fibre intermedie:quel potenziale inespresso

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  • **ACHILLES**82**
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    fibre intermedie:quel potenziale inespresso

    Fibre intermedie; dette anche tipo IIa: hanno capacità intermedie tra quelle veloci e quelle lente. E’ da ricordare però che riescono ad adattarsi particolarmente agli stimoli allenanti; in poche parole riescono ad “acquisire caratteristiche simili” a quelle lente o veloci in base all’allenamento a cui sono sottoposte. Ad esempio, un maratoneta avrà delle fibre intermedie che avranno, in proporzione, caratteristiche di tipo ossidativo maggiori di quelle contrattili e glicolitiche. Si pensa addirittura che negli atleti di fondo siano le fibre maggiormente soggette a riempirsi di mitocondri, glicogeno e trigliceridi.
    N.B: sono state scoperte tutt’oggi nuovi tipi di fibre muscolari come le IIc. Sono maggiormente presenti (anche se in proporzioni estremamente inferiore rispetto alle precedenti elencate) in atleti che non hanno ancora sviluppato al massimo il loro potenziale motorio (giovani) o in periodi successivi ad allenamenti che hanno causato grosse lesioni muscolari (body building). Vengono per cui dette cellule satelliti che sono in grado di “trasformarsi” negli altri tipi di fibre in base alla tipologia dell’allenamento; siccome sono presenti in piccolissima percentuale (in media l’1%), la loro influenza può considerarsi trascurabile.
    E’ stato anche visto che in alcune fibre erano presenti isomeri di miosina (proprietà contrattili) che caratterizzano le fibre veloci e isomeri di miosina che caratterizzano le fibre intermedie.
    Ma è in grado l’allenamento di modificare la tipologia di fibre?
    E’ un quesito al quale è difficile rispondere, in quanto si tratta di un argomento molto complesso. In altre parole “è possibile, grazie ad un allenamento mirato, trasformare ad esempio fibre intermedie in fibre lente?” Per rispondere a questa domanda occorre prima di tutto spiegare quali sono gli effetti sui muscoli dell’allenamento; le variazioni indotte possono essere di tipo quantitativo e qualitativo:
    1) Quantitativo: è relativo all’aumento di proteine ed enzimi all’interno del muscolo. Ad esempio è’ ben conosciuto come l’allenamento di endurance (esempio maratona) incrementi la quantità degli enzimi della via ossidativa.
    2) Qualitativo: è relativo al cambiamento di alcune qualità delle fibre muscolari indotto dall’allenamento (cioè quello che interessa a noi).
    La risposta alla domanda di prima è SI, l’allenamento è in grado di cambiare alcune proprietà delle fibre, tra cui quelle metaboliche e contrattili, ma non quelle nervose. In altre parole “sembra” che con l’allenamento si riescano a modificare la tipologia di enzimi, il grado di vascolarizzazione, le proteine contrattili (miosina) all’interno della fibra, ma non il motoneurone che le innerva (proprietà nervosa). La confusione di oggi quindi deriva dal fatto che se consideriamo una fibra per le qualità contrattili e metaboliche allora può subire variazioni (della tipologia) in seguito all’allenamento, ma se invece consideriamo quelle nervose no.
    N.B: gli studi comunque su questo argomento comunque sono poche conosciute, quindi qualsiasi affermazione in tal senso è da prendere con le molle.

    _____________________________

    l allenamento da BB concentrato a volte su alte reps 10\15 con recuperi bassi va a stimolare proprio le fibre rosse...

    Mi chiedo se quindi questo paradossalmente sia un male e se sia meglio concentrarsi parecchio sulle basse reps cosi da fare si che il 15\20% delle fibre intermedie diventi bianco se possibile....

    Un allenamento se si volesse fare olistico quindi dovrebbe priviliegiare grosso modo serie pesanti e avere una spruzzatina di pump finale...magari in stripping 12+12+12 chissa quanti spiragli in questo sport
  • Rox68
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    #2
    Originariamente Scritto da **ACHILLES**82** Visualizza Messaggio
    In altre parole “sembra” che con l’allenamento si riescano a modificare la tipologia di enzimi, il grado di vascolarizzazione, le proteine contrattili (miosina) all’interno della fibra, ma non il motoneurone che le innerva (proprietà nervosa). La confusione di oggi quindi deriva dal fatto che se consideriamo una fibra per le qualità contrattili e metaboliche allora può subire variazioni (della tipologia) in seguito all’allenamento, ma se invece consideriamo quelle nervose no.
    N.B: gli studi comunque su questo argomento comunque sono poche conosciute, quindi qualsiasi affermazione in tal senso è da prendere con le molle.
    Per cui, se questa tesi fosse davvero valida, le ex-fibre intermedie diventerebbero potenzialmente anche più efficienti delle fibre veloci vere e proprie, avendo caratteristiche metaboliche tutto sommato simili e soglia di attivazione più bassa per via della struttura neuronale.......
    ......
    N.B: gli studi comunque su questo argomento comunque sono poche conosciute, quindi qualsiasi affermazione in tal senso è da prendere con le molle..............

