Facile parlare di “successi”, un po’ meno di “insuccessi”. Ma, per correttezza, è bene raccontare anche quando le cose vanno male.
Il 7 Marzo c’è il Campionato Italiano di Stacco da Terra, a Parma. Bene, io non ci andrò. Perché… ho fatto il botto. E’ interessante, credo, una analisi del perché. Magari può servire a qualcuno.
Devo precisare, anche a costo di sembrare antipaticamente snob, che il pezzo non è per tutti: i termini “errore” o “eccesso” devono essere inquadrati in un contesto di preparazione per una gara, non nel toppare la panca per troppo entusiasmo. Io non sono un ragazzino, né uno alle prime armi. Allo stesso tempo le considerazioni più psicologiche valgono per tutti gli appassionati di quello che fanno.
Questi sono gli allenamenti dell’ultimo periodo:
Devo dire degli allenamenti per me grandiosi: dei carichi ottimi. L’idea era basata sul proseguimento di idee del ciclo precedente:
Questa era l’idea: un periodo di accumulo e uno di trasformazione, un classico dei classici, culminanti nella gara. Nella trasformazione avrei mollato una seduta, avrei fatto un test, e l’ultimo allenamento sarebbe stata l’ultima alzata di riscaldamento. Poi, gara ai miei massimi livelli. Tutto a posto.
In questo periodo ho utilizzato il mio corpetto scarso che secondo me non dà molto, più che altro ho imparato ad usarlo. Ho centrato dei carichi raw incredibili, un pacco di volume, le doppie a 240. Cose pazze.
Però, nel tempo, anche alcuni problemi:
Due SMS a Ado ed Enrico, per dire che do forfait, non ci sono con la testa. Enrico è sempre Enrico, il mio allenatore: mi chiama, decidiamo un programma insieme. Il sabato successivo avrei fatto un basso volume, dinamico, poi test da Silvio, poi… Ok, mi rincuora.
Sabato mattina alle 4 mi sveglio perché ho un dolore al gluteo e all’inguine destro, fastidio al piede. Però passa. Qualcuno si chiederà perché non mi curo, ma c’è un motivo.
La sera provo l’allenamento, carico 50, 90, 110, 130, 150, 170, 190. Nessun dolore, ma fatti a *****, brutti.
Allora, faccio il test che consiglio sempre a tutti: ho voglia di mollare tutto e andare via, preferirei guardare Amici. Carico 90Kg sul rack e inizio un po’ di front squat. Meraviglioso: mi diverto come un bambino con un giocattolo nuovo. Perciò, è ovvio quello che mi è successo: un sovrallenamento, localizzato, ma completo.
Ecco cosa è successo: ho toppato la curva dei volumi e delle intensità, mantenendo alto il volume e facendo crescere l’intensità troppo nella fase di accumulo. Questo ha causato uno stress. L’eliminazione del volume non ha permesso la compensazione, e c’è stato una specie di overshoot, uno sparo a prestazione superiore, il 2×1x250, ma poi basta. Fuori adattamento, fine risorse, canto del cigno.
Facile da capire dopo, difficile da capire durante! Perché il sovrallenamento è assolutamente subdolo e si dà troppa importanza al volume di lavoro quando qua, *****, è stato assolutamente “basso”: ho fatto SOLO stacco, niente squat, niente rematore, niente trazioni. Ok, la panca, ma però questa NON HA di sicuro un impatto sistemico. Anche perché, in questi giorni ho realizzato il mio personale di floor press concentrica con 130Kg (ho i video eh…) e se fossi del tutto cotto di sicuro questo risultato non ci sarebbe stato.
Del resto, il sovrallenamento è uno squilibrio fra stress e recupero, in cui vanno valutati attentamente gli elementi di stress, fra cui il sovraccarico di aspettative ha fatto il resto.
Questo non è un sovrallenamento in senso canonico con quei sintomi depressivi ben conosciuti, perché l’eliminazione del “problema” mi ha ridato grinta e ho già un sacco di altri progetti. Ma non è nemmeno un overreaching, un qualcosa di temporaneo perché è assolutamente definitivo: la preparazione dello stacco è s*******ta, questo campionato come la gara di Antrodoco, il mese successivo. Non visualizzo più il movimento, anzi, pensarci mi crea ansia mentre non vedo l’ora di fare lo squat.
