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Programmazione che funziona - Parte 1 - Allenamento istintivo? No grazie!

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    Programmazione che funziona - Parte 1 - Allenamento istintivo? No grazie!

    Vi è piaciuto il titolino? Dài… scommetto che avete cliccato per la parola "istintivo". Potremmo riscrivere il titolo in questo modo: "teoria contro pratica". Nel mondo della palestra, infatti, si combattono battaglie tanto epiche quanto eterne. "Allenamenti abbreviati contro alto volume" (mai capita questa cosa…), "integratori si contro integratori no", per la forza o per la massa e, come da programma, "teoria contro pratica".

    "Programmare" è una di quelle paroline che scatena sempre amore ed odio viscerali. Come sempre, quando si parla di "programmazione" dovremmo darne una definizione.

    Senza stare a ridire sempre gli stessi concetti, abbiamo capito che facendo sempre le stesse cose, dopo poco non si va da nessuna parte. Insistere con lo stesso schema porta allo stallo, per adattamento del corpo ai soliti stimoli (è l’accommodation law etc etc etc).

    Riscritta rallentando un po’ i pensieri: modelliamo l’allenamento attraverso delle variabili allenanti le cui principali sono: numero delle sedute, delle serie, delle ripetizioni, percentuale di carico rispetto al massimale… le solite che conosciamo. Dire "faccio sempre la stessa cosa" in altre parole significa utilizzare sempre e solo le stesse variabili (meglio sarebbe dire "il valore delle stesse variabili", ma così è troppo da Liceo)

    Se ciò è fallimentare, significa che per ottenere qualcosa, queste variabili (o parametri) devono, appunto… variare. Perciò possiamo dare una definizione di programmazione.

    La invento, è mia: "programmare (un periodo di allenamenti) consiste nell’identificare una variazione dei parametri dell’allenamento con lo scopo di raggiungere un’obbiettivo prefissato".

    Direi che ci siamo, senza stare a fare troppo puzzo. Banale: se io faccio un 3×6 con certi Kg e incremento solo quando ho completato le 3 serie di 6 ripetizioni, ho scritto un programma di allenamento. Voglio migliorare il mio 3×6, cerco un metodo per farlo. Il metodo è "fare il 3×6 per 2 volte a settimana"

    Quanto scritto sopra dovrebbe far capire, dalla definizione data, che una forma di programmazione degli allenamenti deve esistere per ottenere qualcosa. Lo ridico in maniera più chiara: programmare è una condizione necessaria. Chi non lo fa ottiene MENO rispetto a chi lo fa. Lapidario, vero?

    Aggiungo però che non è una condizione sufficiente. Non basta… programmare. Altrimenti qualunque nerd farebbe 150Kg di panca (ah, scusate, mi è scappata).

    Per seguirmi nella mia linea di pensiero, dovete però essere convinti che impostare una scheda di allenamento, cioè programmare, abbia un senso. Siete convinti, vero? Oh, dico a voi eh? C’è nessuno? Ok ok, so benissimo la serie di domande che vi frulla nella testa.

    Un po’ buttate lì: ma quelli che fanno l’allenamento istintivo? E quelli che entrano in palestra e sanno quello che devono fare dai segnali del loro corpo? E l’allenamento olistico, eclettico? Conosco un mio amico che non ha mai seguito una scheda ed è enorme. Io faccio sempre le stesse cose da anni e ho 200 di squat, un mio amico che fa powerlifting segue sempre la stessa scheda ed è fortissimo. O anche: non servono cose complicate, il bodybuilding è fatto da cose semplici,

    E così via. In altre parole, tanto puzzo quando poi funzionano le cose semplici e così via. Dài, è così che si sente in giro. Perciò è del tutto inutile che io proponga schemi di programmazione se non si è convinti che servano.

    Insomma, l’allenamento istintivo, funziona? Ragazzi, funziona. Ma non per tutti.

    Intanto, il criterio che permette di evidenziare coloro che si allenano istintivamente con successo è semplice. NON si allena con successo il tizio che ha 1, 2, 4 anni di palestra e ottiene, NON si allena con successo quello che "il bodybuilding è la mia vita" e ha dei risultati sopra la media ma, in fondo, mediocri (uno a 110Kg di panca e a 38cm di bicipite tanto per dire, che è fortarello rispetto al sedentario medio ma non poi così mostro rispetto a chi i pesi li maneggia veramente), NON si allena con successo quello che è palesemente dotato e palesemente si allena a ***** e otterrebbe di più con il semplice buon senso. Hesta claro?

