente.
Un piccolo esempio: se è vero che i pesi incrementano i livelli di testosterone, questo effetto è ottenibile ANCHE con altri mezzi, quali gli sprint a piedi o in bicicletta. Come sopra, anche questo è assolutamente ovvio: il corpo umano non distingue fra uno squat, un salto, una corsa in salita o stare seduti isometricamente senza sedia sotto le chiappe.
“Ma quello che va in bici è più piccolo di uno che va in palestra”. Proprio vero? Perché, quelli che vanno in palestra sono tutti enormi? Perciò, attenti quando andare a selezionare studi che riguardano il resistence training senza considerare anche quelli dell’endurance training.
La figura sopra riportata vuole rappresentare la complessità degli studi sui meccanismi ormonali in relazione all’allenamento: l’allenamento provoca un rilascio di ormoni che vengono trasportati fino alle cellule di destinazione con cui interagiscono. Gli effetti cellulari provocano un incremento della capacità di produrre forza in risposta allo stimolo, che si trasforma in un incremento delle prestazioni.
Una causa macroscopica, l’allenamento, genera una cascata di effetti microscopici, la risposta ormonale, che a sua volta si manifesta con un effetto macroscopico, il miglioramento delle prestazioni: osserviamo un miglioramento che attribuiamo dell’allenamento, ma in realtà dipende da cosa succede dentro di noi.
L’analisi “interna” viene in questo caso compiuta misurando la produzione di ormoni: è comprensibile come sia estremamente difficile determinare un causa-effetto fra allenamento, risposta ormonale ed effetto di questa sulle prestazioni. E’ difficile anche trovare una correlazione accettabile!
Definiamo risposta ormonale l’elevazione dei livelli ormonali causata dall’allenamento rispetto ad una condizione di riposo. Tutti gli studi evidenziano questa situazione repentina al termine di un allenamento, durante lo stesso o addirittura durante una singola serie prolungata, che viene comunque recuperata in un tempo ragionevolmente breve di qualche ora.
Questo denota che l’organismo si adatta rapidamente alle diverse condizioni ambientali per tornare alle sue condizioni di normale funzionamento. In questo senso l’allenamento non fa variare i livelli ormonali a riposo, tesi abbastanza affermata in ambito scientifico.
In altre parole, l’allenamento non migliora la produzione ormonale di base e non vi è una modifica di tipo cronico: l’effetto è pertanto solamente acuto. Poco male, in fondo: allenamento, incremento degli ormoni, sintesi proteica. Vogliamo essere grossi, non con gli ormoni elevati!
Le variazioni ormonali sono maggiori, però, nei soggetti allenati: una persona allenata risponde meglio all’allenamento rispetto ad una non allenata.
Analizzeremo tre dei principali ormoni, per gli anabolici il testosterone ed il GH, per i catabolici il cortisolo. Preferisco limitarmi solo a questi perché vorrei far capire le mutue sinergie, piuttosto che le funzionalità specifiche di tutti i principali ormoni.
Testosterone
Lo volevate…eccolo. Il testosterone è un ormone anabolico e androgeno.
E’ anabolico perché promuove la sintesi delle proteine, portando alla costruzione di nuova massa muscolare, ad un maggior recupero dalla fatica, dagli infortuni e tutta una serie miracolosa di effetti collaterali positivi. Probabilmente è così potente che può farvi sentire la Voce di Dio che vi sussurra “ce la puoi fare” durante un massimale di squat.
E’ androgeno perché è responsabile dello sviluppo delle caratteristiche sessuali maschili tipo la comparsa e lo sviluppo della barba, dei peli, della voce profonda, dello sperma, della libido e dell’aggressività.
I livelli di testosterone totale oscillano fra 225ng/dl e 950ng/dl (nanogrammi per decilitro), ma la frazione attiva che provoca gli effetti tanto desiderati è pari all 1-3% del totale, detto testosterone libero, il resto è legato ad una proteina specifica per il trasporto nel plasma chiamata SHBG, sex hormone binding globuline oppure è legato per una piccola frazione all’albumina, una proteina di trasporto generica.
Gli effetti così marcati sono pertanto dovuti ad una frazione estremamente ridotta del totale, questo per far capire la “potenza” di questo ormone. C’è da chiedersi perché tutto questo ben di Dio sia sadicamente reso inattivo.
E’ un modo per variare rapidamente i livelli di testosterone senza doverlo produrre dato che è più semplice far rilasciare all’SHGB parte del testosterone piuttosto che produrne di nuovo. Uno dei tanti meccanismi ingegnosi del corpo umano.