Credo che sarebbe interessante una survey, una analisi ad ampio spettro tramite interviste, ma… fatte da ME ad altri atleti, non da gente che il sovrallenamento non l’ha mai beccato. Queste mie sensazioni penso siano comuni a diverse altre persone, ed è a loro che dedico questo pezzo. State attenti, il sovrallenamento per uno sportivo non è quello che si legge nei libri.
Ho deciso di tagliare, di mollare, anche per coerenza. Sono o non sono io che dico “non ti pagano per fare i pesi”? E allora?
Il dolore alla schiena c’è sempre, meno, ma avendo deciso che non gareggio non me ne frega niente. Passerà.
Già, perché non mi curo? Perché gli atleti sono fatti così: curarsi implica avere un problema, ma se uno ha un problema non dovrebbe allenarsi. Perciò, il problema non esiste. Ok, potrei fare della prevenzione, fare delle sedute dal chiropratico ogni mese. Vero. Però costano e pagare dei soldi significa rendere il mio hobby, a cui dedico un mare di tempo devo dire, ancora più eccessivo. Per me il confine fra hobby e fissa è dato dal pagare oppure no.
Tutti questi contorsionismi mentali vengono fuori in situazioni di stress, ma in quel momento è difficile cambiare atteggiamento. Sono convinto che molti hanno schemi mentali di questo tipo.
Potrei avere un’ernia, o uno schiacciamento di qualcosa, però parto dal presupposto che mi fa male TUTTA la schiena oltre che a destra, e sempre meno. Perciò, dato che non me ne frega niente, vediamo che succede.
Il problema è che ho interpretato l’allenamento in maniera sbagliata, alla fine come mi ha detto Paoloca su AOS, mi piace troppo allenarmi. E’ così: io devo “sentire” che svolto un certo volume di alzate. Non sono un vero powerlifter, ma un power-bodybuilder. Il problema è che io ho uno stacco molto forte e i giochetti a progressione lineare che imposto (perché alla fine di questo si tratta) mostrano la corda. Dovrei concentrarmi sulle finezze, su programmi diversi, su cose che però non mi piacciono e così non sono un bravo allenatore di me stesso, ma sono incompetente per il mio livello. Pensandoci, solo un idiota potrebbe pensare di passare a 10×1x240 a 10×2x240 da un’anno ad un altro. E io l‘ho fatto.
Per migliorare ancora, servirebbero allenamenti diversi, ma allo stesso tempo è comunque necessario mantenersi su certi carichi: uno che vuole puntare a 285Kg (con 270Kg solo cinta in una gara completa un 285 gear in gara singola è fattibile) non può farsi le seghe a 160-180 ma deve essere spesso sopra i 200, dài, non raccontiamoci palle. Questo per me è stressante: sono Kg che impongono delle aspettative, altrimenti meglio fare un bel 4×6x180 ipertrofico e buonanotte.
Ovviamente, non si butta via niente: ho capito altre cose di me stesso, ho capito che il corpo umano è talmente plastico da adattarsi a cose impossibili. Quello che mi è rimasto, ed è importante, è che 220Kg sono un carico oramai mentalmente “medio”.
La testa ha un funzionamento bidirezionale: puoi credere di avere un’ernia espulsa oppure che 220Kg siano facili. Se ci credi, agirai di conseguenza. Caro piccolo powerlifter che leggi: mai sottovalutare questo aspetto quando sei sopra vicino a 3BW nello stacco!
Ma, a questo punto, che stimoli ho? Mumble mumble… devo inventarmi qualcosa. Qualcosa che sarà divertente per i primi mesi, poi si trasformerà nel solito incubo. Però, dài va bene così, l’importante e saperlo ah ah ah
Il 7 Marzo c’è il Campionato Italiano di Stacco da Terra, a Parma. Bene, io non ci andrò. Perché… ho fatto il botto. E’ interessante, credo, una analisi del perché. Magari può servire a qualcuno.
Devo precisare, anche a costo di sembrare antipaticamente snob, che il pezzo non è per tutti: i termini “errore” o “eccesso” devono essere inquadrati in un contesto di preparazione per una gara, non nel toppare la panca per troppo entusiasmo. Io non sono un ragazzino, né uno alle prime armi. Allo stesso tempo le considerazioni più psicologiche valgono per tutti gli appassionati di quello che fanno.
Questi sono gli allenamenti dell’ultimo periodo:
Devo dire degli allenamenti per me grandiosi: dei carichi ottimi. L’idea era basata sul proseguimento di idee del ciclo precedente:
- 2 sedute di stacco, perché… volevo provarci. Del resto, per un Campionato Italiano di specialità si può lasciare da parte una preparazione lo squat
- Una seduta full gear, con cintura e corpetto, a singole e recupero abbondante, l’altra full raw senza nemmeno la cinta. La prima seduta di “qualità”, l’altra “di volume”.