    I risultati in questo giochetto si vedono alla lunga. Io ho conosciuto persone che veramente si allenano in maniera "istintiva", da molti anni, con risultati ragguardevoli. Queste persone pertanto esistono, e vanno… studiate.

    Vi sembrerà incredibile ma queste persone che dicono di allenarsi in maniera istintiva, in realtà… programmano in maniera istintiva. Se seguite i loro allenamenti, vedrete che una struttura è sempre presente. Sopra questa struttura c’è un attento esame della loro condizione. Sono persone che sanno quando è bene spingere quella ripetizione al vomito e quando è bene fermarsi. Sanno quando osare e quando abbozzarla lì.

    In altre parole, sono… geniali. Cosa è il "genio" se non la capacità di determinare connessioni logiche fra eventi fra loro assolutamente scorrelati? Bene, queste persone sono geniali come è geniale chi è portato per la matematica. Sono geniali nel bodybuilding. Seguono le più profonde teorie del bodybuilding senza saperlo, avendole scoperte autonomamente.

    Quelli che dicono che fanno sempre le stesse cose, in realtà non lo fanno. Non è che vi dicono fesserie, semplicemente non si accorgono della loro genialità. "Sentono" quando è bene fare la panca inclinata rispetto alla panca inclinata con manubri, o quando è bene fare 2×8 di pressa rispetto a 4×6. Se scrivessero quello che fanno per un anno ci si accorgerebbe che c’è una struttura e anche complessa.

    Regolarmente, cercare di copiare queste persone, di fare come loro, è fallimentare. Perchè voi non siete loro. E’ anche difficile seguire il filo logico di questa istintività. Perchè è una qualità affinata in un processo empirico di trial&error di anni. Se provate a seguirli, vi dicono "per le gambe poche seghe, lo squat è il re degli esercizi". Vi mettete con loro per qualche seduta e vedete che dopo lo squat una volta c’è la pressa, quella dopo la pressa e l’hack squat, quella dopo anchra la leg extension anche se avevano detto che la leg non serve, ma quel giorno lì la leg ha funzione di defaticamento. E così via. Per loro è perfettamente logico, per voi… no. Loro hanno istinto, voi no. Se voi vi allenate istintivamente come loro, farete alla fine quello che vi piace di più e basta.

    Aggiungo che nessuno si allena in maniera così istintiva da non avere una parvenza di schema. Immaginate questo: potete andare in una palestra piena di pesi, attrezzi, quante volte volete per due mesi. Però non dovete scrivere nulla, nè avere una scheda. Dovete improvvisare. Dopo un po’ si noterà uno schema in quello che fate. Se fate gambe oggi non le farete domani, non farete il rematore pesante prima dello stacco, e così via. La settimana, dopo poco, si delineerà come un susseguirsi di attività dove preferibilmente il lunedì che siete più freschi farete roba pesante e il mercoledì, che so… leggera. Persone diverse con preferenze diverse avranno schemi diversi. Però ognuno avrà la sua struttura. Non andate a caso, a meno che non tiriate un dado per decidere il gruppo muscolare da allenare.

    Funziona tutto questo? Una verità universale nel bodybuilding più che negli sport prestativi è che la determinazione, la costanza, il perseverare, danno risultati. La scheda più di merda del mondo eseguita con caparbietà e tenacia dà risultati migliori dello schema superpianificato ma eseguito con svogliatezza.

    Quello che voglio dire è che non dovete pianificare quando andrete a pisciare, alla 3° serie del riscaldamento, e vi scaccolerete fra la 1° allenante e la 2°. "Pianificare", "programmare" devono essere viste come la capacità di identificare quelle variazioni ottimali per voi dei parametri dell’allenamento su cui puntare per un periodo. L’istintività e la conoscenza di voi stessi vi porteranno a scegliere e a modificare questi parametri, attraverso quelle 1000 regole e regolette non scritte che solo l’esperienza riesce a darvi. In questo, allenarsi è un’arte a tutto tondo. E’ un’arte avere le idee chiare, è un’arte riuscire a realizzarle.

    E come tutte le forme artistiche, non si impara sui libri. Si impara ANCHE sui libri, dalla lettura delle teorie. E non si impara allenandosi. Si impara, specularmente, ANCHE allenandosi.