Le donne hanno un quantitativo di testosterone dalle 10 alle 20 volte inferiore, perciò le nostre care MILF che vanno in palestra e che non vogliono fare pesi perché non “voglio diventare come quelle là ma voglio solo tonificare” possono dormire sonni tranquilli ah ah ah
Fra i miracolosi effetti del testosterone, oltre a far diventare grossi per l’aumento della sintesi delle proteine ricordiamo anche l’incremento della sintesi del CP, l’incremento dell’utilizzo del grasso con conseguente dimagrimento, l’aumento del volume del sangue a causa della produzione di più globuli rossi con conseguente miglior ossigenazione dei tessuti, una riduzione del catabolismo muscolare.
Proprio per l’incredibile potenza di questo ormone è da considerarsi veramente come la Pietra Filosofale del Culturismo.
Ormone della crescita
L’altro ormone fondamentale per il bravo culturista è l’ormone della crescita, iniettato dall’esterno in tutte le star hollywoodiane e nuovo elisir dell’eterna giovinezza. Questo ormone ha effetti altamente anabolici in quanto promuove la crescita di quasi tutti i tessuti, oltre ad amplificare molti processi metabolici:
Il cortisolo è l’Ormone del Diavolo, essendo catabolizzante. E’ uno degli ormoni più importanti prodotti dalle ghiandole surrenali poste sopra i reni. Alcuni processi in cui il cortisolo risulta indispensabile:
In realtà il cortisolo interviene per sopperire allo stress, pertanto i suoi livelli crescono sulla base di quanto stress inducete: il cortisolo promuove la fornitura di glucosio che è il principale carburante per il corpo umano e agisce da un vasocostrittore permettendo di mantenere alta la pressione del sangue che può arrivare agli organi “colpiti” dall’allenamento.
E’ importante sottolineare come il cortisolo sia un potentissimo antiinfiammatorio, pertanto la sua nomea di cannibalizzatore di tessuto muscolare risulta essere del tutto immotivata dato che è un ormone indispensabile alla sopravvivenza dell’intero organismo
Tutte queste affermazioni sono vere, assolutamente vere. Il punto è: come agiscono gli ormoni? Dirò di più: cosa è un “ormone”?
“un ormone è quella cosa che…” non vale come risposta, è talmente fantozziana che Fantozzi negherebbe di averla detta. Spiace dirlo, ma come in Italia abbiamo milioni di CT della nazionale, le palestre sono piene di endocrinologi “de noartri” che parlano di stimolatori del testosterone e di risposte anaboliche.
In questo articolo vorrei affrontare le basi elementari del sistema endocrino, almeno quello che a me è servito per capire ciò che viene scritto nella rubrica “farmacologia del bodybuilding” di Jerry Brainum su ON. Inutile allenarsi di mattina o di sera per beccare il picco pulsatile del GH se manco si sa cosa cacchio sia il GH…
Messaggeri
Abbiamo descritto negli articoli passati come i neuroni si scambiano informazioni tramite i potenziali d’azione, impulsi elettrochimici che scorrono sugli assoni. Il potenziale passa da un neurone all’altro tramite le sinapsi, che rappresentano un punto di trasduzione del segnale: il potenziale d’azione attiva sulla sinapsi il rilascio dei neurotrasmettitori quali l’acetilcolina. Il segnale di tipo elettrico si trasforma in uno di tipo chimico che “entra” nel neurone successivo propagando l’informazione.
Il disegno sopra riportato descrive una versione più generale di quanto espresso nel paragrafo precedente: la trasmissione elettrica è un modo di inviare informazioni alle cellule. Il potenziale d’azione provoca il rilascio di sostanze sulla sinapsi, queste sostanze diffondono in un’area estremamente limitata verso le cellule di destinazione che hanno, sulla superficie della membrana cellulare, dei siti di legame in grado di recepire le sostanze inviate.
I siti di legame sono delle complicatissime serrature molecolari e le sostanze che vi penetrano solo le relative chiavi. Ogni serratura può essere aperta da una sola ben precisa chiave.
Questo è pertanto un modo di trasmettere le informazioni, non unico nel corpo umano e ne vedremo altri, ma è importante sottolineare che tutti questi modi sono mediati da sostanze chimiche che si comportano come messaggeri di informazioni per far compiere alle cellule ben precise operazioni.
Le sostanzhe che permettono queste azioni sono dette ormoni, perciò un ormone, parola che deriva dal greco eccitare, è un messaggero che trasporta ordini specifici alle cellule.