- Sabato e Lunedì perché così fra volume e qualità avrei avuto a disposizione 5 giorni. Mi sono allenato così nei mesi precedenti, tutto ok
Questa era l’idea: un periodo di accumulo e uno di trasformazione, un classico dei classici, culminanti nella gara. Nella trasformazione avrei mollato una seduta, avrei fatto un test, e l’ultimo allenamento sarebbe stata l’ultima alzata di riscaldamento. Poi, gara ai miei massimi livelli. Tutto a posto.
In questo periodo ho utilizzato il mio corpetto scarso che secondo me non dà molto, più che altro ho imparato ad usarlo. Ho centrato dei carichi raw incredibili, un pacco di volume, le doppie a 240. Cose pazze.
Però, nel tempo, anche alcuni problemi:
- Fisicamente, un dolore diffuso da sovraccarico, non durante l’esercizio ma dopo, anche 3-4 giorni dopo. Al lato esterno della schiena, a destra, che si irradiava anche all’inguine. Il resto del recupero, l’esecuzione, splendidi.
- Il dolore mi ha messo in condizione di stress, ho iniziato a pensare al dolore e a quanto questo mi avrebbe influenzato nell’allenamento successivo.Un’altra fonte di stress è stata il carico: questi pesi sono per me inimmaginabili. Tanto per dire, l’anno scorso io ho centrato un 10×1x240, quest’anno ho un 5×2x240 e le doppie sono un lavoro assolutamente diverso! Poi, corpetto o non corpetto, 260Kg sono tanti per uno che ha tirato al massimo 270Kg!
- Ho iniziato a pensare agli allenamenti prima tre giorni prima, poi quattro, cinque, sei! Ho iniziato a pensarci al lavoro, in treno. Ho iniziato ad aver paura di farmi male, a visualizzare dischi vertebrali che si fracassavano con rumori terrificanti, spondilolistesi improvvise, cartilagini schiacciate.
- Ho perso la capacità di visualizzazione del movimento, era rimasto solo il senso di compressione dei muscoli della schiena. Questo è assolutamente pericoloso perché non si può tirare con la paura, di fatto irrazionale perché non è che a tirare “piano” diminuiscano le possibilità di infortunarsi: è uno stacco da terra, non un salto di pliometria!
- L’allenamento a 220-230 ha avuto una preparazione mentale di una settimana, per quello a 240 volevo prendere un permesso per uscire prima dal lavoro.
Due SMS a Ado ed Enrico, per dire che do forfait, non ci sono con la testa. Enrico è sempre Enrico, il mio allenatore: mi chiama, decidiamo un programma insieme. Il sabato successivo avrei fatto un basso volume, dinamico, poi test da Silvio, poi… Ok, mi rincuora.
Sabato mattina alle 4 mi sveglio perché ho un dolore al gluteo e all’inguine destro, fastidio al piede. Però passa. Qualcuno si chiederà perché non mi curo, ma c’è un motivo.
La sera provo l’allenamento, carico 50, 90, 110, 130, 150, 170, 190. Nessun dolore, ma fatti a *****, brutti.
Allora, faccio il test che consiglio sempre a tutti: ho voglia di mollare tutto e andare via, preferirei guardare Amici. Carico 90Kg sul rack e inizio un po’ di front squat. Meraviglioso: mi diverto come un bambino con un giocattolo nuovo. Perciò, è ovvio quello che mi è successo: un sovrallenamento, localizzato, ma completo.
Ecco cosa è successo: ho toppato la curva dei volumi e delle intensità, mantenendo alto il volume e facendo crescere l’intensità troppo nella fase di accumulo. Questo ha causato uno stress. L’eliminazione del volume non ha permesso la compensazione, e c’è stato una specie di overshoot, uno sparo a prestazione superiore, il 2×1x250, ma poi basta. Fuori adattamento, fine risorse, canto del cigno.
Facile da capire dopo, difficile da capire durante! Perché il sovrallenamento è assolutamente subdolo e si dà troppa importanza al volume di lavoro quando qua, *****, è stato assolutamente “basso”: ho fatto SOLO stacco, niente squat, niente rematore, niente trazioni. Ok, la panca, ma però questa NON HA di sicuro un impatto sistemico. Anche perché, in questi giorni ho realizzato il mio personale di floor press concentrica con 130Kg (ho i video eh…) e se fossi del tutto cotto di sicuro questo risultato non ci sarebbe stato.
