La piramide inversa: un workout a testa in giù
Come si può intuire dal nome,la piramide inversa consiste nell’iniziare col carico più pesante nel primo set (naturalmente dopo un paio di set di riscaldamento) e poi ridurre il carico ad ogni set successivo. Il vantaggio, in teoria, sta nella possibilità di caricare le fibre muscolari quando sono al massimo delle forze, attivandone il maggior numero ed ottenendo quindi risultati migliori.
Ricordate che le fibre muscolari si contraggono secondo un principio di “tutto o niente”, nel senso che quando viene stimolata una fibra si contrae completamente o non si contrae affatto. Maggiore è il carico usato e più unità motorie vendono attivate per sollevarlo. Quando si inizia la prima ripetizione di un esercizio, una parte delle fibre del muscolo coinvolto si attivano compleamente quanto basta per completare il movimento. Ad ogni ripetizione successiva, le fibre si affaticano e ne vengono attivate delle altre fino a quando, almeno in teoria, tutte le fibre muscolari non vengono attivate per contrarsi e sollevare il peso.
Il modo più rapido per attivare un muscolo è quindi utilizzare il massimo carico possibile per un dato numero di ripetizioni quando i muscoli da allenare sono al massimo della forza, ovvero all’inizio di un set e non alla fine o nel mezzo. Questo è importante perché quando un muscolo è ancora fresco l’ATP (sostanza chimica indipensabile per l’energia e le contrazioni) ed il glicogeno (il carburante immagazzinato nei muscoli) sono ai massimi livelli. E’ in questa fase che i muscoli possono generare una potenza realmente elevata.
Come si può intuire dal nome,la piramide inversa consiste nell’iniziare col carico più pesante nel primo set (naturalmente dopo un paio di set di riscaldamento) e poi ridurre il carico ad ogni set successivo. Il vantaggio, in teoria, sta nella possibilità di caricare le fibre muscolari quando sono al massimo delle forze, attivandone il maggior numero ed ottenendo quindi risultati migliori.
Ricordate che le fibre muscolari si contraggono secondo un principio di “tutto o niente”, nel senso che quando viene stimolata una fibra si contrae completamente o non si contrae affatto. Maggiore è il carico usato e più unità motorie vendono attivate per sollevarlo. Quando si inizia la prima ripetizione di un esercizio, una parte delle fibre del muscolo coinvolto si attivano compleamente quanto basta per completare il movimento. Ad ogni ripetizione successiva, le fibre si affaticano e ne vengono attivate delle altre fino a quando, almeno in teoria, tutte le fibre muscolari non vengono attivate per contrarsi e sollevare il peso.
Il modo più rapido per attivare un muscolo è quindi utilizzare il massimo carico possibile per un dato numero di ripetizioni quando i muscoli da allenare sono al massimo della forza, ovvero all’inizio di un set e non alla fine o nel mezzo. Questo è importante perché quando un muscolo è ancora fresco l’ATP (sostanza chimica indipensabile per l’energia e le contrazioni) ed il glicogeno (il carburante immagazzinato nei muscoli) sono ai massimi livelli. E’ in questa fase che i muscoli possono generare una potenza realmente elevata.
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