Un ormone è costituito da materiale proteico, mettetevi in testa che un ormone è una particolare proteina. Possiamo disquisire sul fatto che esistono ormoni che sono peptidi, altri che sono enzimi, o che esistono enzimi peptidici, però sapere che un ormone è una speciale proteina che trasporta un ordine specifico per cellule specifiche è un enorme passo in avanti rispetto a “quella cosa che…”
Sostituiamo il neurone con una cellula che produce ormoni e abbiamo un nuovo modo di trasmettere informazioni: gli ormoni diffondono dalla cellula di partenza verso le cellule specifiche di destinazione. La specificità è data dalla presenza o assenza dei siti di legame per gli ormoni prodotti, pertanto il messaggio/chiave aprirà solo i lucchetti su alcune cellule e non su altre.
Questo meccanismo di trasmissione dati si chiama paracrino (para=vicino, crino=che riversa – paracrino=che riversa nelle vicinanze le sostanze prodotte o, se volete usare un termine più figo, secrete). Se gli ormoni prodotti influenzano anche le cellule stesse che li hanno prodotti parliamo di meccanismo autocrino.
Se allontaniamo le cellule di origine e destinazione e facciamo trasportare gli ormoni dal sangue abbiamo ottenuto una trasmissione delle informazioni di tipo endocrino (endo=all’interno, crino=che riversa – endocrino=che riversa all’interno le sostanze secrete) e che costituisce un modo estremamente comune quanto fondamentale e potente di trasmissione di ordini alle cellule: in questo modo è possibile comandare azioni a distanze notevoli e in maniera diffusa.
Chiaramente le cose non sono mai a compartimenti stagni nel corpo umano e ci sono casi in cui i neuroni producono loro stessi degli ormoni che diffondono nel sangue, un modo di trasmettere informazioni detto neurocrino, come vedremo nell’ipofisi.
Per aumentare la complessità, neurotrasmettitori che trasportano segnali su distanze limitate quali lo spazio intersinaptico hanno anche funzioni ormonali propriamente dette, venendo usati su distanze molto più elevate: è il caso dell’epinefrina o noradrenalina che è un neurotrasmettitore ma anche un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali.
Gli ormoni endocrini si suddividono un due grandi categorie: gli ormoni idrofili e quelli lipofili
- Ormoni idrofili - sono ormoni solubili in acqua ma non nei grassi, perciò sono trasportati direttamente nel sangue. Sono idrofili l’insulina prodotta dal pancreas e le catecolamine prodotte dalle ghiandole surrenali
- Ormoni lipofili – sono ormoni non solubili in acqua ma nei grassi. Non sono trasportati direttamente da sangue ma vengono legati ad una proteina specifica di trasporto o a una “generica” quale l’albumina. Sono lipofili tutti gli ormoni steroidei e l’ormone tiroideo.
Molti ormoni non hanno la capacità di penetrare direttamente nella cellula, perciò il messaggero chimico esterno attiva un secondo messaggio interno, veicolato dalla cascata di reazioni. L’ormone non è il responsabile diretto della creazione delle nuove proteine, ma fa da innesco, come se azionasse un interruttore. La complessità e la specificità del risultato finale dipende dal meccanismo interno alla cellula e non dalla complessità del messaggero esterno. Il meccanismo a doppio passaggio permette di avere un tipo di trasporto generico a fronte di risposte specifiche.
Illustriamo questo meccanismo per il caso tipico di un un ormone idrofilo che non ha la capacità di penetrare la membrana cellulare, proprio perché questa è formata essenzialmente da grassi.
L’ormone si lega al sito recettore, “aprendo la serratura” ed innescando una serie di complesse reazioni di membrana in cascata. Ad un certo punto le reazioni proseguono, sempre in cascata, all’interno della cellula, nel citoplasma cioè nella parte più “liquida” della cellula. Queste reazioni porteranno alla alterazione di una proteina preesistente, con la creazione della proteina specifica veicolata dall’ormone.
Non è la sede né ho la competenza per descrivere anche le più comuni reazioni chimiche coinvolte, però è importante focalizzarsi su questo aspetto: il perché di questa moltitudine di reazioni in cascata.
Il motivo è dato dall’amplificazione che si può ottenere, superiore all’utilizzo di un numero inferiore di reazioni. Supponiamo che una singola molecola di ormone inneschi una reazione di membrana che produca dieci molecole di una seconda sostanza intermedia che attiverà a sua volta una seconda reazione. La seconda reazione produrrà per ogni molecola della seconda sostanza dieci molecole di una terza sostanza, e così via: con due reazioni da una molecola in ingresso ho ottenuto 10*10=100 molecole in uscita. Questo si ripete per tutti gli stadi, perciò alla fine otterrò un quantitativo di proteine finali enorme, amplificato.