Del resto, il sovrallenamento è uno squilibrio fra stress e recupero, in cui vanno valutati attentamente gli elementi di stress, fra cui il sovraccarico di aspettative ha fatto il resto.
Questo non è un sovrallenamento in senso canonico con quei sintomi depressivi ben conosciuti, perché l’eliminazione del “problema” mi ha ridato grinta e ho già un sacco di altri progetti. Ma non è nemmeno un overreaching, un qualcosa di temporaneo perché è assolutamente definitivo: la preparazione dello stacco è s*******ta, questo campionato come la gara di Antrodoco, il mese successivo. Non visualizzo più il movimento, anzi, pensarci mi crea ansia mentre non vedo l’ora di fare lo squat.
Credo che sarebbe interessante una survey, una analisi ad ampio spettro tramite interviste, ma… fatte da ME ad altri atleti, non da gente che il sovrallenamento non l’ha mai beccato. Queste mie sensazioni penso siano comuni a diverse altre persone, ed è a loro che dedico questo pezzo. State attenti, il sovrallenamento per uno sportivo non è quello che si legge nei libri.
Ho deciso di tagliare, di mollare, anche per coerenza. Sono o non sono io che dico “non ti pagano per fare i pesi”? E allora?
Il dolore alla schiena c’è sempre, meno, ma avendo deciso che non gareggio non me ne frega niente. Passerà.
Già, perché non mi curo? Perché gli atleti sono fatti così: curarsi implica avere un problema, ma se uno ha un problema non dovrebbe allenarsi. Perciò, il problema non esiste. Ok, potrei fare della prevenzione, fare delle sedute dal chiropratico ogni mese. Vero. Però costano e pagare dei soldi significa rendere il mio hobby, a cui dedico un mare di tempo devo dire, ancora più eccessivo. Per me il confine fra hobby e fissa è dato dal pagare oppure no.
Tutti questi contorsionismi mentali vengono fuori in situazioni di stress, ma in quel momento è difficile cambiare atteggiamento. Sono convinto che molti hanno schemi mentali di questo tipo.
Potrei avere un’ernia, o uno schiacciamento di qualcosa, però parto dal presupposto che mi fa male TUTTA la schiena oltre che a destra, e sempre meno. Perciò, dato che non me ne frega niente, vediamo che succede.
Il problema è che ho interpretato l’allenamento in maniera sbagliata, alla fine come mi ha detto Paoloca su AOS, mi piace troppo allenarmi. E’ così: io devo “sentire” che svolto un certo volume di alzate. Non sono un vero powerlifter, ma un power-bodybuilder. Il problema è che io ho uno stacco molto forte e i giochetti a progressione lineare che imposto (perché alla fine di questo si tratta) mostrano la corda. Dovrei concentrarmi sulle finezze, su programmi diversi, su cose che però non mi piacciono e così non sono un bravo allenatore di me stesso, ma sono incompetente per il mio livello. Pensandoci, solo un idiota potrebbe pensare di passare a 10×1x240 a 10×2x240 da un’anno ad un altro. E io l‘ho fatto.
Per migliorare ancora, servirebbero allenamenti diversi, ma allo stesso tempo è comunque necessario mantenersi su certi carichi: uno che vuole puntare a 285Kg (con 270Kg solo cinta in una gara completa un 285 gear in gara singola è fattibile) non può farsi le seghe a 160-180 ma deve essere spesso sopra i 200, dài, non raccontiamoci palle. Questo per me è stressante: sono Kg che impongono delle aspettative, altrimenti meglio fare un bel 4×6x180 ipertrofico e buonanotte.
Ovviamente, non si butta via niente: ho capito altre cose di me stesso, ho capito che il corpo umano è talmente plastico da adattarsi a cose impossibili. Quello che mi è rimasto, ed è importante, è che 220Kg sono un carico oramai mentalmente “medio”.
La testa ha un funzionamento bidirezionale: puoi credere di avere un’ernia espulsa oppure che 220Kg siano facili. Se ci credi, agirai di conseguenza. Caro piccolo powerlifter che leggi: mai sottovalutare questo aspetto quando sei sopra vicino a 3BW nello stacco!
Ma, a questo punto, che stimoli ho? Mumble mumble… devo inventarmi qualcosa. Qualcosa che sarà divertente per i primi mesi, poi si trasformerà nel solito incubo. Però, dài va bene così, l’importante e saperlo ah ah ah
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