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    • Power clean
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      #3
      Originariamente Scritto da **ACHILLES**82** Visualizza Messaggio
      Fibre intermedie; dette anche tipo IIa: hanno capacità intermedie tra quelle veloci e quelle lente. E’ da ricordare però che riescono ad adattarsi particolarmente agli stimoli allenanti; in poche parole riescono ad “acquisire caratteristiche simili” a quelle lente o veloci in base all’allenamento a cui sono sottoposte. Ad esempio, un maratoneta avrà delle fibre intermedie che avranno, in proporzione, caratteristiche di tipo ossidativo maggiori di quelle contrattili e glicolitiche. Si pensa addirittura che negli atleti di fondo siano le fibre maggiormente soggette a riempirsi di mitocondri, glicogeno e trigliceridi.
      N.B: sono state scoperte tutt’oggi nuovi tipi di fibre muscolari come le IIc. Sono maggiormente presenti (anche se in proporzioni estremamente inferiore rispetto alle precedenti elencate) in atleti che non hanno ancora sviluppato al massimo il loro potenziale motorio (giovani) o in periodi successivi ad allenamenti che hanno causato grosse lesioni muscolari (body building). Vengono per cui dette cellule satelliti che sono in grado di “trasformarsi” negli altri tipi di fibre in base alla tipologia dell’allenamento; siccome sono presenti in piccolissima percentuale (in media l’1%), la loro influenza può considerarsi trascurabile.
      E’ stato anche visto che in alcune fibre erano presenti isomeri di miosina (proprietà contrattili) che caratterizzano le fibre veloci e isomeri di miosina che caratterizzano le fibre intermedie.
      Ma è in grado l’allenamento di modificare la tipologia di fibre?
      E’ un quesito al quale è difficile rispondere, in quanto si tratta di un argomento molto complesso. In altre parole “è possibile, grazie ad un allenamento mirato, trasformare ad esempio fibre intermedie in fibre lente?” Per rispondere a questa domanda occorre prima di tutto spiegare quali sono gli effetti sui muscoli dell’allenamento; le variazioni indotte possono essere di tipo quantitativo e qualitativo:
      1) Quantitativo: è relativo all’aumento di proteine ed enzimi all’interno del muscolo. Ad esempio è’ ben conosciuto come l’allenamento di endurance (esempio maratona) incrementi la quantità degli enzimi della via ossidativa.
      2) Qualitativo: è relativo al cambiamento di alcune qualità delle fibre muscolari indotto dall’allenamento (cioè quello che interessa a noi).
      La risposta alla domanda di prima è SI, l’allenamento è in grado di cambiare alcune proprietà delle fibre, tra cui quelle metaboliche e contrattili, ma non quelle nervose. In altre parole “sembra” che con l’allenamento si riescano a modificare la tipologia di enzimi, il grado di vascolarizzazione, le proteine contrattili (miosina) all’interno della fibra, ma non il motoneurone che le innerva (proprietà nervosa). La confusione di oggi quindi deriva dal fatto che se consideriamo una fibra per le qualità contrattili e metaboliche allora può subire variazioni (della tipologia) in seguito all’allenamento, ma se invece consideriamo quelle nervose no.
      N.B: gli studi comunque su questo argomento comunque sono poche conosciute, quindi qualsiasi affermazione in tal senso è da prendere con le molle.

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      l allenamento da BB concentrato a volte su alte reps 10\15 con recuperi bassi va a stimolare proprio le fibre rosse...

      Mi chiedo se quindi questo paradossalmente sia un male e se sia meglio concentrarsi parecchio sulle basse reps cosi da fare si che il 15\20% delle fibre intermedie diventi bianco se possibile....

      Un allenamento se si volesse fare olistico quindi dovrebbe priviliegiare grosso modo serie pesanti e avere una spruzzatina di pump finale...magari in stripping 12+12+12 chissa quanti spiragli in questo sport
      le fibre rosse si attivano sempre (tranne in gesti balistici, pliometria, disequilibrio) e non a 10,12 20 rip! Semmai le bianche hanno una certa soglia di attivazione e quindi con carichi sub massimali
      Last edited by Power clean; 18-12-2006, 15:30:52.
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        #4
        bella achi
        http://www.youtube.com/watch?v=yjPKP3Y5ZT8

        sigpic

        "Avrei potuto ucciderli tutti, avrei potuto uccidere anche te. In città la legge sei tu, qui sono io! Lascia perdere; lasciami stare o scateno una guerra che neanche te la sogni! "

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          #5
          Bosco, Silvaggi dicono che si attivano tutte dal 70 al 90 % dell'1 rm per cui all'incirca dalla 4 alla 12 reps, oltre è da discutere se si attivano tutte.

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            #6
            conosci silvaggi?
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              #7
              Di vista, conosco di più Vittori

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                #8
                ma che studi sm?
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                  #9
                  No, quando facevo mezzofondo, mi allenava Vittori ad Ascoli Piceno, mentre Silvaggi che è sempre di Ascoli curava i ragazzi dei salti e dei lanci. Poi entrambi hanno fatto la loro carriera di tecnici. Vittori ha ancora casa ad Ascoli e ogni tanto lo vedo che fa jogging in strada.

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                    #10
                    a ok! Silvaggi cmq è molto in gamba
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                      #11
                      ma quindi dovresti conoscere pure carbonaro?
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                        Yes, molto bravo

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