Il disegno sopra riportato descrive il funzionamento di un ormone lipofilo che pertanto può penetrare la membrana cellulare fino all’interno del nucleo, dove può legarsi con uno specifico recettore.
Il recettore è in questo caso ha la capacità di legarsi sia con un ormone specifico che con un punto particolare del DNA, l’acido desossiribonucleico che contiene il codice genetico di ogni essere umano, cioè la sequenza di informazioni necessaria alla creazione di ogni cellula del nostro corpo.
Il complesso ormone-recettore-sito sul DNA attiva la porzione stessa del DNA per la creazione di una specifica proteina. Il DNA trascrive il messaggio su una sostanza chiamata RNA messaggero o mRNA che lascia il nucleo per andare nel citoplasma a sintetizzare la nuova proteina.
Ok, so che scritto così sembra una specie di novellina, però è il compromesso necessario per non dover scrivere un libro di biologia almeno al livello di un Liceo.
E’ però importante sottolineare la differenza fra i due casi: un ormone idrofilo agisce dall’esterno innescando una serie di reazioni all’interno della cellula che cambiano una proteina già esistente nella forma finale richiesta, mentre un ormone lipofilo penetra all’interno della cellula e attiva una parte del DNA che sintetizza a sua volta la nuova proteina a partire dai suoi costituenti elementari.
Il sistema endocrino - LAN e piccioni
Gli organi che creano gli ormoni costituiscono il sistema endocrino e sono descritti, almeno quelli principali e più noti, nello schema sopra riportato.
Il sistema endocrino e quello nervoso sono i principali mezzi con cui il corpo umano reagisce e si adatta all’ambiente circostante, sono differenti anche se entrano in contatto fra loro. Rappresentando due modi differenti con cui vengono impartiti ed inviati ordini, è possibile un confronto:
- Il sistema nervoso è assimilabile ad una specie di LAN cablata: i segnali arrivano a destinazione trasportati da “fili” più o meno lunghi che viaggiano all’interno del corpo. Il segnale è elettrico sull’assone e chimico alla sinapsi, ma la diffusione chimica estremamente limitata. La specificità dell’invio fra mittente e destinatario è data dalla cablatura rigida che impedisce al segnale di raggiungere una destinazione sbagliata.
- Il sistema endocrino è assimilabile ad una rete Wireless, dato che gli ormoni vengono diffusi nel sangue verso la destinazione. Non c’è alcun contatto fra mittente e destinatario e la specificità della ricezione del messaggio è data dalla “forma” dei siti recettori che accettano solamente ormoni di una “forma” a loro volta complementare.
- Il sistema nervoso veicola informazioni a velocità elevata per risposte “veloci”. Il tempo di trasporto dell’informazione e delle risposte è dell’ordine dei millisecondi. Tipico esempio è la contrazione muscolare, ma anche gli stessi “pensieri coscienti”. Questa velocità rafforza l’immagine della LAN.
- Il sistema endocrino veicola informazioni a velocità ben più lenta dato che gli ormoni sono trasportati dal sangue, e la risposta ai messaggi è ancora più lenta: secondi, minuti, anche giorni. In questo senso il sistema endocrino più che una rete wireless a velocità paragonabile a quella di una LAN è assimilabile ad un insieme di piccioni viaggiatori!
- Il sistema nervoso permette una reazione all’ambiente rapida e variabile, mentre quello endocrino una reazione più lenta e duratura: per quello che ci interessa in palestra, il sistema nervoso contrae i muscoli nell’immediato per impedire che i pesi ci schiaccino, il sistema endocrino avvia le operazioni di sintesi delle proteine nel medio e lungo termine per renderli più forti.
L’adattamento all’ambiente, la sopravvivenza allo stesso si estrinsecano attraverso due processi, l’anabolismo e il catabolismo che insieme costitiscono il metabolismo.
Per il palestrato medio il suono della parola anabolismo provoca uno stato di estasi ipnotica irresistibile, mentre la pronuncia del termine catabolismo fa insorgere nel soggetto tutta una serie di spasmi convulsivi. L’anabolismo è associato al diventare grossi e forti, il catabolismo all’essere secchi come saltellatori aerobici.
In realtà anabolismo e catabolismo contribuiscono, insieme, al mantenimento delle funzioni vitali del corpo umano.