    Perciò, "programmare" è avere una linea da seguire, scritta su un fogliaccio. E’ dire "voglio ottenere questo" e lottare per ottenerlo. Ma per sapere se la strada è quella giusta dovete in qualche modo registrare quello che fate. E’ necessario un "diario". Un blocco note, un foglio di carta, un file Excel. Come sempre, non dovete registrare la temperatura della doccia o se avete litigato con la mamma per la paghetta settimanale, ma solo le cose interessanti. Io di solito riporto gli esercizi che mi interessano, poi se mi sfondo di esercizi con i manubri per pompare, nemmeno lo scrivo. Che mi frega.

    Infine, "programmare" è sapersi confrontare con onestà su quello che volevate fare e quello che invece avete fatto, per capire gli errori e apportare le correzioni.

    Vi posso assicurare che chi si allena in maniera "istintiva" ha questa capacità di confronto sviluppata in maniera innata quanto profonda e probabilmente non hanno bisogno del diario. Se voi siete così, tanto di cappello. Altrimenti, è una qualità in qualche forma allenabile.

    Quello che vorrei proporre è un modo semplice di pianificare dei gruppi (periodi se volete) di allenamento. Però ci vuole un po’ di collaborazione, cercando di prendere il meglio della teoria e della pratica. Se pensate che l’allenamento istintivo sia the best, non state collaborando e potete anche non leggere. Una certa forma di apertura mentale ci vuole.

    Liquidata la parte relativa all’allenamento istintivo, l’articolo è diviso in altre due parti. La "programmazione" per il principiante e quella per l’intermedio/avanzato.

    Chi è arrivato fin qui si sarà accorto che il titolo aveva il solo scopo di attirare lettori. Bravi, è proprio così…

    #2
    perfettamente d'accordo. Del resto le teorie in campo dell'allenamento sono spesso surrogati della pratica. In sostanza facciamo tutti le stesse cose, chi riesce ad allenarsi istintivamente o è avanzato o particolarmente "geniale" come hai detto tu. Per questo occorre un minimo di senno prima di entrare per la prima volta in palestra, o comunque i primi tempi. La minima infarinatura teorica indispensabile per poter andare avanti poi e costruire su di se anche la programmazione più adatta, che sia istintiva ( ) o no.

    di certo però spesso si corre il rischio di incagliarsi nelle teorie e in via pratica ottenere il nulla più totale, perchè di fatto spesso accade così. Ci si dimentica che al 90% la teoria è un surrogato della pratica. La scienza si basa su fatti certi no? le reazioni del fisico son fatti certi, ma ogni fisico reagisce in maniera diversa a stimoli diversi

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      #3
      io vado sempre a istinto.

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        #4
        ironpaolo ho una domanda , ma prendendo il tuo esempio del 4x6 che diventa monofrequenziale , questo , fa si che lo stimolo si rinnovi e quindi non ci sia possibilità di stallo !? intendo dire , se faccio un mese 4x6 , e poi un altro mese 4x6 + 4x6 di monofrequenza , non vado in stallo ? il corpo lo percepisce come uno stimolo nuovo ?
        Originariamente Scritto da modgallagher
        gandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
        " tra noi sarebbe come abbinare un vino pregiato a un ottimo cibo " ..


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          #5
          Originariamente Scritto da RSVSilver Visualizza Messaggio
          io vado sempre a istinto.
          Io pure, appena stendo qualcosa faccio saltare tutto, ma non vorrei poi ricadere nella casistica di quelli che "avrebbero potuto fare meglio se"

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            #6
            Originariamente Scritto da SognoDaBAR Visualizza Messaggio
            Io pure, appena stendo qualcosa faccio saltare tutto, ma non vorrei poi ricadere nella casistica di quelli che "avrebbero potuto fare meglio se"
            beh ma il normale "aggiustamento" di un programma che sulla carta sembra buono mica vuol dire andare ad istinto. E' una cosa normale

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              #7
              Originariamente Scritto da thecousin Visualizza Messaggio
              beh ma il normale "aggiustamento" di un programma che sulla carta sembra buono mica vuol dire andare ad istinto. E' una cosa normale
              Si' ma io ho solo pochi capoisaldi
              Splittaggio gruppi
              Serie pesanti allì'inizio e voluminose alla fine
              Quattro/cinque esercizi che mi portano in palestra
              Tutto il resto, dai recuperi ad infilare un sxs alla scelta degli esercizi va proprio a casaccio, non va bene

