pinobit comprendo benissimo e la mia è una puntualizzazione, ma c'è una legge che recita: "come in alto così in basso".
l'amatore può scegliere di:
1) allenarsi a capocchia
2) allenarsi a sensazione (rispetto al "capocchia" si presume una certa conoscenza di fondo dei prinicipi allenanti)
3) allenarsi in programmazione
ora io non so quanti si allenino con la "programmazione" ma questa esige un'applicazione e un approccio consapevole della gestione dei carichi, dei volumi e delle intensità, ha un suo inizio ed una sua fine.
Tutti gli sport hanno una loro programmazione, amatori ciclisti, amatori maratoneti, amatori nuotatori, amatori atletica leggera (io stesso ho gareggiato fino all'età di 36 anni nel settore lanci),amatori calciatori ecc ecc.
In genere questi atleti sono o vengono allenati da un preparatore per tutto l'anno.
ho vinto 7 volte il campionato italiano amatori fidal nel getto del peso (una schiappa se pensi che lanciavo attorno ai 14 metri) ma mi sono sempre allenato con la gestione dei carichi secondo la legge dell'alternanza dell'intensità e del volume, oltre al lavoro tecnico e specifico.
La proiezione di un lavoro tipo quelli scaturenti dall'eccellente post di Paolo deve avere necessariamente continuità nel tempo, non uguale ma deve essere in evoluzione in trasformazione.
Non a caso la tua domanda è volta al futuro della seduta "...e poi?"
e poi occorre partire con il secondo obbiettivo,che necessariamente deve partire dal o dai risultati ottenuti con il precedente.
Quindi la mia domanda è quanto volume hai "partorito"?
quanta intensità?
quanti sollevamenti?
con lo studio di queste variabili devi necessariamente darti una risposta e crearti un seguito all'allenamento.
l'amatore può scegliere di:
1) allenarsi a capocchia
2) allenarsi a sensazione (rispetto al "capocchia" si presume una certa conoscenza di fondo dei prinicipi allenanti)
3) allenarsi in programmazione
ora io non so quanti si allenino con la "programmazione" ma questa esige un'applicazione e un approccio consapevole della gestione dei carichi, dei volumi e delle intensità, ha un suo inizio ed una sua fine.
Tutti gli sport hanno una loro programmazione, amatori ciclisti, amatori maratoneti, amatori nuotatori, amatori atletica leggera (io stesso ho gareggiato fino all'età di 36 anni nel settore lanci),amatori calciatori ecc ecc.
In genere questi atleti sono o vengono allenati da un preparatore per tutto l'anno.
ho vinto 7 volte il campionato italiano amatori fidal nel getto del peso (una schiappa se pensi che lanciavo attorno ai 14 metri) ma mi sono sempre allenato con la gestione dei carichi secondo la legge dell'alternanza dell'intensità e del volume, oltre al lavoro tecnico e specifico.
La proiezione di un lavoro tipo quelli scaturenti dall'eccellente post di Paolo deve avere necessariamente continuità nel tempo, non uguale ma deve essere in evoluzione in trasformazione.
Non a caso la tua domanda è volta al futuro della seduta "...e poi?"
e poi occorre partire con il secondo obbiettivo,che necessariamente deve partire dal o dai risultati ottenuti con il precedente.
Quindi la mia domanda è quanto volume hai "partorito"?
quanta intensità?
quanti sollevamenti?
con lo studio di queste variabili devi necessariamente darti una risposta e crearti un seguito all'allenamento.
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