Il disegno sopra riportato vuole dare una percezione dei due fenomeni: sinteticamente l’anabolismo è la creazione di sostanze complesse a partire da elementi più semplici, tramite l’assorbimento di energia mentre il catabolismo è la scissione di sostanze complesse in altre più semplici, con conseguente generazione di energia.
I due sistemi sono complementari e collegati proprio perché l’energia derivata dalle reazioni cataboliche può essere usata in reazioni anaboliche!
Ho riportato anche i nomi delle principali processi anabolici e catabolici: per processo si intende un insieme coordinato di reazioni chimiche per la realizzazione di un compito complesso e non voglio che pensiate che il tutto si esaurisca in queste otto paroline. Le reazioni metaboliche umane sono decine di migliaia, connesse, collegate, retroazionate fra loro, questo per avere un’idea della complessità.
Anche l’analisi sommaria di questi principali processi mostra come siano intrecciati:
La sintesi proteica è l’insieme delle razioni che porta alla creazione di nuove sostanze. E’ quella che ci piace di più, il nostro processo anabolico per eccellenza. Per sintetizzare nuove proteine, però, è necessario catabolizzarne altre: l’allenamento come vedremo porta al danneggiamento dei tessuti muscolari che verranno sostituiti con nuovo tessuto più forte e “grosso” del precedente. Anabolismo a seguito del catabolismo.
Il catabolismo proteico si rende necessario tutte le volte che le cellule raggiungono la fine della loro vita o iniziano a deviare dal loro normale funzionamento, pertanto risulta fondamentale per la sopravvivenza umana.
La glicogenosintesi porta alla creazione di glicogeno a partire dal glucosio, substrato intermedio stoccato nei muscoli e nel fegato da cui poi sarà possibile estrarre nuovamente glucosio tramite glicogenolisi: un processo anabolico per immagazzinare carburante che poi verrà rilasciato tramite un processo catabolico.
La gluconeogenesi è invece un processo anabolico che porta alla creazione di glucosio da sostanze che non lo contengono, un modo di sopravvivenza quando il glucosio è scarso in tutte le sue forme, la glicolisi è un processo catabolico che porta alla scissione del glucosio in altri componenti più semplici per creare energia.
Già da questa semplicistica descrizione risulta chiaro che il corpo umano “rompe” sostanze per crearne altre più semplici insieme ad energia, e questi componenti verranno utilizzati da altre reazioni per costruire nuove sostanze in un continuo processo che dura per tutta la vita di ogni essere vivente.
Il sistema endocrino è il principale centro di comando di tutte queste reazioni.
L’incredibile centro di comando
So benissimo che uso l’aggettivo “incredibile” troppo spesso, ma vi invito veramente a leggere e studiare per conto vostro l’incredibile, appunto, complessità del corpo umano e le soluzioni che mette in atto per la sua sopravvivenza.
Il sistema endocrino è affascinante, altro aggettivo di cui abuso, perché è quello che crea gli effetti visibili più spettacolari ed è proprio l’assetto ormonale che determina le nostre caratteristiche fisiche e sessuali evidenti.
Tutto il sistema di ghiandole è orchestrato da un controllore potente quanto microscopico, l’ipofisi o ghiandola pituitaria dal peso inferiore al grammo e protetta al centro del cranio. L’ipofisi è collegata all’ipotalamo, da cui deriva. Senza entrare nel dettaglio, queste zone del cervello sono considerate le più arcaiche e sono comuni a tutte le specie che si differenziano per le ramificazioni della corteccia cerebrale che contiene le funzioni coscienti superiori.
L’ipofisi si trova in quella parte di cervello in cui vi è la misteriosa transizione fra pensiero cosciente, sensazioni, sentimenti e chimica. Questa ghiandolina microscopica è uno dei centri nevralgici dello smistamento di questi segnali, perciò è comprensibile la sua importanza.
Ecco, enormemente ingrandita, la nostra ghiandolina! L’ipofisi è divisibile in due parti: una pituitaria anteriore o adenoipofisi che è proprio una ghiandola come comunemente intesa (nel senso che è composta proprio da tessuto ghiandolare) e una pituitaria posteriore o neuroipofisi che è derivata direttamente dall’ipotalamo a cui è collegata.
Notate come in entrambe le sezioni dell’ipofisi arrivino arterie e ripartano vene: le arterie trasportano gli ormoni provenienti dal resto del corpo e nelle vene vengono immessi gli ormoni prodotti dall’ipofisi stessa. I neuroni provenienti dall’ipotalamo hanno funzione di neurotrasmettitori ormonali nel senso che l’invio dei segnali sugli assoni porta ad un rilascio delle sostanze dalle sinapsi alle arterie ipofisarie.