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                #8
                La programmazione è un progetto statico, che non tiene conto della realtà delle sedute condizionate dal livello di efficienza giornaliera dell'organismo, in questo caso la RPE ovvero l'affaticamento o altezza di forma dell'atleta, immediata postset, postworkout dopo 30 minuti, media workout, questo,in parte giustifica la razionalità dell'allenamento "istintivo".
                L'intensità dell'allenamento, meglio della seduta è il risultato dello sforzo muscolare volontario.Lo sforzo fisico è il movimento, lo sforzo mentale è la fiducia, la volontà, la concentrazione, la visualizzazione la motivazione.
                Nell'articolo paolino parla spesso di serie e ripetizioni, meno di percentuali di utilizzo del carico, è una "svista" metodologica ma non del tutto sbagliata, anzi per un bb è corretto proprio come scrive paolino. Perchè questo? perchè un atleta o un allenatore che debba programmare una stagione, utilizza nel programma le variabili dell'allenamento serie,ripetizioni,recuperi ecc, ma pone la programmazione sulla ciclicità dello sforzo o % di carico, sull'intensità. Quindi 6x6 @75% sono differenti dal 6x6 @ 45%, ma trovano il loro spazio applicativo nel contesto di alcuni cicli allenamento.
                L'intensità dell'allenamento è la variabile regina della programmazione.
                La natura tende al disordine non all'ordine, lo studio di un disordine ordinato è molto più avvincente di mille programmazioni standard e per forza nell'ossequioso rispetto di forza-ipertrofia- ecc ecc.
                La mia attenzione "scientifica" odierna è proprio indirizzata all'Allenamento Caos, tendente a sorprendere il muscolo ad ogni allenamento.
                GUTTA CAVAT LAPIDEM
                http://albertomenegazzi.blogspot.it/
                MANX SDS

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                  #9
                  aggiungo una considerazione.
                  Forse, l'allenamento istintivo, o a sensazione, è il vero allenamento di alta prestazione quando mente-corpo sono perfettamente in sinergia.
                  Mancano studi scientifici che trattino a fondo della prestazione fisica e della condizione mentale dell'atleta durante la performance.
                  Ho notato ad esempio che è la mancanza di stimoli ad indurre il blocco del risultato, banale ma certo. Come possibile programmare il momento di cambio di stimolo? solamente quando sopravviene la noia o l'evidente mancanza di risultati. Ma quando sovviene è tardi, probabilmente a livello molecolare vi sono segnali inequivocabili anticipatori.
                  Variando spesso provoco meno adattamenti. Ho maturato una considerazione in merito agli adattamenti, essi devono essere considerati il raggiungimento di plateaux prestativo, sono quindi elementi negativi.
                  Il non-adattamento è l'elemento positivo, lo stimolo a cui deve aspirare chi voglia entrare nell'eccellenza.La fase di allenamento quindi è la somma di non-adattamenti sequenziali che condurranno ad una prestazione in continua evoluzione.
                  Per determinare il non-adattamento è sufficiente variare da seduta in seduta i parametri efficaci dell'allenamento. Il consolidamento è un non-consolidamento di una prestazione ma di svariate prestazioni, le quali nella loro incompletezza determineranno un non adattamento prestativo, tendente al miglioramento.
                  GUTTA CAVAT LAPIDEM
                  http://albertomenegazzi.blogspot.it/
                  MANX SDS

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                    #10
                    Grazie a tutti degli interventi!

                    Originariamente Scritto da RSVSilver Visualizza Messaggio
                    io vado sempre a istinto.
                    Ciao Silver!
                    Tu vai ad istinto e va bene così, anche perchè i risultati li hai. Se hai letto, probabilmente anche tu hai una struttura di allenamento, che bene o male segui. In più, tu sei uno discretamente dotato (non ti ho visto sotto la doccia ma tanto stiamo parlando di altre doti...), un mesomorfo che mette su bene massa muscolare e anche un po' di ciccia, infatti credo che il tuo problema si tirarsi piuttosto che ingrossare.

                    Aggiungo, anche se non c'entra nulla, che molti tuoi interventi in Caffetteria mi hanno molto colpito per la "purezza" del tuo carattere. Veramente e non sto scherzando.