Il comportamento della pituitaria anteriore è differente da quello della pituitaria posteriore e li analizzeremo separatamente.
Il disegno sopra riportato descrive il funzionamento dell’ipofisi come controllore degli ormoni all’interno del corpo. Il meccanismo è generale e vi prego di studiarlo poiché lo ritroverete in tutti i meccanismi ormonali tanto cari quando si parla di GH e testosterone.
L’ipotalamo, sulla base delle informazioni in suo possesso, comanda la produzione di ormoni alla pituitaria anteriore, grazie a… altri ormoni! Questi sono di due tipi: inibitori cioè che impediscono la secrezione, a rilascio cioè che la favoriscono. I primi hanno sigle che finiscono in IH, inhibiting hormone, i secondo in RH, releasing hormone.
La pituitaria, sulla base di questi ormoni, produce a sua volta altri ormoni che hanno il compito di stimolare la secrezione degli ormoni finali da parte delle ghiandole endocrine di destinazione. I livelli degli ormoni rilasciati dalla pituitaria anteriore e dalle ghiandole endocrine rappresentano le informazioni per l’ipotalamo, insieme ad altre, per procedere ad un ulteriore rilascio o ad una inibizione.
Il meccanismo è complesso come un orologio svizzero ma analogamente preciso: siamo di fronte ad un perfetto sistema a retroazione che si adatta alle situazioni ambientali e recupera velocemente l’equilibrio.
Lo volevate? E allora eccovi il ciclo del testosterone!
Per far salire i livelli di attenzione e non farvi pensare che tutto quello che ho scritto sia inutile, ecco una applicazione che vi piacerà di sicuro: come viene prodotto il testosterone.
Partiamo dai testicoli:
- Le cellule di Leydig hanno la capacità di produrre testosterone a partire dal colesterolo. Il testosterone viene utilizzato nei tubuli seminiferi per la spermatogenesi.
- Il testosterone viene portato nel sangue fino all’ipotalamo che ne registra i livelli. Se questi sono sotto il livello richiesto produrrà ed immetterà nell’arteria che alimenta la pituitaria anteriore un livello più elevato di GnRH, gonadotropin-releasing hormone, ormone per il rilascio delle gonadotropine. Le gonadotropine sono sostanze che stimolano le gonadi, le ghiandole sessuali ben note a tutti meno che a quelli che credono che le cicogne portino i bambini.
- Le gonadotropine stimolano la pituitaria anteriore a produrre più LH, Luteinizing hormone, ormone luteo e più FSH, Follicle-stimulating hormone, ormone stimolatore dei follicoli.
- Questi ormoni passano nel sangue e arrivano ai testicoli: l’LH incrementa la produzione di testosterone da parte delle cellule di Leydig, l’FHS incrementa l’attività dei tubili seminiferi e il cerchio si chiude.
Attenzione: un decremento della produzione di testosterone implica un decremento dell’uso dei testicoli che perciò si atrofizzano, diventando più piccoli. Questo è un comportamento tipico di tutte le ghiandole endocrine che sono soggette ad atrofia se non devono produrre gli ormoni per cui sono state create.
Un altro aspetto da puntualizzare è che una carenza nella produzione di un dato ormone è imputabile a due aspetti:
- Una impossibilità della ghiandola finale a produrre l’ormone. In questo caso un problema ai testicoli.
- Un problema nel sistema di segnalazione alla produzione, su due livelli: un problema negli ormoni rilasciati dalla pituitaria, o in quelli rilasciati dall’ipotalamo. In questo caso un problema sull’LH e FSH o sul GnRH.
La produzione di altri ormoni
Elencherò brevemente il meccanismo di produzione dei principali ormoni di cui normalmente leggiamo nelle riviste di bodybuilding, in quelle rubriche di magia nera farmacologica.
La pituitaria anteriore sintetizza:
- hGH, human growth hormone o ormone della crescita, l’altro ormone tanto amato dai culturisti. E’ regolato da due ormoni secreti dall’ipotalamo, il GHRH, growth hormone releasing hormone e il GHIH, growth hormone inhibiting hormone detto anche somatostatina. A questo punto dovrebbe essere chiaro il giochetto dell’RH e dell’IH.
- TSH, thyroid stimulating hormone o tirotropina o ormone stimolante la tiroide. E’ regolato dal TRH, thyrotropin stimulating hormone. Questo ormone attiva le funzioni della tiroide, uno dei più potenti regolatori del metabolismo del corpo umano.
- ACTH, adrenocorticotrophic hormone, ormone adrenocorticotropico necessario al funzionamento delle ghiandole surrenali. E’ stimolato dal CRH, corticotrophin releasing hormone
- Prolattina, controllata dal PRH e PIH, necessario durante la gravidanza e l’allattamento. Lo so che noi maschietti non allattiamo, ma comunque se le donne producono piccole dosi di ormoni maschili, noi produciamo piccole dosi di ormoni femminili. Giochetti troppo sportivi con prodotti molto da medici possono creare incasinamenti nei giri ormonali sbagliati, facendo pericolosamente alzare i livelli degli ormoni da femminucce.
La pituitaria posteriore è un esempio di trasporto neurocrinoin cui gli assoni dei neuroni “iniettano” del sangue dei capillari direttamente gli ormoni che verranno trasportati dal sangue. Questi sono due: l’ossitocina e l’ormone antidiuretico. Non partecipando alla Creazione della Grossezza questi ormoni non sono interessanti e per il culturista medio potrebbero benissimo non esistere ah ah ah
Come variano gli ormoni con l’allenamento?
Negli anni sono stati prodotti centinaia di studi per correlare l’allenamento con i pesi alle variazioni ormonali: i dati evidenziano che l’allenamento provoca una decisa impennata degli ormoni.
Con un po’ di presunzione, si sarebbe potuto arrivare a questa conclusione anche senza prova sul campo: essendo l’allenamento uno stimolo che coinvolge i muscoli, che devono reagire diventando più forti e più grossi, devono necessariamente entrare in gioco gli elementi che permettono ai muscoli di adattarsi in questo modo.
Il lettore non deve però estendere certi concetti in maniera arbitraria: “i pesi migliorano l’assetto ormonale” non deve diventare “i pesi sono il miglior modo di migliorare l’assetto ormonale”, un errore che sembra eclatante ma in cui tutti, bene o male, cadiamo sottilmente.
Un piccolo esempio: se è vero che i pesi incrementano i livelli di testosterone, questo effetto è ottenibile ANCHE con altri mezzi, quali gli sprint a piedi o in bicicletta. Come sopra, anche questo è assolutamente ovvio: il corpo umano non distingue fra uno squat, un salto, una corsa in salita o stare seduti isometricamente senza sedia sotto le chiappe.
“Ma quello che va in bici è più piccolo di uno che va in palestra”. Proprio vero? Perché, quelli che vanno in palestra sono tutti enormi? Perciò, attenti quando andare a selezionare studi che riguardano il resistence training senza considerare anche quelli dell’endurance training.
La figura sopra riportata vuole rappresentare la complessità degli studi sui meccanismi ormonali in relazione all’allenamento: l’allenamento provoca un rilascio di ormoni che vengono trasportati fino alle cellule di destinazione con cui interagiscono. Gli effetti cellulari provocano un incremento della capacità di produrre forza in risposta allo stimolo, che si trasforma in un incremento delle prestazioni.
Una causa macroscopica, l’allenamento, genera una cascata di effetti microscopici, la risposta ormonale, che a sua volta si manifesta con un effetto macroscopico, il miglioramento delle prestazioni: osserviamo un miglioramento che attribuiamo dell’allenamento, ma in realtà dipende da cosa succede dentro di noi.
L’analisi “interna” viene in questo caso compiuta misurando la produzione di ormoni: è comprensibile come sia estremamente difficile determinare un causa-effetto fra allenamento, risposta ormonale ed effetto di questa sulle prestazioni. E’ difficile anche trovare una correlazione accettabile!
Definiamo risposta ormonale l’elevazione dei livelli ormonali causata dall’allenamento rispetto ad una condizione di riposo. Tutti gli studi evidenziano questa situazione repentina al termine di un allenamento, durante lo stesso o addirittura durante una singola serie prolungata, che viene comunque recuperata in un tempo ragionevolmente breve di qualche ora.
Questo denota che l’organismo si adatta rapidamente alle diverse condizioni ambientali per tornare alle sue condizioni di normale funzionamento. In questo senso l’allenamento non fa variare i livelli ormonali a riposo, tesi abbastanza affermata in ambito scientifico.
In altre parole, l’allenamento non migliora la produzione ormonale di base e non vi è una modifica di tipo cronico: l’effetto è pertanto solamente acuto. Poco male, in fondo: allenamento, incremento degli ormoni, sintesi proteica. Vogliamo essere grossi, non con gli ormoni elevati!
Le variazioni ormonali sono maggiori, però, nei soggetti allenati: una persona allenata risponde meglio all’allenamento rispetto ad una non allenata.