                    Originariamente Scritto da Black87 Visualizza Messaggio
                    Ci si dimentica che al 90% la teoria è un surrogato della pratica. La scienza si basa su fatti certi no? le reazioni del fisico son fatti certi, ma ogni fisico reagisce in maniera diversa a stimoli diversi
                    Estendo il tuo discorso. La pratica è indispensabile per realizzare gli obbiettivi, ma la teoria va studiata per comprendere quale sia la strategia migliore. In altre parole, vedila così. Milioni di persone prima di te e me si sono allenate in un certo modo.

                    Che so... facendo il pre-esaurimento. QUesto perciò è stato teorizzato, analizzato, studiato. Banale: il pre-esaurimento funziona bene sulle spalle e sul petto, mentre è assolutamente follia farlo per affrontare uno stacco da terra.

                    Se vuoi, ci sono motivi "teorici" e dei riscontri pratici che supportano questa teoria. Se tu però queste cose non le conosci, le dovrai imparare sul campo. Non avvantaggiandoti degli errori di quelli prima di te e delle dritte di quelli che hanno ottenuto. E perderai tempo per riscoprire per l'ennesima volta il fuoco. Perchè nel bodybuilding le persone scoprono ogni giorno il fuoco, la ruota, mentre pochi arrivano all'energia nucleare. Ripartono sempre da zero.

                    Complico un po' di più: sapere come si contraggono le fibre, il meccanismo della soglia di attivazione etc etc etc permette di comprendere perchè è bene utilizzare carichi medio-alti. Quantificati nell'ordine dell80% del massimale. Sapere e di conseguenza agire. CHi non lo sa, magari si fissa con lo squat ad altissime ripetizioni, e fa solo quello. Autolimitandosi, ma contento perchè vomita a fine allenamento.

                    Originariamente Scritto da Gary Visualizza Messaggio
                    ironpaolo ho una domanda , ma prendendo il tuo esempio del 4x6 che diventa monofrequenziale , questo , fa si che lo stimolo si rinnovi e quindi non ci sia possibilità di stallo !? intendo dire , se faccio un mese 4x6 , e poi un altro mese 4x6 + 4x6 di monofrequenza , non vado in stallo ? il corpo lo percepisce come uno stimolo nuovo ?
                    Scusa Gary, ma non ho capito...

                    Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggio
                    Ho maturato una considerazione in merito agli adattamenti, essi devono essere considerati il raggiungimento di plateaux prestativo, sono quindi elementi negativi.
                    Il non-adattamento è l'elemento positivo, lo stimolo a cui deve aspirare chi voglia entrare nell'eccellenza.La fase di allenamento quindi è la somma di non-adattamenti sequenziali che condurranno ad una prestazione in continua evoluzione.
                    Per determinare il non-adattamento è sufficiente variare da seduta in seduta i parametri efficaci dell'allenamento. Il consolidamento è un non-consolidamento di una prestazione ma di svariate prestazioni, le quali nella loro incompletezza determineranno un non adattamento prestativo, tendente al miglioramento.
                    Non posso che concordare. Ho evidenziato in grassetto la parolina "sufficiente" perchè questa rappresenta proprio la semplicità e la crudeltà di quello che va fatto.

                    E' "semplice" perchè, alla fine, quello che andrebbe fatto è ben noto.

                    E' "crudele" perchè se è noto il "cosa fare", il "come farlo" è l'intera arte dell'allenamento.

                    Comunque, ragazzi, io non è che ho la pretesa di insegnare questo argomento. Scriverò il resto, ma alla fine vedrete che sono delle norme di buon senso. Intanto, però, spero che concordiate che delle strategie da seguire migliori di altre esistono e che una certa strutturazione dell'allenamento ci vuole.

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                      #11
                      paolino ti devo ringraziare delle lucide riflessioni, non possono che stimolare la ricerca e lo studio dell'argomento che di volta in volta prospetti. Io credo che tutti i partecipanti al forum si soffermino anche solo su un'affermazione, un punto, e meditino concretamente non solo basandosi sulle certezze personali, ma anche confrontando queste con le tue e, ovviamente il tutto poi con i testi specifici.
                      Un saluto.
                      GUTTA CAVAT LAPIDEM
                      http://albertomenegazzi.blogspot.it/
                      MANX SDS

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