Analizzeremo tre dei principali ormoni, per gli anabolici il testosterone ed il GH, per i catabolici il cortisolo. Preferisco limitarmi solo a questi perché vorrei far capire le mutue sinergie, piuttosto che le funzionalità specifiche di tutti i principali ormoni.
Testosterone
Lo volevate…eccolo. Il testosterone è un ormone anabolico e androgeno.
E’ anabolico perché promuove la sintesi delle proteine, portando alla costruzione di nuova massa muscolare, ad un maggior recupero dalla fatica, dagli infortuni e tutta una serie miracolosa di effetti collaterali positivi. Probabilmente è così potente che può farvi sentire la Voce di Dio che vi sussurra “ce la puoi fare” durante un massimale di squat.
E’ androgeno perché è responsabile dello sviluppo delle caratteristiche sessuali maschili tipo la comparsa e lo sviluppo della barba, dei peli, della voce profonda, dello sperma, della libido e dell’aggressività.
I livelli di testosterone totale oscillano fra 225ng/dl e 950ng/dl (nanogrammi per decilitro), ma la frazione attiva che provoca gli effetti tanto desiderati è pari all 1-3% del totale, detto testosterone libero, il resto è legato ad una proteina specifica per il trasporto nel plasma chiamata SHBG, sex hormone binding globuline oppure è legato per una piccola frazione all’albumina, una proteina di trasporto generica.
Gli effetti così marcati sono pertanto dovuti ad una frazione estremamente ridotta del totale, questo per far capire la “potenza” di questo ormone. C’è da chiedersi perché tutto questo ben di Dio sia sadicamente reso inattivo.
E’ un modo per variare rapidamente i livelli di testosterone senza doverlo produrre dato che è più semplice far rilasciare all’SHGB parte del testosterone piuttosto che produrne di nuovo. Uno dei tanti meccanismi ingegnosi del corpo umano.
Le donne hanno un quantitativo di testosterone dalle 10 alle 20 volte inferiore, perciò le nostre care MILF che vanno in palestra e che non vogliono fare pesi perché non “voglio diventare come quelle là ma voglio solo tonificare” possono dormire sonni tranquilli ah ah ah
Fra i miracolosi effetti del testosterone, oltre a far diventare grossi per l’aumento della sintesi delle proteine ricordiamo anche l’incremento della sintesi del CP, l’incremento dell’utilizzo del grasso con conseguente dimagrimento, l’aumento del volume del sangue a causa della produzione di più globuli rossi con conseguente miglior ossigenazione dei tessuti, una riduzione del catabolismo muscolare.
Proprio per l’incredibile potenza di questo ormone è da considerarsi veramente come la Pietra Filosofale del Culturismo.
Ormone della crescita
L’altro ormone fondamentale per il bravo culturista è l’ormone della crescita, iniettato dall’esterno in tutte le star hollywoodiane e nuovo elisir dell’eterna giovinezza. Questo ormone ha effetti altamente anabolici in quanto promuove la crescita di quasi tutti i tessuti, oltre ad amplificare molti processi metabolici:
- aumenta la sintesi delle proteine
- aumenta l’utilizzo dei grassi
- aumenta la massa muscolare tramite l’incredibile iperplasia
- stimola il sistema immunitario
- stimola la produzione di IGF-1, insuline-like growth factor
- avendo effetti anabolici sulle ossa, sui tendini e sulle cartilagini, diminuisce il tempo di recupero fra gli allenamenti o negli infortuni.
Il cortisolo è l’Ormone del Diavolo, essendo catabolizzante. E’ uno degli ormoni più importanti prodotti dalle ghiandole surrenali poste sopra i reni. Alcuni processi in cui il cortisolo risulta indispensabile:
- Promuove la scissione delle proteine
- Partecipa alla sintesi del glucosio dagli aminoacidi, la gluconeogenesi
- E’ necessario nello scoccaggio del glicogeno
- Mobilita il grasso e permette l’ossidazione degli acidi grassi per produrre energia
In realtà il cortisolo interviene per sopperire allo stress, pertanto i suoi livelli crescono sulla base di quanto stress inducete: il cortisolo promuove la fornitura di glucosio che è il principale carburante per il corpo umano e agisce da un vasocostrittore permettendo di mantenere alta la pressione del sangue che può arrivare agli organi “colpiti” dall’allenamento.
E’ importante sottolineare come il cortisolo sia un potentissimo antiinfiammatorio, pertanto la sua nomea di cannibalizzatore di tessuto muscolare risulta essere del tutto immotivata dato che è un ormone indispensabile alla sopravvivenza dell’intero organismo
Commenta